VIVI LA PAROLA !
Maggio 2025
Giovedì 1 maggio 2025 S. Giuseppe lavoratore
Dovete nascere dall’alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». 9Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose?
«In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?»
13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
(Giovanni 3,11-12)
La fede nasce dalla testimonianza, tutti noi crediamo perché qualcuno ci ha parlato della sua esperienza e ci siamo fidati. A volte è stato veramente un colpo di vento improvviso che ha spazzato tutte le nubi, altre volte un lavoro più lento e meno repentino. Lo Spirito soffia dove vuole e ci chiede di essere sempre pronti, per essere noi ad essere testimoni ad altri con la nostra vita.
Venerdì 2 maggio 2025 S. Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa
22Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. 23Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. 24Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.
«Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: “Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui”. Giovanni rispose: “Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo”»
28Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. 29Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. 30Lui deve crescere; io, invece, diminuire».
(Giovanni 3,25-27)
I discepoli di Giovanni sono gelosi, temono un declino del loro maestro, ma il Battista è tranquillo. Egli ha come unico scopo della propria vita annunciare Gesù e vederlo “crescere”. Se tutti riuscissimo ad essere come lui, la Chiesa andrebbe più spedita nel mondo. Spesso sono proprio le nostre gelosie, il nostro temere di essere messi da parte a rallentare la conversione del mondo.
SABATO 3 MAGGIO 2025 Ss. FILIPPO E GIACOMO, APOSTOLI
1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?».
«Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”»
8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
(Giovanni 14,6-7)
Gesù è la strada per arrivare al Padre. Seguendo ciò che Lui fa, imitandolo, stando con Lui, arriviamo al Padre. Ma Gesù è anche la verità, che da questo momento non è più un sostantivo astratto, ma una persona da incontrare. Ed ecco allora che con la verità ci si può relazionare, la si può amare e «ci farà liberi» (cfr. Giovanni 8,32).
Domenica 4 maggio 2025 III DI PASQUA
«Di nuovo Gesù parlò loro e disse: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”»
13Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». 14Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. 15Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. 16E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. 17E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. 18Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». 19Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». 20Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.
(Giovanni 8,12)
Tra le definizioni che Gesù dà di se stesso vi è anche la Luce. Non seguirlo significa rimanere nelle tenebre e la Sua luce ci porta alla Verità. Perciò ci chiede di vivere la verità fino in fondo, anche quando è scomoda, ci crea dei nemici, ci fa perdere dei benefici. Seguire Gesù è sempre una scelta radicale che non conosce compromessi.
Lunedì 5 maggio 2025
19Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. 20Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. 21Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. 22Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, 23perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 24In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 25In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. 26Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, 27e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. 28Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 29e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché
«Non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato»
(Giovanni 5,30)
Tutta la vita di Gesù è un affidarsi alla volontà del Padre. Tutto così acquista senso, ogni attimo, ogni piccola azione. Ognuno di noi ha un suo compito specifico nella propria vita e solo realizzandolo si può essere felici. Siamo destinati a grandi cose anche vivendo la quotidianità ordinaria, spesso non ce ne accorgiamo, ma è proprio nei nostri gesti più semplici che il Signore tocca il cuore di molti.
Martedì 6 maggio 2025
31Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. 32C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. 33Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. 34Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. 35Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. 36Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 37E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, 38e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. 39Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. 40Ma voi non volete venire a me per avere vita. 41Io non ricevo gloria dagli uomini. 42Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. 43Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste.
«E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?»
45Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. 46Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. 47Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
(Giovanni 5,44)
Spesso siamo più preoccupati dal giudizio degli altri che dal cercare la vita di Dio in noi. Desiderare di essere amati è umano e non verremo giudicati per questo. Ma voler apparire diversi da ciò che siamo è andare contro la Verità, cioè contro Gesù. Perciò lasciamo che gli altri ci vedano con tutte le nostre debolezze. così risplenderà di più l’azione del Signore e se ci ameranno meno sarà un problema loro, non nostro.
Mercoledì 7 maggio 2025
1Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
«Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano»
12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
(Giovanni 6,8-11)
Ecco il nostro modello: il ragazzo con cinque pani e due pesci! È pronto a dare tutto ciò che ha, rischiando di rimanere a digiuno, ma non esita. Non si dice neppure che è pochissimo e che il suo sacrificio non servirà a nulla. E il Signore trasforma così poca cosa in una ricchezza per tutti. Ci sentiamo consolati. Perciò anche noi cerchiamo di mettere nelle Sue mani tutto ciò che siamo, senza preoccuparci di tanta piccolezza, Lui saprà farne buon uso.
Giovedì 8 maggio 2025 S. Vittore, martire
16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, 17salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti;
«Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Sono io, non abbiate paura!”. Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti»
(Giovanni 6,18-21)
Quante volte nella vita ci è successa la stessa cosa! La nostra barca in preda alle onde e noi al buio più totale, senza speranza. Poi arriva qualcuno, che magari neppure conosciamo, eppure scopriamo che in lui Gesù ci parla. Da quel momento sappiamo di non essere soli, la fatica continua ad esserci, ma il cuore è più leggero.
Venerdì 9 maggio 2025 Beato Serafino Morazzone, presbitero
22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. 23Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. 24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». 26Gesù rispose loro:
«In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà»
Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
(Giovanni 6,26-27)
Occorre recuperare uno sguardo contemplativo nella vita di ogni giorno. Esso non consiste nel rimanere imbambolati o avulsi dalla realtà, al contrario: è invece la capacità di vedere quello che accade attorno a noi, senza lasciarsi assorbire soltanto dalle cose che si fanno o dalle emozioni più clamorose. E’ l’avere sempre una domanda su quello che sta succedendo, è il cogliere la presenza di Gesù, che si intromette sempre discretamente nelle pieghe della giornata e che pochi riescono a cogliere. Un sorriso, un imprevisto, una piccola sorpresa, un’occasione per amare, per ascoltare e venire in aiuto. Il contemplativo è dentro la realtà e la vede riempita da Dio in ogni istante.
Sabato 10 maggio 2025
30Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero.
«”Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose loro: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”»
(Giovanni 6,33-35)
Gesù sa portare gli ascoltatori poco a poco verso la meta. Non li costringe, ma li accompagna, un passo alla volta, facendo risvegliare in loro i desideri più profondi. Infatti questi desideri sono già presenti, latenti, in ciascuno, perché lo Spirito santo riempie l’universo ed è sempre all’opera nei cuori. Occorre però che ciascuno se ne accorga, che riscopra questa tensione verso l’Alto, spesso coperta da mille altre cose e distrazioni. Il centro del bersaglio poi è Gesù, Lui: chi arriva lì ha scoperto tutto e non smetterà mai di continuare a scoprire, avendo però ormai trovato il luogo in cui il cuore trova riposo e vita piena, la casa che nessuno gli potrà portare via.
Domenica 11 maggio 2025 IV DI PASQUA
9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi»
13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
(Giovanni 15,12)
Sorprende sempre che Gesù nel momento estremo in cui si congeda dai suoi non indichi strategie pastorali fatte di iniziative, di programmi, di progetti a breve e lungo termine. Il suo testamento è tutto nelle relazioni e in ciò che esse generano: l’amore reciproco che regala la gioia del cuore, la certezza della sua amicizia che non verrà mai meno per nessuno, neanche per Giuda nell’atto in cui lo tradisce, la sua scelta che ha fissato lo sguardo su ciascuno di noi, il frutto impensabile che tutto questo produrrà. La pastorale delle cose da fare è solo conseguenza, espressione di questa vita, che è quella vera.
Lunedì 12 maggio 2025
44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
«Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me»
46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. 48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
(Giovanni 6,45)
Gesù ci rivela la profondità da cui ha origine la fede di ciascuno di noi: è il Padre. Lui ha un magistero personalissimo che si esprime nei cuori, fatto di intuizioni, di segni persuasivi per ciascuno, di eventi, di parole con cui istruisce, prepara, accompagna. Chi si mette a questa scuola arriva sicuramente al traguardo giusto, perché è già nell’unica realtà sicura. E il Padre non smette di indirizzare a Gesù, al suo Vangelo, a quella vita d’amore reciproco vissuto con dedizione totale che è il modo più alto sulla terra in cui possiamo fare esperienza della Trinità, perché è proprio in questo oceano di amore che Dio vive in se stesso.
Martedì 13 maggio 2025 Beata Vergine Maria di Fatima
60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 61Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
«Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”»
68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
(Giovanni 6,66-67)
Dopo la predicazione nella sinagoga di Cafarnao su Gesù pane di vita i risultati sono deludenti. Forse ciascuno di noi di fronte ad un simile insuccesso, guardando tutte quelle defezioni, sarebbe rimasto amareggiato, domandandosi dove aveva sbagliato. Gesù non ha questa reazione, perché conosce bene l’avventura del seme sparso nei vari terreni. Non si sorprende. Sa che non tutti ascoltano il Padre, quelli che si lasciano istruire da Lui non sono la maggioranza e ci sono tempi diversi. Ma quel discorso rimane una sorgente inesauribile di luce per milioni e milioni di persone che lungo i secoli, nutrendosi dell’Eucaristia, sperimenteranno la verità immensa di quelle parole.
MERCOLEDÌ 14 MAGGIO 2025 S. MATTIA, APOSTOLO
27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.
«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna»
(Matteo 19,29)
Perché questo centuplo si realizzi occorre non smettere mai di lasciare. Non è sufficiente un primo gesto coraggioso di distacco: quello ci vuole, ma deve diventare uno stile. E si traduce nell’amare senza trattenere, donare senza pretendere, gustare la bellezza delle relazioni lasciando liberi, non smettere di amare nonostante le delusioni a volte molto cocenti. E più si entra in questo modo di essere, più si comprende dal di dentro il cuore stesso di Gesù. Lui ha fatto così, con una radicalità che ci lascia senza parole sia nell’amare che nel non dipendere, regalandoci quella purezza e bellezza dell’amore che è anticipo di Paradiso.
Giovedì 15 maggio 2025 « A metà della festa»
14Quando ormai si era a metà della festa,
«Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: “Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?”»
16Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. 17Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. 18Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia. 19Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». 20Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?». 21Disse loro Gesù: «Un’opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. 22Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. 23Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? 24Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!».
(Giovanni 7,14-15)
Ovviamente il magistero di Gesù non proviene dalla quantità dei libri letti, o dall’abbondanza degli studi fatti, ma da quella istruzione interiore con cui il Padre incessantemente lo forma e che lui non smette mai di ascoltare. C’è un fluire costante di Sapienza del Padre verso il Figlio e Lui ne è l’interprete e il rivelatore con tutta la sua inimitabile personalità di Figlio. È interessante che anche tra le persone che incontriamo non sia raro trovare chi adotta questo stile: nell’istruire e nell’educare c’è chi attinge dalla sua interiorità, dalla vita, dall’esperienza, ovviamente illuminata dal Vangelo. Ed è spesso proprio da lì che si ascoltano le parole più illuminanti e incoraggianti.
Venerdì 16 maggio 2025
«Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: “Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo?”»
27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». 30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. 31Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».
(Giovanni 7,25-26)
La fiducia che la gente del tempo di Gesù riponeva nei capi ci dà da pensare. Finché non lo arrestano il popolo gli dà credito, lo ascolta con libertà, si lascia raggiungere e coinvolgere dalle sue parole e dalle sue opere. Appena verrà il momento in cui Gesù sarà catturato e i capi avranno potere sulla sua vita, il vento cambierà improvvisamente direzione. La stessa folla griderà “Crocifiggilo!”, gli preferirà un assassino come Barabba, chiunque si sentirà in diritto di accusare minacciosamente i suoi discepoli. Non dimentichiamolo: i capi di oggi vogliono manovrare anche noi e spesso ci riescono. Occorre mantenere sempre cautela di fronte alle notizie e una libertà di pensiero illuminata dal Vangelo.
Sabato 17 maggio 2025
32I farisei udirono che la gente andava dicendo sottovoce queste cose di lui. Perciò i capi dei sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo. 33Gesù disse: «Ancora per poco tempo sono con voi; poi vado da colui che mi ha mandato. 34Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sono io, voi non potete venire».
«Dissero dunque tra loro i Giudei: “Dove sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e insegnerà ai Greci? Che discorso è quello che ha fatto: “Voi mi cercherete e non mi troverete”, e: “Dove sono io, voi non potete venire”?”»
(Giovanni 7,35-36)
Il parlare allusivo di Gesù fa nascere tante domande e le supposizioni più disparate, alimentando le conversazioni e la curiosità. Gesù non si preoccupa di chiarire e precisare tutto, lascia che gli interrogativi rimangano aperti. Infatti il pericolo più grande su Dio è quello di pensare di aver compreso tutto, di aver trovato ogni risposta, se questo sfocia nell’aver risolto la “questione” su Dio e nell’incasellarlo definitivamente nei nostri schemi. A quel punto Dio è già diventato un idolo, costruito dalle nostre categorie, non è più un Amore che invita e affascina incessantemente, non è più un orizzonte sconfinato che accende “una gratitudine annientata” (S. Charles de Foucauld).
Domenica 18 maggio 2025 V DI PASQUA
Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
«Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri»
35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
(Giovanni 13,33-34)
Siamo agli sgoccioli, il tempo sta per finire. E Gesù consegna il suo comandamento. Perché suoni per sempre come la consegna più importante, come l’ultima parola di un padre o una madre che rimane indelebile nelle orecchie e nel cuore dei figli e che ha la capacità di orientare tutta la loro vita. Spesso il comandamento dell’amore reciproco è confinato tra i doveri morali impossibili, come una richiesta che riguarda solo la coscienza del singolo discepolo. È invece la divisa con cui il cristiano si presenta al mondo: prima di ogni iniziativa, progetto, azione pastorale, anche prima di ogni celebrazione sacramentale. I cristiani, dice Gesù, si riconoscono dall’amore reciproco.
Lunedì 19 maggio 2025
21Di nuovo disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». 22Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». 23E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 24Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». 25Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. 26Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». 27Non capirono che egli parlava loro del Padre.
«Disse allora Gesù: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite”»
30A queste sue parole, molti credettero in lui.
(Giovanni 8,28-29)
Ci sono momenti, frasi di Gesù in cui balena all’improvviso negli ascoltatori l’intuizione di trovarsi di fronte ad una realtà immensa. Avviene spesso quando Gesù lascia trapelare qualcosa del suo rapporto con Dio che lui chiama Padre, papà. Lì ci si accorge che quella dolcissima confidenza, quella sterminata fiducia che lo anima aprono un orizzonte sconosciuto, fanno vedere che quest’uomo vive con i piedi per terra, uomo come gli altri, ma è in un’altra dimensione, parla di qualcosa che non conosciamo e che invece è per Lui chiarissimo. In quell’attimo qualcosa sobbalza dentro: è forse proprio questa la prima esperienza della fede cristiana.
Martedì 20 maggio 2025
31Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. 32Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». 33Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 34Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, 36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”?
«Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre. Allora cercarono nuovamente di catturarlo»
ma egli sfuggì dalle loro mani. 40Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. 41Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». 42E in quel luogo molti credettero in lui.
(Giovanni 10,37-39)
Non solo le opere, ma anche la spiegazione che Gesù dà di quello che fa, hanno in sé una logica inoppugnabile. C’è una persuasione naturale che avviene nei cuori e che dovrebbe far crollare tutte le barriere dei pregiudizi che possiamo innalzare in noi. Eppure la reazione di quei giudei è quella rabbiosa di chi vuole eliminare la persona. Certo: è sempre difficile cambiare idea e dover riconoscere di essersi sbagliati. Ma la reazione violenta che vuole sopprimere ci lascia un po’ sbalorditi, è davvero eccessiva e ci appare inspiegabile. Dobbiamo riconoscere che esiste davvero un mistero del male, un impero delle tenebre che può afferrare i cuori e renderli capaci di ogni violenza.
Mercoledì 21 maggio 2025
20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
«Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna»
26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
(Giovanni 12,25)
Gesù intuisce che l’ora è arrivata, che il grande momento della Sua glorificazione è adesso. È il momento di diventare il chicco gettato nel terreno che muore e marcisce per dare origine ad una vita nuova. E questo non riguarda solo Lui ma tutta l’umanità. È la conferma che la vita si realizza solo quando viene donata. Ogni volta che la vogliamo trattenere per noi ed esitiamo a giocarla sulla volontà di Dio, rischiando, perché non ne vediamo ancora i frutti, la perdiamo. È una legge universale. Questo tuffo nelle braccia di Dio è la decisione vincente, ma solo chi ha il coraggio di farlo ne sperimenta la verità e la bellezza.
Giovedì 22 maggio 2025 S. Rita da Cascia, religiosa
37Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, 38perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E la forza del Signore, a chi è stata rivelata? 39Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: 40Ha reso ciechi i loro occhi e duro il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca! 41Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui.
«Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio»
(Giovanni 12,42-43)
Il vangelo corre molto più lontano di quanto non appaia. È presente in tanti cuori che non hanno sempre il coraggio di manifestarlo e che, per timidezza o pavidità, o senso di inadeguatezza, non si espongono. A volte invece questo silenzio è dovuto al calcolo, perché ci vuole coraggio ad esporsi, a remare controcorrente, ad accettare critiche, derisioni e perdite di prestigio agli occhi degli uomini e si preferisce invece mantenere contatti amichevoli con le persone che contano. Ma tutto questo impoverisce il cuore, fa scendere in esso un velo di malinconia, perché le scelte dettate dalla paura o dall’interesse non saziano. Ma la porta per riscattarsi e venire allo scoperto è sempre aperta.
Venerdì 23 maggio 2025
44Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; 45chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
«Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre»
47Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. 48Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. 49Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. 50E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
(Giovanni 12,46)
La luce che Gesù porta, e che è Lui stesso, è eterna. Abbraccia ogni epoca. Permette di leggere ogni avvenimento in una prospettiva infinita. Infatti non si limita agli eventi contingenti di quaggiù, vicini o lontani, ma buca il sipario della morte e ci permette di guardare molto lontano. E’ una luce che è di fatto il senso pieno delle cose, la spiegazione di ogni evento, letto nella luce dell’eternità. Questo sguardo oggi è spesso assente nella nostra mentalità e cultura. Quando abbiamo notizie di accadimenti terribili, violenti ci accorgiamo che quelle persone non sono in questo orizzonte, non vedono questa Luce e si comportano come se non esistesse, avvolti interamente dalle tenebre.
Sabato 24 maggio 2025
12Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «16In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. 17Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. 18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. 19Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.
«In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato»
(Giovanni 13,20)
C’è sempre da rimanere stupiti quando ci accorgiamo della fiducia che Gesù ripone in noi. Anche perché lui conosce i nostri limiti e dei nostri peccati molto più di quanto per la nostra presunzione ne siamo coscienti. Comunque Dio ha deciso che la diffusione del Vangelo passerà sempre attraverso gli uomini che Lui sceglie e manda. E Lui stesso decide di identificarsi in loro nella loro missione. Questo ovviamente non giustifica le loro scelte quando sono sbagliate, ma li assicura della Sua presenza in loro. E questo ci è di grande conforto: quando ci sentiamo inadeguati sappiamo però che è stato Gesù a inviarci. E Lui opera attraverso di noi, a volte anche nonostante noi.
Domenica 25 maggio 2025 VI DI PASQUA
12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 16Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». 17Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». 18Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». 19Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? 20In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. 21La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo.
«Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia»
(Giovanni 16,22)
Ci sono consolazioni che solo Gesù sa dare. Lui arriva dentro di noi, penetrando nel cuore dove nessun altro riesce ad entrare. Può in un istante trasformare il dolore in gioia, farci passare dalle tenebre alla luce, intervenire nella nostra vita dicendo la parola «Basta!» ad una prova che schiacciava da tempo. E ci permette di capire che spesso il dolore è un preludio a qualcosa di nuovo e di più grande a cui in modo inatteso Lui ci ha preparato. Così è stato per i discepoli l’incontro sbalorditivo con il Risorto, in modo analogo lo è per tutti i discepoli di ogni tempo che rimangono fedeli nel tempo della tentazione.
Lunedì 26 maggio 2025 S. Filippo Neri, presbitero
31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
«Simon Pietro gli disse: “Signore, dove vai?”. Gli rispose Gesù: “Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi”»
(Giovanni 13,36)
Pietro è convinto di essere ormai pronto a tutto. Forte dell’amicizia profonda che nutre per Gesù, ricco dell’esperienza di anni vissuti con Lui, illuminato dalle parole di verità che da Lui ha ascoltato si ritiene ormai all’altezza della situazione, ben formato per seguire Gesù in ogni situazione. Non sa di essere solo agli inizi, di essere ancora un principiante che dovrà attraversare lo svezzamento della Passione e della Risurrezione. Avrà ancora un compito ardito, quello di guidare la Chiesa appena nata, continuando a fare esperienza del Risorto in modi che non avrebbe immaginato. Imiterà Gesù sulla croce, ma prima ne passerà tanta di acqua sotto i ponti.
Martedì 27 maggio 2025
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”?»
3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
(Giovanni 14,1-2)
Il turbamento più grande che ci può scuotere è quello della morte. Perché in una situazione ignota temiamo di trovarci soli e smarriti. Gesù allora ci rassicura sul dopo con la parabola della casa e del posto accanto a Lui. Possiamo non conoscere un’infinità di particolari su ciò che ci attende. Ma ciò che avevamo bisogno di sapere è che Gesù sarà con noi. Dovunque siamo. E quindi non solo siamo al sicuro, ma abbiamo stabilmente la compagnia più ambita che si potrebbe desiderare, quella di Gesù che siede accanto a noi. Per questo, solo per questo, impariamo a non avere paura della morte e talora addirittura a desiderare che si realizzi presto questo incontro.
Mercoledì 28 maggio 2025 Beato Luigi Biraghi, presbitero
«Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto»
8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
(Giovanni 14,7)
Chi guarda Gesù sa chi è Dio. Non certo per l’aspetto fisico, ma per la realtà autentica che il Padre è. Nei tratti della misericordia di Gesù scopriamo com’è il Padre, nel suo amare fino a donare la vita, nel suo chinarsi sulle ferite di chi soffre, soprattutto dei più deboli e indifesi. Nella verità inalterabile delle sue parole e delle sue promesse riconosciamo le caratteristiche di Dio, nella gioia che l’amicizia con Gesù ci regala intuiamo qualcosa del Paradiso, nella comunione che non smette di costruire vediamo il Suo desiderio struggente di realizzare la fraternità universale. Gesù è davvero il rivelatore del Padre, ce lo fa conoscere in tutta la sua vita.
Giovedì 29 maggio 2025 ASCENSIONE DEL SIGNORE
Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».
«Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture»
46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». 50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
(Luca 24,45)
Se i commenti ai Vangeli e i libri di esegesi compongono una biblioteca sconfinata lo dobbiamo al fatto che il Risorto continua lungo i secoli a spiegare le Scritture. Esse sono proprio una miniera inesauribile, in cui ci sarà da scavare eternamente. Non si tratta solo di speculazione intellettuale o di genialità di intuizioni: in coloro che si lasciano guidare dallo Spirito del Risorto, Gesù continua a parlare, a spiegarsi, a illuminare la realtà di ogni tempo, a suggerire le scelte che il Padre vuole che compiamo per realizzare la Sua volontà e per regalare la vera gioia al mondo intero.
Venerdì 30 maggio 2025 S. Paolo VI, papa
27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
«Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco»
(Giovanni 14,30-31)
All’apparenza la Passione è il momento in cui Gesù viene sconfitto, messo a tacere, ucciso. In realtà Lui è ben consapevole che il principe del mondo, che voleva schiacciarlo, contro di Lui ha già perso in partenza. La forza della redenzione infatti polverizza le potenze del male. Occorre che non lo dimentichiamo, soprattutto quando una visione pessimistica della realtà ci spinge alla rassegnazione o alla disperazione. Gesù dal canto suo legge la sua Passione in tutt’altro modo: è la grande occasione in cui il mondo può finalmente sapere che Lui ama il Padre e che il loro rapporto è indistruttibile.
SABATO 31 MAGGIO 2025 VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
«Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!»
43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 46Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; 50di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». 56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
(Luca 1,41-42)
L’incontro tra Maria ed Elisabetta sembra svolgersi in Paradiso. C’è una gioia intraducibile, una percezione luminosa dell’opera di Dio nella vita di queste due donne, c’è la bellezza di comunicare fra loro i tesori più belli dell’anima, c’è l’ammirazione per la grandezza dei miracoli di Dio e della Sua potenza che si dispiega anche negli eventi della storia. È vero che il Cielo può scendere sulla terra: ogni volta che il Vangelo è vissuto, che l’amore tra le persone è autentico e che gli occhi sono aperti alla fede si provano esperienze che riempiono il cuore, anticipazione della gioia eterna che ci attende nei cieli.