VIVI LA PAROLA !
Marzo 2025
Sabato 1 marzo 2025
«Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano»
24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
(Giovanni 4,23)
La Samaritana nel suo celebre dialogo con Gesù è ferma alle discussioni intorno al modo esteriore di professare la fede. Gesù poco a poco la porta al cuore della preghiera: che è essenzialmente la preghiera stessa di Gesù, cioè la relazione con il Padre. E questo è molto istruttivo per noi. Perché anche oggi a volte ci fermiamo alla forma, a ciò che appare. Gli strumenti che dovrebbero servire per farci entrare in maggior intimità con Dio diventano il vero oggetto della nostra attenzione. Rischiamo così di irrigidirci di fronte a chi ha per esempio una spiritualità diversa dalla nostra. Dimenticando che ognuno di noi ha un suo cammino unico, una sua relazione personalissima con il Padre, e che ciascuno riesce a percepire solo una briciola del suo rapporto possibile con il Signore. E spesso prova a rispondere come può, come meglio gli riesce.
Domenica 2 marzo 2025 ULTIMA DOPO L’EPIFANIA
1Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura.
«Allora Zaccheo corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là»
5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
(Luca 19,4)
A volte anche noi ci sentiamo come Zaccheo, ci vediamo piccoli e un po’ schiacciati da chi ci sta intorno. Abbiamo paura di essere giudicati e quindi tendiamo ad isolarci, e ci rifugiamo dove pensiamo di poter stare tranquilli, lontani da sguardi indiscreti. Ma il Signore ci ha promesso la sua pace, la pace del cuore, non ci ha promesso una placida tranquillità vissuta nella nostra zona di comfort ben riparata. Gesù da noi vuole altro: ci chiede di stare nella mischia, di accettare la sfida degli incontri, provando a riempirli con il suo amore. E ci accorgeremo che lo incontreremo proprio lì, in mezzo agli altri, nei fratelli. E così scopriremo che mentre ci stiamo preoccupando di chi ci sta intorno, di chi ha bisogno, proprio in quell’istante in cui non abbiamo un attimo per noi stessi, Lui è lì che ci stava aspettando.
Lunedì 3 marzo 2025
13Mandarono da lui alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. 14Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». 15Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». 16Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
«Gesù disse loro: “Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio”. E rimasero ammirati di lui»
(Marco 12,17)
Quella di Gesù è una proposta di libertà, non siamo schiavi di nessuno, solo a Dio dobbiamo rendere conto. Nella vita dobbiamo portare rispetto a tutti, ma mai “inchinarci” davanti al potere. Esistono anche dei poteri piccoli, gli orticelli. A volte per non perdere le posizioni acquisite siamo pronti a scendere a compromessi con noi stessi e questo ci rende schiavi. Un cuore libero è quello che sa non attaccarsi a ciò che fa, sapendo che tutto gli potrebbe essere tolto in qualunque momento. E’ tanto difficile, ma con l’aiuto del Signore è possibile.
Martedì 4 marzo 2025
18Vennero da lui alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: 19«Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 20C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. 21Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, 22e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. 23Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 24Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? 25Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli.
«Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore»
(Marco 12,26-27)
Se il nostro è il Dio dei viventi ci chiede di essere vivi a qualunque età. E’ vivo chi sogna, chi progetta, chi continua a generare. Molti invece a un certo punto decidono di sopravvivere, vivendo di ricordi e guardando al futuro con grande timore. Noi dobbiamo essere un segno di speranza per le generazioni future. Il problema di oggi è che i ragazzi non trovano tanti adulti pronti a mettersi al loro fianco: ci sembrano duri, indifferenti, a volte insopportabili, ma se si sentono amati cade ogni barriera e tutto cambia. Non saremo sempre d’accordo, discuteremo, ma mai in contrapposizione. E…scopriremo di essere vivi.
Mercoledì 5 marzo 2025
38Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». 41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
«Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: “In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”»
(Marco 12,43-44)
Spesso pensiamo che l’unico modo per rendere grazie a Dio e aiutare gli altri sia dare denaro. In parte può essere vero, perché senza liquidità non si va da nessuna parte, ma esiste qualcosa di più prezioso, il tempo. Ci è chiesto di dare al Signore e ai fratelli non le briciole ma tutto il tempo che abbiamo, cioè la nostra vita. Condividere con chi ha bisogno le ansie, i sogni, le emozioni ci apre un mondo nuovo, ci mette in gioco, non siamo più quelle persone distaccate e asettiche che decidono di fare un po’ di volontariato. Non saremo più neanche tanto sicuri di essere sempre obiettivi, perché vedremo le cose da un’altra prospettiva. Scopriremo cos’è la compassione, cioè il sentire insieme sia le gioie che i dolori e alla fine ci troveremo molto più ricchi.
Giovedì 6 marzo 2025
Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. 10Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. 11E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. 12Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno.
«Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato»
(Marco 13,13)
Credere in un Dio crocefisso significa essere pronti a portare la croce. Gesù non ce lo ha nascosto, ci ha solo detto di non arrenderci, di andare avanti. Ci sono momenti nella vita in cui ci sembra di non farcela più, ma noi sappiamo di non essere mai soli. In fondo al tunnel c’è sempre la Luce che è Lui stesso e a noi chiede di esserlo per gli altri.
Venerdì 7 marzo 2025
«Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina»
29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
(Marco 13,28)
Gesù ci chiede di essere come la pianta del fico che annuncia l’arrivo della bella stagione. Gli Ebrei stavano andando incontro alla distruzione del tempio, avvenuta nell’anno 70 d.C .e il Signore li prepara. Ma in tutte le epoche si sono viste catastrofi e distruzioni. Anche oggi siamo attanagliati dal terrore delle guerre: ebbene proprio noi dobbiamo essere quel segno di Speranza per chi ci incontra. Occorre continuare a lottare senza abituarsi all’orrore, ma nello stesso tempo essere quel germe di vita che sostiene chi non riesce ad affidarsi.
Sabato 8 marzo 2025
1Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, 2e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
«Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Àlzati, vieni qui in mezzo!”»
4Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. 5E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. 6E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
(Marco 3,3)
Gesù mette al centro dell’attenzione un uomo che probabilmente stava nascosto per la vergogna della sua menomazione. In alcuni momenti difficili stiamo anche noi nascosti temendo di essere giudicati. Il Signore ci chiede di essere trasparenti, solo così potremo trasformare le nostre fragilità in momenti di Grazia e aiuto per gli altri. Infatti è molto più credibile chi si lascia guardare con le proprie difficoltà, anche con i propri sbagli e chiede in qualche modo aiuto per superarli. E’ un modo per essere liberi, ci affidiamo solo al giudizio di Dio, quello degli altri non ci interessa.
Domenica 9 marzo 2025 ALL’INIZIO DI QUARESIMA (I di Quaresima)
1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.
«Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò»
e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
(Matteo 4,2-3)
Noi tutti immaginiamo che Gesù abbia avuto fame anche prima del quarantunesimo giorno di digiuno. Ma probabilmente questo dettaglio ci indica che la tentazione aggredisce Gesù quando è già molto provato e logorato dalla fatica. Sappiamo infatti che la stanchezza abbassa le difese, ci rende più vulnerabili e ci chiede un supplemento di energia. Gesù replica al tentatore appoggiandosi alla Parola, alla sua potenza creatrice, all’illuminazione che da essa proviene per illuminare la strada. E da ultimo diventerà decisivo il rifiuto netto, il non lasciare aperta neppure una fessura. Papa Francesco ripete spesso che il diavolo o lo si espelle o vince lui e ce la fa pagare.
Lunedì 10 marzo 2025
1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli.
«Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”»
4Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
(Matteo 5,2-3)
Originalissima questa predicazione che esordisce elencando i beati, i vincitori della storia, moltiplicando le promesse in loro favore. Non inizia cercando di convincere, di richiamare valori morali, ma annunciando notizie felici. Gesù mostra che la salvezza è già in corso, la vita determina già delle conseguenze, che ci sono persone già al sicuro, salvate, perché hanno seguito la voce di Dio che parla dentro ciascuno. Certo, nel presente della storia sono ancora provate, spesso torchiate dalle difficoltà, ma hanno già la vittoria in pugno e nessuno gliela può strappare di mano.
Martedì 11 marzo 2025
13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. 14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte,
«Né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa»
16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.
(Matteo 5,15)
Un sale insipido, una luce nascosta sono dei controsensi, cose del tutto inutili. Perché occorre che ogni realtà sia davvero se stessa. Così è per ciascuno di noi: il rischio maggiore che corriamo è quello di non essere noi stessi, di non essere ciò per cui siamo fatti. E l’uomo è fatto per amare, solo nel dono gratuito di sé si realizza appieno. Ce ne accorgiamo quando ci disperdiamo in dissipazioni inutili, ci rimane un senso di inconcludenza e di smarrimento. Mentre vivendo ogni attimo come Dio ci vuole è come se la vita ci fosse restituita, con soddisfazione e un senso nuovo di libertà.
Mercoledì 12 marzo 2025
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento»
18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
(Matteo 5,17)
Spesso vorremmo che la nostra vita e quella del mondo attorno avesse una svolta drastica, radicale, verso la pace e la fraternità, vorremmo strappare il libro del passato e cominciare a scrivere finalmente una pagina tutta nuova che fa rinascere il mondo, piena di intuizioni inedite, reinventando tutto. Gesù ammonisce che non si tratta di abolire tutto e ripartire da zero. Lui stesso partirà sempre dalla fiammella debole e incerta per potenziarla, dal piccolo atto d’amore che può crescere fino a donare tutto. Così anche ogni dettaglio della legge va semplicemente capito nel suo vero senso, valorizzato e vissuto.
Giovedì 13 marzo 2025
20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. 21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
«Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono»
25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
(Matteo 5,22-24)
Ogni insulto crea distanza, è un modo per allontanarci dalla persona, per eliminarla, per non avere più nulla a che fare con lei. A Gesù quindi non basta che non ci offendiamo, non si accontenta di vederci bene educati: ci chiede invece di avvicinarci, di farci prossimi, di non allontanare dal cuore nessuno, chiede la vicinanza, la compassione e la tenerezza come non si stanca di ripetere papa Francesco. Ad una legge che si accontentava di porre limiti precisi alle aggressioni fisiche e verbali, Gesù replicherà con il comandamento dell’amore reciproco, fino a dare la vita gli uni per gli altri, come Lui ci ha amati.
Venerdì 14 marzo 2025
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Luca.
1Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, 2e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano in che modo toglierlo di mezzo, ma temevano il popolo. 3Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici. 4Ed egli andò a trattare con i capi dei sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo a loro. 5Essi si rallegrarono e concordarono di dargli del denaro. 6Egli fu d’accordo e
«Giuda cercava l’occasione propizia per consegnarlo ai capi, di nascosto dalla folla. Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: “Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua”»
9Gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo?». 10Ed egli rispose loro: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua; seguitelo nella casa in cui entrerà. 11Direte al padrone di casa: “Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 12Egli vi mostrerà al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate». 13Essi andarono e trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. 14Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». 17E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, 18perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». 19Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi». 21«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. 22Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». 23Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo. 24E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. 26Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
(Luca 22,6-8)
Mentre Giuda cerca il modo di consegnare Gesù ai capi dei sacerdoti e delle guardie, Gesù prepara tutto per consegnarsi lui stesso fino alla fine alla volontà del Padre e agli uomini per la salvezza di ogni uomo. È la sua Pasqua, il suo passaggio da questo mondo al Padre, e vuole che fino all’ultimo ogni suo gesto riveli il suo desiderio di donarsi per amore. Quanto più cresce il male contro di lui, tanto più Lui risponde all’odio con l’amore. E l’Eucaristia sarà per tutti i secoli il ricordo incancellabile di come Lui si comportò proprio nella notte in cui veniva tradito.
Sabato 15 marzo 2025
1In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. 2Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». 3Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? 4Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. 5O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio.
«Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa»
8Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
(Matteo 12,7)
Da sempre, anche nel Primo Testamento, Dio ha ripetuto che a Lui interessa il perdono, lo sguardo di misericordia verso tutti i fratelli, molto più che l’osservanza scrupolosa della legge, che tra l’altro, come ripete san Paolo, nessuno è capace di vivere. Occorre dirigere le energie del cuore verso il giusto bersaglio, a nulla servirebbe centrare alla perfezione il bersaglio sbagliato. Il sacrificio che più ci costa e che più vale è quello di vedere in ogni uomo, in ogni donna, un fratello o una sorella da amare, alzando il loro cuore, senza mai far pesare i loro limiti e le loro colpe.
Domenica 16 marzo 2025 DELLA SAMARITANA (II di Quaresima)
5Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». 27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui. 31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.
«Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura”»
36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». 39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
(Giovanni 4,35)
L’entusiasmo per il frutto sorprendente del dialogo con la donna samaritana riempie il cuore di Gesù. E vuole aprire il cuore dei discepoli ad uno sguardo del tutto nuovo sulla realtà. Mentre loro pensano di essere soltanto nell’inverno della semina, lui annuncia che siamo già nell’estate calda del raccolto. Quello che sembrava un campo arido ancora da dissodare è in realtà già carico di frutti maturi. La donna samaritana non è che un germoglio, ma in lei Gesù vede il primo segno già presente di una mietitura sicura e abbondante. Dio opera sempre, lo Spirito non ha tempi di riposo, ci sono sempre frutti già maturi da scoprire attorno a noi.
Lunedì 17 marzo 2025
«Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore»
29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
(Matteo 5,27-28)
Noi guardiamo con biasimo i comportamenti sbagliati e li condanniamo. Gesù ci prende per mano e ci accompagna a considerare con attenzione le radici, per intervenire con forza sin da primi sintomi. È lì che vuole portare guarigione: un cuore nuovo genera uno sguardo nuovo e comportamenti nuovi. Per questo il comandamento dell’amore è la medicina che risana da tutti i mali: sostituisce la smania egoistica del possesso con la vita nuova che sgorga dal dono continuo di sé. E’ una vera liberazione, una risurrezione, una nuova creazione che sviluppa dentro di noi.
Martedì 18 marzo 2025
31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto»
né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.
(Matteo 5,33-34)
Sul giuramento si era sviluppata tutta una casistica. A seconda della realtà su cui ti eri appoggiato per confermare la verità di quello che dicevi ti mostravi credibile agli occhi della gente. Più era importante ciò su cui giuravi, più le tue affermazioni erano affidabili. Gesù va alla radice, semplifica, spazza via tutte queste regole. Basta essere sinceri. Non hai bisogno di chiamare dei testimoni autorevoli. Sei tu che devi educarti alla trasparenza. Chi ama non ha nulla da nascondere.
Mercoledì 19 marzo 2025 S. GIUSEPPE, SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA
19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma,
«Quando Giuseppe venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea»
23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
(Matteo 2,22)
Giuseppe è un uomo giusto, dice il Vangelo. Gli incontri con Dio avvenuti nella sua vita l’hanno educato ad uno stile preciso. Prima di prendere decisioni pensa, soppesa le varie opzioni alternative, ma rimane sempre aperto alle ispirazioni. Sa bene che da soli non si arriva lontano, che il discernimento è un’opera complessa e che c’è bisogno di luce. Anche se l’esperienza gli ha insegnato molto, sa di non bastare a se stesso. È pronto a perdere le proprie idee, anche quelle delle quali si era ormai convinto, perché cerca la verità che è sempre oltre, più in là di noi stessi e scende dall’Alto.
Giovedì 20 marzo 2025
1State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 2Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
«Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra»
4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
(Matteo 6,3)
Una frase molto efficace per insegnarci a dimenticare il bene che facciamo. Dio infatti non dimentica nulla, la sua memoria è molto migliore della nostra e soprattutto è inzuppata di misericordia: trattiene tutto il bene e il male gli scappa subito. Per noi però significa che occorre andare controcorrente: tutto ci spinge a mostrarci, a catturare consensi presso gli uomini, ad essere qualcuno ai loro occhi. Eppure ci rassicura e pacifica molto di più occuparci di quello che pensa Dio, che non è pettegolo, né invidioso e custodisce con cura ogni pagliuzza di bene.
Venerdì 21 marzo 2025
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Luca.
28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele. 31Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32ma
«”Pietro, io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”. E Pietro gli disse: “Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte”»
34Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi». 35Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». 36Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra gli empi. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». 38Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!». 39Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». 41Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: 42«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. 44Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. 45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. 46E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione». 47Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. 48Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». 49Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». 50E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. 51Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. 52Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. 53Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».
(Luca 22,32-33)
Le parole di Gesù sono bellissime, ma Pietro non riesce ad apprezzarle, perché si sente accusato, anziché conosciuto ed è tutto preso dal voler protestare la sua fedeltà a prezzo di ogni eroismo. Ma sono certo che quando in seguito lo Spirito gliele ha ricordate ne avrà gustato la dolcezza e si sarà ripetuto spesso: Gesù ha pregato e prega per me, per la mia fede, perché io sia capace di farmi rinascere da ogni sconfitta, da ogni debolezza e non smetta mai di rassicurare fratelli e sorelle che si trovano nella prova o nella delusione.
Sabato 22 marzo 2025
Venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano:
«Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?»
Ed era per loro motivo di scandalo. 4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì.
(Marco 6,2-3)
Sono disorientati i nazaretani, sbalorditi. E li capiamo. Conoscono Gesù da trent’anni e all’improvviso hanno l’impressione che sia un’altra persona, come se non l’avessero mai conosciuto. “Sapienza mai ascoltata da lui, prodigi che non ha mai fatto quando abitava l’ con loro (e sì che ne avevano bisogno!). Ma cosa sta succedendo?”. Qualcuno forse lo avrà guardato con sospetto: “Ma chi si crede di essere? Dove pensa di arrivare? Con gli altri riuscirà anche a impressionare, ma noi sappiamo bene chi è!”. Tanti modi per inciampare nella verità, facendosi male, anziché accoglierla ed esserne guariti e rigenerati.
Domenica 23 marzo 2025 DI ABRAMO (III di Quaresima)
31Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; 32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». 34Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. 36Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. 38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». 39Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. 40Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. 41Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». 42Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. 44Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. 45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. 46Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio». 48Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?».49Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. 50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. 51In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». 52Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. 53Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». 54Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, 55e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. 56Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». 57Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?».
«Rispose loro Gesù: “In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono”. Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio»
(Giovanni 8,58-59)
Davvero serrata questa diatriba tra i giudei e Gesù. E sì che erano persone che avevano creduto in Lui! Ma erano fissati sulle loro idee e non avevano il coraggio di lasciarsi illuminare nel profondo, cambiando i loro punti di vista. E allora discutono, protestano, litigano, si arrabbiano fino a diventare feroci. Del resto, lo sappiamo, non è facile lasciare che qualcuno scuota le nostre certezze: ci armiamo subito. Però con Dio è molto opportuno lasciarci raggiungere e toccare nel profondo. Quando accettiamo di essere come Lui ci vede e ci accogliamo, sperimentiamo una pace e una sicurezze invincibili, perché possiamo trovare sempre rifugio nella sua misericordia.
Lunedì 24 marzo 2025
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate»
9Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, 10venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. 11Dacci oggi il nostro pane quotidiano, 12e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, 13e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. 14Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; 15ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
(Matteo 6,7-8)
La preghiera non ha bisogno di un diluvio di parole, quasi a dover distrarre Dio dalle sue occupazioni e a strappare da Lui favori che non ci vuole dare. Occorre poi conoscere almeno un po’ la Persona alla quale stiamo parlando e fissarla in qualche modo negli occhi. Scopriremmo che sa già tutto e può ottenerci tutto, perché ci ama. Quindi l’atteggiamento cambia radicalmente: nascono confidenza e stupore, perché è un cuore immenso quello che ci ascolta e vuole darci sempre il meglio, per affrontare la vita con le sue gioie e le sue prove, trasformando noi stessi e il mondo secondo i Suoi piani.
Martedì 25 marzo 2025 ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
«L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”»
34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
(Luca 1,30-33)
A ben vedere, l’angelo incontrando Maria ha sostanzialmente due compiti: annunciarle che sarà la madre del Messia e rassicurarla. Per questa seconda operazione, porta un sacco di conferme, di promesse, di risposte, di profezie sul futuro, garantendo un intervento molteplice e costante di Dio stesso. Certo, accogliere questa realtà fa tremare le vene ai polsi, sconvolge e capiamo benissimo il turbamento di Maria. Ma come con lei, anche con noi Dio non smette mai di fare così: tranquillizzarci, offrirci garanzie, promesse, certezze, e lo fa per tutta la vit, per ricordarci che Lui ci ha già fatto salire sul carro del vincitore.
Mercoledì 26 marzo 2025
19Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; 20accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano.
«Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore»
22La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; 23ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! 24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
(Matteo 6,21)
I tesori della terra ci danno un senso di forza, di sicurezza, ma in realtà lasciano anche inquietudine. Sono esposti a furti, a rischi imprevisti, a ingiustizie, a una gestione non prudente e tutto questo ha sempre un prezzo, perché è fonte frequente, se non costante, di preoccupazione. Il tesoro del cielo invece è sorgente di pace, di stabilità, perché è definitivamente al sicuro, è custodito alla perfezione. Anche quello ha un suo prezzo: chiede di fidarsi, di consegnarsi, di non trattenere, di dare, ma promette anche che a chi dà sarà dato e non mancherà di nulla.
Giovedì 27 marzo 2025
25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
«Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?»
27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.
(Matteo 6,26)
Ho visto proprio stamattina due piccoli colombi che beccavano qualcosa sull’asfalto e solo all’ultimo si sono alzati in volo quando la mia automobile si avvicinava. Mi domandavo se ce l’avrebbero fatta: cosi piccoli, con quel freddo, la nebbia, l’inverno che regala poco cibo. Pensavo di lasciare domani qualche briciola nei paraggi. Poi mi è venuto in mente: ma il Padre nostro celeste li nutre! Ci pensa lui, da quando sono nati, adesso chissà dove saranno volati, ma dovunque siano Qualcuno pensa a loro. Il mondo intero vive da sempre di questa cura. Che per noi uomini è ancora maggiore, perché siamo Suoi figli.
Venerdì 28 marzo 2025
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Luca.
54Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. 55Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. 56Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». 57Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». 58Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». 59Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». 60Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. 61Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». 62E, uscito fuori, pianse amaramente. 63E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, 64gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». 65E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo. 66Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro sinedrio 67e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; 68se vi interrogo, non mi risponderete. 69Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». 70Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». 71E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».
1Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato 2e
«Cominciarono ad accusarlo: “Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re”. Pilato allora lo interrogò: “Sei tu il re dei Giudei?”. Ed egli rispose: “Tu lo dici”. Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: “Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna”»
5Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». 6Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo 7e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.
(Luca 23, 2-4)
Era davvero difficile trovare capi d’accusa contro Gesù fino a giustificarne la morte. Lo stesso Pilato, che pure si preoccupava di ben altro che della giustizia, non trova ragioni sensate. Ma da troppo tempo lo volevano eliminare e ora che l’avevano catturato non potevano affatto lasciarsi sfuggire l’occasione. Anche a noi capita a volte di non voler più sentir ragioni (anche ci sarebbero eccome!) perché ormai abbiamo deciso e non vogliamo cambiare idea, è più facile, dovremmo imporci e non ne abbiamo voglia. Ma per queste povere ragioni succede anche a noi di essere ingiusti o di lavarci le mani.
Sabato 29 marzo 2025
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. 7Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. 8E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 10E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
«Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano»
(Marco 6,12-13)
La missione di Gesù si moltiplica. «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Giovanni 20,21), dirà il Risorto apparendo agli Undici, a suggellare per sempre la missione della Chiesa. Ma già tutto questo era iniziato ben presto nel ministero di Gesù. Il progetto di salvezza non si conclude nel sostituirsi agli uomini, ma prosegue nel rivivere in loro. Essere Lui è il nuovo modo di vivere del discepolo, che sente di essere portato, accompagnato, ma più ancora abitato da Dio. E’ ciò che percepiva fortemente Paolo quando affermava: «Non più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Galati 2,20). È questa la vocazione più autentica di ogni cristiano.
Domenica 30 marzo 2025 DEL CIECO (IV di Quaresima)
«Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio”»
4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». 13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». 18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!». 24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. 35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!».
(Giovanni 9,1-3)
Nei Vangeli non appare in alcun luogo l’idea che Dio castighi i suoi figli inviando loro delle malattie o la morte. E’ ben presente invece l’insegnamento che le prove della vita raggiungano tutti, Gesù compreso e che a volte possano avvenirne molte in contemporanea, come nella parabola della casa sulla roccia, aggredita in uno stesso momento da pioggia, fiumi e vento (cfr. Matteo 7,25). Dio permette che avvengano prove e sofferenze, ma Gesù garantisce sempre la presenza potente dell’aiuto di Dio che permette addirittura di trasformare i momenti di buio in sorgenti di luce.
Lunedì 31 marzo 2025
«Non giudicate, per non essere giudicati»
2perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. 3Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 4O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? 5Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
(Matteo 7,1)
Non giudicare non significa non discernere. Il cristiano, come ogni uomo, è tenuto a distinguere il bene dal male, il bene del meglio, chiamando le cose con il loro nome. Il giudizio che Gesù proibisce è quello che condanna la persona, che la fa coincidere con il suo errore, che non conosce o non considera le ragioni che l’hanno portato a quel comportamento. E ancor più proibisce il giudizio che non perdona. Perché Dio vuole perdonare tutti e sempre. Noi compresi. E il nostro compito nel mondo è quello di far rivivere nei nostri cuori e nei nostri comportamenti l’amore e la misericordia di Dio.
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