NON È RISORTO SOLO PER UN PICCOLO “CIAO”
Perché le prime parole di Cristo risorto, rivolte alle donne il mattino di Pasqua, appaiono così banali? Come se nulla fosse accaduto, come se la resurrezione fosse un evento ordinario.
È forse risorto dai morti solo per un piccolo “CIAO”?
Evidentemente no!
In greco, la lingua in cui sono scritti i Vangeli, per salutarsi non si dice “buongiorno” ma: «KAIRE, cioè RALLEGRATI».
È appunto quel che Gesù dice alle donne venute a piangere quel mattino sulla tomba: «Rallegratevi».
È diventata una formula che usiamo senza riflettere, ma nel Vangelo questo saluto va al di là della semplice cortesia.
È forse il cuore stesso del messaggio del Risorto, ed è per questo che inizia con un «rallegratevi».
Rallegratevi, donne venute a piangere al sepolcro, che ritrovate vivo l’amico che credevate perduto.
Ma rallegratevi anche voi che non lo avete conosciuto sulle strade di Galilea: lui è qui, vivo, alla porta del vostro cuore.
Rallegratevi, di una gioia che non è un semplice luogo comune da sacrestia, di una gioia che non estinguerà come per magia le prove e i dolori, ma che li attraverserà, così come Cristo ha attraversato la morte.
Rallegratevi, perché non siete più soli.
Rallegratevi, perché siete amati!
Ma… ma Gesù non parlava in greco, ma in ebraico.
E in ebraico, la lingua parlata da Gesù col dialetto aramaico, il saluto è: «SHALOM, cioè PACE».
La resurrezione di Gesù porta la pace, la pace di Dio. Quella pace diversa da quella del mondo che nasce da una vita donata, da un amore che si svuota per l’altro.
Pace che nasce dalla gioia perché Lui ha vinto il mondo e la morte.
Pace nei vostri cuori tristi e affaticati
Pace alle vostre vite dissipate e ansiose.
Pace a questo mondo in conflitto e in lotta per il potere e il dominio.
Salute a tutti voi! Buona Pasqua!
I sacerdoti, le Suore, il diacono e la consacrata, con tutta la Diaconia