Vivi la Parola: 2021 01 – Gennaio

1 gennaio 2021 

OTTAVA DEL NATALE NELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE

«Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori»

19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. 21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

(Luca 2,18)

 

Il Natale di Gesù è proprio una sorpresa, l’Incarnazione di Dio nel piccolo Gesù è un mistero che lascia senza parole. Regna lo stupore in tutti coloro che vengono sfiorati da questo evento. Ma sappiamo che lo stupore con gli anni rischia di affievolirsi, insidiato e a volte sopraffatto dall’abitudine, dal disincanto, dalle delusioni. Il pericolo è di rimanere muti e inerti anche di fronte a cose grandi e questo spegne la gioia di vivere. La capacità di meravigliarsi va custodita, è anche un regalo che potremmo chiedere al Bambino Gesù all’inizio di questo nuovo anno, per mantenere un cuore di bambino che si lascia incantare dal mistero della vita e dell’amore di Dio.

 

 

Sabato 2 gennaio 2021
Ss. Basilio e Gregorio Nazianzeno, vescovi e dottori della Chiesa

Simeone accolse il bambino Gesù tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: 29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli:

«Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele»

(Luca 2,32)

 

Simeone intuisce, grazie ad un’illuminazione speciale dello Spirito santo, che la vocazione e la missione di questo bambino abbracciano tutta l’umanità. In lui si concentra il vertice delle promesse di Dio, la massima manifestazione della sua grandezza che si incarna proprio in quel popolo che Dio si è scelto sin dai tempi di Abramo. Ma l’irradiazione della gloria di Dio in Gesù corre molto lontano. Non c’è uomo o donna di ogni tempo che possa sottrarsi al bisogno di capire come mai siamo qui sulla terra e cosa ci stiamo a fare, e solo Gesù rivela a ciascuno il senso e il fine della vita.

 

 

Domenica 3 gennaio 2021
DOPO L’OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. 16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

«Lo Spirito del Signore mi ha mandato a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista»

a rimettere in libertà gli oppressi, 19a proclamare l’anno di grazia del Signore. 20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

(Luca 4,18)

 

Sarebbe utile interrogarsi su quali sono le cose che più ci condizionano e ci tengono prigionieri. Magari la smania di apparire, l’eccessiva considerazione di sé, le dipendenze oggi così facilmente indotte, le nostre paure, le vendette più o meno manifeste, insomma, l’elenco potrebbe essere lungo. Riconoscere ciò che ci incatena e conquistare la libertà è la grande avventura di ogni giorno, anche se non sempre ne siamo consapevoli: abbiamo bisogno di vederci chiaro e solo chi ama ha lo sguardo limpido, solo la luce del Vangelo vissuto, l’ascolto dello Spirito del Signore che abita in ciascuno di noi, illumina la strada.

 

Lunedì 4 gennaio 2021

23Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24figlio di Mattat, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innai, figlio di Giuseppe, 25figlio di Mattatia, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggai, 26figlio di Maat, figlio di Mattatia, figlio di Semein, figlio di Iosec, figlio di Ioda, 27figlio di Ioanàn, figlio di Resa, figlio di Zorobabele, figlio di Salatièl, figlio di Neri, 28figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattat, figlio di Levi, 30figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliachìm, 31figlio di Melea, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natam, figlio di Davide, 32figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naassòn, 33figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35figlio di Seruc, figlio di Ragàu, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36figlio di Cainam, figlio di Arfacsàd, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamec, 37figlio di Matusalemme, figlio di Enoc, figlio di Iaret, figlio di Maleleèl, figlio di Cainam, 38figlio di Enos, figlio di Set,

«Figlio di Adamo, figlio di Dio»

(Luca 3,38)

 

La lunga genealogia di Gesù, presentata dall’evangelista Luca, lo collega alla sua origine di figlio dell’uomo e, ancor prima, di figlio di Dio. Sono 76 i nomi dei suoi antenati, alcuni noti, altri sconosciutissimi, che vengono snocciolati ad uno ad uno. Lo ricollegano all’origine dell’umanità ed esprimono “l’infinita lontananza di tutte le generazioni che hanno abbandonato Dio”. Ma Gesù è l’anello della catena che, grazie al suo abbandono obbediente al Padre, ricollega tutta l’umanità a Lui, riporta tutta la stirpe umana nel cuore della Trinità. Quindi si passa da uno sconfinato smarrimento ad una piena appartenenza, quella di essere figli dell’unico Padre.

 

 

Martedì 5 gennaio 2021

29Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, Giovanni disse: «Ecco colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

«Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui”»

33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

(Giovanni 1,32)

 

Molto spesso ci soffermiamo sull’esteriorità del Battista, un uomo dalla parola di fuoco, dal temperamento veemente, dalla sobrietà impressionante, che non si lascia condizionare da nulla né da nessuno. Ma non si tratta di un borderline della fede, né di un fanatico integralista. È un uomo dallo sguardo contemplativo, segnato da illuminazioni particolari di cui lo Spirito l’ha messo a parte, un uomo che ha visto ciò che ai più resta invisibile, un profeta dall’occhio penetrante che sa scorgere il passaggio di Dio e non se lo lascia scappare. Ciò che appare all’esterno è espressione di un’unione con Dio straordinaria, che lo alimenta ad ogni istante. Il cuore è ciò che conta.

 

Mercoledì 6 gennaio 2021

EPIFANIA DEL SIGNORE

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo:

«Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo»

9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

(Matteo 2,8)

 

La frase di Erode ai Magi è ovviamente un tranello, il suo desiderio non è adorare, ma eliminare il Re bambino. Sorprende che non abbia inviato un gruppo di soldati, con il pretesto di scortare i Magi. Probabilmente era troppo sicuro che loro non si sarebbero mai immaginati di disubbidirgli. Ma per chi cerca Dio con la tenacia dei Magi i re della terra vengono dopo. La loro ricerca è accompagnata, Dio è con loro sin da prima che il loro viaggio iniziasse. Ogni volta che ci mettiamo sulle tracce di Dio, in realtà Lui ci ha già preceduto, accendendo in noi il desiderio di Lui.

 

 

Giovedì 7 gennaio 2021

«Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore»

35Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 39Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». 41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.

(Luca 12,34)

 

Non sempre abbiamo vivo un desiderio nel cuore. O perché l’attesa poco a poco ha appannato la speranza o perché le illusorie soddisfazioni del mondo ci stordiscono e ci spengono. Ma se il cuore non smette di protendersi verso Dio, se si rimane decisi ad assediarLo, certi che il suo amore non ci deluderà, non solo raggiungiamo il frutto di quello che gli chiediamo, ma otteniamo lungo tutta l’attesa il tesoro più grande: Lui. Infatti il desiderio ci ha stretti a Lui, non ci ha permesso di distrarci e tutta la nostra vita nel frattempo ha portato frutti incalcolabili, perché era lui ad agire attraverso di noi.

 

 

Venerdì 8 gennaio 2021

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio;

«Le sagge invece, insieme alle loro lampade,
presero anche l’olio in piccoli vasi
»

5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(Matteo 25,4)

 

Per essere davvero vigilanti, di fronte alla venuta del Signore, occorre guardare avanti e prepararsi. Sappiamo infatti che la vita riserva molti imprevisti e non sempre ci troviamo pronti e ben attrezzati per affrontare le novità. Ma soprattutto, preparare è desiderare e in certo modo pregustare, per quanto possibile, ciò che attendiamo. Diventa così un’espressione del nostro amore. Rimandare questi preparativi, non solo ci lascerà smarriti al momento dell’incontro, ma sembra dire che le cose che facciamo sono più urgenti di Colui che attendiamo. E così la vigilanza diventa anche un’espressione della nostra fede.

 

Sabato 9 gennaio 2021  dopo l’Epifania

31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico:

«Chiunque ripudia la propria moglie,
eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio
»

e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

(Matteo 5,32)

 

Sembra così difficile vivere oggi la fedeltà nell’amore che ormai si tende a ritenere normale che una coppia si separi. Da qui si sviluppa una casistica infinita per tutelare le parti in causa, riuscendoci comunque in modo insufficiente. Ogni fallimento nell’amore infatti è e resta un dolore, una sconfitta, un trauma che ha gravi ripercussioni su molti. Certo, lo si può minimizzare, banalizzare, ma questo è soltanto un modo per cercare di nascondere il problema e le ferite.

Gesù ama l’uomo e insegna in mille modi l’amore, perché questa è l’unica strada che porta alla vera gioia del cuore. Perciò non smetteva mai di predicare l’indissolubilità, a dispetto della mentalità che lo circondava.

 

Domenica 10 gennaio 2021
BATTESIMO DEL SIGNORE

7Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». 9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo:

«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento»

(Marco 1,11)

 

Il Padre guarda dal Cielo Gesù con infinita soddisfazione. È proprio così il Suo volto, che vuole rivelare agli uomini: ogni gesto e ogni parola di Gesù  saranno espressione fedele di Sé. Ma questa manifestazione dall’Alto non parla solo di Gesù: ci mette a contatto con la relazione che i Tre vivono tra loro. Infatti ciascuno è presente dove c’è l’Altro e ciascuno è sempre espressione dell’Altro e dell’amore che circola tra loro. Uno stile che dovremmo cercare di imparare anche noi uomini e che si realizza naturalmente quando ci vogliamo davvero bene: ciascuno diventa espressione di un “noi” e anche ciò che fa è sempre in piena consonanza con gli altri. Una vera comunione.

 

 

 

Lunedì 11 gennaio 2021

«Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio»

2Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. 3Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, 4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

(Marco 1,1)

 

Marco non ha reticenze e non cerca “l’effetto sorpresa”: inizia subito il suo Vangelo dichiarando apertamente tutto. Le prime parole già contengono tutto l’essenziale, il centro di quanto poi verrà raccontato. C’è una teologia ricchissima in queste prime cinque parole, ma la spiegazione del loro significato non avverrà per concetti, bensì attraverso la narrazione della storia, della vita di Gesù. Quindi non una teologia astratta, scissa dalla realtà quotidiana: rischierebbe di imporre una teoria, dimenticando invece che nel Cristianesimo tutto è nato dall’incontro con questo personaggio straordinario che ha rubato il cuore e l’ha dilatato all’infinito.

 

 

Martedì 12 gennaio 2021

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva:

«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo»

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

(Marco 1,15)

 

Il debutto di Gesù come predicatore in Galilea è riassunto e sintetizzato da Marco in una riga.  Ciò che si respirava dalle Sue parole era chiaro per tutti: ormai ci siamo, non c’è più da aspettare. Dio adesso gioca come non mai a carte scoperte, non ha più segreti, vuol dirci tutto. L’attesa è stata lunga, ma adesso tutto cambia. Non potremo più dire che Dio lo si vede solo di spalle e neppure che non è possibile vederlo faccia a faccia e non morire. Ma per riconoscerlo occorre convertirsi, accettare di cambiare le nostre idee su di Lui, avere l’umiltà di mettersi in ascolto lasciandosi prendere per mano. E l’avventura sarà ogni volta nuova per ciascuno.

 

Mercoledì 13 gennaio 2021

21Giunsero a Cafàrnao e

«Subito»

Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. 29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. 32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

(Marco 1,21)

 

Nel descrivere una giornata tipo di Gesù, quella di Cafarnao, Marco ripete quattro volte in poche righe lo stesso avverbio: “subito”. Come a dire che Gesù non va di fretta, ma è anche vero che non perde più un attimo. Non si può più sprecare il tempo, perché è troppo importante per tutti gli uomini la Sua missione. E Lui decide di viverla con intensità attimo dopo attimo, in totale comunione con il Padre, inanellando un incontro dopo l’altro, immergendosi in ciascuno, rendendolo semplice e sacro com’è sempre il passaggio di Dio, lasciando dopo ogni contatto una scia di luce.

 

Giovedì 14 gennaio 2021

35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. 40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse:

«Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro»

45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

(Marco 1,44)

 

Suona paradossale questa richiesta di Gesù al lebbroso appena guarito: è possibile tacere un prodigio simile che in un attimo ti rivoluziona completamente la vita? Ma Gesù vuole che la riconoscenza a Dio sia espressa subito, perché il suo non è un miracolo compiuto per suscitare clamore, ma una guarigione che deve essere soprattutto interiore. Inoltre occorre che sia riconosciuto ufficialmente, perché ciò che Gesù fa si iscrive in un’opera di salvezza che temporalmente lo precede e che adesso conosce la sua piena realizzazione. Quindi, una gratitudine più grande delle emozioni, una vita interiore più importante di qualsiasi altra cosa.

 

Venerdì 15 gennaio 2021

13Uscì di nuovo lungo il mare;

«Tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro.
Passando, vide Levi
»

il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 23Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. 24I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». 25Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? 26Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». 27E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! 28Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

(Marco 2,13-14)

 

Per Gesù la folla non è mai anonima, non è una massa indistinta. Ogni volto vale, per ciascuno c’è uno sguardo. Anche davanti a migliaia di persone non perde mai di vista il singolo. Sa bene che ogni cuore è un mondo originale, segnato da una storia, sempre bisognoso di una pienezza che potrà gustare solo se Lo accoglierà. Ma ogni cuore è anche una fortezza da conquistare e la strada più persuasiva per raggiungerlo, quella più rispettosa di ciascuno, è solo quella dell’amore che offre tutto, invita sempre e non costringe mai.

 

 

Sabato 16 gennaio 2021

16La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi.

«È più facile che passino il cielo e la terra,
anziché cada un solo trattino della Legge
»

(Luca 16,17)

 

Gesù è il vero interprete del Primo Testamento. Infatti la Parola di Dio lungo i secoli è stata talora mal compresa o distorta, ma in essa Gesù era già sempre presente. Se noi vediamo che Gesù scardina tradizioni e mentalità religiose è solo per fedeltà al Padre, tanto spesso manipolato dagli interessi personali dei farisei e quindi non conosciuto nella sua vera identità. Del resto Dio è sempre Sè stesso: se nel Primo Testamento si rivela progressivamente è perché solo così il popolo d’Israele può man mano comprenderlo. Dio è amore. Lo è sempre stato e sempre lo sarà. Con Gesù ne abbiamo finalmente l’annuncio e la prova definitiva.

 

Domenica 17 gennaio 2021  II DOPO L’EPIFANIA

1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

«Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse:
“Non hanno vino”»

4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». 6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». 11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

(Giovanni 2,3)

 

Maria, da donna amorevole e accorta, è la prima ad accorgersi che a Cana il vino è finito. E interviene. Con successo. C’è da pensare che non sia avvenuto solo allora, ma che sia un suo stile che si ripete sempre, nella vita di ogni uomo e donna di cui lei è madre. È così facile veder diminuire le nostre riserve di fiducia e di gioia, specie se si attraversano periodi inquietanti come il nostro. Ma non siamo soli e la vicinanza materna di Maria sa alimentare la speranza e il coraggio proprio là dove tutto concorre per farli svanire. Standole accanto, è possibile avere una sovrabbondanza di vita proprio quando tutto sembrava perduto.

 

 

 

Lunedì 18 gennaio 2021  
CATTEDRA DI S. PIETRO

13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

«A te darò le chiavi del regno dei cieli:
tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli,
e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli»

(Matteo 16,19)

 

Molto impegnativa la promessa di Gesù a Pietro. Si direbbe proprio che il Cielo si pieghi alle decisioni dell’apostolo. Questo mostra fino a che punto Dio sceglie di fidarsi degli uomini e anche di quale fiducia Gesù investa Pietro, pur conoscendone le sue fragilità. All’origine c’è quindi anche una relazione specialissima, unica che Gesù ha voluto tra sé e Pietro e i suoi successori, una relazione che ha una grazia particolare, su cui può poggiare una collaborazione così stretta. Anche per questo giudicare il papa è molto rischioso.

 

Martedì 19 gennaio 2021

22Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». 23Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? 24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi;

«Se una casa è divisa in se stessa,
quella casa non potrà restare in piedi
»

26Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 30Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

(Marco 3,25)

 

Ogni divisione nasce da un gesto di forza con cui ci si distacca dall’altro. In realtà si rivela una scelta che rende deboli. Divide et impera: un motto degli antichi per ricordare che la discordia è utile a chi ti vuole manovrare e anche oggi l’informatica lo usa per indicare come risolvere i problemi e dominarli. I nostri vecchi spendevano molte energie, ripetevano fino allo stremo ai figli di andare d’accordo, di volersi bene. Sapevano ricomporre i litigi con infinita pazienza. Solo nell’unità c’è armonia e pace.

 

 

Mercoledì 20 gennaio 2021 
S. Sebastiano, martire

«Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo»

32Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

(Marco 3,31)

 

I parenti di Gesù vorrebbero tirare fuori Gesù da quel vortice in cui è finito. Dicono tra loro che è uscito di senno, che è fuori di sé, cercano di riportarlo alla normalità. Rimangono fuori, appartati, gli chiedono di uscire, non vogliono mescolarsi agli altri, ai discepoli che sono dentro casa. Ma Gesù resta perché la sua famiglia è fatta ormai da coloro che sono dentro il Regno, che sono accanto a lui. L’invito ad entrare nel mondo di Gesù è sempre aperto a tutti, anche ai suoi parenti.

 

Giovedì 21 gennaio 2021 
S. Agnese, vergine e martire

1Cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. 2Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3«Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». 9E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». 10Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. 11Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, 12affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». 13E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? 14Il seminatore semina la Parola. 15Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. 16Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, 17ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno.

«Altri sono quelli seminati tra i rovi:
questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto
»

20Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

(Marco 4,18-19)

 

È forse la condizione, il rischio più frequente per i discepoli di Gesù. La Parola ci conquista, ci distende il cuore, ci apre la mente, ci fa scoprire quello che non immaginavamo. Ma poi la vita di ogni giorno ci insidia e a volte ci spegne. Non sempre siamo attenti nel discernere le attrattive limpide da quelle oscure, ci lasciamo trascinare dalle voglie e dalle dipendenze pensando che in fondo non ci sia niente di male. Ma poi ci ritroviamo sterili e inariditi. Grazie a Dio però è sempre possibile ricominciare.

 

 

Venerdì 22 gennaio 2021

10Gesù diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici:

«Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio
o sotto il letto?
O non invece per essere messa sul candelabro?
»

22Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. 23Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

(Marco 4,21)

 

Ciò che Gesù dice è evidente, logico. Lui è la lampada che illumina il mondo, ma noi suoi discepoli rischiamo sempre di nasconderlo. Per timidezza, per paura di non essere capiti, per una falsa incapacità. Noi pensiamo immediatamente alle parole da dire, ma quelle dovrebbero essere l’ultima cosa. La prima è la vita, la testimonianza visibile, non ostentata, semplice e naturale di una vita tutta Vangelo. Sappiamo che gli esempi parlano molto più e meglio delle parole. Se poi la nostra vita interroga qualcuno, allora sarà il momento di spiegare, raccontare la storia più bella che esista, quella di Gesù.

 

Sabato 23 gennaio 2021

1Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. 2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. 5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.

«Guarite gli infermi, risuscitate i morti,
purificate i lebbrosi, scacciate i demòni
»

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, 10né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.

(Matteo 10,8)

 

Questi quattro compiti che Gesù affida ai discepoli mandandoli in missione mostrano in sintesi l’obiettivo della loro opera. Devono liberare dal male, seminare speranza, accendere la vita, aprire alla gioia. Il mondo annaspa anche oggi: non solo per la pandemia, ma soprattutto perché non sa più il perché di quello che fa, o perché ha risposte troppo povere. E rischiamo di lasciarcene contagiare anche noi se non ci tuffiamo ad annunciare con la vita e le parole che c’è un altro modo, che c’è un altro mondo.

 

 

Domenica 24 gennaio 2021  
III DOPO L’EPIFANIA

Le folle, avendolo saputo, seguirono Gesù a piedi dalle città. 14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. 15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare».

«Gli risposero:
“Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!”.
Ed egli disse: “Portatemeli qui”»

19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

(Matteo 14,17-18)

 

Spesso Gesù ci lascia toccare con mano la nostra pochezza. Vorremmo fare anche grandi cose, ma siamo quello che siamo e a volte ci sentiamo schiacciati dalla nostra impotenza. Possiamo anche metterci d’impegno, ma i nostri sforzi sono vani, non capiamo in cosa stiamo sbagliando.

E’ il momento di guardare in alto, sapendo che tutto dipende da Lui e non da noi. Quando abbiamo la consapevolezza che tutto ciò che facciamo è opera sua, allora  nasceranno cose grandi con nostra stessa meraviglia.

 

 

 

Lunedì 25 gennaio 2021 
CONVERSIONE DI S. PAOLO, APOSTOLO

«Allora Pietro gli rispose:
“Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito;
che cosa dunque ne avremo?”»

28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.

(Matteo 19,27)

 

Pietro il passo l’ha fatto, ha lasciato tutto: affetti, lavoro, tranquillità per seguire Gesù, una pazzia! Ma ad un certo punto sembra rinsavire: ” Ma noi cosa ci guadagniamo?”.

Capita a tutti prima o poi di guardarsi indietro e chiederci se veramente vale la pena dimenticarsi  degli altri nel nome di Gesù. Quando il gioco si fa duro uno si chiede: “Ma perché?!”. La risposta è sempre la stessa: “Per avere la vita eterna, cioè la felicità”. Ma non un giorno lontano, ora, subito. Se hai seguito Gesù sai benissimo che non ne puoi più fare a meno, magari ci provi, scappi, ma alla fine scopri che solo con Lui puoi essere felice e ti arrendi.

 

Martedì 26 gennaio 2021
Ss. Timoteo e Tito, vescovi

24E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. 26Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola?

«Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve»

28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno.

(Luca 22,27)

 

Seguire Gesù vuol dire servire gli altri senza chiedere nulla in cambio. Occorre una libertà di cuore che non si improvvisa, ci vogliono anni di esercizio e a volte ci si accorge ugualmente di non essere così liberi. Significa esserci sempre con disponibilità di cuore, ma anche essere pronti a ritirarsi in qualunque momento non sia più necessario il nostro intervento.

E’ difficile, perché è umano attaccarsi a ciò che facciamo, sentirlo nostro, l’unico modo è abituarsi a sentirlo Suo. Così ci accorgiamo che quando ci è chiesto di lasciare qualcosa è per acquistarne un’altra più grande.

 

 

 

Mercoledì 27 gennaio 2021

35In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». 36E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. 37Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena.

«Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva.
Allora lo svegliarono e gli dissero:
“Maestro, non t’importa che siamo perduti?”»

39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

(Marco 4,38)

 

In questi mesi in cui l’ansia domina la scena, spesso ci siamo chiesti perché il Signore non intervenisse. Abbiamo visto persone disperate per la morte in solitudine dei propri cari, abbiamo avuto paura che capitasse anche a noi, ci siamo lasciati in qualche modo paralizzare.

Gesù è in mezzo a noi, ci crediamo, ma sembra dormire.

L’atteggiamento vincente è un altro, è quello di chiederci che cosa il Signore si aspetti da noi in questo momento. Per ognuno la risposta è diversa e nasce nel proprio cuore, ma la risposta c’è, occorre ascoltarla. Non possiamo pensare a questo periodo solo come a qualcosa di completamente negativo, è duro ma qualcosa ci sta insegnando, niente nella nostra vita passa invano.

 

 

 

Giovedì 28 gennaio 2021
S. Tommaso d’Aquino

1Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. 2Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. 3Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, 4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. 5Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi 7e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». 8Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». 9E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». 10E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. 11C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. 12E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». 13Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.  14I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. 15Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. 16Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. 17Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.  18Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. 19Non glielo permise, ma gli disse:

«”Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te”. Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati»

(Marco 5,19-20)

 

Evangelizzare non significa tanto insegnare la dottrina di Gesù e parlare del Vangelo, quanto soprattutto narrare ciò che il Signore ha fatto nella nostra vita. Se racconto con sincerità i miracoli che il Signore ha compiuto in me, improvvisamente l’attenzione di chi mi sta vicino si acuisce, perché percepisce immediatamente la sincerità di ciò che sto dicendo. Certo non è facile entrare in se stessi e portare allo scoperto ciò che magari è sepolto da tempo, vuol dire tirar fuori anche tutte le proprie debolezze, perché solo così l’azione del Signore appare più splendente. Eppure chi ha tanto ricevuto sa di avere questo obbligo di riconoscenza di fronte al Signore e di Amore verso i fratelli.

 

Venerdì 29 gennaio 2021

21Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui.        35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina.

«Prese la mano della bambina e le disse:
“Talità kum”, che significa: “Fanciulla, io ti dico: àlzati!”»

42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

(Marco 5,41)

 

Ci sono momenti in cui siamo stesi, bloccati, completamente impotenti come questa ragazza, ci sembra di non avere via di scampo. E non abbiamo neppure la fede del padre Giàiro che va a cercare Gesù sapendo che solo lui può fare qualcosa. E come a lei ci viene donata gratuitamente la salvezza, Gesù ci prende per mano e ci dice: ” Alzati” . E’ un’esperienza che prima o poi capita a tutti.

 

 

Sabato 30 gennaio 2021

17Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro:

«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà»

(Matteo 20,18-19)

 

Quelle di Gesù sono affermazioni sconvolgenti per gli apostoli. Hanno seguito questo Rabbi meraviglioso che salvava, guariva, parlava alle folle, ma adesso la musica cambia. E’ il momento della verità. Lo vedranno solo, perseguitato, ucciso.

E’ facile credere in Lui quando le cose vanno bene, a volte sappiamo anche ringraziare. Ma nel momento della prova tutto è più difficile, eppure è anche il momento di aggrapparsi ancora di più a Lui. Se è stato pronto a patire tutto per noi, siamo sicuri che non ci abbandonerà mai, anche quando ci sentiamo soli.

 

 

Domenica 31 gennaio 2021 
S. FAMIGLIA DI GESU’, MARIA  E GIUSEPPE

41I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e

«Sua madre gli disse:
“Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. 49Ed egli rispose loro:
“Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”»

50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. 51Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

(Luca 2,48-49)

 

Gesù è adolescente e tutti i genitori sanno come sia il periodo più difficile da passare con i propri figli e come non ci si arrivi mai sufficientemente preparati. Per tre giorni non lo trovano più, gli può essere successa qualunque cosa. Bisogna provare quale angoscia si impadronisce di te quando alla sera tardi un figlio non torna a casa.

Maria e Giuseppe si mettono alla ricerca, è la prima separazione, non sono pronti, ma non si fermano, non si rassegnano, sono disposti a tutto per ritrovarlo. E anche quando lo trovano non lo riconoscono più, parlano lingue differenti, le loro vite ormai sono differenti. E’ comunque un momento di crescita per tutti, doloroso, a volte molto doloroso, ma dall’adolescenza dei figli anche i genitori escono diversi e più ricchi.

 

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