Vivi la Parola: 2020 08 – Agosto

Sabato 1 agosto 2020

S. Alfonso Maria de’ Liguori,

vescovo e dottore della Chiesa

 

27Infatti,

«Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo»

28Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi. 29Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. 30Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli. 32Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 33Così anche voi: quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

(Matteo 24,27)

 

Come un lampo che all’improvviso illumina tutto il cielo buio. Non è solo subitanea e imprevedibile la venuta finale di Gesù, è soprattutto abbagliante e luminosa per ogni realtà terrestre. Ne facciamo esperienza anche noi, quando accostando una testimonianza o un confidenza spirituale, in cui è evidente l’opera e la presenza di Dio, il cuore ne rimane trasformato, un po’ incantato, attratto e risospinto nella vita con un nuovo slancio, con una nuova fiducia. Di quella Luce dentro rimane il bagliore, che accompagna anche a distanza di tempo e suggerisce novità, apre strade, rende più responsabili.

 

Domenica 2 agosto 2020

IX DOPO PENTECOSTE

 

1Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. 3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».  6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”?

«Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo

ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –:

àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua»

12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

(Marco 2,10-11)

 

Gesù, mentre guarisce il corpo di quest’uomo, indica la guarigione ancor più radicale che lui è venuto a portare: la liberazione dal peccato. Quando ci troviamo impantanati nelle nostre fragilità, in certo modo siamo interiormente paralizzati. Infatti il cuore è prigioniero della propria dipendenza, si è concentrati unicamente su se stessi, bloccati dall’egoismo e non si hanno energie per gli altri, da soli non riusciamo a venirne fuori. Abbiamo bisogno di essere liberati da una mano amica che dall’esterno ci risollevi, abbiamo bisogno del perdono di Dio che solo ci può riabilitare, donandoci energie fresche e nuove.

 

Lunedì 3 agosto 2020

 

1Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse:

«Signore, insegnaci a pregare»

come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».

(Luca 11,1)

 

Sembra la richiesta di un principiante, che ha bisogno dei primi rudimenti per muoversi in un mondo sconosciuto, in una relazione nuova. Come se, una volta imparate le cose essenziali, uno potesse poi muoversi sempre più con agilità ed esperienza. Invece la preghiera è un miracolo che si ripete. Dialogare con la Trinità è impossibile e semplice al tempo stesso. Dobbiamo svuotarci fino a toccare la nostra povertà, spogliarci di noi stessi fino a diventare bambini e soprattutto ricevere il dono dello Spirito santo, con il quale entriamo nel mondo di Dio ed lo abitiamo sentendoci a casa nostra, il luogo più bello del mondo.

 

Martedì 4 agosto 2020

S. Giovanni Maria Vianney, sacerdote

 

5Poi disse loro:

«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani…»

6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

(Luca 11,5)

 

È bello avere un amico che puoi svegliare nel cuore della notte per chiedergli un favore, è bello avere un amico con il quale puoi insistere superando ogni imbarazzo, sapendo che alla fine sarai accontentato, è bello avere un amico con il quale puoi essere anche invadente fino a tirarlo giù dal letto, senza timore di perdere l’amicizia.

Dio è questo amico. Sorprende che Gesù ci insegni un comportamento così poco ossequioso verso il Padre, una libertà che sfiora la sfrontatezza. Ci fa capire che Dio ama e attende la nostra confidenza e anche l’audacia.

 

Mercoledì 5 agosto 2020

Dedicazione della Basilica romana

di S. Maria Maggiore

 

«Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto»

10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

(Luca 11,9)

 

A volte siamo tentati di non chiedere nulla a Dio. Come se non avesse tempo per queste cose, come se non fosse opportuno, come se noi volessimo metterlo alla prova. Ma questo tradisce quella confidenza, quell’audacia che Lui stesso vuole che coltiviamo nel rapporto con Lui.

Il bambino non si fa questi problemi, chiede e insiste. Non vuole dire che riceverà sempre esattamente tutto quello che chiede, perché il padre non deve viziare i suoi figli, ma aiutarli a crescere. Ma intanto il chiedere tiene viva la relazione, mostra che del padre si ha bisogno, che ha un ruolo fondamentale nella propria vita.

 

Giovedì 6 agosto 2020

TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

 

1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.

«E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce»

3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. 9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

(Matteo 17,2)

 

Trasfigurandosi Gesù diventa tutto luce, il volto, le vesti, soltanto luce. Giovanni dirà: «Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna» (1Giovanni 1,5). La luce ci è indispensabile, non solo per difenderci dalle incognite del buio, ma per vivere, per vedere, per distinguere e anche per riscaldare, per far crescere.

Ma di luce ha bisogno soprattutto il cuore, tentato com’è di lasciarsi appesantire dalle paure, dalle chiusure, dalla confusione. E il salmista dichiara: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Salmo 119,105). Per questo non possiamo mai smettere di ascoltarla.

 

Venerdì 7 agosto 2020

 

«Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino»

23Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. 24Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. 25Venuto, la trova spazzata e adorna. 26Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

(Luca 11,21-22)

 

La vittoria di Gesù su satana non è di misura. Gesù sbaraglia il male, lo annienta, lo priva della sua forza e così riconquista a sé chi viveva nelle tenebre, riempiendolo di Luce.

È una liberazione, è un veder cadere le catene che ti tenevano prigioniero.

Se prima c’era una lotta impari adesso c’è una pace profonda, un vero riposo del cuore e anche del corpo. Quel mondo di male che ti avvolgeva da ogni parte all’improvviso si dissolve, sparisce, fino a sembrarti ormai una cosa lontana e ritorni a vivere con libertà, pienezza e gioia.

 

Sabato 8 agosto 2020

S. Domenico, sacerdote

 

54Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? 55Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?».

«Ed era per loro motivo di scandalo.

Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”»

58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

(Matteo 13,57)

 

Era finalmente l’occasione buona per aprire gli occhi e vedere un mondo che era sempre rimasto nascosto. Certamente Gesù nella sua città di Nazaret aveva testimoniato con semplicità ciò che lui era, per trent’anni.

Ma i giudizi delle persone rimanevano superficiali, legati al censo, alla parentela nella quale magari non tutti eccellevano né per capacità, né forse per bontà.

Adesso però alla luce di quanto si diceva in giro e di quanto ascoltavano da lui potevano ricredersi, riconoscere, apprezzare, rallegrarsi, addirittura diventare discepoli.

Ma i nostri pregiudizi sono duri a morire. Ci vuole una libertà di cuore che non dobbiamo mai smettere di chiedere.

 

Domenica 9 agosto 2020

X DOPO PENTECOSTE

 

41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro:

«In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri»

44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

(Marco 12,43)

 

Gesù ci mostra che Dio non si ferma alle apparenze. Se crediamo in una religione fatta solo di azioni esteriori, di precetti formalmente osservati, siamo fuori strada. Se poi badiamo anzitutto al giudizio che la gente si farà di noi, poco a poco la nostra attenzione si concentrerà solo sulla nostra immagine e la nostra interiorità, la nostra storia con Dio finirà sullo sfondo. Sappiamo per esperienza che ciò che abbiamo dentro si riconosce dalle reazioni primarie che abbiamo di fronte a situazioni inaspettate, quando non possiamo fingere, né mascherarci. Lì suonano i campanelli d’allarme che ci invitano ad una vera conversione del cuore.

 

Lunedì 10 agosto 2020

S. Lorenzo, diacono e martire

 

24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.

«Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.
Se uno serve me, il Padre lo onorerà
»

27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

(Giovanni 12,26)

 

Se al mattino di ogni giorno ci alziamo per servire il Signore, dobbiamo semplicemente cercare dove Gesù ci chiama. Ci sono doveri precisi, responsabilità che abbiamo assunto alle quali non ci possiamo sottrarre. Non tutto si svolge sempre sotto gli occhi di tutti, né siamo sempre controllati da altri in ciò che facciamo, ma è per il Signore che cerchiamo di vivere quel compito con la massima dedizione possibile. A volte nascono idee su ciò che sarebbe opportuno fare, su iniziative da prendere, magari anche cambi di programma. La regola è, ogni volta, ascoltare dentro cosa Dio ci suggerisce.

 

Martedì 11 agosto 2020

S. Chiara, vergine

 

29Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:

«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona»

30Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

(Luca 11,29)

 

La gente dei tempi di Gesù, come in ogni tempo, cerca soluzioni ai propri problemi, vuole vedere miracoli, pretende guarigioni, magari con piglio aggressivo e suscettibilità, senza avere interesse per il Regno di Dio che Gesù vuole portare sulla terra. Vede perciò Gesù come un mezzo e non come il fine e il tesoro della vita, vede l’aspetto utilitaristico delle sue opere, piuttosto che accogliere il suo invito alla conversione. Il segno non è ottenere da Dio quello che si vuole, perché in realtà staremmo cercando soltanto di rimanere come siamo già, senza lasciarci inquietare e modificare dal Vangelo.

 

Mercoledì 12 agosto 2020

 

31Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 32Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona. 33Nessuno accende una lampada e poi la mette in un luogo nascosto o sotto il moggio, ma sul candelabro, perché chi entra veda la luce. 34La lampada del corpo è il tuo occhio.

«Quando il tuo occhio è semplice,
anche tutto il tuo corpo è luminoso;
ma se è cattivo, anche il tuo corpo è tenebroso
»

35Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. 36Se dunque il tuo corpo è tutto luminoso, senza avere alcuna parte nelle tenebre, sarà tutto nella luce, come quando la lampada ti illumina con il suo fulgore».

(Luca 11,34)

 

La semplicità evangelica scioglie le preoccupazioni, rende facile e immediata la fede, non conosce la malizia, offre uno sguardo puro sulla vita, sugli uomini, sulle cose. Gesù parla allora di “corpo luminoso”, quasi a dire che tutta la persona esprime la bellezza di Dio, in ogni sua espressione, anche i gesti del corpo ne sono un tramite. È questa un’espressione della maturità della fede e della vita cristiana, non tanto la specializzazione in un settore, come la parola, la cultura, la forza fisica, quanto questa armonia complessiva della persona, che diventa anche una specie di eleganza nei modi, non voluta né cercata, ma che si manifesta con naturalezza.

 

Giovedì 13 agosto 2020

 

37Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola.

«Il fariseo vide e si meravigliò che Gesù non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse:
“Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto,
ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria”
»

40Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? 41Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. 42Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. 43Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».

(Luca 11,38-39)

 

Il fariseo guarda i gesti e giudica, a Gesù invece interessa solo il cuore. È una rivoluzione. Per Gesù questa cura dei comportamenti esterni è insopportabile, è un tradimento della vera religione. Lui sa bene che il Padre suo vede nel segreto, guarda l’interiorità di un uomo. Perciò anche la semplice espressione di sorpresa del viso del fariseo di fronte alla sua mancata “igienizzazione”, fa prorompere da Lui un’invettiva precisa e ben articolata che mette a nudo l’ipocrisia, mostrando che tanti gesti dei farisei sono solo maschere che nascondono un mondo interiore tenebroso, pieno di supponenza, voglia di primeggiare, avidità e durezza di cuore. Nessuno di noi ne è immune.

 

Venerdì 14 agosto 2020

S. Simpliciano, vescovo

 

«Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: “Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi”.
Egli rispose: “Guai anche a voi, dottori della Legge,
che caricate gli uomini di pesi insopportabili,
e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!”
»

47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 49Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, 50perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: 51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». 53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

(Luca 11,45-46)

 

Gesù non usa il guanto di velluto, non risparmia nessuno degli ipocriti che vede attorno. Non è un momento di rabbia incontrollata, è invece la nobilissima indignazione di chi vede traditi i fondamenti della religione che il Padre ha trasmesso nella storia di Israele. Vede che tutto è travisato: vengono ammirati uomini che non cercano Dio, ma solo se stessi e sono proprio loro ad avere ruoli di guida spirituale del popolo. La gente intuisce la loro incoerenza, ma non può denunciarla per non essere scomunicata. Gesù invece non ha paura di correre rischi ed è pronto a pagare di persona.

 

Sabato 15 agosto 2020

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

 

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 46Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

«Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome
»

50di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

(Luca 1,49)

 

In questo bellissimo dialogo tra Elisabetta e Maria, la prima è ammirata dalla grandezza e dalla fede della madre di Gesù. Da parte sua Maria continua solo a parlare di Dio, incantata com’è da ciò che Lui ha fatto nella sua vita e continua a fare nella storia dell’uomo. Maria conosce un Dio che agisce visibilmente, che interviene nelle vicende degli uomini, che predilige quelli che non contano riempiendoli di doni e non smette di raccontare le Sue opere. Nella sua fede Dio non è un’idea o una teoria, ma un protagonista sempre in azione, mosso da un progetto di misericordia che abbraccia ogni epoca.

 

Domenica 16 agosto 2020

XI DOPO PENTECOSTE

 

«Ecco:
io vi mando come pecore in mezzo a lupi;
siate dunque prudenti come i serpenti
e semplici come le colombe
»

17Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. 19Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: 20infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.

(Matteo 10,16)

 

Pecore, lupi, serpenti e colombe: Gesù con pochissime parole e immagini efficaci è molto chiaro nel dare indicazioni per la missione, nell’indicare la situazione che i discepoli incontreranno, gli atteggiamenti interiori da custodire e le attenzioni da avere. Proprio perché si è esposti al pericolo occorre essere guardinghi ma senza sospetti ossessivi, rimanere sempre fiduciosi nel Padre senza però sconfinare nell’ingenuità. È un mix di atteggiamenti importante da coltivare, valorizzandoli tutti, perché molto spesso invece ciascuno tende ad accentuare un aspetto e a trascurare l’altro, correndo rischi seri. Ma lo Spirito non smette di tenerci compagnia e di suggerirci la strada giusta.

 

Lunedì 17 agosto 2020

S. Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote

 

1Intanto si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. 2Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. 3Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e

«Ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze»

(Luca 12,3)

 

Gesù non tiene segreti per sé. Non tiene nascoste delle notizie, come si fa di solito in alcuni gruppi esoterici, in cui solo gli iniziati possono accedere alla conoscenza di tutto e vengono così circondati da un’aura di mistero.

Ha detto che per Lui siamo davvero degli amici, perché tutto quello che ha ascoltato dal Padre ce l’ha fatto conoscere. In Gesù finalmente l’idea del Padre si è spiegata in modo chiaro, è stata rivelata a tutti.

Quindi vuole che anche noi comunichiamo senza reticenze la verità su Dio, non gli dispiace se ci raccontiamo quanto capiamo, sperimentiamo, scopriamo, anzi è il modo più bello per comunicare tra noi.

 

Martedì 18 agosto 2020

 

4Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. 5Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. 6Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio.

«Anche i capelli del vostro capo

sono tutti contati»

Non abbiate paura: valete più di molti passeri!

(Luca 12,7)

 

L’esperienza del Padre che Gesù ci trasmette, comunicandoci la Sua stessa fede, non è quella di un Dio che si occupa in modo generico e neutrale delle vicende del mondo. Gesù sperimenta con chiarezza che il Padre segue con attenzione quanto avviene, non dimentica nessuno, conta anche i capelli del capo, non trascura neppure i dettagli della nostra vita. È un Dio estremamente vicino, senza per questo essere invadente; non costringe la nostra libertà, ma non smette di suggerire la strada giusta. Pur con grande discrezione si appassiona alla nostra vita e non smette di desiderare per tutti il meglio.

 

Mercoledì 19 agosto 2020

 

«Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini,
anche il Figlio dell’uomo
lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio
»

9ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. 10Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. 11Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, 12perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

(Luca 12,8)

 

Gesù vuole aiutarci a sbarazzarci delle nostre paure. Ne abbiamo tante, spesso infondate. Ci preoccupiamo che gli altri possano reagire in modo svantaggioso per noi, per questo a volte ci defiliamo o ci mimetizziamo. Tutto questo può riguardare anche la nostra fede. Ci sembra che dichiararsi cristiani credenti sia talmente fuori moda da risultare assurdo e incomprensibile.

In realtà, coloro che hanno il coraggio di esporsi scoprono non di rado di acquisire stima e autorevolezza, se non nelle dinamiche di gruppo, di certo nei rapporti personali. Questo avviene soprattutto se la vita conferma la fede che si professa, anche una fede che non arretra di fronte alla persecuzione.

 

Giovedì 20 agosto 2020

S. Bernardo, abate e dottore della Chiesa

 

13Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».  16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi

«Dirò a me stesso: “Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni;

ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”.

Ma Dio gli disse: “Stolto”»

questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

(Luca 12,19-20)

 

Sono parole che pungono e feriscono un modo di pensare assai comune, nel quale molti non trovano nulla di male, anzi, che accarezzano nella loro fantasia con la speranza di poterlo un giorno realizzare. È quel vivere di rendita in modo spensierato, o anche, più comunemente, quel “poter finalmente godere il frutto di tanti sacrifici, dopo tanti anni di lavoro”. Sembra un diritto di giustizia.

Gesù invece smonta questo sogno: la vita vale attimo per attimo, mentre la si vive, non in proporzione di quanto si accumula. L’unico tesoro che porteremo con noi è solo l’amore donato, il resto evapora e può scomparire da un momento all’altro.

 

Venerdì 21 agosto 2020

S. Pio X, papa

 

«Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. 23La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. 24Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! 25Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?

«Se non potete fare neppure così poco,
perché vi preoccupate per il resto?
»

(Luca 12,26)

 

Siamo limitati, fragili. L’abbiamo toccato con mano in questi tempi. Pensavamo che la scienza ci offrisse garanzie più che abbondanti e promettesse sicurezze sempre maggiori anche per l’avvenire e invece un virus invisibile ha fermato tutto il pianeta, lasciandoci brancolare tra mille ipotesi contrapposte.

Gesù ci ripete che la nostra vera sicurezza riposa nel Padre, nel suo amore per ogni uomo, non va cercata altrove. Non perché ci tutela dalle difficoltà e dalle incognite della vita, ma perché ci accompagna e ci sostiene in ogni prova. È una mano amica che stringe sempre la nostra, anche quando nessuno può starci vicino.

 

Sabato 22 agosto 2020

Beata Vergine Maria Regina

 

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e

«Regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe
e il suo regno non avrà fine»

(Luca 1,33)

 

Le promesse dell’angelo a Maria, nel giorno dell’Annunciazione, parlano di eventi grandiosi, di troni e di regni sconfinati ed eterni.

Tutte cose che sulla terra Maria non vedrà.

Ma questo non spegnerà mai la sua fede, né la sua certezza che Dio è fedele e vigila che ogni sua parola si realizzi. Lei però saprà vivere di queste promesse, i suoi occhi sapranno scorgere con evidenza l’opera di Dio nella storia; Lei si lascerà guidare nella cammino della vita, accettando sia le luci abbaglianti che le ombre più buie. Vivrà e sperimenterà questa realtà del Regno come regina, scoprendola ogni giorno nel suo Figlio re. E in Cielo riceverà infinitamente più di quello che avrebbe potuto immaginare.

 

Domenica 23 agosto 2020

DOMENICA CHE PRECEDE IL MARTIRIO

DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

 

13Mandarono da lui alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. 14Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». 15Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». 16Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».

«Gesù disse loro:
“Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare,
e quello che è di Dio, a Dio”.
E rimasero ammirati di lui
»

(Marco 12,17)

 

A ciascuno il suo, quindi.

A Dio non interessano i nostri soldi, ma il nostro cuore. D’altra parte, può capitare che a nostro giudizio i soldi non siano mai abbastanza e quindi si cerchi di darne a Cesare il meno possibile. Il problema è che se ci concentriamo sui soldi il cuore si indurisce. E come conseguenza Dio si allontana progressivamente dal centro della scena.

È curioso, ma le due realtà camminano insieme.

Chi scopre l’amore di Gesù scopre anche la gioia di condividere con i fratelli e finalmente vediamo che i soldi escono dalle casseforti o dai conti in banca e cominciano a circolare. Ed è questo che Dio desidera.

 

Lunedì 24 agosto 2020

S. BARTOLOMEO, APOSTOLO

 

«Filippo trovò Natanaele e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”»

46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,45)

 

Filippo è sicuro di aver trovato il Messia. La sua affermazione è categorica e non lascia spazio a dubbi. È proprio a causa di questa certezza che appena incontra l’amico Natanaele gliene parla subito. Spera tanto di poter condividere con lui questa scoperta, in modo che questa nuova avventura con Gesù, alla quale lui è appena stato invitato, coinvolga anche il suo amico e tutto questo possa ulteriormente cementare la loro amicizia. È dolce e anche più facile appassionarsi con un amico ad una nuova realtà, regalarsi a vicenda le gioie che ciascuno prova, ci si può aiutare a capire e a superare insieme le difficoltà. Stando con Gesù anche la loro amicizia ne verrà rafforzata.

 

Martedì 25 agosto 2020

 

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo,

«Giovanni rispose a tutti dicendo:
“Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali.

Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”»

17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». 18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

(Luca 3,)

 

Tra il Battesimo di Giovanni e quello di Gesù c’è una bella differenza. Giovanni ne è ben consapevole. Anche se in quei giorni è lui al centro dell’attenzione e riceve l’ammirazione e la stima di molti, sa bene che quello che sta per arrivare sarà tutta un’altra cosa, al cui confronto lui sparisce.

Lui purifica, Gesù divinizza.

Lui prepara, Gesù è l’atteso.

Lui annuncia, Gesù è La Parola.

Anche noi, come il Battista, dobbiamo tenere sempre presente che tutto quello che siamo e facciamo è solo un modo per dare spazio a Gesù, perché Lui sia conosciuto, compreso, seguito.

 

Mercoledì 26 agosto 2020

 

Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 25Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re.

«Ebbene, che cosa siete andati a vedere?»

Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 27Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.

(Luca 7,26)

 

Per tre volte Gesù ripete questa stessa domanda alle folle, a riguardo del Battista.

Vuole che ciascuno trovi la sua risposta, anzitutto di fronte a se stesso. Spinge ad andare oltre la curiosità che sicuramente ha mosso molti, perché ognuno precisi che segno Giovanni ha lasciato nella loro vita.

Anche nel nostro cammino di fede occorre fissare alcune acquisizioni, immortalare nella memoria alcuni incontri che si sono rivelati decisivi, renderci conto di alcuni passi che abbiamo compiuto. La fede in Gesù infatti non è un’emozione, ma è un’esperienza che coinvolge la sensibilità, l’intelligenza, la memoria, la decisione, la nostra storia, in una parola tutto quello che siamo.

 

Giovedì 27 agosto 2020

S. Monica

 

Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.

«Tutti i Profeti e la Legge infatti

hanno profetato fino a Giovanni»

14E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!»

(Matteo 11,13)

 

Gesù conferma che c’è una grande storia iniziata con la creazione, con Adamo e che si conclude con il Precursore. Un ciclo poderoso, un patrimonio impressionante di vicende e di sapienza, sigillato dall’impronta di grandi uomini di Dio che hanno punteggiato le varie epoche e hanno accompagnato il popolo d’Israele lungo i secoli.

Adesso però inizia un mondo nuovo. Che non si oppone al primo, anzi ne è il frutto. Ma non è la logica conseguenza, è un evento imprevedibile per come si è svolto. È in continuità con quanto è avvenuto, ma innegabilmente è anche tutta un’altra cosa.

In Gesù infatti tutto trova spiegazione, risposta, senso, gioia piena.

 

Venerdì 28 agosto 2020

S. Agostino, vescovo e dottore della Chiesa

 

35Amate invece i vostri nemici,

«Fate del bene e prestate senza sperarne nulla,

e la vostra ricompensa sarà grande

e sarete figli dell’Altissimo»

perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. 36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». 39Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.  41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

(Luca 6,35)

 

Questa assoluta gratuità, questo disinteresse sincero ai quali Gesù ci invita sono i segni dell’amore più grande e più persuasivo. È difficile amare a fondo perduto, soprattutto se per lungo tempo non se ne vedono i frutti. Ma l’amore di un padre, di una madre ci mostrano che, nonostante il dolore e la delusione sempre velati dal riserbo, l’amore non si spegne mai.

È questa la manifestazione più grande della libertà, perché non ci sono pretese, non ci sono ricatti più o meno mascherati, non ci sono attese impazienti. C’è solo l’amore che parla e si esprime in infiniti toni.

 

Sabato 29 agosto 2020

MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

 

17Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. 18Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». 19Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, 20perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. 21Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. 22Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». 23E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».

«Ella uscì e disse alla madre:

“Che cosa devo chiedere?”.

Quella rispose: “La testa di Giovanni il Battista”»

25E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». 26Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. 27E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione 28e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. 29I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

(Marco 6,24)

 

Per Erodiade la testa di Giovanni il Battista vale molto più di metà del Regno di Erode. Eliminare il Battista significava infatti per lei avere il pieno dominio non solo sul Regno quanto su Erode stesso. Lei non sopportava che Erode tenesse in vita Giovanni, lo sentiva come un concorrente del cuore di Erode, quindi andava assolutamente eliminato. Quando l’odio abita e occupa il cuore, l’annientamento del nemico diventa la principale ragione di vita. Quando una parola rimprovera le nostre scelte cattive e non vogliamo cedere e convertirci, si desidera soltanto mettere a tacere quella voce. Ma anche dopo la decapitazione, quella voce di Giovanni non ha più smesso di risuonare nella mente di Erode.

Domenica 30 agosto 2020

I DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

 

7Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», 8altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».

«Ma Erode diceva: “Giovanni, l’ho fatto decapitare io;
chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?“.
E cercava di vederlo
»

10Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. 11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

(Luca 9,9)

 

Erode è abituato a risolvere i problemi. Un re infatti crede di avere un potere assoluto, per il semplice fatto che ha diritto di vita e di morte sui suoi sudditi. In realtà della morte di Giovanni si continua a parlare e certe voci non si riesce a zittirle. Inoltre appaiono nuovi personaggi come Gesù, che suscitano entusiasmo e ammirazione. Erode vorrebbe avere tutto sotto controllo, ma non ci riesce. Inoltre rimane incuriosito e vagamente interrogato.

Non potremo mai sapere come la grazia di Dio agisce nell’interiorità di ogni uomo, anche dei più malvagi. Anche per questo non dobbiamo mai smettere di pregare per loro.

 

Lunedì 31 agosto 2020

 

8Oppure,

«Quale donna, se ha dieci monete e ne perde una,
non accende la lampada e spazza la casa

e cerca accuratamente finché non la trova?»

9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. 10Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

(Luca 15,8)

 

La ricerca di questa donna è inarrestabile. Sa che la moneta è solo mescolata in mezzo alla confusione delle cose di casa. Occorre quindi cercare dappertutto, ma è lì, non può scappare, è sicura di trovarla.

Dio non smette di cercare ogni uomo, lungo tutto l’arco della sua vita terrena. Io penso che in cuor Suo sia convinto che il Suo amore sia irresistibile, che ci possiamo nascondere, possiamo scappare, ma che in fondo sia solo questione di tempo. Eppure è sicuro che in ogni caso la libertà di ciascuno rimane: possiamo rifiutarLo. E questo è uno degli enigmi più misteriosi del nostro essere uomini.

 

 

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