Vivi la Parola: 2021 05 – Maggio

Sabato 1 maggio 2021  S. Giuseppe lavoratore

32I farisei udirono che la gente andava dicendo sottovoce queste cose di lui. Perciò i capi dei sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo. 33Gesù disse:

«Ancora per poco tempo sono con voi;
poi vado da colui che mi ha mandato»

34Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sono io, voi non potete venire». 35Dissero dunque tra loro i Giudei: «Dove sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e insegnerà ai Greci? 36Che discorso è quello che ha fatto: “Voi mi cercherete e non mi troverete”, e: “Dove sono io, voi non potete venire”?».

(Giovanni 7,33)

 

Le parole di Gesù sono allusive e i Giudei che lo ascoltano non capiscono cosa voglia dire con precisione. Di certo intuiscono che il tempo si è fatto breve, che sta per succedere qualcosa e che Gesù non rimarrà a lungo, ma difficilmente immaginano che la sua vita sia davvero in pericolo. Non è possibile essere sempre consapevoli di ciò che sta avvenendo. Per questo occorre non sciupare mai nessuna occasione per amare, per valorizzare gli incontri, vivendoli con intensità. Ogni attimo presente ha una sua sacralità, rimane in eterno.

 

Domenica 2 maggio 2021  V DI PASQUA

Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. 2Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. 3Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. 4Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare.

«E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse»

6Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. 7Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, 8perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.  9Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. 10Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. 11Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.

(Giovanni 17,5)

 

La preghiera che Gesù rivolge al Padre prima di morire è davvero abissale, sconfinata. Gli chiede di poter manifestare tutta la sua divinità di Figlio, che esiste da tutta l’eternità. Vuole insomma che si conosca pienamente chi Lui è. E questa rivelazione non sarà fatta attraverso affermazioni o dichiarazioni, ma si vedrà pienamente sulla croce. Sembra pazzesco che la gloria di Dio appaia nel morire di Gesù, ma sulla croce occorre vedere qualcosa che è più grande del dolore e della morte: occorre vedere l’amore che dilaga dovunque e riempie di luce tutto, anche il peccato, anche la morte. Lì si intravvede la gloria di Dio.

 

Lunedì 3 maggio 2021  SS. FILIPPO E GIACOMO

1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».  8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

«E qualunque cosa chiederete nel mio nome,
la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio
»

14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

(Giovanni 14,13)

 

Quante volte nel Vangelo Gesù ci invita a chiedere, a rivolgerci al Padre! E’ proprio quello che Lui durante la sua vita terrena non ha mai smesso di fare. Ha chiesto sempre tutto al Padre, di conoscere la Sua volontà e le Sue parole, perché ogni suo gesto parlasse del Padre. Ha vissuto in una specie di simbiosi totale.  E ci insegna a fare come Lui: chiedere, parlare al Padre sempre, averlo come interlocutore e amico preferito, su ogni questione, cercare sempre il suo volto nelle pieghe della giornata, volere la Sua volontà più di ogni altro bene.

 

Martedì 4 maggio 2021

31Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. 32Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». 33Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù:

«Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”?»

37Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; 38ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». 39Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 40Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. 41Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». 42E in quel luogo molti credettero in lui.

(Giovanni 10,34-36)

 

Le repliche di Gesù ai suoi detrattori attingono alla parola di Dio, a quei salmi che il pio israelita sapeva a memoria e che rivolgeva al Padre tutti i giorni. Lui non fa che spiegare, chiarire, rivelare, eppure si trova dinanzi un muro di gomma che fa rimbalzare ogni parola e vede aumentare la rabbia dei suoi interlocutori. È l’ostilità di chi non vuol capire, perché ha paura di cambiare e non vuole arricchire la sua comprensione della verità, perché ritiene già di possederla tutta. È un’esperienza anche nostra: ha la stessa dinamica che rende anche noi aggressivi nelle discussioni.

 

Mercoledì 5 maggio 2021

20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci.

«Alcuni Greci si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù»

23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

(Giovanni 12,21-22)

 

Alcuni greci vogliono conoscere Gesù. È l’occasione che si presenta a Gesù per uscire dall’ambito giudaico, dilatare gli orizzonti e costruire un ponte verso la grande cultura ellenica. Filippo allora non si muove da solo, ma consulta Andrea, si confrontano e poi decidono insieme di parlarne al maestro. Un dettaglio notevole che mostra l’intesa fra i due. Nel gruppo dei Dodici infatti non ci sono solo i rapporti di ciascuno con Gesù, ma anche quelli degli apostoli tra loro ed è facile immaginare che ci fossero amicizie e sintonie maggiori tra alcuni, senza che questo precludesse la comunione e l’unità con tutti gli altri.

 

Giovedì 6 maggio 2021

37Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, 38perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E la forza del Signore, a chi è stata rivelata? 39Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: 40Ha reso ciechi i loro occhi e duro il loro cuore, perché non vedano con gli occhi

e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca! 41Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui. Tuttavia,

«Anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei,
non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga.
Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio
»

(Giovanni 12,42-43)

 

La paura di esporsi in nome della verità è frequente. La prospettiva di essere emarginati o di trovarsi in minoranza chiede una certa dose di coraggio e di fortezza interiore e non tutti se la sentono di rischiare. Però la pavidità o il calcolo alla lunga non pagano. È vero, si rimane a galla, ma quando l’idealità si svuota tutto diventa banale, insignificante, l’interesse si annacqua e si deve dirigere altrove, portando il peso della propria pochezza. Invece quelli che osano costruiscono una storia nuova, aprono nuovi orizzonti. Ci sono prove e ostacoli, ma la vita ha una pienezza ed una passione altrimenti sconosciuti.

 

Venerdì 7 maggio 2021

44Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; 45chi vede me, vede colui che mi ha mandato. 46Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.

«Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva,
io non lo condanno; perché non sono venuto
per condannare il mondo, ma per salvare il mondo
»

48Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. 49Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. 50E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

(Giovanni 12,47)

 

Gesù sa che la sua parola è verità che chiama per nome la luce e le tenebre e coloro che a queste realtà appartengono. Eppure ci tiene a ripetere che la sua è una missione di salvezza. Lui è qui sulla terra per esprimere il desiderio costante e inarrestabile del Padre di incontrare ed abbracciare tutti i suoi figli, di coinvolgerli nel suo regno d’amore, di far sperimentare loro quella gioia infinita per la quale sono stati da sempre pensati e voluti. Il Padre non vuole assolutamente che alcuno vada perduto e coinvolge anche noi in questa ricerca per raggiungere tutti.

 

Sabato 8 maggio 2021  S. Vittore, martire

«Quando ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro:
“In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato”
»

17Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. 18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. 19Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. 20In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

(Giovanni 13,12.16)

 

Il gesto di Gesù di lavare i piedi ai discepoli non sminuisce affatto la sua autorevolezza e neppure la sua autorità su di loro. Al contrario, mostra che nella nuova vita che Gesù insegna e inaugura occorrerà avere somma stima soprattutto di chi più assomiglierà al maestro e quindi di coloro che meglio e più umilmente sapranno servire. La nostra attenzione allora va concentrata nel non allontanarsi mai da questo nuovo modo di vedere le cose, né di lasciarlo corrompere o corrodere da quella mentalità del mondo che portiamo dentro di noi e che va costantemente convertita.

 

Domenica 9 maggio 2021  VI DI PASQUA

26Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me;

«E anche voi date testimonianza,
perché siete con me fin dal principio
»

1Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. 2Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. 3E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. 4Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto.

(Giovanni 15,27)

 

Se Lo si è conosciuto, non si può più far finta di non averLo mai incontrato. Perché Gesù rimane nel cuore, come una presenza amica, discreta e sempre nuova. Non è un personaggio enigmatico, del quale non sappiamo bene cosa pensi: non ha segreti per gli amici, ci ha mostrato mille volte che la Sua parola è verità. Dare testimonianza di Lui non significa quindi solo parlare, raccontare. È anzitutto vivere. Il più possibile come Lui. Di parole ne ascoltiamo molte e con il tempo è sempre più raro che facciano breccia nel cuore. Invece la vita di Dio in noi convince sempre.

 

 

Lunedì 10 maggio 2021

31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei,

«Ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire.
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri
»

35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». 36Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».

(Giovanni 13,33-34)

 

Gesù se ne va, tra poco i discepoli non lo vedranno più. Ma in questo congedo, Lui inventa un modo per rimanere. Ci sarà un segno distintivo, che parla immediatamente di Lui, che lo renderà presente: quando nel rapporto tra i discepoli ci sarà un amore come il Suo. Perché nessuno mai ha amato quanto Lui: tutti, sempre, fino a morire. Potremo riempirci di parole sante e di intuizioni profondissime, ma se trascuriamo di vivere questo amore Lui non lo sentirai più. Diventa come se fosse solo un’ipotesi. Ma appena rinasce quell’amore si sente una quantità di Dio grandissima.

 

 

Martedì 11 maggio 2021

1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi.

«E del luogo dove io vado, conoscete la via»

5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

(Giovanni 14,4)

 

Non si tratta di fare cose speciali o originali per andare in Cielo, è sufficiente vivere da discepoli, cioè seguire Gesù. Stando sempre con Lui, cammina cammina, un bel giorno ci ritroveremo a casa. È Lui infatti a salvarci, noi non sapremmo neppure da che parte cominciare. Occorre perciò affidare la nostra vita non tanto ai nostri punti di vista, ma alla potenza del Vangelo: vivere la Parola è proprio la strada maestra che dà senso ad ogni passo del cammino, dirigendoci per di lì siamo sicuri di non sbagliare.

 

Mercoledì 12 maggio 2021

«Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio:
fin da ora lo conoscete e lo avete veduto»

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

(Giovanni 14,7)

 

Gesù è proprio la presenza visibile del Dio altrimenti invisibile. Non è ovviamente come una fotografia che ci rivela i tratti somatici del Padre, è invece la manifestazione comprensibile di come è Dio, di ciò che vive in Lui, delle sue intenzioni sul cosmo e sulla storia umana. Dobbiamo perciò sempre “cristianizzare” la nostra idea di Dio, pena il rischio di immaginarci o inventarci un Dio che non esiste. Conoscere Gesù è conoscere il Padre. Prima, durante e dopo quindi, un amore sconfinato per tutti i suoi figli.

 

Giovedì 13 maggio 2021  ASCENSIONE DEL SIGNORE

Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

«Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo»

52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

(Luca 24,50-51)

 

È il Risorto ad ascendere in Cielo. Dopo che i discepoli ne hanno fatta un’esperienza diretta, personale e incontrovertibile, Lui se ne va, presso il Padre suo e nostro. Se distacca dai suoi benedicendo, perché sia questa l’ultima immagine che conserveranno di lui, quella che più facilmente si stamperà nella memoria. Ricorderà sempre al credente di ogni tempo che Dio dice sempre bene di ciascuno, incoraggia, sostiene, rilancia, esprime fiducia verso tutti noi ad ogni istante. Questo congedo lascia sereni i discepoli, li rassicura nel profondo, dà loro la certezza di non essere mai più soli lungo tutta la missione alla quale sono chiamati.

 

Venerdì 14 maggio 2021  S. MATTIA, APOSTOLO

27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.

«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna»

(Matteo 19,29)

 

Gesù ci conferma che c’è una sproporzione incolmabile nel computo del dare e del ricevere. Con Dio è così e sarà sempre così: quando cerchi di fare con impegno la tua parte ti accorgi in realtà che il debito cresce, perché Lui è sempre più presente e moltiplica gli aiuti. E questo è solo un segno dell’immensità che ci attende in futuro. Per questo non dobbiamo mai attardarci a fare sintesi, a stilare bilanci, a calcolare: dobbiamo semplicemente donare, spenderci, come quelli che sono al sicuro, perché sanno di avere un conto in banca talmente alto da non temere mai alcun rovescio, alcuna crisi economica.

 

Sabato 15 maggio 2021  dopo l’Ascensione

1«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore.

«Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto»

3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

(Giovanni 15,2)

 

Si direbbe che questo agricoltore passi il tempo a spuntare, a ridurre, a ridimensionare. O perché il tralcio è inutile, o perché porti più frutto. È un continuo tagliare. Questo illumina la nostra condizione personale: più perdiamo, più siamo liberi, leggieri e pronti a lanciarci in qualunque avventura Dio ci indichi. Ogni perdita diventa un guadagno. Non dobbiamo perciò preoccuparci di sconfitte, insoddisfazioni, difficoltà che ci limitano: sono sempre il preludio a qualcosa di più grande che il Padre ha in serbo per noi.

 

Domenica 16 maggio 2021  DOPO L’ASCENSIONE (VII di Pasqua)

«Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi»

12Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. 13Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 15Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. 16Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; 19per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.

(Giovanni 17,11)

 

Gesù è pienamente consapevole dei rischi ai quali i discepoli vanno incontro: saranno esattamente quelli che ha corso Lui, durante la Sua vita apostolica. Si preoccupa perciò di chiedere al Padre ciò che li possa difendere, come Lui stesso si è sentito sempre difeso, giorno dopo giorno. Ciò che lo rassicurava e confermava era una realtà vivissima e incandescente che lo abitava: la sua unità strettissima con il Padre. Gli domanda perciò anche per noi la stessa esperienza. A noi non ci passerebbe per la testa di chiedere così tanto, ma Gesù sa quanto sia necessaria. L’unione con Dio è, come per Gesù anche per il discepolo, il grande tesoro della vita.

 

Lunedì 17 maggio 2021

«Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero:
“Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte,
mentre i tuoi discepoli non digiunano?”»

15E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.

(Matteo 9,14)

 

“Ma perché noi dobbiamo fare tutta questa fatica di digiunare, sentirci la pancia vuota, le forze che vengono meno, la testa che gira, e voi invece niente?”. La protesta dei discepoli del Battista, implicita in questa loro domanda, è molto umana e sensata. Mostra in modo plastico ed efficace che con Gesù le cose sono davvero cambiate. Prima ci si doveva conquistare tutto, ogni cosa era frutto di uno sforzo spesso logorante e beato chi ci riusciva. Con Gesù invece è l’amore ad avere in mano il volante della vita, sempre come risposta ad un amore già ricevuto in un quantità immensa. La fatica non manca mai, ma il peso diventa leggiero.

 

Martedì 18 maggio 2021

«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi.
Rimanete nel mio amore
»

10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

(Giovanni 15,9)

 

Da quell’amore non bisogna più uscire. Occorre essere sempre lì. Donare e offrirsi senza calcolo, ascoltare gli interessi e i bisogni altrui prima dei propri, innamorarsi poco a poco di chi più soffre. La vita nell’amore ha varie tonalità, diverse per intensità, ma tutte ci proiettano fuori di noi stessi, in una condizione quindi estatica. Si può sperimentare che ci si svuota di cose e ci si riempie di gioia. Le ferite non mancano, ma si impara a vivere oltre. È questo l’amore che Gesù aveva ricevuto dal Padre e che ha vissuto tra noi. E Lui spera con tutte le forze che noi possiamo rivivere la Sua stessa esperienza.

 

Mercoledì 19 maggio 2021

«Questo è il mio comandamento:
che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi
»

13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

(Giovanni 15,12)

 

È questo il vaccino che può far guarire l’umanità, l’unico che può far risorgere quella fraternità che il peccato ha mortalmente ferito. L’irruenza del male sembra a volte non conoscere tregua, con tutto il contorno di paura, di solitudine, di disperazione che porta con sé. L’istinto di ribellione ci spinge alla vendetta, ma è una strada senza sbocchi. A tutti i livelli, solo uno sguardo di bontà, di fiducia, di speranza può smuovere dalla paralisi e sciogliere il gelo delle relazioni. E l’amore è sempre capace di far sbocciare dappertutto nuove primavere.

 

Giovedì 20 maggio 2021

18Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.

«Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo;
poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia
»

20Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. 21Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.

(Giovanni 15,19)

 

Gesù che era l’Amore deve aver sempre sperimentato quella frizione stridente, quel disagio radicale nei confronti del mondo circostante che vedeva così dissimile da sé. Percepiva che l’amore aveva il potere di trasformare tutto, ma capiva anche che la sua presenza veniva sentita come un corpo estraneo, che molti non capivano e che altri avrebbero in futuro rigettato. Per questo il discepolo si trova ad andare controcorrente: non per il gusto di fare diverso, ma per una radicale incompatibilità. Eppure questo stesso mondo che lo rifiuta ha un bisogno estremo dell’amore, inconsciamente lo sogna, lo invoca, si protende verso di esso, perché solo lì c’è la vera vita, il senso di tutto.

 

Venerdì 21 maggio 2021

«Ora però vado da colui che mi ha mandato
e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”.
Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore
»

7Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. 8E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9Riguardo al peccato, perché non credono in me; 10riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; 11riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.

(Giovanni 16,5-6)

 

Gesù vede che i suoi discepoli sono preoccupati per se stessi e meno interessati di conoscere la realtà nella quale Gesù si sta dirigendo. Certo, oggi noi, che non siamo direttamente coinvolti come loro in quelle ore, gli chiederemmo piuttosto che ci dia notizie in più sul mondo di lassù, sulla vita trinitaria, sulla continuità tra il mondo presente e quello futuro, sull’eternità, ecc.. Eppure non possiamo pensare che ci abbia tenuto nascosto qualcosa di essenziale e fondamentale, visto che siamo suoi amici e quindi ci ha fatto conoscere tutto quello che ha udito dal Padre. Rimane quindi la certezza sulle promesse di Dio che sono irrevocabili, e anche la curiosità su ciò che ci attende, che è sempre bene tenere accesa.

 

 

Sabato 22 maggio 2021

5Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. 6Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. 7Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. 8E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9Riguardo al peccato, perché non credono in me; 10riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; 11riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato. 12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

«Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future»

14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

(Giovanni 16,13)

 

È una delle frasi più consolanti e incoraggianti per il cammino della Chiesa lungo i secoli. Ci dimostra che la verità di Dio non è una serie di definizioni statiche, ma è una comprensione progressiva e sempre nuova del suo mistero d’amore contenuto nella rivelazione biblica. C’è quindi una maturazione necessaria, che richiede tempo e si sviluppa anche attraverso gli eventi, senza la quale le nuove luci risulterebbero troppo abbaglianti. Si tratta di adattare volta per volta lo sguardo perché le si possa percepire e comprendere. Quello che è certo è che Dio è eternamente nuovo, sorprendente e sempre più grande.

 

Domenica 23 maggio 2021  PENTECOSTE

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.

«Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete»

20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.

(Giovanni 14,18-19)

 

Gesù assicura che anche quando non sarà più visibile, sarà ugualmente presente nell’esperienza della Chiesa, non meno di quanto lo era duemila anni fa. Anzi, ancora di più. I suoi infatti vivranno la sua stessa vita di risorto, saranno abitati da Lui, illuminati e orientati dal suo Spirito, immersi nella paternità di Dio. Facendo così non realizzeranno un progetto umano a loro capriccio e piacimento, ma costruiranno lungo i secoli un’opera di Dio. Questo avviene quando tutti insieme sentiamo di essere docili, liberi, proiettati nell’amore: allora siamo davvero strumenti, al servizio di un progetto eterno e meraviglioso.

 

Lunedì 24 maggio 2021  Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.

«Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”»

E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. 28Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. 31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

(Giovanni 19,26-27)

 

Gesù in Giovanni vede tutti noi affidati come figli a Maria: è uno dei doni più grandi che ci potesse fare. E ogni madre adottiva sa che quello che ti viene dato non è come se fosse un figlio, ma è tuo figlio!  Giovanni è pronto ad accoglierla con sé, nella propria vita, nella propria casa. E sappiamo che lui una madre l’aveva ed era una donna sicura, intraprendente, discepola di Gesù, che desiderava grandi cose per lui e suo fratello, eppure non esita neppure un attimo ad accogliere la madre del suo Maestro.

A volte nella fede ci vengono donati dei legami spirituali più profondi di quelli carnali.

 

 

Martedì 25 maggio 2021  S. Dionigi, vescovo

28Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose:

«In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto»

in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

(Marco 10,29-30)

 

Questo lasciare non significa abbandonare, ma allargare il cuore per fare spazio ad altri.

Un figlio è impossibile lasciarlo, ma non può passare davanti al Signore nelle scelte della vita, come nessuno degli altri affetti. A volte è dura, perché chiede di non scendere a patti o a compromessi con noi stessi. Però a lungo andare ci si accorge che viene veramente restituito il centuplo di ciò a cui ci sembrava di aver rinunciato e spesso ci viene restituito anche quello.

 

 

 

Mercoledì 26 maggio 2021  S. Filippo Neri, sacerdote

«Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che gli domandò:
“Qual è il primo di tutti i comandamenti?”.

Gesù rispose:
“Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso.
Non c’è altro comandamento più grande di questi”»

32Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

(Marco 12,28-31)

 

Gesù condensa il suo insegnamento nell’amore per Dio e per gli uomini.

Se amo Dio sopra ogni altra cosa e gli altri come amo me stesso, di conseguenza rispetto tutti i comandamenti e in qualche modo li supero. Non mi limiterò a non uccidere, ma cercherò di fare del bene a chi mi è vicino.  Se voglio per lui ciò che desidero per me, non solo non gli farò torto derubandolo, ma cercherò di condividere con lui ciò che ho.

Come sempre con Gesù cambia la prospettiva con cui guardare le cose.

 

Giovedì 27 maggio 2021

«Quando Gesù vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi”»

43Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; 44distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». 45Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, 46dicendo loro: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». 47Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; 48ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

(Luca 19,41-42)

 

Gesù piange su Gerusalemme perché ne prevede la distruzione, che non è una vendetta di Dio, ma la causa della sua infedeltà. Il dolore, le malattie e le disgrazie non sono mai volute da Dio come castighi, ma possono essere conseguenze dei nostri errori. Spesso infatti è il nostro comportamento aggressivo verso la natura che scatena le calamità.

Quando ci dimentichiamo del Signore e ci allontaniamo dalle sue vie, non manteniamo l’ordine che Egli ci insegna e veniamo trascinati in un gorgo da cui è difficile uscire.

 

 

Venerdì 28 maggio 2021  Beato Luigi Biraghi, sacerdote

Sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. 19Ma,

«Quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire:  infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi».

21Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 22Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.

(Matteo 10,19-20)

 

Gesù spesso raccomanda di non affannarsi, di non preoccuparsi di fronte alle cose materiali.

Ma ora ce lo dice anche davanti alla paura della persecuzione e degli altri affanni della vita.

Ci chiede di rimanere sempre sereni e affidati, sapendo che il Padre non ci abbandonerà.

Il Signore ci ama, perciò anche quando tutto ci grida il contrario non dobbiamo perderci d’animo. Lui c’è, Lui sa e questo ci basta.

 

Sabato 29 maggio 2021  Ss. Sisinio, Martirio e Alessandro, martiri e Vigilio, vescovo

1Alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. 2Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, 3e disse:

«In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

(Luca 21,3-4)

 

Questa vedova dona tutto ciò che ha, in altre parole dona al Signore se stessa. E’ questo che il Signore ci chiede: non tenere nulla per noi. Ci chiede di spendere ogni attimo delle nostre giornate amando e servendo gli altri.

Pensato teoricamente sembra un sacrificio enorme, ma se c’è l’amore è qualcosa di naturale che sgorga direttamente dal cuore e diventa a lungo andare un’abitudine. Finché ci si accorge che solo così è possibile essere felici e ringraziamo il Signore di servirsi di noi per arrivare agli altri.

 

Domenica 30 maggio 2021  SS. TRINITA’

24Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. 25Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione.

«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio»

(Giovanni 15,26-27)

 

Gesù ci rivela Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo. Le tre persone sono un’unica cosa nell’Amore ma vi è un’altra caratteristica che le unifica: la Verità. Perciò amare Dio vuol dire amare la Verità che porta di conseguenza la libertà.

Sono vero quando posso guardare negli occhi chiunque senza temere di essere smascherato, perché ho scelto di non avere maschere e di riconoscere i miei errori senza volermi giustificare.  Sono vero quando non ho paura di perdere nulla e perciò non mi sottopongo a compromessi, ognuno può conoscermi come sono con pregi e difetti. Sono vero quando vivo le realtà in cui credo, le testimonio con uno stile di vita quotidiano: per cui se ne vengo richiesto sono capace di renderne ragione.

 

 

 

Lunedì 31 maggio 2021 VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda»

40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 46Allora Maria disse:  «L’anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; 50di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». 56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

(Luca 1,39)

 

Ecco come agisce Maria: quando c’è bisogno non pone tempo in mezzo, non ci pensa tanto, non si preoccupa delle conseguenze possibili , ma si alza e va. Il buon senso avrebbe potuto dirle che non era il caso di strapazzarsi con un viaggio al primo mese di gravidanza, che là ci sarebbe stato da lavorare in un momento in cui era meglio riposare … L’Amore supera il buon senso, ti fa tenere gli occhi sull’altro e non hai il tempo per guardare te stesso.

E poi ora non è sola, Gesù è in lei e con Lui tutto è possibile: si sarà meravigliata anche lei di quanta forza si ritrovava per andare incontro agli altri!

 

 

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