Leone XIV: il Papa di tutti

La Storia continua: c’è sempre a Roma un uomo in bianco che è autorità morale per la Chiesa e per il mondo.
Lo Spirito Santo non ci porta nel passato o nel futuro. Ci spiazza sempre, ci invita a fermarci, fare un bel respiro, vivere la pace, il dialogo, superare con ponti ogni difficoltà.

QUALE PAPA?
Le prime parole del papa sono state semplici: se Giovanni Paolo II aveva detto di aprire le porte a Cristo, se Benedetto XVI aveva richiamato la centralità della fede, se papa Bergoglio aveva semplicemente introdotto la familiarità, con il ben noto «buonasera», il nuovo papa ha inequivocabilmente invocato la pace: «La pace sia con tutti voi».
Poi una parola di fiducia: «Dio ci vuole bene, Dio ci ama tutti, il male non prevarrà!».
E ancora: «Senza paura, mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti».
Andiamo avanti «per la pace e la giustizia, senza paura, per proclamare il Vangelo ed essere missionari, in una Chiesa sinodale, che cerca sempre la pace, la carità, che cerca di essere vicina a coloro che soffrono».
Con ancora una nota cristianissima: «Cristo ci precede. Costruire ponti, col dialogo, con l’incontro, un solo popolo, sempre in pace.
Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente».

QUALE CHIESA?
Una prima riflessione d’obbligo è che la Chiesa cattolica ha saputo dare una testimonianza di unità e di decisionalità: al di là dell’immagine frammentata, conflittuale, divisa che i media hanno tentato di darci.
La Chiesa cattolica è anche universale: la distribuzione delle nazionalità nel collegio cardinalizio è già una testimonianza di universalità. La estrazione geografica del nuovo papa è comunque assolutamente indicativa: statunitense, nipote di migranti, missionario in America latina, parla correttamente 7 lingue…
E ancora, la Chiesa è santa: ora spetta al papa una grande responsabilità, cioè confortare i fedeli nella fede, quindi portare il Vangelo nel suo cuore, e lavorare per il trionfo della fraternità universale nel mondo.
Infine, apostolica: nella linea dei papi precedenti, la Chiesa cattolica sa esprimere continuità pur nella diversità. Quale altra grande organizzazione sociale ha saputo nell’ultimo secolo esprimere una tale varietà di “leader” e conservare la capacità di essere unita ed avere una direzione chiara, fedele alla sua tradizione, capace di dialogare col mondo contemporaneo e lavorare in maniera inequivocabile, sempre e sotto ogni regime, per la pace? Nessunissima organizzazione.
Non sarà che lo Spirito Santo esiste davvero?!

QUALE DOMANI?
Le sfide che si aprono per il nuovo papa sono molteplici e varie, ma due cose mi sembra di poterle dire, per quello che conosco di lui: sarà in piena continuità col magistero sociale di Francesco, per una scelta preferenziale per i poveri e gli emarginati, per la pace e la fraternità universale, per una chiesa sinodale e in uscita. E nel contempo sarà chiaro nelle questioni etiche e morali, non confondendo le mode del momento con l’incarnazione del Vangelo e capace di contrastare non solo la “cultura dello scarto”, ma anche le forme libertarie ed individualiste di autoreferenzialità, muovendosi in piena fedeltà al Vangelo.
Come motto, il nuovo papa ha scelto “In illo uno unum”, citazione da sant’Agostino, che in italiano si può tradurre con “Nell’unico (Cristo) siamo uno”, un chiaro richiamo all’unità della Chiesa.

Buon lavoro, Leone XIV! Conta sulla nostra unità!

Don Paolo

COMMENTS