Vivi La Parola! 2019 12: Dicembre

 

Domenica 1 dicembre 2019

III di Avvento

Le profezie adempiute

 

2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli:

«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»

4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».  7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via. 11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!

(Matteo 11,3)

 

Vorremmo sempre che Dio corrispondesse alle nostre attese, che fosse logico, “umano”, vorremmo che fosse un po’ come ce lo immaginiamo. In fondo siamo convinti di conoscerLo già abbastanza e che quindi sia nella linea dei nostri pensieri. Ovviamente siamo disposti a concederGli  dei margini che ci sfuggono, accettiamo che non sia tutto alla nostra portata.

Invece Dio ci spiazza, ci sorprende, ci disorienta. Ci chiede la conversione completa. Non anzitutto dei comportamenti, ma della testa.

Gesù ci rivela che Dio è Amore. Per molti l’amore non può bastare a salvare il mondo, ci vuole ben altro. E invece Gesù continuerà a gridarlo fino alla croce.

 

Lunedì 2 dicembre 2019

 

53Terminate queste parabole, Gesù partì di là. 54Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva:

«Da dove gli vengono

questa sapienza e i prodigi?»

55Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». 57Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». 58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

(Matteo 13,54)

 

A Nazaret non riescono a capacitarsi. Gesù lo conoscevano bene, l’avevano visto crescere, in un paesello poi si sa tutto di tutti: com’è possibile che abbia dei talenti nascosti, chi gli ha insegnato tutte quelle cose?

Doversi ricredere, cambiare opinioni consolidate, ascoltare con un cuore libero dai pregiudizi è troppo difficile per i suoi concittadini.

Ma anche per noi non è semplice rivedere le nostre idee, guardare con occhi nuovi, ascoltare con cuore libero e aperto Gesù, che mi chiede di avventurarmi per sentieri inesplorati dietro a Lui e di fidarmi che le sue idee sono migliori delle mie.

 

 

Martedì 3 dicembre 2019

S. Francesco Saverio, sacerdote

 

1In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: 2«Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». 3Ed egli rispose loro:

«E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?»

4Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. 5Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, 6non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione.  7Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:  8Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. 9Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».

(Matteo 15,5)

 

Può sembrare incredibile che una tradizione religiosa trasgredisca il comandamento di Dio. E’ infatti un comportamento che si sviluppa, si insegna e si tramanda proprio per favorire la fede. Solo che a volte queste tradizioni diventano più importanti del Vangelo e non ci si accorge che lo travisano. Eppure ci si attacca a quelle tradizioni, le si difende accanitamente come se fossero l’unico modo per essere fedeli a Dio e si bollano di eresia coloro che le vorrebbero finalmente modificare.

È un fenomeno che ha accompagnato la Chiesa nei primi due millenni e nessuna epoca ne è immune.

Ci salva solo il Vangelo.

 

Mercoledì 4 dicembre 2019

 

10Poi, riunita la folla, disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! 11Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». 12Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». 13Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata.

«Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!»

15Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». 16Ed egli rispose: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? 17Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? 18Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l’uomo. 19Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. 20Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo».

(Matteo 15,14)

 

Sono molto forti le parole di Gesù a riguardo di questi difensori estremi delle loro tradizioni religiose. All’apparenza infatti sembrano loro i veri fedeli, mentre in realtà seguono solo le loro idee, le loro abitudini. Gesù li chiama ciechi perché chiudono gli occhi di fronte a Lui, che è la luce del mondo e quindi non conoscono Dio. Sono convinti di essere i veri maestri, mentre sono solo guide di ciechi.

Occorre ribadire sempre il primato della Parola di Gesù su ogni altro insegnamento, è Lui l’unico maestro del quale siamo tutti discepoli. Da lui non smettiamo mai di imparare.

 

Giovedì 5 dicembre 2019

 

1I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. 2Ma egli rispose loro: «Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”; 3e al mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi? 4Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona». Li lasciò e se ne andò. 5Nel passare all’altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere del pane. 6Gesù disse loro: «Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». 7Ma essi parlavano tra loro e dicevano: «Non abbiamo preso del pane!». 8Gesù se ne accorse e disse:

«Gente di poca fede, perché andate dicendo tra voi che non avete pane?»

9Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila, e quante ceste avete portato via? 10E neppure i sette pani per i quattromila, e quante sporte avete raccolto? 11Come mai non capite che non vi parlavo di pane? Guardatevi invece dal lievito dei farisei e dei sadducei». 12Allora essi compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei.

(Matteo 16,8)

 

In effetti in quel momento i discepoli di pane non ne avevano. Eppure Gesù li rimprovera, li solleva di peso, perché dopo le esperienze che hanno fatto con Lui ancora non hanno imparato che chi vive con Lui ha tutto, non deve affannarsi per le cose: il Padre c’è, è con loro, vede e provvede.

Occorre vivere quindi spensierati. Non incoscienti o irresponsabili. Spensierati, cioè non lasciare che le preoccupazioni ci schiaccino, ci condizionino. Sapere che abbiamo sempre una marcia in più, che non è nostra, ma ci è donata e ci risolve i problemi quando meno ce lo aspettiamo.

 

Venerdì 6 dicembre 2019

S. Nicola, vescovo

 

10Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». 11Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa.

«Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto»

Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». 13Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

(Matteo 17,12)

 

In ogni epoca i profeti ci sono ma non vengono riconosciuti, sono avversati o addirittura eliminati. Sono scomodi, dicono verità che fanno male al nostro uomo vecchio, inquietano, vorrebbero risvegliarci dalle illusioni e dalle falsità, ci chiedono urgentemente di cambiare e quindi danno troppo fastidio. È più semplice metterli a tacere.

Ma anche se sono ormai muti, continuano a parlare alle coscienze.

Ci si accorge solo dopo della verità importante ed attualissima che esprimevano e c’è da sperare di fare in tempo ad accorgersene, a riconoscere di esserci sbagliati e a rimetterci sulla strada giusta, prima che sia troppo tardi.

 

Sabato 7 dicembre 2019

ORDINAZIONE DI S. AMBROGIO

VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA,

PATRONO DELLA S. CHIESA AMBROSIANA

E DELLA CITTA’ DI MILANO

 

11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.  14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.

«E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore»

(Giovanni 10,16)

 

L’intimità che lega il pastore alle pecore con cui condivide la vita di ogni giorno non lo rende però riservato solo per loro. Gesù ha una missione universale, guarda sempre oltre, non si lascia catturare e segregare solo da alcuni amici. Perciò è necessario che anche il nostro cuore si eserciti a spalancarsi, come il suo, verso tutti.

La Chiesa non potrà mai chiudersi nel cerchio di coloro che già aderiscono, dovrà sempre correre fuori dal recinto. Anche perché la fede si rafforza donandola: se ci si limita a custodirla si impoverisce e si spaventa giorno dopo giorno.

 

Domenica 8 dicembre 2019

IV DI AVVENTO

L’ingresso del Messia

 

1Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, 2dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. 3E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». 4Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

«Dite alla figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”»

6I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: 7condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. 8La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. 9La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».

(Matteo 21,5)

 

C’è bisogno di sottolinearlo, questo Vangelo lo ripete con insistenza: Dio entra nella città di Gerusalemme come salvatore con mezzi semplici, popolari, improntati alla pace. Un’asina e un puledro che porterà pesi, senza protestare, simbolo di chi accetta la fatica del vivere quotidiano, con mitezza e fedeltà. Ogni volta che invece si prediligono effetti magniloquenti, ostentazione di forza e di potere che incutono rispetto e sottomissione, Dio non c’è. Perché sono i segni del dominio e della sopraffazione, mentre Gesù viene nel mondo per chinarsi su chi soffre, facendosi servo, mosso solo dall’intento di amare, sanare e salvare.

 

Lunedì 9 dicembre 2019

IMMACOLATA CONCEZIONE

DELLA BEATA VERGINE MARIA

 

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse:

«Rallégrati, piena di grazia:

il Signore è con te»

(Luca 1,28)

 

Nel cuore di Maria c’è solo spazio per la grazia, per l’amore di Dio. Tutto ciò che non c’entra con Dio in Lei non trova posto, né l’ha mai trovato. Maria è una vita umana che fa parlare Dio, il Verbo, che Lei darà alla luce.

Tutto questo perché Maria ama. Sempre. Questa è la strada, per tutti. Lei è immacolata, noi possiamo venire immacolatizzati da quell’amore che dona sempre e non pretende mai, diventare così anche noi luoghi in cui Dio è presente, si incontra.

Maria non trova gioia nell’essere contemplata e ammirata, è felice se cerchiamo di imitarla, di percorrere la sua strada.

 

Martedì 10 dicembre 2019

 

23Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. 24Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 25A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». 26Gesù li guardò e disse:

«Questo è impossibile agli uomini,

ma a Dio tutto è possibile»

27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. 30Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi.

(Matteo 19,26)

 

Ci sono affermazioni cardine della fede, alle quali si ritorna spesso, che illuminano ogni situazione, che generano una speranza incontestabile. «A Dio tutto è possibile» è una di queste. Sono parole che interrompono le proteste, i discorsi con accenti ineluttabili, le previsioni troppo umane e scontate.

Sono parole che mettono le ali, che ridanno vigore ai sogni, che spingono verso un mondo nuovo, che ci fanno forti della stessa onnipotenza di Dio.

Su queste parole possiamo costruire con fiducia la casa della nostra vita, perché sono una roccia che nessuna fragilità, limite o peccato potrà mai indebolire.

 

Mercoledì 11 dicembre 2019

 

10Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». 11E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea». 12Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 13e disse loro: «Sta scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. Voi invece ne fate un covo di ladri». 14Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì.

«Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi,

vedendo le meraviglie che aveva fatto e

i fanciulli che acclamavano nel tempio:

“Osanna al figlio di Davide!”,

si sdegnarono»

16e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode?». 17Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.

(Matteo 21,15)

 

La gioia dei piccoli può suscitare la rabbia dei grandi, dei potenti. Ciò che per le persone umili e semplici è motivo di festa indispone chi continua a rimanere prigioniero dei suoi pregiudizi.

E non è detto che noi ci troviamo sempre dalla parte giusta. A volte ci ribelliamo all’idea di doverci convertire alla gioia, continuiamo a protestare che i nostri principi non sono stati compresi e rispettati, quando invece dovremmo semplicemente riconoscere di avere torto.

La festa della luce e della verità non smette di invitarci, per regalarci la pace, una fraternità più ampia, la bellezza di sentirci uniti e concordi.

 

Giovedì 12 dicembre 2019

Beata Vergine Maria di Guadalupe

 

18La mattina dopo, mentre rientrava in città, ebbe fame.

«Vedendo un albero di fichi

lungo la strada, gli si avvicinò,

ma non vi trovò altro che foglie»

e gli disse: «Mai più in eterno nasca un frutto da te!». E subito il fico seccò. 20Vedendo ciò, i discepoli rimasero stupiti e dissero: «Come mai l’albero di fichi è seccato in un istante?». 21Rispose loro Gesù: «In verità io vi dico: se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che ho fatto a quest’albero, ma, anche se direte a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, ciò avverrà. 22E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete».

(Matteo 21,19)

 

Un albero vale per la qualità dei frutti che produce. Talora potrà essere anche piccolo e storto, ma poco importa, se regala frutti dolci e squisiti.

Il fico di questo episodio è pieno soltanto di foglie, simbolo di un’appariscenza che suscita ammirazione, che attira per la bellezza, ma che rimane sterile, lasciando la delusione, l’amaro in bocca.

C’è bisogno imperioso di una nuova generatività: senza di questa la vita ricca di comfort, di benessere, di divertimenti finisce per deludere. Perché solo quando la nostra vita è luce per altri sentiamo che c’è un senso pieno al nostro abitare su questa terra.

 

Venerdì 13 dicembre 2019

S. Lucia, vergine e martire

 

23Entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero:

«Con quale autorità fai queste cose?

E chi ti ha dato questa autorità?»

24Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. 25Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. 26Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». 27Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

(Matteo 21,23)

 

C’è un’autorità che si possiede in forza di un ruolo, di una posizione sociale prestigiosa, per cui le parole diventano importanti per le conseguenze che ne derivano nella vita degli altri. È un’autorità che corre sempre il rischio di essere coercitiva, di imporre dall’alto, schiacciando chi è sotto.

C’è invece un’autorità che si fa strada «per la potenza di una vita indefettibile» (Ebrei 7,16), di una testimonianza luminosa e attraente, che persuade per la bontà, la verità, l’universalità di ciò che esprime. Gesù la sua autorevolezza non l’ha fondata su titoli onorifici, ma l’ha conquistata sul campo, mostrando un nuovo modo di essere uomini, che convinceva.

 

Sabato 14 dicembre 2019

S. Giovanni della croce,

sacerdote e dottore della Chiesa

 

28«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse:

«“Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”.

Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”.

Ma poi si pentì e vi andò»

30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. 31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli.

(Matteo 21,28-29)

 

Non è sempre vero che la prima risposta è quella che conta.

Sarà così per gli esami universitari o per i quiz televisivi, ma nella vita del Vangelo vale soprattutto la risposta finale. È possibile sbagliarsi e questo non pregiudica mai nulla in modo definitivo, perché la conversione è sempre ben accetta, anzi, dice Gesù, fa esplodere una grande festa in Cielo, che altrimenti non avverrebbe.

C’è quindi ammirazione nel cuore di Dio per chi si lascia persuadere dal Vangelo, in qualunque momento ciò avvenga. Ogni sì infatti apre nuove strade, regala capolavori, aggiusta la nostra vita e in certo modo aggiusta il mondo.

 

Domenica 15 dicembre 2019

V DI AVVENTO

Il Precursore

 

6Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. 15Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». 16Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. 17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

«Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio ed è

nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato»

(Giovanni 1,18)

 

San Tommaso d’Aquino diceva che nell’uomo c’è un desiderio naturale di vedere Dio. Eppure sulla terra nessuno vede Dio faccia a faccia, senza mediazioni. Per questo non smettiamo mai di cercarlo. Ma per trovarLo occorre sempre riconoscerLo.

Non è sufficiente sognarLo, non basta invocare miracoli o manifestazioni esteriori, perché in fondo hanno sempre una loro ambiguità, una varietà di interpretazioni possibili.

C’è invece un “luogo” sicuro per conoscere Dio: il Figlio, Gesù di Nazaret. Lui è sempre nel Padre. Quando parla di Dio, parla di ciò che vede e che sa. Non parla con teorie, ma racconta una Persona, il Padre. Per questo non finiamo mai di ascoltarlo.

 

Lunedì 16 dicembre 2019

Commemorazione dell’annuncio a Giuseppe

 

Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23”Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele”, che significa Dio con noi.

«Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa»

(Matteo 1,24)

 

Giuseppe è un uomo giusto, un uomo libero. Non si intestardisce nei suoi punti di vista, non si accontenta delle sintesi che il suo cervello gli offre, non si convince dei suoi pensieri: sa che tutto questo non è mai definitivo, che molte cose non le sa.

Per questo quando Dio irrompe con la sua luce è pronto a perdere tutto,  a modificare le sue decisioni, ad avventurarsi lungo quei sentieri nuovi e sconosciuti che Dio gli indica. Sa che Dio ne sa più di lui e ormai ha deciso di vivere per Lui e non per sé.

 

Martedì 17 dicembre 2019

Feria prenatalizia «dell’Accolto»

 

1Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch’io

«Ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi,

e di scriverne un resoconto ordinato»

per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. 5Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. 6Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. 8Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, 9gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. 10Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. 11Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, 15perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. 17Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

(Luca 1,3)

 

È bello l’intento dichiarato da Luca agli inizi del suo Vangelo: ricercare i testimoni della vita di Gesù per ascoltare da loro ciò che è realmente avvenuto e scrivere con cura e precisione questa storia così decisiva per ogni uomo.

È una persona fidata, perché anche lui è stato conquistato da questa vicenda ed è necessario anche alla sua fede e alla sua vita verificare la veridicità dei fatti. Certo, poco a poco la sua preoccupazione di una cronaca fedele alla storia si riempie anche dell’incanto di questa narrazione, della personalità straordinaria di Gesù di Nazaret. Anche noi al suo posto avremmo fatto così.

 

Mercoledì 18 dicembre 2019

Feria prenatalizia «dell’Accolto»

 

19L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. 20Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». 21Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. 22Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. 23Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. 24Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva:

«Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere

la mia vergogna fra gli uomini»

(Luca 1,25)

 

Queste parole di Elisabetta, rimasta incinta in età avanzata, sono piene di commozione e di gratitudine. Quando si è desiderato una cosa importante per una vita intera, e ormai ci si era fatti una ragione di non poterla avere, la sorpresa improvvisa di riceverla lascia incantati. Si vorrebbe fare qualcosa per esprimere la riconoscenza, ma anche la fantasia più accesa non saprebbe trovare qualcosa di adeguato. Rimane allora solo il silenzio, la gioia. Elisabetta si ritira, forse per una comprensibile ritrosia, o per difendersi da commenti superficiali, si nasconde agli occhi degli uomini, gusta il dono a tu per tu con Dio.

 

Giovedì 19 dicembre 2019

Feria prenatalizia «dell’Accolto»

 

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce:

«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!»

43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 46Allora Maria disse:  «L’anima mia magnifica il Signore».

(Luca 1,42)

 

Per Elisabetta le sorprese sono soltanto cominciate. È ancora lì nascosta, al riparo da sguardi indiscreti, mentre il figlio Giovanni cresce giorno dopo giorno in lei, quando un giorno sperimenta un nuovo sussulto, è riempita da una nuova luce.  Arriva a casa sua Maria, all’improvviso. Una visita che la fa uscire immediatamente dal suo silenzio. Con lei infatti può finalmente aprire il cuore, può parlare, raccontare, gioire insieme con l’unica persona al mondo che può capirla. E questa è una gioia più grande: perché non riusciamo ad essere davvero felici da soli. Soltanto quando la condividi una gioia diventa davvero piena, fino a diventare straripante.

 

Venerdì 20 dicembre 2019

Feria prenatalizia «dell’Accolto»

 

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. 59Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria.

«Ma sua madre intervenne:

“No, si chiamerà Giovanni”»

61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

(Luca 1,60)

 

Elisabetta è piena di Spirito santo, non è più costretta dalle tradizioni, né dipende più dalle attese dei parenti. È entrata in una vita mossa da Dio e quindi ubbidisce a Lui, in tutto. Non si preoccupa delle reazioni di chi le sta vicino quando si tratta di fare la volontà di Dio.

Il suo modo di fare susciterà uno stupore benefico in tutti, farà nascere domande, porterà una sana inquietudine, creerà un’attesa speciale nei confronti del bambino appena nato.

Infatti la vita che Dio suscita spariglia le carte dei nostri progetti troppo precisi, inaugura novità, apre nuovi orizzonti e produce frutti imprevedibili.

 

Sabato 21 dicembre 2019

Feria prenatalizia «dell’Accolto»

 

67Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: 68«Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, 69e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, 70come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: 71salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. 72Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza,

73del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, 74liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, 75in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. 76E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, 77per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati.

«Grazie alla tenerezza e misericordia

del nostro Dio,

ci visiterà un sole che sorge dall’alto»

79per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». 80Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

(Luca 1,78)

 

La luce di Dio non abbaglia, non acceca, ma ci illumina quando brancoliamo nel buio, o siamo rattristati dalla penombra. Permette di vederci chiaro, di comprendere con precisione i passi giusti da fare, anche se spesso non possiamo prevedere le cose con troppa lungimiranza.

È un dono dall’alto questa luce, non ce ne possiamo impossessare una volta per tutte, è da chiedere ogni giorno, ad ogni incontro, ad ogni riunione. E ci viene data! È vero che non sempre ci azzecchiamo, ma è ancora più vero che Dio cerca sempre di istruirci, perché impariamo sempre meglio a discernere secondo la Sua sapienza e il Suo cuore.

 

Domenica 22 dicembre 2019

DOMENICA DELL’INCARNAZIONE

o della Divina Maternità della Beata sempre Vergine Maria

 

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco,

«Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito

anch’essa un figlio e questo

è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio»

38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

(Luca 1,36-37)

 

Dopo il saluto così sorprendente, dopo le promesse così impensabili, l’angelo Gabriele dà a Maria un segno: Elisabetta. Là dove l’uomo è impotente e ha perso ogni speranza, Dio opera con efficacia e potenza. Lui è infatti il maestro dell’impossibile.

Ciò non significa che Dio stravolge sistematicamente le leggi della natura (sarebbe una contraddizione), ma vuole indicare che nessuna situazione è chiusa o inaccessibile all’intervento di Dio.

Per questo al credente non è mai lecito disperare. E in effetti nella nostra esperienza tocchiamo con mano tantissime volte che l’imprevedibile di Dio si fa realtà e riorienta le nostre convinzioni.

 

Lunedì 23 dicembre 2019

Feria prenatalizia «dell’Accolto»

 

«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra»

2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

(Luca 2,1)

 

Questo famoso censimento di Augusto assomiglia molto ai sondaggi, tanto frequenti nel nostro tempo: si vuole avere in mano la realtà, sapere come stanno le cose per decidere come regolarsi e indirizzarle secondo i propri progetti. Per Augusto era probabilmente un modo per alimentare la sua soddisfazione di sentirsi padrone del mondo e sapere di quante persone era imperatore.

Eppure fra i milioni di uomini da censire ce n’era uno che stava per nascere, che lui non sospettava minimamente, ma che avrebbe oscurato la sua fama e avrebbe diviso la storia in prima e dopo di lui.

Nessuno può mai illudersi di avere la situazione in mano.

 

Martedì 24 dicembre 2019

Feria prenatalizia «dell’Accolto»

 

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno,

«Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore

e prese con sé la sua sposa»

25senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

(Matteo 1,24)

 

Giuseppe avrebbe potuto fare tante domande, chiedersi perché una prova così grande proprio a lui, come fosse possibile che avvenisse una simile cosa, come avrebbe fatto a reggere tanta responsabilità.

Invece si affida, non chiede spiegazioni e va avanti.

Ecco il modo di affrontare le nostre giornate: accettare con fiducia ciò che ci viene incontro, anche quando non ne capiamo bene il senso, sapendo che il Signore agisce nella nostra vita anche quando non capiamo fino in fondo come.

 

 

Mercoledì 25 dicembre 2019

NATALE DEL SIGNORE

 

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito,

«Lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio»

8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

(Luca 2,7)

 

Anche Maria, come Giuseppe, ha imparato a fidarsi e ad affidarsi.

Non sarà stato molto confortante vedere come veniva alla luce il figlio di Dio.

Eppure non ci viene riportata una parola di sconforto, di dubbio.

Tace, accetta e si mette in ascolto.

Noi al contrario ci lamentiamo, abbiamo in testa come dovrebbero andare le cose e se sono diverse dal previsto ci scoraggiamo e siamo tentati di mollare tutto.

Ci è chiesto invece di continuare, facendo del nostro meglio anche senza capire, perché siamo in un disegno che non è nostro, ma che non può realizzarsi senza la nostra collaborazione.

 

 

Giovedì 26 dicembre 2019

II giorno dell’Ottava di Natale

S. Stefano, primo martire

 

18Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. 19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”.

«Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra»

21Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. 22Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato.

(Giovanni 15,20)

 

Quando agiamo cercando di rispondere a ciò che ci sembra Gesù ci chieda e non siamo capiti, non dobbiamo stupirci: è sempre successo e succederà sempre.

Occorre non lasciarsi condizionare, se una cosa ci sembra giusta ed è per il Regno di Dio, nessuno ci potrà fermare.

Certo non è facile, il sogno è di andare d’accordo con tutti e lavorare insieme, ma a volte sembra impossibile.

L’importante è continuare ad amare tutti e a pregare lo Spirito che illumini noi e gli altri, al resto ci penserà il Signore.

 

 

Venerdì 27 dicembre 2019

III giorno dell’Ottava di Natale

S. Giovanni, apostolo ed evangelista

 

E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». 20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?».

«Pietro dunque, come vide il discepolo che Gesù amava, disse a Gesù: “Signore, che cosa sarà di lui?”»

22Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». 23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». 24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

(Giovanni 21,21)

 

Pietro è il fratello maggiore che si preoccupa della sequela del più giovane degli apostoli.

Anche noi spesso pensiamo che il nostro modo di seguire di Gesù sia l’unico possibile.

Invece le chiamate sono le più diverse e altrettanto lo sono le risposte.

Gesù ci ama in modo differente e chiede ad ognuno di giocarsi con la propria originalità, non incasellandoci come pezzi di una scacchiera.

 

 

Sabato 28 dicembre 2019

IV giorno dell’Ottava di Natale

Ss. Innocenti, martiri

 

Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». 14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Dall’Egitto ho chiamato mio figlio”. 16Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui

«Erode si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù»

secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. 17Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: 18”Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più”.

(Matteo 2,16)

 

In questo periodo di Natale, un po’ considerato come la festa dei bambini, scopriamo che i primi a coprire la fuga di Gesù e a permettergli di continuare a vivere sono proprio state delle vittime innocenti.

Il potere spesso non guarda in faccia nessuno. Anche oggi, di bambini sfruttati, violati, è pieno il mondo, eppure c’è quasi una rassegnazione generale anche da parte dei cristiani.

Ebbene, sono proprio loro i primi testimoni dell’Amore di Dio.

 

 

Domenica 29 dicembre 2019

NELL’OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE

Cristo Verbo e Sapienza di Dio

 

1In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2Egli era, in principio, presso Dio: 3tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. 4In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. 6Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.

«Non era lui (Giovanni Battista) la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce»

9Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. 11Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. 12A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. 14E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

(Giovanni 1,8)

 

Giovanni Battista insegna ad ognuno di noi che cosa significhi essere discepoli di Gesù: essere testimoni della Luce.

Siamo come pianeti, non brilliamo di luce propria, ma dobbiamo brillare di luce riflessa perché illuminati da Lui.

A volte ci stupiamo di come gli altri vedano questa luce attraverso di noi, ma è l’unico modo che abbiamo di testimoniare, l’unica vera ragione di vita.

Una volta presa questa consapevolezza nulla più ci costerà, perché sappiamo che tutto ciò che facciamo ha solo questa funzione.

 

 

Lunedì 30 dicembre 2019

VI giorno dell’Ottava di Natale

 

Una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». 28Ma egli disse:

«Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»

(Luca 11,28)

 

Maria non è beata per la sua divina maternità che può sembrare un privilegio, ma per aver ascoltato e messo in pratica la Parola di Dio.

E’ la prima discepola e ci insegna come tutta la vita sia una risposta alla chiamata di Dio.

Questa è anche un’idea che andava contro l’idea del suo tempo, perché a quell’epoca una donna valeva solo per i figli che generava.

 

Martedì 31 dicembre 2019

VII giorno dell’Ottava di Natale

 

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco,

«Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione»

35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

(Luca 2,34)

 

Simeone è vecchio e forse anche stanco di aspettare, ma riconosce in quel bambino il futuro che lui non vedrà, ma che gli viene rivelato.

Ci insegna che, quando passano gli anni, la nostra voglia di futuro non deve lasciare il posto alla tristezza dei ricordi.

La nostra ricchezza resta il domani che continuiamo a costruire nei bambini e nei  giovani, quelli che ci saranno un domani in cui noi non ci saremo.

In questo momento hanno bisogno di essere amati e guardati con occhi diversi, basta poco per seminare nei loro cuori, anche se a volte sembra difficile.

 

 

 

 

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