Vivi la Parola: 2021 08 – Agosto

Domenica 1 agosto 2021
X DOPO PENTECOSTE

«Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe  e disse loro: «Sta scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì»

15Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, 16e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode?».

(Matteo 21,12-14)

 

L’intervento di Gesù ha l’energia del profeta che non si cura troppo delle regole e degli schemi, ma denuncia con un gesto efficace e impressionante il peccato del popolo. Immaginiamo la foga del suo agire in quell’istante, che però è subito temperata da un’attenzione speciale per i bisognosi, per gli esclusi. Questo rovesciare tavoli e sedie non è quindi uno sfogo dettato dalla rabbia o dall’irritazione, è invece ponderato e misurato. Infatti nello stesso contesto si manifesta il Messia mite e sensibile che offre uno spazio di liberazione ai piccoli. È sempre l’amore a guidarlo.

 

Lunedì 2 agosto 2021
S. Eusebio di Vercelli, vescovo

«Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”.
Ma egli disse:
“Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”»

(Luca 11,27-28)

 

L’interruzione creata dall’espressione entusiasta di questa donna suscita un replica immediata di Gesù. La sua osservazione dolce e sapiente indirizza la ricerca della gioia sulla strada giusta. La beatitudine evangelica infatti non è quella di chi raggiunge soddisfazioni o successi pubblici, ma è la conferma interiore di una vita che si lascia plasmare dalla volontà del Padre. Gesù vive sempre così, Lui che è la Parola viva, e conosce bene la beatitudine che questo stile di vita comporta, ben diverso dal frutto sempre un po’ precario raccolto da chi insegue anzitutto l’ammirazione o il consenso della gente.

 

 

Martedì 3 agosto 2021

29Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:

«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona»

30Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

(Luca 11,29)

 

La fede non può procedere sempre a forza di segni, di miracoli. Se così fosse, Dio sarebbe prigioniero delle nostre richieste e non avremmo mai occasione di dimostrarGli la nostra fiducia. Inoltre il segno, come ogni gesto di Dio nei nostri confronti, non può che essere gratuito, perché non puoi costringere l’amore. Inoltre noi, che siamo così gelosi della nostra libertà, non vorremo certo pretendere di limitare la libertà di Dio. Dio quindi può scegliere i suoi segni: quello della Pasqua, cui Gesù allude, noi non gliel’avremmo mai chiesto, ma ci accorgiamo ora che è, senza paragoni, il più importante.

 

 

Mercoledì 4 agosto 2021
S. Giovanni Maria Vianney, sacerdote

31Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 32Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona. 33Nessuno accende una lampada e poi la mette in un luogo nascosto o sotto il moggio, ma sul candelabro, perché chi entra veda la luce.

«La lampada del corpo è il tuo occhio. Quando il tuo occhio è semplice, anche tutto il tuo corpo è luminoso;
ma se è cattivo, anche il tuo corpo è tenebroso
»

35Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. 36Se dunque il tuo corpo è tutto luminoso, senza avere alcuna parte nelle tenebre, sarà tutto nella luce, come quando la lampada ti illumina con il suo fulgore».

(Luca 11,34)

 

La limpidezza dello sguardo è una condizione un po’ rara e comunque preziosissima. Quando si incontrano persone trasparenti, che rivelano dagli occhi la nitidezza interiore, si rimane subito colpiti. Certo, molti non se ne accorgono, perché non tutti lo sanno apprezzare. Ma queste persone hanno la capacità di mostrarti un altro modo di vedere e di giudicare, che trapela anche da semplici frasi o da reazioni istintive dalle quali intuisci tutto un mondo interiore fresco e luminoso che interroga e attira. E non c’è sguardo che, a forza di atti di amore, non possa recuperare poco a poco l’innocenza originaria.

 

 

Giovedì 5 agosto 2021
Dedicazione della Basilica romana di S. Maria Maggiore

37Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. 38Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. 39Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. 40Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? 41Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro.

«Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio.
Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle»

43Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».

(Luca 11,42)

 

A Dio non basta che uno metta tutte le crocette sulle caselle giuste. Noi spesso riduciamo l’esperienza di fede fino a farla coincidere con alcuni comportamenti esteriori fedeli e inappuntabili. Gesù parla di giustizia e di amore e noi sappiamo che queste non sono cose che possono essere misurate con il bilancino, come le foglie di menta. Sono invece realtà che animano le scelte profonde del cuore, quelle che nessuno vede perché avvengono nel segreto della nostra interiorità, ma che determinano la qualità della nostra moralità e dicono il nostro vero valore. E’ nella nostra coscienza che dobbiamo spesso scendere ed è su quella che dobbiamo vigilare.

 

 

Venerdì 6 agosto 2021
TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.

«Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche»

4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. 9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

(Marco 9,2-3)

 

L’incontro con Dio è abbagliante. C’è tanta luce nel suo mistero d’amore. Se a volte non lo percepiamo è perché abbiamo gli occhi chiusi e siamo convinti che la luce sia un fastidio. I discepoli sul Tabor si sentono avvolti da questa luce immensa e i loro occhi si adattano poco a poco a vedere realtà nuove. È un mondo dal quale non ci si vorrebbe mai più staccare, perché noi siamo fatti per vivere nella luce dell’Amore. È una realtà che noi non sappiamo costruire, ma che possiamo solo ricevere come dono inaspettato.

 

Sabato 7 agosto 2021

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

«Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui»

18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.  19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

(Giovanni 3,17)

 

Gesù viene per salvare. Sempre. L’obiettivo che si prefigge non è rivelare all’uomo la sua malizia, ma liberarlo da ciò che lo imprigiona e lo inganna. È il grande guaritore, il vero terapeuta dell’umanità. I grandi censori che vorrebbero riformare il mondo ribadiscono all’infinito la legge, che colpisce le coscienze e ne mette a nudo i limiti: ma questo non basta per guarire. Ci vuole invece quell’amore che sa pazientare, che persuade poco a poco, che valorizza e fa leva sulla parte luminosa e sana del nostro cuore, che infonde fiducia, che fa intravedere un orizzonte promettente, che accende un ideale grande.

 

Domenica 8 agosto 2021
XI DOPO PENTECOSTE

33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

«Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono.
Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi,
ma li trattarono allo stesso modo
»

37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 41Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».  42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? 43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. 44Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato». 45Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. 46Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

(Matteo 21,34-36)

 

Quando ci lamentiamo che Dio non guarda giù, che non interviene, che lascia spazio al male disinteressandosi di quanto succede, può far bene ascoltare le parole di questa parabola. Nonostante la malizia dei suoi contadini, il padrone del terreno continua instancabilmente ad operare e lo fa mandando persone, inviando profeti, suscitando nel cuore di alcuni, di molti, qualcosa di grande, un coraggio tenace, un sogno profetico che riscalda il cuore. Queste persone lungo la storia, in ogni luogo, non mancano mai. Rimangono fedeli e miti fino all’ultimo respiro, annunciando con le parole e con la vita che si può costruire insieme un mondo nuovo.

 

 

Lunedì 9 agosto 2021
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE,
vergine e martire, patrona d’Europa

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;

«Le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio»

4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(Matteo 25,3)

 

A volte qualcuno pensa, con incauto ottimismo, che alla fin fine le cose si aggiustano da sole, che, anche se non ci impegniamo come dovremmo, in extremis salta fuori sempre un modo per cavarsela, perché c’è una buona stella ci assiste sempre. È un po’ come lo studente che ha studiato poco, che fa accendere alla nonna una candela in chiesa il giorno dell’esame: non sempre funziona. C’è una responsabilità personale che non possiamo eludere, di fronte alle grandi svolte dell’esistenza possiamo trovarci non attrezzati per affrontarle. E la vita spesso è spietata, non fa sconti. Gesù lo sa e ci mette in guardia.

 

 

Martedì 10 agosto 2021
S. Lorenzo, diacono e martire

«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto»

25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

(Giovanni 12,24)

 

Vorremmo tutti una vita piena, una gioia continua, una fioritura completa della nostra personalità, e vorremmo tutto queste cose subito. Gesù ci ricorda che la strada per raggiungerle non è quella di pretenderle subito, di cercarle già pronte. Ogni spiga turgida infatti da nasce da un chicco morto e sepolto nel terreno. Le grandi metamorfosi che rendono più umana la storia possono nascere solo da persone e da popoli che hanno accettato l’umiltà e la fatica del vivere, che hanno attraversato tenebre e tempeste senza mai perdere la speranza, continuando a scrutare l’orizzonte e a vedere l’invisibile. È la Pasqua che agisce nella cuore degli uomini.

 

 

Mercoledì 11 agosto 2021
S. Chiara, vergine

«Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio;
ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini,
sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio»

10Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. 11Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, 12perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

(Luca 12,8-9)

 

Il nostro sguardo non può fermarsi nell’al di qua: tutto il Cristianesimo ne risulterebbe meno che dimezzato. La questione della vita eterna è decisiva e più passano gli anni più ce ne accorgiamo. Ne va del senso della vita che viviamo quaggiù e anche del rapporto con i nostri cari defunti. Inoltre sono troppe le ingiustizie spacciate per verità e le brutalità che passano sotto silenzio: tutto questo invoca un momento in cui la verità verrà finalmente a galla, davanti agli occhi di tutti. Il giudizio finale sarà certamente avvolto in un oceano di misericordia, altrimenti non si salverebbe nessuno, ma al tempo stesso una testimonianza luminosa non brillerà allo stesso modo di una testimonianza pavida.

 

 

Giovedì 12 agosto 2021

13Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro:

«Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede»

16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. 20Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

(Luca 12,15)

 

Fino a qualche mese fa erano molti ad essere convinti che l’uomo al giorno d’oggi ha finalmente in mano la sua vita, che con i soldi e la tecnologia i problemi si risolvono, che ormai abbiamo trovato il sistema per spingere in là anche il giorno della morte. Ma il Covid è stato impietoso nel mettere a nudo il nostro limite, nel costringerci alla solitudine anche nei momenti più solenni, nel farci toccare con mano la nostra impotenza. C’è anche chi si è sentito tradito da Dio. Ma chi legge il Vangelo, chi va a scuola dal crocifisso per imparare come vivere, sa bene che siamo noi ad esserci illusi e ad esserci allontanati dalla realtà.

 

 

Venerdì 13 agosto 2021

22Poi disse ai suoi discepoli: «Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. 23La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. 24Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi!

«Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto?»

(Luca 12,25-26)

 

Crediamo di poter gestire e organizzare la nostra vita a nostro piacimento, in realtà basta poco per vedere andare in frantumi i nostri programmi per un imprevisto, per il Covid, per una sorpresa sgradita. A volte vogliamo forzare le cose, costringendole nei nostri schemi, ma tocchiamo con mano il nostro limite. Se cerchiamo invece di entrare nel progetto di Dio, inseguendo una volontà che non è la nostra, lasciandoci guidare dall’amore, ci accorgiamo che tutto diventa un dono, ogni gioia si riempie di riconoscenza e se dobbiamo affrontare difficoltà o ingiustizie impariamo a fidarci davvero di Dio e sperimentiamo di non essere mai soli.

 

Sabato 14 agosto 2021
S. Simpliciano

21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.

«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia»

26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

(Matteo 7,24-25)

 

Nessuna vita è al riparo dalle intemperie. L’essere cristiani non è un amuleto contro le sventure, né una ragione per pretendere da Dio un’esistenza senza sofferenze. C’è un pensiero generalizzato su Dio secondo cui una vita onesta non dovrebbe mai conoscere il dolore: eppure la croce di Gesù da 2000 anni ha liquidato questa idea. Le vere domande dovrebbero essere altre: quali sono le certezze che non crollano? Come resistere quando tutto vacilla? Come uscirò da questa prova? Come far tesoro di questo tempo oscuro che sto attraversando? E l’esperienza indelebile è sperimentare che quando tutto frana Gesù rimane, la conoscenza del suo amore cresce, la croce ci stringe a lui in un modo tutto nuovo.

 

Domenica 15 agosto 2021
XII DOPO PENTECOSTE

«Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele»

7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, 10né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. 11In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. 12Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. 13Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. 14Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. 15In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città.

(Matteo 10,5-6)

 

Il primo invio in missione ha nel pensiero di Gesù un orizzonte ancora circoscritto: l’Israele smarrito, disorientato, tentato da quegli idoli fasulli che in ogni epoca della sua storia banalizzavano la vita e la svuotavano di futuro. Una missione indirizzata quindi a noi, che rischiamo ogni giorno di essere avviluppati dentro la dipendenza dal cellulare, che cerchiamo di soddisfare desideri banali, che ci accontentiamo di sciocchezze, che ingigantiamo le cose da poco e siamo così parsimoniosi nel dedicarci a quelle che valgono. C’è bisogno di un risveglio, di un sussulto, che ci scuota di dosso il torpore, che accenda il cuore e ci ricordi che siamo fatti per gioire di realtà immense.

 

Lunedì 16 agosto 2021
ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 46Allora Maria disse:  «L’anima mia magnifica il Signore 47e

«Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva»

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; 50di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 3ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

(Luca 1,47-48)

 

Maria ha il cuore in fiamme, pieno di entusiasmo, perché vede lo sguardo di Dio che si interessa con amore di lei e la riempie di gioia, oltre ogni immaginazione. Vede Dio agire nella sua piccola storia personale, ma al tempo stesso in quella dell’intera umanità e si emoziona nel vedere che i piccoli sono i suoi prediletti, che gli umili sono al centro della Sua attenzione, che le vicende dei poveri, apparentemente ordinarie e anonime, sono tutte riempite dalla Sua presenza. E tocca con mano che Dio è felicità vera, che sorprende e nutre la speranza, che non abbandona mai e che nessuno mai le potrà togliere.

 

Martedì 17 agosto 2021
S. Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire

«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra,
e quanto vorrei che fosse già acceso!
»

50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! 51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

(Luca 12,49)

 

Quando Gesù passa la vita si accende. Se rimaniamo indifferenti o come prima è segno che non lo abbiamo incontrato. Gesù quindi trasforma i cuori, suscita un amore tenace e creativo, che diventa a sua volta fuoco per altri. Lo spettacolo dell’umanità che vedeva attorno a sé non era così diverso da quello che vediamo noi. E Lui ne soffriva, come spesso accade anche a noi. Aveva l’ansia di vedere la vita del Cielo scendere finalmente sulla terra e illuminare dappertutto la vita dell’uomo. Viveva per questo. Ed era certo che il fuoco dell’amore è capace di sciogliere ogni iceberg.

 

Mercoledì 18 agosto 2021

54Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade.

«E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade.
Ipocriti!
Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo;
come mai questo tempo non sapete valutarlo?
»

(Luca 12,55-56)

 

Forse, quanto a previsioni del tempo, gli antichi nei luoghi in cui abitavano erano praticamente infallibili. Con l’esperienza, bastavano loro due o tre indicazioni per capire cosa sarebbe successo e per orientarli sul da farsi. Anche Gesù offre segni chiari e inequivocabili. Eppure, anziché trarne le conseguenze, noi a volte cominciamo a disquisire, a obiettare, a complicare, rimettendo in discussione anche le cose più ovvie. Sono soltanto alibi, per legittimare in qualche modo le nostre inerzie, per giustificare la nostra poca fede. E così ci aggrovigliamo nei nostri ragionamenti e allontaniamo la gioia.

 

Giovedì 19 agosto 2021

54Diceva ancora alle folle: « 57E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? 58Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. 59Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

«O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo»

(Luca 13,4-5)

 

Ancora una volta Gesù distingue nettamente tra eventi luttuosi e peccato dell’uomo. Non c’è una conseguenza diretta, non ci sono punizioni divine per i cattivi. Del resto la storia ci mostra tutti i giorni che nelle disgrazie i malvagi rimangono quasi sempre a galla e sono soprattutto i poveri e gli innocenti a farne le spese. Gesù dirotta invece l’attenzione su un’altra considerazione: la vostra vita può interrompersi bruscamente, all’improvviso e se non avrete accumulato tesori in cielo vi troverete a mani vuote, con una vita che rimane a metà. Perciò è sempre il tempo della conversione.

 

Venerdì 20 agosto 2021
S. Bernardo, abate e dottore della Chiesa

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo:

«“Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”.
Ma il vignaiolo gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime
»

9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

(Luca 13,7-8)

 

Dio è paziente. Avrebbe mille buone ragioni per risolvere i problemi in modo drastico, per decidere una volta per tutte senza continuare a tergiversare. E invece continua ad attendere. Anche quando noi siamo insofferenti e vorremmo finalmente vedere le cose a posto. Il fatto è che il Suo progetto vuole salvare tutti. E noi siamo lenti e pigri, per persuaderci e convertirci occorrono mille grazie e mille miracoli. Quindi ci vuol tempo. Un padre, una madre che amano sanno bene cos’è la sofferenza nell’attesa, ma la loro speranza è sempre più forte di qualunque impazienza.

 

Sabato 21 agosto 2021
S. Pio X, papa

44Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; 45chi vede me, vede colui che mi ha mandato. 46Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.

«Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva,
io non lo condanno;
perché non sono venuto per condannare il mondo,
ma per salvare il mondo»

48Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. 49Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. 50E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

(Giovanni 12,47)

 

Gesù a più riprese ribadisce che la sua missione è soltanto salvare. Il giudizio è affare del Padre, se ne parlerà alla fine dei tempi. Certo, se il Padre è misericordioso come il Figlio, anche quel giorno avremo parecchie sorprese. Per questo ogni volta che squalifichiamo, che rinchiudiamo una persona nell’errore che ha commesso, come se lei fosse solo il suo peccato, siamo fuori strada. Completamente. Perché Gesù fa sempre il contrario: vede un pubblicano e lo sceglie come apostolo, parla con una donna samaritana dal passato burrascoso e la trasforma in missionaria, incontra l’amico che lo ha rinnegato e gli affida una responsabilità sconfinata.

 

Domenica 22 agosto 2021
XIII DOPO PENTECOSTE

Gesù entrò in Cafàrnao. 2Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. 3Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, 5perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». 6Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli:

«Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va»

e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». 9All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». 10E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

(Luca 7,6-8)

 

La fede di questo centurione è davvero semplice. Eppure è un esempio luminoso. Lui parte dalla sua vita personale, dal suo ruolo di capo, che tutti i giorni comanda e tutti i giorni vede i suoi ordini eseguiti. Secondo lui Gesù ha la stessa autorità indiscutibile. Anche per noi, il fatto che il Signore non esaudisca sempre o subito quello che gli chiediamo non deve far vacillare questa certezza. Nei primi tempi della conversione o della scoperta dell’amore di Dio è frequente  vedere accontentati i nostri desideri. Ad un certo punto però si entra in una stagione diversa, in cui la fede è consolidata e non ci sono più continue conferme. Lì il nostro rapporto con Dio entra in una maturità nuova.

 

 

Lunedì 23 agosto 2021
S. Rosa da Lima, vergine

10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. 13Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 14Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 15E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!

«Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me.
E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato»

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».

(Luca 13,16)

 

Queste parole, lette in riferimento agli apostoli e ai loro successori, orientano i nostri giudizi nei momenti di incertezza o di confusione. Sappiamo che talora è difficile perseverare in questa convinzione, perché si ha l’impressione di non essere capiti o neppure ascoltati. Ma chi è rimasto fedele a queste parole, con docilità, anche in modo eroico, ha raggiunto alte vette di santità, ha inaugurato nella Chiesa nuove strade suggerite dallo Spirito, ha visto confermare e realizzare quello che aveva intuito in un modo sorprendente e strabiliante. L’Onnipotente sa, a Lui possiamo sempre aprire il cuore quando tutto ci sembra strano, e Lui conduce solo così a compimento i suoi progetti.

 

Martedì 24 agosto 2021
S. BARTOLOMEO, APOSTOLO

«Filippo trovò Natanaele e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaele gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”».

47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,45-46)

 

Filippo è convinto. Ha incontrato Gesù e ne è rimasto folgorato. Riconosce subito in Lui il compimento delle promesse di Dio, non ha esitazioni. È quindi capace di affrontare la diffidenza di Natanaele, senza lasciarsi scomporre. Non si mette a discutere con il suo amico, non argomenta, non giustifica le sue idee. Semplicemente invita a fare la stessa esperienza. La fede infatti non può poggiare sulle convinzioni di altri, né sulla capacità di affascinare con le parole. La fede, a 8 o a 80 anni, è sempre un rapporto personale con Gesù, una relazione speciale che si crea con lui, che persuade nel profondo.

Mercoledì 25 agosto 2021

«Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!»

35Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

(Luca 13,34)

 

Commuove l’amore di Gesù per Gerusalemme: è più forte di ogni rifiuto, di ogni durezza di cuore. E’ quell’amore che abita da sempre nel cuore di Dio per questa città nella quale ha deciso di abitare da tempi antichissimi, una predilezione misteriosa che dura ancora oggi, che coinvolge e accomuna credenti di diverse religioni, che suscita nei cuori di milioni di persone di fede un’attrattiva fortissima, difficile da spiegare. E il progetto di Gesù è raccogliere tutti questi suoi figli in una sola famiglia, figli sempre tentati di litigare e di dividersi, di cedere al demone della violenza che esclude l’altro.

 

Giovedì 26 agosto 2021

«Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo»

2Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. 3Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». 4Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. 5Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». 6E non potevano rispondere nulla a queste parole.

(Luca 14,1)

 

Gli sguardi di tante persone sono catalizzati su Gesù. Per qualcuno è un’attrazione, un desiderio di conoscere, di entrare in quel mondo nuovo che Gesù inaugura: quindi un imparare, un lasciarsi cambiare e riplasmare, un libero lasciarsi invadere e trasformare da quella Luce. Per altri lo sguardo è ugualmente fisso su Gesù, ne scrutano ogni movimento, ogni parola, ma alla ricerca di accuse, di critiche, di occasioni per combatterlo e distruggerlo, per dimostrare che sbaglia e che le proprie tesi sono quelle giuste. Sono spinte interiori opposte, suscitate dallo spirito buono o da quello cattivo. Ma solo lo spirito buono porta alla pace e alla gioia.

 

 

Venerdì 27 agosto 2021
S. Monica

1Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare. 7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. 10Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché

«Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato»

(Luca 14,11)

 

È uno stile, un atteggiamento che si coltiva e che poco a poco diventa un’abitudine molto sana. È quel non voler mettersi al centro dell’attenzione, è lo scendere dal palcoscenico e amare la penombra, è il rimanere dove nessuno guarda, il prendersi cura della vita debole. All’apparenza sembra una vita a metà, che si accontenta di gioie povere, che non ambisce a grandi entusiasmi. Ma Gesù sa che solo lì si sperimentano quelle gioie semplici che sono le più belle, quelle che alla fine sono le più grandi. E ad un certo punto ci si trova al centro dell’attenzione senza averlo voluto, quando meno te lo aspetti, con sorpresa, semplicità e vera umiltà.

 

Sabato 28 agosto 2021
S. Agostino, vescovo e dottore della Chiesa

1Convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. 2E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.

«Disse loro: “Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche”».

4In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. 5Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». 6Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

(Luca 9,3)

 

Sembra avventato e paradossale questo partire senza quei mezzi che a tutti sembrano necessari. Ma solo così ci si accorge con sorpresa che le sicurezze, le garanzie di risultati e di soddisfazioni non poggiano sulle certezze umane, perché il gusto saporoso della vita è anzitutto dono di Dio e si realizza negli incontri. Le relazioni vere e intense, l’accoglienza cordiale, il condividere sogni grandi, la semplicità e la disponibilità al servizio creano contesti sereni in cui si sta davvero bene. Lì ti accorgi che non sono i mezzi concreti a rendere felici, ma quei rapporti belli che nutrono gli affetti e cementano amicizie che resistono alle prove del tempo e della distanza.

 

 

Domenica 29 agosto 2021
CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! 32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. 34Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. 35Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; 36e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. 37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. 40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

«Chi accoglie un profeta perché è un profeta,
avrà la ricompensa del profeta,
e chi accoglie un giusto perché è un giusto,
avrà la ricompensa del giusto
»

42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

(Matteo 10,41)

Molto interessante questo criterio di giudizio che Gesù esprime. Mostra che non esiste il singolo fenomeno che trasforma il mondo da solo. Siamo sempre frutto ed espressione  di una squadra. Ci sono persone che vivono all’ombra di personaggi importanti, che permettono loro di essere quello che sono senza che nessuno si accorga di loro. Queste grandi personalità nulla potrebbero se non fossero accuditi, sostituiti nelle faccende di ogni giorno, sostenuti nei tempi della prova e dell’ostilità. Dobbiamo puntare all’”insieme”, valorizzarlo, riconoscere che è il vero tesoro. E Gesù stesso ha detto che dove questo “insieme” si realizza, Lui è li presente. E porta quei doni che solo Lui ci può elargire.

 

 

Lunedì 30 agosto 2021
Beato Alfredo Ildefonso Schuster, vescovo

«Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati»

5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

(Marco 1,4)

 

Un battesimo d’acqua nell’attesa di un Messia. È tutto qui Giovanni Battista. Eppure la sua opera attrae, convoca segretamente nei cuori gente di ogni tipo.

Ogni uomo sincero e onesto sa dentro di sé di dover cambiare, ma è solo la prospettiva concreta di una realtà nuova, possibile e a portata di mano, che spinge a fare un passo in avanti. Occorrerebbe perciò approntare esperienze semplici, ricche di accoglienza e di attenzione verso ciascuno, alimentate da persone che credono davvero fino in fondo nell’amore. Allora non c’è bisogno di troppe parole, ne bastano molto poche. È questa vita, questo mondo nuovo, che conquista.

 

 

Martedì 31 agosto 2021

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo:

«Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali.
Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio;
ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile»

18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

(Luca 3,16)

 

Le promesse di Giovanni sono invitanti, toccano i cuori di chi cerca una vita diversa e li coinvolgono. Occorre però che le promesse vengano mantenute. E con Gesù questo avverrà. Ma non sarà secondo le previsioni. Dio infatti lo riconosci perché ti sorprende. Realizza quanto ha detto, ma in un modo che noi prima non conosciamo. Anche se sappiamo chi è Dio, attraverso il Vangelo e, con il passare degli anni, grazie alle esperienze della vita, di fatto ci raggiunge in un modo nuovo proprio quando non ce l’aspettiamo. Spesso ci conferma in ciò che già sapevamo con la testa, ma farne esperienza è tutta un’altra cosa.

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