Nuovo sagrato: l’esito di una progettazione partecipata

Ricorre nel 2020 il secondo centenario della costruzione della chiesa dei Santi Protaso e Gervaso di Gorgonzola.

Per l’occasione il Consiglio pastorale della Comunità pastorale ha deciso di sistemare il sagrato della Chiesa, che attualmente è quasi esclusivamente adibito a posteggio e che appare, da un sondaggio con la popolazione, “squallido, sconnesso, spoglio, trascurato, caotico, disordinato, anonimo, grigio, senza verde, senza rampa di accesso per i disabili…”.

Per questo si è convolta la gente in un processo di partecipazione partecipata, con diverse proposte in varie fasi, che ha portato a contattare l’Architetto Giovanni Zanzucchi (noto per la realizzazione di diverse opere di arredo urbano a livello nazionale), per stendere il presente progetto.
Gli elementi che caratterizzano la proposta condivisa (e che sottoporremo alla Sovraintendenza e al Comune di Gorgonzola, nonché alla Commissione paesaggistica e alla Curia di Milano), si qualificano per questi elementi.

 

  1. SAGRATO COPERTO. Valorizzazione del “sagrato coperto” (il corridoio prospicente l’intera facciata monumentale comprendente il Mausoleo Serbelloni e la Cappella della Trinità), attraverso un accesso laterale con la realizzazione di una rampa per i diversamente abili.
  2. RAMPA PER DIVERSAMENTE ABILI. Realizzazione di una rampa per chi ha difficoltà motorie (non solo disabili, ma anche persone anziane), con pendenze adeguate e accessi facilitati alla Chiesa stessa, senza intaccare la visione architettonica dell’edificio. Tale rampa (come le fioriere di cui al punto 5) sarà realizzata in ferro trattato al corten, in continuità con altre opere comunali adiacenti.
  3. MURO DELLA CASA PARROCCHIALE. Apertura visiva del Parco della Casa Parrocchiale, attraverso alcuni archi nel muro esistente (che viene così comunque conservato nella sua struttura originaria), muro che delimita la piazza verso SUD.
    In questo modo si accolgono anche le nuove istanze ecclesiologiche del Concilio Vaticano II (senza snaturare però il passato), superando la divisione tra Canonica e Chiesa, tra clero e popolo, in nome di quella ecclesiologia di comunione che definisce lo stile della Chiesa del nuovo millennio.
    La bellezza del luogo, attraverso queste aperture, diventa così visibile a tutti e in una parte (come vedremo) anche accessibile pubblicamente. La piazza stessa ne beneficerà esteticamente dando un nuovo respiro architettonico.
  4. NUOVA ZONA A VERDE LUNGO IL NAVIGLIO. Nel progetto si è voluto conservare e sottolineare la coesistenza di tre elementi fondamentali: l’edificio antico, il verde e l’acqua, valorizzando la zona a balcone sul Naviglio Martesana verso EST.
    Si è così creata una continuità visiva (e in determinate circostanze con la possibilità che sia anche percorribile, attraverso opportune cancellate apribili) lungo il Naviglio, con uno spazio verde da ridisegnare nelle strutture arboree, al fine di rendere il tutto armonico anche in una visione dall’esterno ed ampliando in questa maniera l’area verde.
  5. FIORIERE E SPAZIO PEDONALE. Si è deciso di creare uno spazio pedonale ben delimitato da fioriere, intese come aiuto funzionale (e non architettonico), per garantire una zona prettamente pedonale anche nel caso di grandi funzioni e l’accesso alle auto.
  6.  PAVIMENTAZIONE. La pavimentazione, in continuità con tutto il Centro storico della città, è stata pensata in porfido, materiale resistente e il cui colore permetterà di mettere in evidenza il chiarore della struttura ecclesiale.
  7. PERIMETRO DELL’ANTICA CHIESA. Sul sagrato viene disegnata e evidenziata con una diversa pavimentazione in ciottolato di fiume, la chiesa antica sottostante (che è stata opportunamente individuata con un’analisi di georadar), duecento anni fa abbattuta per far posto alla costruzione attuale.
    In questo modo, oltre a garantire e conservare il ricordo del passato, si vuol far cogliere, alla gente che la calpesterà, che “c’è una storia sotto di noi” da cui veniamo e che costituisce le radice della fede e della convivenza cittadina.
    Lo spazio così creato è pensato per i pedoni e le biciclette, ma resta usufruibile, in determinate circostanze, anche ai mezzi motorizzati.
  8. ABBATTIMENTO DEL PLATANO. Al fine di garantire la possibilità dei cortei funebri (tra non molto le sue dimensioni renderanno impossibile il passaggio del carro funebre nell’unica direzione possibile per i cortei al cimitero), nonché a motivo delle radici che stanno intaccando la fognatura comunale sottostante e per una migliore visibilità dell’architettura della Chiesa, si decide per l’abbattimento del platano prospicente l’angolo SUD EST della Chiesa.
  9. PIANTUMAZIONE DEL VICOLO GERVASO E PROTASO. Il platano abbattuto verrà sostituito da una serie di piante a basso fusto provenienti dalla Terra Santa lungo il vicolo a EST della Chiesa, dando così continuità al verde e valorizzando l’antico lavatoio che si affaccia lungo il Naviglio.
    Le piante che si sceglierà di piantumare saranno alcune di quelle citate nella Bibbia: dal sicomoro all’ulivo, dal gelso al quiquajon… e avranno un’adeguata spiegazione cartellonistica alla base.
    Ciò aiuterà altresì a rendere meno cupa e triste il vicolo e a favorire quel senso di rispetto e di silenzio che ben si addice ad una zona sacra.
  10. POSTI AUTO RISERVATI. A motivo della lontananza della Chiesa dalle zone più periferiche (ma con numerose abitazioni) della Parrocchia, si decide di non togliere totalmente la possibilità di posteggio, ma di mantenere un certo numero di posti auto per le persone anziane e i disabili, che farebbero fatica ad utilizzare i posteggi comunali al coperto adiacenti le vie limitrofe della Chiesa. Contemporaneamente viene garantito uno spazio adeguato per determinate funzioni religiose (in particolare funerali e matrimoni).
    Tali spazi saranno opportunamente indicati e segnalati, onde evitare quel “posteggio selvaggio” che caratterizza l’utilizzo attuale dello spazio.

Da quanto esposto ed illustrato si evince che l’intervento di ripristino del sagrato sarà non soltanto un’opera di arredo urbano e di ristrutturazione architettonica, ma anche teologica, ecclesiologica e pastorale. La sua elaborazione ha convolto non solo i tecnici e il Parroco, ma tutta la Comunità, con un processo di progettazione partecipata estremamente significativo.

Al fine di verificare sul campo alcuni interventi si opta per un periodo di sperimentazione degli spazi relativamente al punti 1, 2, 5, 8, 10. Dopo tale sperimentazione, ottenute le opportune autorizzazioni ed integrazioni (che però non intacchino la logica portante che sottostà al progetto stesso), si procederà alla realizzazione dell’opera in oggetto.

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