Vivi la Parola: 2021 04 – Aprile

Giovedì Santo 1 aprile 2021

della Settimana Autentica

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero:

«Dove vuoi che prepariamo per te,
perché tu possa mangiare la Pasqua?»

18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. 20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». 26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». 30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. 32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli. 36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». 47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. 57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. 59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». 65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».  67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?». 69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

(Matteo 26,17)

 

La domanda fa pensare che i discepoli vogliano fare un regalo a Gesù: permettergli di celebrare la Pasqua dove lui vuole, come lui vuole. Si sono accorti che gli sta molto a cuore e quindi cercano di precedere le sue indicazioni con la loro disponibilità. Avrebbero potuto mai immaginare quello che Gesù aveva in mente per quella Pasqua? C’era una realtà impensabile che Gesù aveva progettato. Non per sé. Per loro. Un po’ come quando pensiamo di fare qualcosa di bello per Dio e non ci accorgiamo che Lui coglierà l’occasione per realizzare qualcosa di immenso per noi.

 

Venerdì Santo 2 aprile 2021

della Settimana Autentica

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato. 3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore. 11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. 15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. 19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».  20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!».

«Chiese loro Pilato: “Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?”. Tutti risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli disse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora gridavano più forte: “Sia crocifisso!”.

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. 27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. 32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.  33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. 39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo. 45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. 51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.  54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». 55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

(Matteo 27,22-23)

 

Non c’è ragione, non c’è spiegazione. Non ha senso. È assurdo. Perché uccidere un innocente? Come ci si può convincere che sia una cosa giusta? Eppure quanto spesso succede. E anche noi gridiamo: “Perché?”. Lo stesso “Perché?” che Gesù griderà poco dopo sulla croce. È il dolore più lacerante il dolore insensato. Gesù entra proprio lì. Altrimenti il mondo non sarebbe stato tutto redento, salvato, ma solo in parte. E non basta entrarci, occorre abitarlo, farlo proprio. Così ha fatto Gesù. Fino al punto che ogni volta che incontriamo qualcosa del genere incontriamo esattamente Lui.

 

Sabato Santo 3 aprile 2021

della Settimana Autentica

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”.

«Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo:
“È risorto dai morti”.
Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!»

65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

(Matteo 27,64)

 

I capi dei sacerdoti e i farisei vengono accontentati in questa loro richiesta, per chiudere i conti una volta per tutte con questo Gesù di Nazaret.  Ma l’opera dell’uomo non è mai sufficiente. Per quanto ci diamo da fare, Dio è sempre capace di sconvolgere i piani, di disorientare i nostri programmi ben organizzati con imprevisti e novità che non possiamo governare. Infatti solo la Sua opera è inarrestabile, perché il suo amore è di una tenacia invincibile e la storia procede, pur in mezzo a mille ostacoli, verso la pienezza della vita e della gioia della Pasqua.

 

DOMENICA 4 APRILE 2021

PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE

1Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto.

«Presto, andate a dire ai suoi discepoli:
“È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”.
Ecco, io ve l’ho detto»

(Matteo 28,7)

 

L’angelo della Risurrezione continua a parlare, da duemila anni e ci dice: “Non c’è un attimo da perdere. Andate! Occorre che questa notizia corra lontano, presto, subito. La aspettano tutti, è la speranza che abita ogni cuore. E dovunque andrete, vedrete che il Risorto è già lì, vi precede, ha già iniziato a preparare i cuori. Avrete difficoltà a non finire, persecuzioni che sembrano un muro, ma troverete sempre, dappertutto, qualcuno che crede, che entra in questa avventura, che rimane conquistato da questo annuncio, che verrà trasformato dal Vangelo e si formerà una comunità. Lì il Risorto si renderà presente, soprattutto quando l’amore reciproco tra voi lo inviterà.

 

Lunedì 5 aprile 2021

II giorno dell’Ottava di Pasqua

1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e,

«Tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse»

12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

(Luca 24,9-11)

 

“Ma cosa vuol dire che è risorto? Ma c’era o non c’era nel sepolcro? L’avete visto? Ma chi erano quei due uomini che vi hanno parlato? Li avevate già visti prima? Qualcuno li conosce? Dove sono adesso? E le guardie che fine hanno fatto? Qualcuno vi ha viste? Ma come fa ad essere possibile una cosa simile? Vi rendete conto di quello che state dicendo? Come si fa a credere a questa storia che state raccontando?” Domande a non finire. Che durano da 2000 anni. Si possono pronunciare con tanto scetticismo. Oppure con una gioia dentro che ti fa impazzire il cuore.

 

Martedì 6 aprile 2021

III giorno dell’Ottava di Pasqua

8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.

«Ed ecco, Gesù venne incontro alle donne e disse: “Salute a voi!”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono»

10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». 11Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. 14E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.

(Matteo 28,9)

 

La prima reazione delle donne alla vista del Risorto è avvicinarsi, abbracciare e adorare. Il primo dono è infatti poter entrare in contatto vivo con Lui, sentirlo accanto a loro, comprendere che neppure la morte riesce a separare da Lui. Poi esprimere con tenerezza l’affetto del cuore, cercare il contatto fisico (proprio quello che a noi manca tanto di questi tempi), perché Gesù non è mai stata un’idea, ma una persona. Infine l’adorazione, riconoscendo che Dio lo possiamo conoscere pienamente e definitivamente in Lui. Tre dimensioni per il credente d ogni tempo.

 

Mercoledì 7 aprile 2021

IV giorno dell’Ottava di Pasqua

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.

«Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli,
i quali affermano che egli è vivo»

24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.  28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

(Luca 24,22-23)

 

Nella ricostruzione degli eventi che i discepoli di Emmaus riferiscono allo sconosciuto Viandante, raccontano l’annuncio di questi misteriosi angeli alle donne, ma tralasciano di precisare che, tornando dal sepolcro, le donne hanno incontrato il Risorto, lo hanno visto e toccato. Forse ritengono questo fatto talmente inverosimile da non meritare di essere neppure menzionato. Sembrano convinti che si sia trattato di un’allucinazione collettiva da non prendere sul serio. Spostarsi dalla logica umana all’imprevedibile di Dio chiede di tuffarsi in un mondo che non si conosce, che non possiamo governare. Solo un’esperienza viva di incontro con Gesù ci permette di fare questo passo decisivo.

 

Giovedì 8 aprile 2021

V giorno dell’Ottava di Pasqua

 

«Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”»

37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

(Luca 24,36)

 

La prima frase con cui il Risorto si presenta ai suoi è all’origine di ogni altro suo messaggio. Tutto è detto perché alla fine nei cuori regni la pace, intesa nel senso dello shalom ebraico: uno stato di cose che suscita una meraviglia gioiosa, in cui i bisogni più umani e profondi sono pienamente soddisfatti, in cui le capacità di ciascuno sono impiegate fruttuosamente. È la delizia, la primavera del mondo nuovo, il dialogo felice tra l’uomo e Dio che accoglie con favore le creature nelle quali egli si compiace. In altre parole, shalom, il dono del Risorto, è il modo in cui le cose dovrebbero essere.

 

Venerdì 9 aprile 2021

VI giorno dell’Ottava di Pasqua

1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.

«Dicevano tra loro:
“Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”»

4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

(Marco 16,3)

 

La pietra che chiude il sepolcro di Gesù sembra inamovibile, troppo grande, un ostacolo insormontabile. Eppure le donne al sepolcro ci vanno lo stesso, con tutti gli oli necessari per ungere il corpo di Gesù. C’è in loro una fiducia segreta e inconfessata che può sempre succedere qualcosa, che Nicodemo o Giuseppe d’Arimatea possano forse ottenere qualcosa, che le guardie magari concederanno un breve gesto di omaggio al corpo di Gesù. Ma la Risurrezione sbaraglia e supera all’infinito ogni speranza, anche la più rosea che avrebbero potuto immaginare. È tutta un’altra cosa, un’altra storia, un altro mondo. E loro stesse diventeranno protagoniste del primo annuncio.

 

Sabato 10 aprile 2021

VII giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis depositis

(ormai tolte le vesti battesimali)

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!».

«Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare»

8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

(Giovanni 21,7)

 

La pesca è sbalorditiva, le reti rischiano di squarciarsi, per un pescatore come Pietro è una meraviglia e una soddisfazione unica. Ma tutto sparisce quando capisce che quell’uomo sulla riva è il Risorto. Lascia i pesci agli altri, a lui interessa Gesù, il rapporto con lui, così messo alla prova durante la Passione. Si tuffa e corre da Lui. I pesci simboleggiano il frutto abbondantissimo della missione futura, ma Pietro mostra che Gesù vale infinitamente più di ogni altra soddisfazione o  tesoro che il cuore possa possedere.

 

Domenica 11 aprile 2021

II DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

«Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi!
Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”»

22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». 30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

(Giovanni 20,21)

 

La missione di Gesù continua. La morte non l’ha interrotta, perché la sua vita terrena ne è stata solo l’inizio. Lui prosegue la sua opera di evangelizzazione. Da duemila anni. Vive nella sua Chiesa, continua a portare gli uomini alla gioia, alla vita. Sembra troppo sproporzionato il paragone tra noi e Lui, ma se ci fermiamo a questo significa che non crediamo che Lui si capace di vivere davvero in noi. Nonostante i nostri vuoti e le nostre presunzioni di essere capaci da soli, Lui agisce ininterrottamente attraverso di noi, insieme, non solo come singoli.

 

Lunedì 12 aprile 2021

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. 40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.

«Andrea incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse:
“Abbiamo trovato il Messia”
– che si traduce Cristo –
e lo condusse da Gesù»

Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

(Giovanni 1,41-42)

 

Dopo l’incontro folgorante con Gesù, Andrea ne parla subito a suo fratello Pietro, coinvolgendolo subito con l’entusiasmo e la narrazione di ciò che ha vissuto. E’ bello vedere in questo episodio che la comunicazione delle gioie della fede può avvenire anche nella famiglia naturale, tra persone dello stesso sangue. È un dono speciale, grazie a Dio frequente nella vita della Chiesa. Permette un rapporto molto più profondo, una comunione di intenti e di obiettivi che unisce, ancor più di quanto i legami della carne e del sangue riescano a fare.

 

Martedì 13 aprile 2021

43Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». 44Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. 45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».

«Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”»

48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,47)

 

Gesù appena incontra Natanaele smonta subito le perplessità e i pregiudizi che gli riempivano il cuore e lo rendevano sospettoso. Il suo non è un complimento astuto per catturarne la simpatia, è invece lo sguardo profondo che legge il cuore e ne evidenzia anzitutto il lato positivo. Natanaele si sente capito, conosciuto, certamente anche apprezzato. Questo scioglie subito le sue reticenze, lo apre alla fiducia, alla disponibilità. Gesù quindi crea subito il rapporto, è il suo primo obiettivo. Ci saranno poi crisi e incomprensioni, ma rimarrà chiaro per sempre a Natanaele che lui sta a cuore a Gesù.

 

Mercoledì 14 aprile 2021

1Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. 2Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». 3Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».  4Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio». 6Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. 7Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto.

«Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito»

(Giovanni 3,8)

 

L’esperienza spirituale che Gesù offre è, come la Sua, un’avventura con Dio. Quindi una vita imprevedibile, in cui ci si muove senza sicurezze, senza zone di conforto, amando questa libertà. Vuol dire assaggiare qualcosa di nuovo, avere il gusto di nuove esperienze, e non tutti si sentono di affrontare un viaggio pericoloso. È nascere dallo Spirito e questo implica prontezza e disponibilità ad accogliere le nuove vie che lo Spirito indicherà. Non si può più chiedere di avere in mano il volante della propria vita, ormai è ceduto a Lui. Ed è questo il bello.

 

Giovedì 15 aprile 2021

Dovete nascere dall’alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».  9Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?».

«Gli rispose Gesù:
“Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose?”»

11In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

(Giovanni 3,10)

 

Nicodemo è incuriosito, interessato a Gesù. Ma è lento. Ha tante sovrastrutture, specie a livello di pensiero che lo ingombrano e gli rendono difficile il cammino di fede. Nulla a che vedere con i primi discepoli che si sbarazzano subito di quel poco che hanno e seguono Gesù con baldanza e piena fiducia. Nicodemo è frenato proprio da ciò che umanamente riteniamo un vantaggio per conoscere Dio: la cultura, l’intelligenza, l’esperienza religiosa. Seguirà Gesù, fino alla sepoltura, ma non nelle prime file, sempre un po’ a distanza, guardingo. E probabilmente non conoscerà l’incandescenza dell’esperienza di stare con Gesù.

 

Venerdì 16 aprile 2021

22Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. 23Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. 24Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. 25Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. 26Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». 27Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. 28Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. 29Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena.

«Lui deve crescere; io, invece, diminuire»

(Giovanni 3,30)

 

Giovanni Battista è un uomo libero. Non è invischiato nelle ansie di primeggiare, nelle smanie del protagonismo, non cerca la notorietà a tutti i costi e neppure vuole circondarsi di un gruppetto di fedelissimi. La sua missione, la sua vita è tutta per il Messia, per colui che ha indicato come l’Agnello di Dio. Ora che Lui è all’opera, non ha difficoltà a ritirarsi nell’ombra, a lasciare tutto il palcoscenico a Gesù. E il suo dileguarsi dietro le quinte non è triste e rassegnato, al contrario è pieno di gioia, perché i suoi occhi hanno finalmente visto la salvezza: a lui, davvero, non interessava altro.

 

Sabato 17 aprile 2021

«Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra»

Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. 32Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. 33Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. 34Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. 35Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. 36Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

(Giovanni 3,31)

 

È così facile concedersi con abitudine a discorsi solo orizzontali, che riguardano la vita di tutti i giorni, che è sempre piena di opportunità e sfide, senza che però il cuore e lo sguardo abbiano un respiro più grande. Il rischio di appiattirsi sull’ordinario è sempre in agguato e non è facile trovare persone disposte ad un colpo d’ala nelle conversazioni, se non si sono mai veramente accorte della presenza di Dio nella loro vita. Eppure siamo tutti impastati di infinito, siamo fatti di polvere di stelle e il nostro compito è risvegliare in mille modi la nostalgia dell’eterno che ciascuno porta in sé.

 

Domenica 18 aprile 2021

III DI PASQUA

«Non sia turbato il vostro cuore.
Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me»

2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».  8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me.

(Giovanni 14,1)

 

Nell’imminenza della sua morte in croce, Gesù rassicura i suoi. Sappiamo per esperienza quanto sia difficile trovare le parole giuste di fronte alla morte imminente di un proprio caro, perché occorre entrare nel mondo di ciascuno, la cui fede non è facile da percepire. Di solito al massimo si trovano persone disposte a concedere che “di là ci sia qualcosa”, o addirittura “qualcuno”, ma tutto si muove nell’ambito delle ipotesi. Gesù invece invita alla fede. Nel Padre e anche in Lui, che in tutta la sua vita ha mostrato di essere affidabile. È quella la radice, che può diventare anche il discrimine: la certezza che il Dio che lui ci ha presentato non inganna, non delude, ma sbalordisce di gioia.

 

 

Lunedì 19 aprile 2021

19Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. 20Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. 21Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. 22Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, 23perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.

«In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita»

25In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. 26Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, 27e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. 28Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 29e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

(Giovanni 5,24)

 

Vivere la Parola non è anzitutto un gesto etico, normato dalla morale cristiana.

È la vita eterna.

Infatti è la vita di Dio che scorre in noi e che ci può muovere in ogni nostro gesto, pensiero e decisione, è la vita che Gesù vuole continuare a vivere attraverso di noi qui sulla terra. Così primariamente Dio agisce nella storia e la conduce alla realizzazione compiuta del Suo Regno: attraverso i suoi figli che siamo noi. Noi ci accorgiamo che succede qualcosa in noi quando viviamo il comandamento dell’amore: si conosce la gioia, la pace, la sensazione di essere al posto giusto nel modo giusto. E il cuore di dilata.

 

Martedì 20 aprile 2021

31Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. 32C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. 33Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. 34Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. 35Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. 36Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 37E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, 38e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. 39Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me.

«Ma voi non volete venire a me per avere vita»

41Io non ricevo gloria dagli uomini. 42Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. 43Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. 44E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?  45Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. 46Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. 47Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

(Giovanni 5,40)

 

Attorno a noi e anche in noi vediamo a volte brandelli di vita gettati qua e là, l’impressione di uno spreco, di un’inconcludenza, di una sterilità che non dà gioia. Il mondo ci spinge in ogni modo ad afferrare un’attrattiva, un piacere, come se lì abitasse la gioia, ma sappiamo che poi non ci basta e tutto in breve scade nella noia. Solo chi ama vive. Chi ama è sempre “su”, immerso in quello che fa e pronto a lasciarlo per amare altrove o altri quando il tempo è scaduto. Quando ci uniamo a Gesù essendo l’Amore, anche nel quotidiano delle cose di ogni giorno, conosciamo la Vita.

 

Mercoledì 21 aprile 2021

1Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.  5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

«Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano»

12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

(Giovanni 6,11)

 

La narrazione di questo segno straordinario, l’unico raccontato dai quattro evangelisti, non usa mai il verbo moltiplicare. Sembrerebbe necessario per cercare di spiegare cosa è avvenuto. Invece si parla solo di Gesù che dà. Un dare che non finisce, che raggiunge tutti, che sazia tutti, sovrabbondante fino a creare il problema di come conservare la grande quantità che è avanzata. È la logica, la cultura del dare, quella inaugurata da Gesù. Noi spesso, per paura, tratteniamo, conserviamo, perché non si sa mai e ci ritroviamo attorno tante cose inutili. Gesù invece dà e tutto dilaga e diventa prezioso.

 

Giovedì 22 aprile 2021

16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, 17salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; 18il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. 19Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura.

«Egli disse loro: “Sono io, non abbiate paura!”.
Allora vollero prenderlo sulla barca,
e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti»

(Giovanni 6,20-21)

 

Mentre i discepoli sono tutti concentrati nello sforzo di remare tra il vento e le onde del lago, l’apparizione di un uomo che cammina sulle acque li spaventa, come fosse un cattivo presentimento. Ma è Gesù e quindi tutto si placa: prima l’agitazione dei discepoli, poi quella delle onde. Solo Lui sa infondere pace, ristoro e fiducia anche in mezzo alle difficoltà. Gettare nel cuore di Dio le nostre preoccupazioni è fonte di serenità, è la certezza di non essere soli ad affrontare i pericoli. E tanto, tanto spesso tutto si calma e i problemi si risolvono.

 

Venerdì 23 aprile 2021

22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. 23Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. 24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e

«Gli dissero: “Rabbì, quando sei venuto qua?”. Gesù rispose loro:
“In verità, in verità io vi dico:
voi mi cercate non perché avete visto dei segni,
ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”»

27Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

(Giovanni 6,25-26)

 

L’evangelista spiega bene che la gente, dopo la moltiplicazione dei pani, si era accorta che Gesù era arrivato dall’altra parte del lago senza essere salito sulla barca. La loro sorpresa e la loro domanda sono quindi legittime, ovvie. Gesù non spiega che ha camminato sulle acque, va invece subito al cuore della loro ricerca per mostrare che è spuria, non autentica. Cercano cose, non il senso di ciò che è avvenuto. Gesù ha in serbo una rivelazione immensa, di cui il segno del pane e dei pesci è solo un’introduzione. Il pane è Lui, il vero cibo per tutti è Lui. Cose che solo Dio può pensare e volere.

 

Sabato 24 aprile 2021

Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». 30Allora gli dissero:

«Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo?
Quale opera fai?»

31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!

(Giovanni 6,30)

 

Gli uomini di allora come ora, chiedono segni per credere e non si accorgono che la vita è costellata di segni. Dobbiamo tenere lo sguardo e il cuore aperti alla meraviglia e ci accorgeremo della presenza di Dio in ogni momento. In questo periodo difficile della storia, ci sono persone talmente preoccupate ad aspettare che il pericolo passi che non si accorgono di quanti doni ci vengano comunque elargiti ogni giorno. Non ci si può lasciar paralizzare dalla paura, il Signore continua a mandarci segni e ci chiede di essere noi segno per gli altri.

 

Domenica 25 aprile 2021

IV DI PASQUA

«Le mie pecore ascoltano la mia voce
e io le conosco ed esse mi seguono»

28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

(Giovanni 10,27)

 

Ascoltare, conoscere, seguire, i tre verbi che caratterizzano chi ama.

Ascoltare non è solo sentire, è  un atteggiamento del cuore, è un cercare di vedere dentro l’altro per quello che è, nonostante le apparenze. Solo così è possibile conoscere, cioè guardare qualcuno con gli occhi di Dio vedendolo con tutte le sue fragilità, le sue difficoltà, le sue sofferenze, ma anche con tutto ciò che di positivo è in lui. Spesso ci accontentiamo di ciò che vediamo superficialmente o del sentito dire, dell’empatia che qualcuno emana e scartiamo chi non sa comunicare i propri sentimenti, rischiando così di perdere dei doni grandi che il Signore mette sulla nostra strada.

 

Lunedì 26 aprile 2021

44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. 48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.

«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno»

e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

(Giovanni 6,51)

 

Vivere in eterno vuol dire incominciare a vivere fin da ora una vita vera. Perché si può vivere o sopravvivere. Uniti a Gesù che ci aspetta in quel pezzettino di pane che ci viene donato, siamo pronti a tutto, non ci fa più paura nulla, siamo suoi e non ci abbandonerà. La vita diventa un’avventura da vivere sempre, a qualunque età, con entusiasmo. Vedremo dipanarsi le giornate in maniera inattesa, non ci sarà un giorno uguale all’altro perché la fantasia del Signore è infinita e anche nei momenti difficili sentiremo la Sua presenza in noi.

 

Martedì 27 aprile 2021

Beate Caterina e Giuliana del S. Monte di Varese, vergini

60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 61Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». 66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?».

«Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo?
Tu hai parole di vita eterna
e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”»

(Giovanni 6,68-69)

 

Ci sono dei momenti in cui ci sembra di vivere nel buio, in cui credere è difficile. Ma se abbiamo incontrato veramente Gesù anche una sola volta nella vita, non ci si può rassegnare a lasciarlo. Anche se non lo si vede lo si cerca, come la sposa del Cantico dei Cantici che gira nella notte a cercare lo sposo. Simone lo sa bene, senza di Lui nulla ha più senso.

 

Mercoledì 28 aprile 2021

Santa Gianna Beretta Molla

alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». 41Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?».

«E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo,
ma nessuno mise le mani su di lui
»

45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». 46Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». 47Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!».

(Giovanni 7,43-44)

 

Di fronte a Gesù non si è mai indifferenti, o si sta dalla Sua parte o si è contro di Lui. Le Sue sono parole di vita, ma possono suscitare rabbia in chi le ascolta, perché mettono in discussione tutto ciò per cui uno vive. Ascoltarlo vuol dire cambiare sia il modo di pensare che di agire. Tutto diventa trasparente e non sono più possibili i compromessi.

 

Giovedì 29 aprile 2021
Santa CATERINA DA SIENA,
vergine e dottore della Chiesa, patrona d’Italia e d’Europa

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo.

«Cinque vergini erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi»

5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(Matteo 25,2-4)

 

Il Signore ci insegna l’arte dell’attendere, di tenere accesa la fiamma dell’Amore e della Speranza.

Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra crollarci addosso, in cui l’atteggiamento più normale sarebbe lasciarsi andare. Ma proprio questi sono momenti di Grazia, guardati a ritroso svelano quanto siano stati efficaci per la nostra crescita. Le vergini sagge vegliano sulle loro lampade, non si lasciano scoraggiare da un’attesa estenuante che sembra non finire. Sanno che prima o poi la notte finirà e potranno godere della presenza dello Sposo vicino a loro.

 

Venerdì 30 aprile 2021

25Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono.

«Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete»

29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».  30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. 31Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».

(Giovanni 7,28)

 

Nessuno che parla della propria fede in nome di Dio viene spontaneamente, ma è inviato. E’ importante ricordarlo, da soli non possiamo nulla, solo se ci è chiesto possiamo portare frutto. Ecco perché occorre interrogarsi sempre su ciò che il Signore vuole da noi: anche la cosa più bella e più santa, se non ci è chiesta, è inutile. A volte ci ostiniamo in progetti che alla fine si rivelano solo nostri. Invece, quelli del Signore sono misteriosi, spesso si serve di persone che a noi sembrano inadatte per portare avanti i suoi piani. Se leggiamo la storia della salvezza è questo un fenomeno che si ripete spesso.

 

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