Vivi la Parola! 2018.07. 17, 18 & 19

Martedì 17 luglio 2018
S. Marcellina, vergine

13Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere,

«Si sarebbero convertite»

14Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 15E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! 16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».

(Luca 10,13)

Tiro e Sidone, simbolo delle megalopoli senza Dio, apparivano come città depravate e lontane dalla salvezza.

Gesù stigmatizza con forza questi giudizi facili e avventati e riporta ciascuno alle proprie responsabilità.

Noi infatti siamo stati riempiti di doni e di luce, abbiamo visto segni impressionanti e incontrato testimonianze meravigliose di come Dio trasforma i cuori e la vita.

Tutte grazie grandi che altri non hanno per nulla avuto.

E quanto ci siamo lasciati convertire?

Buona giornata!

don Carlo

Mercoledì 18 luglio 2018

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi;

«Rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli»

21In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 22Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». 23E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

(Luca 10,20)

Siamo figli di Dio. Siamo nel Suo cuore, nessuno potrà mai strapparci dalle Sue mani se Gli rimaniamo fedeli.

Non abbiamo più motivi per temere, perché la nostra casa è nei cieli, le nostre ricchezze eterne sono al sicuro.

Tutto questo ci è donato, non abbiamo fatto nulla per meritarlo.

E questo dà stabilità a tutta la vita, ci permette di avvicinare chiunque stia vacillando, di affrontare qualunque avversità o ingiustizia perché i nostri piedi poggiano stabilmente su questa roccia.

Non c’è tesoro più grande di questo.

Buona giornata!

don Carlo

Giovedì 19 luglio 2018

25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». 29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che

«Gli portarono via tutto»

lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

(Luca 10,30)

Il buon samaritano è tutto per colui che non ha nulla. Quest’uomo infatti non bada a spese: dona anzitutto il suo tempo e i suoi programmi (cose che ci sono tanto care), poi le sue cure, il suo mezzo di trasporto, i suoi beni materiali, i suoi soldi, fino a correre il rischio che l’albergatore se ne possa approfittare.

La carità infatti non conosce limiti e ci punge, ci provoca finché non abbiamo donato tutto.

E visto che ci è difficile di arrivare a tanto, ci lascia sempre con la sana sensazione di non aver fatto abbastanza, tenendoci così aperti a nuove generosità.

Buona giornata!

don Carlo

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