Vivi La Parola! 2019 03: Marzo

Venerdì 1 marzo 2019

 

27Andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani 28e gli dissero:

«Con quale autorità fai queste cose?

O chi ti ha dato l’autorità di farle?»

29Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. 30Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». 31Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. 32Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. 33Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

(Marco 11,28)

 

La parola “autorità” ha alla radice il verbo latino “augeo” che significa “far crescere”. L’autorità di Gesù non viene dal di fuori, non gli è attribuita da altri (se non da Dio), ma si impone dal di dentro, trova eco nell’interiorità di ogni uomo.

Se appena non si è chiusi, com’è il caso di queste autorità religiose, l’autorità di Gesù illumina, apre orizzonti, libera da blocchi, paure e pregiudizi, ci permette di diventare davvero noi stessi, fa gustare la vita in pienezza, fa crescere la nostra personalità, fino a realizzarla pienamente nella relazione d’amore con Dio e con i fratelli.

 

Sabato 2 marzo 2019

 

23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24

«Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità»

25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

(Giovanni 4,24)

 

Non è più questione di luoghi o di parole: la preghiera che Gesù ci insegna si muove nel cuore della Trinità.

È l’atteggiamento di Gesù, quello del figlio, che parla con assoluta confidenza, che spalanca il cuore alla volontà di Dio e si lascia plasmare da essa e che in questo “clima” trova le energie per realizzare quanto intuisce.

È quindi la preghiera che è mossa dallo Spirito Santo che abita in noi, che ci riporta alla verità di noi stessi, che ci ricorda la nostra altissima dignità di figli di Dio che nessuno mai potrà cancellare.

È la preghiera di Gesù.

 

Domenica 3 marzo 2019

ULTIMA DOPO L’EPIFANIA

 

1Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10

«Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto»

(Luca 19,10)

 

Gesù viene ad ogni istante a salvare il mondo ferito.

Si occupa di chi ha bisogno e non ce la fa, di chi annaspa e all’esterno cerca di mostrare una realtà impeccabile, così diversa da quella che in verità vive.

Ci incontra proprio lì, nei nostri vuoti, quando non ci piacciamo, quando vogliamo scrollarci di dosso le nostre inerzie e le nostre fragilità e non ci riusciamo.

Ci guarisce con il suo perdono e la sua potenza, ci fa rinascere, ci da un’altra possibilità di vita nuova, accompagnata da una grande fiducia, perché Lui è sempre con noi, in noi.

 

Lunedì 4 marzo 2019

 

13Mandarono da lui alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. 14Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». 15Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro:

«Perché volete mettermi alla prova?»

Portatemi un denaro: voglio vederlo». 16Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». 17Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.

(Marco 12,15)

 

Gesù smaschera con questa domanda le vere intenzioni di chi gli sta parlando. La richiesta in sé è legittima, ma in realtà è completamente falsata, perché è inquinata da un cuore che non cerca risposte, ma solo pretesti per rifiutare e condannare.

Ancora una volta si evidenzia che Gesù si rivolge al cuore e non alle apparenze, è nell’interiorità che ci incontra, è lì che vuole portare luce.

E così parla alle nostre incoerenze e alle nostre ipocrisie, vuol farci vedere quello che veramente siamo e al tempo stesso ci offre la possibilità di liberarci, di uscire, di ricominciare nuovi grazie alla sua misericordia.

 

 

Martedì 5 marzo 2019

 

18Vennero da lui alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: 19«Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 20C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. 21Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, 22e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. 23Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 24Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? 25Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. 26Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? 27

«Non è Dio dei morti, ma dei viventi!»

Voi siete in grave errore».

(Marco 12,27)

 

Gesù trasforma una domanda pretestuosa e insidiosa in una nuova occasione per rivelare il volto del Padre. A chi legge la scrittura per cercare prove contro la risurrezione, Gesù risponde parlando del Padre, che Lui ben conosce.

E vorrebbe gridare a tutti che Dio è Vita. È dinamismo inarrestabile che origina esistenze sempre nuove nel cosmo intero e non solo. È pienezza debordante di amore.

Per questo Gesù vuole sbaragliare queste visioni anguste, deformanti, caricaturali di Dio fatte da chi parla, argomenta e pontifica senza averne mai fatto l’esperienza.

Dio non è un’idea, è Vita. Chi lo conosce vive davvero.

 

Mercoledì 6 marzo 2019

 

38Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». 41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro:

«In verità io vi dico:

questa vedova, così povera,

ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri»

44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

(Marco 12,43)

 

Gesù non guarda alla quantità delle monete gettate dalla gente, non ha bisogno di ingenti somme per far funzionare il tempio dedicato al Padre suo.  A Lui interessa il cammino interiore che ciascuno fa, che poi si traduce in gesti concreti. L’offerta di questa povera vedova esprime con evidenza un cuore tutto consegnato a Dio, una vita interamente offerta, una piena fiducia nella Provvidenza che non è per nulla una sfida, perché nasce dalla certezza di non rimanere delusa. Per lei Dio è vivo ed è il suo tesoro. Degli altri beni non si preoccupa, ha trovato la sorgente della vera gioia, che è più nel dare che nell’avere.

 

Giovedì 7 marzo 2019

 

Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. 10Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. 11E quando vi condurranno via per consegnarvi,

«Non preoccupatevi prima

di quello che direte,

ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato»

perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. 12Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 13Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.

(Marco 13,11)

 

Gesù vuole liberarci da ogni preoccupazione. Il figlio di Dio infatti vive in certo modo “spensierato”, nel senso che non si lascia atterrire dalle situazioni, ma le affronta con fiducia, perché in ogni luogo e in ogni occasione il Signore è con lui.

Addirittura nel tempo della grande prova, della persecuzione, il discepolo impara a non angosciarsi per le cose che deve dire, quasi che una parola in più o in meno possa rovinare la sua testimonianza: lo Spirito è sempre all’opera, soffia e istruisce al momento opportuno.

Occorre solo occuparsi di rimanere in ogni istante uniti a Lui.

 

Venerdì 8 marzo 2019

 

28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi:

«Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte»

30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

(Marco 13,29)

 

Il Signore ci manda segni, visibili, comprensibili. Evidenti come un ramo che si copre di gemme annuncia l’arrivo della stagione del sole.

Spesso noi ci intestardiamo a ripetere le cose di sempre o ad aspettare frutti là dove ne nascevano ma non ne nascono più.

Si tratta invece di tenere gli occhi aperti e vedere quello che accade, cogliere le occasioni che la vita presenta, cercare le orme della Sua presenza che ci mostra da che parte andare.

Quando una porta si chiude occorre vedere da qual è quella che si apre e passare per di lì: Lui è lì che ci aspetta per camminare con noi.

 

Sabato 9 marzo 2019

 

1Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, 2e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. 3Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». 4Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. 5E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo:

«Tendi la mano!»

Egli la tese e la sua mano fu guarita. 6E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

(Marco 3,5)

 

L’uomo che tende la mano viene guarito da Gesù, suscitando la rabbia dei farisei. Peccato. Avessero anche loro ascoltato la Parola di Gesù, avessero provato a viverla, subito avrebbero scoperto che ogni uomo ha bisogno di miracoli, anche loro, che ritenevano di avere già tutto.

E tendere la mano significa essere capaci di donare, saper entrare in rapporto con l’altro, aiutare chi sta annegando nei suoi problemi o nei suoi dolori: il vero miracolo è questo. Perché l’amore di Gesù contagia amore e ci trasforma, divinizzandoci.

Ma occorre aprire il cuore, altrimenti tutto questo mondo meraviglioso rimane sconosciuto.

 

Domenica 10 marzo 2019

ALL’INIZIO DI QUARESIMA

 

1Allora

«Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo»

2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

(Matteo 4,1)

 

Una frase che sorprende: perché proprio lo Spirito porta Gesù verso la tentazione? Non dovrebbe forse proteggerlo dai pericoli della sua missione? Quale Vangelo, quale buona notizia contiene questa frase?

Certamente Gesù conosce così le nostre tentazioni. Le incontra come ogni altro uomo o donna, ne sperimenta l’insidia sottile e letale, quella di dubitare di Dio, di separarci da Lui, dalla nostra vera gioia. Gesù vince, sbaraglia il nemico, lo mette in fuga, per aprire in questo modo una strada che l’umanità può finalmente percorrere, quella di un’amicizia, di una familiarità piena con il Padre, rendendoci partecipi della sua vittoria.

 

Lunedì 11 marzo 2019

 

1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: 3«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.

«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati»

7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

(Matteo 5,6)

 

A volte occorre attendere a lungo, molto a lungo. Perché la giustizia si fa strada con molta fatica sulla terra e tutte le conquiste che nella storia dell’umanità si sono raggiunte in questo ambito sono costate sacrifici, lotte, anche il dono della vita di moltissimi martiri ed eroi.

Ma non possiamo dimenticare che a tutti questi suoi figli il Padre donerà questa sazietà tanto attesa. Le ingiustizie, i tradimenti, i soprusi hanno i giorni contati e nel Regno tutto verrà alla luce, senza poter più ingannare, e il Padre potrà ricompensare all’infinito chi ha lottato e sofferto per la giustizia.

Martedì 12 marzo 2019

 

13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

«Voi siete la luce del mondo»

non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

(Matteo 5,14)

 

Un mondo al buio sarebbe invivibile, sparirebbe rapidamente, non avrebbe vita.

Per questo il Padre non smette di suscitare in ogni angolo della terra e in ogni momento della storia uomini-luce, che diffondono l’essenziale perché la vita degli altri sia. Il “vivere per”, la “cultura del dare”, l’”I care”, tutte le formule che suscitano esperienze d’amore verso l’altro accendono una luce che nessun male riesce a spegnere. Quando si crede di averla soffocata, illumina con più forza e si irradia ancor più.

Molti si ingegnano a produrre, a moltiplicare i propri beni, i discepoli del Vangelo vivono anzitutto per illuminare.

 

Mercoledì 13 marzo 2019

 

17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra,

«Non passerà un solo iota

o un solo trattino della Legge,

senza che tutto sia avvenuto»

19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

(Matteo 5,18)

 

La legge di Dio ha un’anima, un’essenza misteriosa. Gesù la sviluppa, la trascende, la porta alla sua massima e autentica espressione, eppure essa nella sostanza rimane intatta, come lo era all’origine.

E questo perché il cuore e l’energia prodigiosa della Legge è l’amore, le cui espressioni sono infinite e continuamente nuove, come meravigliose e sorprendenti sono le sue manifestazioni. E l’amore quando è autentico bada anche al dettaglio, cerca e tende ad una fedeltà assoluta, non tanto alle regole esterne quanto all’amore stesso.

Chi ama non trascura nulla, ma irriga e dà fecondità ad ogni istante.

 

Giovedì 14 marzo 2019

 

20Io vi dico infatti:

«Se la vostra giustizia non supererà

quella degli scribi e dei farisei,

non entrerete nel regno dei cieli»

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. 23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. 25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

(Matteo 5,20)

 

La giustizia del cristiano è l’amore.

E l’amore è sempre infinitamente più grande delle regole, perché le regole circoscrivono, definiscono i limiti, mentre l’amore è debordante, incontenibile.

Il legalista si rassicura dicendo: “Non ho ucciso nessuno”. Il cristiano invece si lascia pungere ad ogni istante dalla domanda: “Quanto ho amato questo fratello?”.

Il legalista si sente sicuro dicendo: “E’ colpa sua, io non ho fatto nulla”. Il cristiano si domanda senza posa: “Come posso recuperare il rapporto con questo fratello?”.

 

Venerdì 15 marzo 2019

 

1Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturarlo con un inganno per farlo morire. 2Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo». 3Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. 4Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? 5Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei. 6Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. 7I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. 8Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto». 10Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. 11Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno. 12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. 17Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». 19Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». 20Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. 21Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma

«Guai a quell’uomo,

dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo

se non fosse mai nato!»

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». 26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

(Marco 14,21)

 

Il tradimento di Giuda è orribile, abominevole: vendere e consegnare alla morte un amico che ti ha scelto, ti ha valorizzato e ha creduto in te, ti ha sempre e soltanto amato. Gesù ha parole durissime di fronte ad un comportamento simile, che non dobbiamo mai ritenere estraneo a ciascuno di noi.

Quanto gli dice “non è maledizione, ma avvertimento, perché Giuda prenda coscienza del male che sta facendo a se stesso, male così grave da distruggere la sua vita. Queste parole di Gesù rivelano la sua misericordia: si preoccupa non di sé ma del destino di chi lo uccide” (Silvano Fausti).

 

Sabato 16 marzo 2019

 

1In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. 2Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». 3Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? 4Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. 5O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. 7Se aveste compreso che cosa significhi:

«Misericordia io voglio e non sacrifici»

non avreste condannato persone senza colpa. 8Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

(Matteo 12,7)

 

A volte noi rimaniamo impressionati da persone che fanno sacrifici molto coraggiosi, che si sottopongono ad una vita quasi impossibile per raggiungere i loro scopi e li additiamo come esempi.

Gesù invece non si entusiasmava per i ripetuti digiuni dei farisei, né per le loro lunghe preghiere.

Si emozionava invece per l’obolo della vedova, per la conversione della samaritana, per la fede limpida della donna cananea o del centurione, per la misericordia del buon samaritano. E ci annuncia che queste sono le esperienze che riempiono di festa il cuore del Padre.

Su queste dovremmo concentrare l’attenzione e gli sforzi.

 

Domenica 17 marzo 2019

DELLA SAMARITANA

 

5Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». 27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui. 31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». 39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto».

«E quando i Samaritani giunsero da lui,

lo pregavano di rimanere da loro

ed egli rimase là due giorni»

41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

(Giovanni 4,40)

 

I farisei perfetti conoscitori e osservanti delle regole della legge lottavano strenuamente contro Gesù, i samaritani considerati dei rinnegati dalla religione ebraica, peggio degli eretici e dei pagani lo pregavano di rimanere da loro.

I nostri criteri di valutazione sono davvero poco affidabili.

Gesù scavalca tutte le apparenze e guarda diritto al cuore, si ferma dove trova apertura, accoglienza e ascolto, lì si sente a casa e si trattiene volentieri, parla a lungo, illumina e trasforma i cuori.

Si direbbe che il Vangelo sia anzitutto per chi non se lo immagina e rimane sorpreso dallo stupore.

 

Lunedì 18 marzo 2019

 

27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico:

«Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio
con lei nel proprio cuore»

29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

(Matteo 5,28)

 

Una radicalità impressionante, che però genera una libertà sconfinata.

Chi riesce a dimorare in questa purezza di sguardo con tutti può dilatare il cuore all’infinito, ha “un tale spirito di fraternità da non poter più distinguere il parente dal passante, l’amico dallo sconosciuto”. Sa cosa vuol dire il sentirsi  con tutta l’umanità “una cosa sola, una vita sola, un’unica danza sotto la pioggia dei giorni” (Pietro Raimondi), può sfiorare da quaggiù il Paradiso, che in fondo non è altro che la vita semplice di fratelli e sorelle.

 

Martedì 19 marzo 2019
S.GIUSEPPE
SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA

 

41I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno,

«Il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme»

senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. 51Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

(Luca 2,43)

 

Il fascino di Gerusalemme è difficile da descrivere, è legato alla sua storia unica, fatta di estasi e di abissi, di promesse sconfinate e di tragedie orribili.

È soprattutto il luogo dove Dio ha posto la sua dimora, per cui Gesù adolescente non poteva non rimanerne conquistato. È anche il luogo dove tutta la Sua vita tende, dove si rivelerà il senso della sua missione, il luogo della Pasqua, è anche il simbolo della città futura e definitiva, la città dell’umanità intera, la città che scende dal cielo.

Per questo anche per noi credenti Gerusalemme è una città unica, non ha paragoni. Chi ci è stato vorrebbe tornarci mille volte.

 

Mercoledì 20 marzo 2019

 

38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.

«E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due»

42Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. 43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

(Matteo 5,41)

 

Il cristiano è fratello. Di tutti. È sempre aperto alla relazione, anche con i nemici. È pronto a farsi compagno di viaggio anche più di quanto gli viene richiesto. Esprime quel desiderio di Dio che la vita dell’uomo sia già da quaggiù come in cielo, dove non ci sono individui, ma fratelli, non ci sono emarginati, ma solo amici.

Ovviamente qui in terra non possiamo essere compagni di viaggio di tutti, perché siamo nel tempo e nello spazio, ma possiamo dilatare il cuore fino a voler contenere potenzialmente tutti, accogliendo chi incontriamo, da subito, come un vecchio amico, anche se non lo avevo mai visto prima.

 

Giovedì 21 marzo 2019

 

«State attenti a non praticare

la vostra giustizia davanti agli uomini

per essere ammirati da loro»

altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 2Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 5E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

(Matteo 6,1)

 

Esercitarsi a non dipendere dal giudizio degli uomini ci rende liberi, ci affranca da dipendenze e condizionamenti: è davvero un esercizio ascetico esigente e importante.

Ma non credo che sia possibile se non c’è qualcos’altro che attira. Ci riusciamo soltanto se nell’orizzonte dei giudizi su di noi che ci interessano c’è anzitutto quello del Padre.

Solo se teniamo fisso lo sguardo su Dio possiamo camminare controcorrente anche a lungo.

Solo se la nostra storia con Lui si arricchisce giorno dopo giorno le altre realtà svaniscono o passano almeno in secondo piano.

Solo se viviamo con fratelli che camminano così un sogno così alto e umanizzante diventa realizzabile.

 

Venerdì 22 marzo 2019

 

27Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. 28Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 29Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». 30Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». 31Ma egli, con grande insistenza, diceva:

«Anche se dovessi morire con te,

io non ti rinnegherò»

Lo stesso dicevano pure tutti gli altri. 32Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». 33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». 35Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. 36E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». 37Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 39Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. 40Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. 41Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». 43E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. 44Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». 45Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. 46Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. 47Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. 48Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. 49Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». 50Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. 51Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. 52Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

(Marco 14,31)

 

È bello ascoltare gente appassionata come Pietro, persone che davanti a tutti protestano con irruenza un’amicizia sincera, profonda, pronta a tutto. Non dovremo mai squalificare chi ha grandi ideali, tacciandolo di illuso o di sognatore, ma tendere sempre più verso l’alto e dare voce a ciò che ci fa davvero vivere.

Al tempo stesso non dobbiamo mai disconoscere i nostri limiti, ma accettare di non riuscire ad essere sempre al livello dei nostri desideri. Umiltà è verità, è sapere che le nefandezze del mondo non sono estranee al nostro cuore, e che saremmo capaci di comportamenti vili e squallidi se il Signore non ci tenesse una mano sulla testa.

 

Sabato 23 marzo 2019

 

Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?

«Non è costui il falegname?»

il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. 4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì.

(Marco 6,3)

 

Gesù è sempre oltre i nostri schemi. Anche quando costruiamo paradigmi che ci sembrano evangelici occorre non attaccarsi mai a quanto abbiamo formulato. Del resto la storia prosegue, ci spinge più in là, le nuove generazioni ci provocano a non ripetere stereotipi, altrimenti non ci ascoltano, noi stessi dentro le nostre false sicurezze invecchiamo e ci annoiamo.

Tutto questo non incita al furore iconoclasta, né alla smania della novità a tutti i costi: è docilità allo Spirito che ci ricorda tutte le parole di Gesù (cfr. Giovanni 14,26) e al tempo stesso fedeltà al Padre che “fa nuove tutte le cose” (cfr. Apocalisse 21,5).

 

Domenica 24 marzo 2019

DI ABRAMO

«Gesù allora disse

a quei Giudei che gli avevano creduto»

«Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; 32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». 34Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. 36Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. 38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». 39Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. 40Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. 41Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». 42Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. 44Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. 45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. 46Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio».  48Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?».49Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. 50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. 51In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». 52Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. 53Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». 54Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, 55e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. 56Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». 57Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». 58Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». 59Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

(Giovanni 8,31)

 

Gesù non si rivolge ai Giudei in generale, ma a quelli che credono in Lui e di conseguenza anche a noi.

Ma per ascoltarlo occorre un cuore libero, senza pregiudizi né arroccamenti, pronto alla novità, disponibile a cambiare ad ogni istante le proprie posizioni.

Solo in queste condizioni si può accogliere la Verità.

Altrimenti rischiamo di trovarci con le pietre in mano anche noi.

 

Lunedì 25 marzo 2019

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

 

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse:

«Ecco la serva del Signore:

avvenga per me secondo la tua parola»

E l’angelo si allontanò da lei.

(Luca 1,38)

 

Maria non pone tempo in mezzo per aderire alla Parola del Signore.

Non pensa per un attimo a se stessa, al rapporto compromesso con Giuseppe, persino alla possibilità di una lapidazione riservata a una donna che tradiva.

Dio sempre al primo posto, qualunque cosa avvenga.

E’ il significato più profondo del primo comandamento.

 

Martedì 26 marzo 2019

 

«E quando digiunate,

non diventate malinconici come gli ipocriti»

che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, 18perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

(Matteo 6,16)

 

Gesù ci insegna una nuova libertà, quella dal giudizio degli altri.

Se di tutto ciò che facciamo sappiamo di dover rendere conto solo a Dio, la vita diventa più leggera.

Non dobbiamo sforzarci di apparire diversi da come siamo.

Anche le fragilità fanno parte di noi ed è inutile nasconderle, spesso ci rendono più credibili.

 

Mercoledì 27 marzo 2019

 

19Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; 20accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano.

«Perché, dov’è il tuo tesoro,

là sarà anche il tuo cuore»

22La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; 23ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! 24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.

(Matteo 6,21)

 

L’insegnamento sulla libertà continua, ora è dalle cose.

Beati i poveri in spirito significa proprio questo, se vuoi essere felice non essere schiavo di ciò che hai o che vorresti.

Se il mio tesoro è la volontà di Dio, tutto ciò che mi è donato serve per adempierla.

Probabilmente non mi è chiesto di sbarazzarmene, ma di usarlo saggiamente secondo un Suo progetto, convinto anche che mi può essere tolto in qualunque momento.

 

Giovedì 28 marzo 2019

 

25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

«Non preoccupatevi dunque del domani»

perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.

(Matteo 6,34)

 

Se impariamo ad immergerci nel cuore di Dio e ci affidiamo totalmente, difficilmente saremo divorati dall’ansia.

Perché quando capisco che niente è in mano mia, smetto di arrovellarmi sul da farsi.

Mi limito a mettermi a disposizione e aspetto che il Signore mi prenda per mano e mi conduca dove vuole.

A questo punto la cosa sorprendente è che la mia vita si dipana giorno per giorno e io ne divento quasi spettatore e ammiro la grandezza di Dio in me.

 

Venerdì 29 marzo 2019

 

53Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. 54Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. 55I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. 56Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. 57Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: 58«Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». 59Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. 60Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 61Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». 62Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». 63Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? 64Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. 65Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano. 66Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote 67e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». 68Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. 69E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». 70Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo».

«Ma Pietro cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quest’uomo di cui parlate”»

72E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

(Marco 14,71)

 

Del tradimento di Pietro possiamo anche non stupirci più di tanto, nella vita e nella storia di tradimenti ne abbiamo visti tanti!

Quello che veramente ci sorprende è l’atteggiamento di Gesù.

Chi avrebbe mai immaginato che proprio chi lo aveva rinnegato sarebbe stato posto a capo della Chiesa?

A Giovanni, il puro, Gesù affida la Madre, a Pietro la Sposa.

Questa è la Misericordia, ricominciare a fidarsi come prima e ancora di più di chi ci ha deluso.

 

Sabato 30 marzo 2019

 

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. 7Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri.

«E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura;

ma di calzare sandali»

e di non portare due tuniche. 10E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

(Marco 6,8-9)

 

Gesù ordina ai discepoli di non portare nulla durante la missione, tranne il bastone e i sandali.

Il bastone ricorda quello di Mosè che serviva nei momenti più difficili e faceva sentire l’aiuto di Dio sempre presente. E poi il bastone è di legno e noi sappiamo che “il legno” nel Vangelo è la Croce.

I sandali per gli ebrei erano il segno dell’uomo libero e nessuno è più libero di chi fa la volontà di Dio.

Il testimone perciò è colui che sceglie la libertà nella verità ed è pronto sempre ad abbracciare la Croce.

 

Domenica 31 marzo 2019

DEL CIECO

 

1Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo,

«Sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco

e gli disse:

“Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe”»

– che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». 13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». 18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!». 24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. 35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!».

(Giovanni 9,6-7)

 

Gesù in qualche modo fa sì che il cieco si sporchi e sia costretto ad andarsi a lavare.

Non deve essere stato facile passare tra la gente con il viso infangato.

A volte il Signore ci permette di cadere proprio perché tocchiamo con mano la nostra fragilità. Da questa consapevolezza, nasce la capacità di ascoltare senza giudicare ed essere luce per gli altri senza nessun senso di superiorità.

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