Vivi la Parola! 2018.12. 22 – 31

Sabato 22 dicembre 2018

VI Feria prenatalizia “dell’Accolto”

 

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3

«Tutti andavano a farsi censire,

ciascuno nella propria città»

4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

(Luca 2,3)

 

La storia in cui il Figlio di Dio entra è proprio quella di ogni uomo: con le sue leggi, i suoi imprevisti, le sue scomodità. E Dio viene mentre l’uomo è indaffarato in tutte quelle urgenze che premono nella sua vita. Addirittura sembra che arrivi proprio quando non si ha tempo di pensare a Lui.

È discreto il nostro Dio: si avvicina a noi con normalità, come a Emmaus, come in ogni incontro che il Vangelo ricorda. Ma la Sua presenza non lascia mai le cose come prima, trasfigura ciò che tocca, riempie di luce chi si trova nelle tenebre.

 

Domenica 23 dicembre 2018

VI DI AVVENTO

Domenica dell’Incarnazione

 

«Al sesto mese»

l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

(Luca 1,26)

 

Al sesto mese della gravidanza di Elisabetta Dio visita Maria.

Le due gravidanze sono collegate, si intrecciano, l’una sembra preparare l’altra, quasi a prefigurare che la vita di Giovanni preparerà quella di Gesù. Queste due donne avranno modo di parlarne, di prepararsi insieme, di condividere le loro gioie e le loro speranze di future mamme, lasceranno sempre più spazio, nel corpo e nel cuore, all’opera di Dio che prende forma in loro. Possiamo immaginare l’unità profonda e bellissima che avranno sperimentato, che penso assomigli molto a quella che anche noi conosciamo quando condividiamo tra noi, con tutta la nostra donazione, ciò che Dio opera insieme con noi.

 

Lunedì 24 dicembre 2018

Vigilia del Natale del Signore

 

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco,

«Gli apparve in sogno un angelo del Signore»

e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; 25senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

(Matteo 1,20)

 

E’ l’annunciazione dell’angelo a Giuseppe.

Come avviene per Maria, l’angelo rassicura e comunica la volontà di Dio: come lei, Giuseppe accetta immediatamente.

Anzi, in questo caso non viene detta neppure una parola. Giuseppe è un uomo d’azione e la sua testimonianza è tutta nell’agire. Nel Vangelo non è riportato nessun suo intervento e ad un certo punto sparisce.

E’ l’uomo umile che nell’ombra collabora al progetto di Dio, senza attirare mai l’attenzione su di sé, è l’immagine incarnata del servo inutile.

Che il Signore ci aiuti ad assomigliargli un po’, in un mondo dove molti cercano di apparire ed essere protagonisti a tutti i costi.

 

Martedì 25 dicembre 2018

NATALE DEL SIGNORE

 

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. 8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro:

«Non temete»

ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

(Luca 2,10)

 

Nel Vangelo gli angeli ripetono sempre di non temere: a Maria, a Giuseppe, a Zaccaria, ai pastori. Gesù viene per portarci la gioia , non il turbamento, Dio ci vuole felici non solo in Paradiso, ma qui e ora, perché la vita eterna è già iniziata.
Essere felici non significa non provare dolore, dover affrontare difficoltà, separazioni, ma vuol dire che nonostante tutto il cuore è in pace perché si affida in ogni momento. Lasciarsi sopraffare dall’ansia del contingente ci toglie questa dimensione e ci distoglie dallo scopo vero della vita: amare ed essere amati.

Che questo Bambino ci insegni ad abbandonarci tra le braccia del Padre.

 

Mercoledì 26 dicembre 2018

II giorno dell’Ottava di Natale

S. Stefano, primo martire

 

18Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. 19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”.

«Se hanno perseguitato me,

perseguiteranno anche voi»

se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. 21Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. 22Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato.

(Giovanni 15,20)

 

A volte si pensa che il credere sia una forma di protezione dalle avversità e si rimane delusi nel constatare che spesso ciò non succede.

Ma Gesù ce l’ha ripetuto più volte nel Vangelo, seguire Lui è prendere la via stretta, è condividere con Lui il rifiuto e la persecuzione. Però significa anche condividere la gioia di sapersi amati dal Padre di un Amore unico.

 

Giovedì 27 dicembre 2018

III giorno dell’Ottava di Natale

S. GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA

 

E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». 20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». 22Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?

«Tu seguimi»

23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».

(Giovanni 21,22)

 

Gesù ha annunciato a Pietro come avrebbe seguito Gesù ed egli vuol sapere cosa sarà di Giovanni ma la risposta è evasiva.

Per ognuno è stato pensato un modo diverso di sequela, non esiste una vocazione uguale ad un’altra, la creatività di Dio è infinita. Occorre perciò seguire la propria strada perché è l’unica che ci può rendere felici.

Così come è giusto testimoniare con la nostra vita, ma anche con la certezza che a nessuno è chiesto di ripercorrere i nostri passi: ognuno ha il suo vestito su misura pronto, occorre solo fidarsi ed indossarlo.

 

Venerdì 28 dicembre 2018

IV giorno dell’Ottava di Natale

S. INNOCENTI martiri

 

Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre,

«Fuggi in Egitto

e resta là finché non ti avvertirò»

Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». 14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio. 16Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. 17Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: 18Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.

(Matteo 2,13)

 

Gesù è il nuovo Mosè, colui che condurrà un nuovo popolo e sancirà una nuova Alleanza. Come Mosè rischia di essere ucciso da piccolo da un re crudele, come lui si trova in Egitto non per sua volontà. E noi, come gli ebrei nel deserto, ci ribelliamo a Lui, rimpiangiamo le comodità che ci chiede di lasciare per seguirlo, ci costruiamo tanti vitelli d’oro che mettiamo al posto di Dio.

Nel brano di oggi però ci viene indicata la figura del vero credente, Giuseppe: non un’incertezza nell’obbedire, nessuna rimostranza nel non poter ritornare a casa, fiducia massima nella volontà di Dio.

 

Sabato 29 dicembre 2018

V giorno dell’Ottava di Natale

 

19Morto Erode, ecco,

«Un angelo del Signore

apparve in sogno a Giuseppe»

in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

(Matteo 2,19)

 

Nella Bibbia i Giuseppe più famosi sono il figlio di Giacobbe e lo sposo di Maria ed entrambi hanno a che fare con i sogni.

Sognare vuol dire non fermarsi sulle proprie idee, ma essere aperti al futuro e a ciò che il Signore ha preparato per noi.

Si pensa che i sogni appartengano soprattutto ai giovani, ma si diventa veramente vecchi solo quando si smette di sognare e di credere ai sogni.

 

Domenica 30 dicembre 2018

NELL’OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE

 

1In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2Egli era, in principio, presso Dio: 3tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. 4In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. 6Venne un uomo andato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.

«Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo»

10Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. 11Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. 12A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. 14E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

(Giovanni 1,9)

 

Gesù è la luce che illumina la nostra strada.

Voltargli le spalle equivale a piombare nel buio più profondo, quello che ci angoscia, non ci dà vie d’uscite, rende impossibile la speranza, vuota l’esistenza di ogni significato.

Se ci guardiamo in giro, vediamo tanti che brancolano nel buio senza sapere che cosa cercare. Ognuno di noi ha ricevuto un po’ di quella luce e deve diventare una scintilla che può in qualche modo aiutare chi è in ricerca.

 

Lunedì 31 dicembre 2018

VII giorno dell’Ottava di Natale

 

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35

«E anche a te una spada trafiggerà l’anima»

affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

(Luca 2,35)

 

Giovanni Paolo II diceva che  “quello di Simeone appare come un secondo annuncio a Maria, poiché le indica la concreta dimensione storica nella quale il Figlio compirà la sua missione, cioè nell’incomprensione e nel dolore” (Redemptoris Mater, 16).

Anche Maria e Giuseppe scoprono poco alla volta quale strada ha preparato per loro il Signore e sappiamo tutti che in montagna più si sale e più aumenta la fatica, ma il risultato finale la ripaga appieno.

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