VIVI LA PAROLA !
Novembre 2025
SABATO 1 NOVEMBRE 2025 TUTTI I SANTI
1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: 3«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
«Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»
(Matteo 5,12)
La santità non va cercata, ma accolta. Gesù parla alla folla, perché la santità è per tutti. E’ un dono gratuito che dal Cielo passa in noi. Questa grazia mi dona un’ottica nuova, la capacità di vedere me stesso, il fratello, le circostanze, il mondo, con gli occhi di Dio, il Santo. Mentre umanamente cerco il protagonismo, la visibilità, Gesù si propone come il mite, il povero, il misericordioso. E’ il divino che trasforma l’umano.
DOMENICA 2 NOVEMBRE 2025
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
«E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno»
40Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
(Giovanni 6,39)
Gesù non butta via nulla, anzi, non perde nulla. Quante volte banalizzo il presente, perché ripetitivo, obsoleto, fiacco, e mi sembra di puntare solo sull’eccezionale, dimenticando che è il quotidiano che porta il divino nella mia vita. Recentemente la Chiesa ci ha posti come modelli due giovani che hanno vissuto il quotidiano, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis. Hanno vissuto in Dio e per Dio non solo momenti di preghiera, ma anche le gite in montagna, la politica, il computer, momenti laici e quotidiani. Oggi ricordiamo i nostri defunti. Ma che ricordi abbiamo? I gesti semplici, quotidiani, la loro presenza silenziosa ed importante. Questi gesti, questi ricordi mi riportano ad un Dio che ci ama nelle piccole cose di ogni giorno.
Lunedì 3 novembre 2025 S. Martino de Porres, religioso
«In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre»
3E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. 15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.
(Giovanni 14,12)
Posso compiere opere più grandi di Gesù. Sembra un’esagerazione, ma è Parola di Dio. E’ il desiderio ed il sogno di Dio. Gesù ha operato grandi cose, perché ha vissuto nel Padre. Io posso realizzare ciò che Gesù sogna per me se vivo in Lui. Purtroppo spesso ci sentiamo realizzati nel “super efficientismo”: “Se non ci sono io…”. Gesù invece ci propone un altro passo, il suo. Ed è vero che se troviamo più spazi per la preghiera, per affidarci a Dio, se siamo capaci di individuare i bisogni dei fratelli che ci stanno accanto, poi ci sentiamo più liberi, più realizzati, più inseriti nel grande progetto di Dio sull’umanità di oggi.
MARTEDÌ 4 NOVEMBRE 2025 S. CARLO BORROMEO, VESCOVO
«Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore»
12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.
(Giovanni 10,11)
Il pastore non mette al centro se stesso, ma le pecore. Significa non mettere al centro me stesso e i miei impegni, ma le persone che incontro ogni giorno. In ogni incontro dovrei mettere da parte l’orologio, l’agenda, e concentrarmi in quella storia, in quel vissuto. Allora assomiglio al buon pastore. Le paure, i lupi appartengono al mio umano che crea apprensioni, preoccupazioni, affanni. Il pastore è un uomo libero che ha scelto di vivere fuori di sé stesso, per l’altro, per donare vita, tempo, spazi, gioia. E poi mi chiedo se sono davvero capace di valorizzare quelle persone accanto a me, anche l’adolescente, l’anziana, il povero…
Mercoledì 5 novembre 2025
«Di nuovo Gesù parlò loro e disse: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”»
13Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». 14Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. 15Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. 16E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. 17E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. 18Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». 19Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». 20Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.
(Giovanni 8,12)
Quando ci vedo, splende la bellezza attorno a me. Alle volte vedo e sento solo il buio, la nebbia, e mi sorgono paure e domande. La luce non sono io, è Gesù. Tornare da Gesù, alla sua Parola, è riaccendere quella luce che alle volte si spegne. La luce non è saper tutto o aver tutto chiaro, è ricorrere a Gesù per averla, momento per momento. Ma conoscere Gesù non è facile. Occorre metterci alla sua scuola, ascoltare la sua Parola, aderire al suo stile di vita, credere nel suo amore. Forse i farisei credono di saper tutto e cadono nel giudizio e nelle problematiche. Sta a noi, in semplicità, metterci sul cammino della conoscenza.
Giovedì 6 novembre 2025
28Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato.
«Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite»
30A queste sue parole, molti credettero in lui.
(Giovanni 8,29)
E’ nel momento del bisogno che capiamo meglio chi siamo e dove andiamo. E’ nel momento della crisi, della solitudine che speriamo di aver accanto uno che ci ascolta, ci consola, ci indirizza. Lo stesso Gesù ha bisogno del Padre. Non fa nulla senza il Padre e di conseguenza parla come il Padre. Spesso noi siamo senza idee, senza certezze, senza la terra sotto i piedi, perché preferiamo vivere con le nostre certezze, da soli. Solo inseriti in Gesù e presenti in una comunità abbiamo la forza di leggere la vita di ogni giorno e trovare quella luce nascosta dalle tenebre del mondo.
Venerdì 7 novembre 2025
«Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”?»
3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
(Giovanni 14,2)
Gesù ci prepara un posto. Ma io faccio posto a Dio nella mia vita? Lo conosco? Solo se io faccio posto a Dio nella mia vita, poi troverò un posto in Lui. E’ un cammino fatto insieme, verso una meta che Gesù ha già preparato per noi. E’ simpatico vedere che anche gli apostoli capiscono fino ad un certo punto, hanno i loro dubbi. Camminare assieme non è aver certezze; vuol dire condividere, ascoltarci, discernere, progettare assieme. E così passiamo “attraverso” Gesù, ci immergiamo nella sua vita, come il Battesimo ci ha immersi nella sua Grazia.
Sabato 8 novembre 2025
25In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli»
26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
(Matteo 11,25)
Nella canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati abbiamo visto due giovani moderni, sorridenti, contenti di vivere le realtà del mondo, come le feste, i rapporti. Convertirci vuol dire non aver più paura della nostra umanità, ma valorizzarla per farne dono. Il piccolo è colui che perde se stesso per vivere fra e per gli altri. Il dotto, il potente, il sapiente sono arroccati in se stessi, non sono più capaci di relazioni sane e libere. Per incontrare Dio e poi per incontrarci fra noi dobbiamo far più passi indietro che avanti. Ma il passo indietro diventa un passo dentro noi stessi ed un passo verso l’ascolto dell’altro. Allora costruiamo come Dio vuole.
DOMENICA 9 NOVEMBRE 2025 NOSTRO SIGNORE CESU’ CRISTO
RE DELL’UNIVERSO Ultima domenica dell’Anno Liturgico
31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra:
«Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare»
ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
(Matteo 25,34-35)
“Con tutte le cose che ci sono da fare dovremmo anche inserire la cura dei poveri? E come distinguere quelli veri da quelli che ti ingannano? E come sapere se i soldi che dai verranno dati a chi ha davvero bisogno? E poi chiedere i soldi a me, che faccio fatica ad arrivare a fine mese? Vadano a chiederli a Musk e Bezos che non sanno neppure quanti ne hanno…!”. Di domande, perplessità e proteste così potremmo scriverne a non finire. Ma ciò che provoca un sussulto e mette a tacere tutto è quel “mi”. Dietro a quelle due lettere si nasconde Gesù. Perché un atto d’amore fatto a chi ha bisogno ha un valore decisivo, immenso, chiude l’inferno e apre il Paradiso.
Lunedì 10 novembre 2025 S. Leone Magno, papa e dottore della Chiesa
42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
«Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa»
44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
(Matteo 24,43)
Ovviamente Dio non è un ladro che entra in casa di soppiatto e ti ruba le cose più preziose. «Gesù non toglie nulla e dona tutto, chi si dona a lui riceve il centuplo», ripeteva papa Benedetto ai giovani. Quindi l’immagine del ladro indica la sorpresa, il sentirsi preso in contropiede, quando eri ben concentrato a fare tutt’altro. Ecco Dio verrà così: quando meno te lo aspetti. E non avrai il tempo di controllare se sei vestito bene e ti sei spazzolato le scarpe: ti incontra così come sei. Quindi conta questo: come sei. Anche adesso, in questo istante. La cura della tua anima non puoi mai rimandarla.
Martedì 11 novembre 2025 S. MARTINO DI TOURS, VESCOVO
«A chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro»
31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. 36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
(Luca 6,29-30)
A San Martino il povero non strappò il mantello, ma fu il santo a non poterlo più tenere addosso vedendo la sofferenza del fratello. Questo ci insegna che forse occorre giocare d’anticipo: non è necessario sentirsi chiedere le cose, dobbiamo prendere noi l’iniziativa di dare, di condividere i nostri beni con chi ha bisogno, vedendo o intuendo le loro necessità.. Ma il Vangelo ci spinge ancora più in là: accettare addirittura di essere derubati, senza protestare! Ricordo una signora anziana che era stata truffata. Mi raccontava l’accaduto, umiliata per il raggiro, ma aveva concluso con un sussulto evangelico dicendo: “Comunque l’ho già perdonato e ho pregato per lui!”.
Mercoledì 12 novembre 2025 S. Giosafat, vescovo e martire
1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
«Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi»
andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.
(Matteo 25,8-9)
Martini aveva detto che non andrebbe tradotto “lampade” ma “fiaccole”, che si accendevano dopo averle immerse in un vasetto di olio. Se la carica non era completa la fiaccola non teneva. Ecco perché dicono che sarebbe mancato “per noi e per voi”. Insomma o la carica è completa o non c’è nulla da fare… Come commenta il mio amico don Pietro Raimondi, ci sono cose che possiamo fare solo noi, non c’è modo di farsene dare un po’ da altri. Se io non prego, non puoi farlo tu al posto mio. Se non chiedo perdono, non puoi farlo tu al posto mio. Se non compio opere di misericordia, nessuno può sostituirsi a me. Se non vivo nell’amore e nella fede la mia vita, chi potrà mai vivermela? Dunque c’è una fiamma che sta a te e solo a te tenere accesa. Gli altri possono certo pregare per te, darti consigli e amarti perfino nelle tue colpe. Ma solo tu puoi vivere la vita, solo tu puoi credere e seguire il Vangelo di Gesù, nessuno lo può fare al posto tuo.
Giovedì 13 novembre 2025
14Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 22Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. 23“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
«Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”»
26Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
(Matteo 25,24-25)
Demoralizzarsi è sempre pericoloso e ingiusto. Ci sono persone che di fronte a colleghi molto dotati si sentono piccole piccole e si lasciano prendere dall’amarezza, dalla depressione per le proprie incapacità, dalla lamentela perché la vita con loro è stata ingiusta. E facilmente si adagiano, diventando deluse e inconcludenti. A volte tutto questo avviene per giudizi miopi e squalificanti subiti nell’infanzia. Ma se provassero a donare quello che hanno, se incontrassero chi le sa valorizzare, chi apprezza sinceramente quello che sono, ritroverebbero ali, fiducia fino addirittura a sopravanzare a volte coloro che ritenevano superiori a sé.
Venerdì 14 novembre 2025
31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
«Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?”»
38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
(Matteo 25,37)
I giusti accolti nel Regno potrebbero benissimo rallegrarsi della loro condizione e iniziare a fare festa con i loro nuovi compagni nella gioia del Paradiso. Invece si direbbe che prevalga in loro lo stupore, la meraviglia: perché vedono he viene accreditato loro un merito di cui non si sono affatto accorti. Loro non hanno mai visto che era Gesù quel poveretto che sfamavano o dissetavano. L’hanno fatto per buon cuore, commossi dal dolore di chi stava loro di fronte, scoprendo poi che la gioia di chi veniva beneficato ritornava a loro raddoppiata. Ma Dio è amore assolutamente gratuito, solo chi vive come Lui rimane in eterno.
Sabato 15 novembre 2025
5Gesù si mise a dire loro: «33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
«Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati»
37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!»
(Marco 13,35-36)
Gesù insegna una vigilanza di ogni istante. Il corpo può anche dormire, ma il cuore non deve smettere di vegliare, di attendere, di desiderare l’incontro. E lo si vede se le cose che facciamo sono il tutto della nostra vita, a cui siamo quasi avvinghiati, o se c’è un margine, una qualche forma di distacco che viene sempre custodito, anche nei confronti dei nostri doveri. Un buon modo è offrire a Dio tutto quello che facciamo. Se smette di essere una cosa solo nostra, ci rimarrà quella libertà interiore che ci permette tra l’altro di non disperarci mai per gli insuccessi né di esaltarci troppo per le buone riuscite, ricordandoci così che Dio è più grande di ogni altra cosa, più grande anche delle cose di Dio.
DOMENICA 16 NOVEMBRE 2025 I DI AVVENTO La venuta del Signore
1Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta». 3Al monte degli Ulivi poi, sedutosi,
«I discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: “Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo”. Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno. E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine»
7Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: 8ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori. 9Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. 10Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. 11Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; 12per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. 13Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. 14Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine. 15Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l’abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele – chi legge, comprenda –, 16allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, 17chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, 18e chi si trova nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello. 19In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano! 20Pregate che la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato. 21Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale non vi è mai stata dall’inizio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. 22E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli eletti, quei giorni saranno abbreviati. 23Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non credeteci; 24perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. 25Ecco, io ve l’ho predetto. 26Se dunque vi diranno: “Ecco, è nel deserto”, non andateci; “Ecco, è in casa”, non credeteci. 27Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 28Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi. 29Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. 30Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli.
(Matteo 24,3-6)
Se si ascoltano o leggono le notizie di questi ultimi tempi, sembra di leggere questa pagina di Vangelo: guerre, distruzioni, eventi atmosferici inediti. Ma il Signore ci dice: “Non spaventatevi, andate avanti, fate tutto quello che potete per portare la pace intorno a voi”. Stiamo andando verso la conclusione del Giubileo, Papa Francesco ci ha chiamati ad essere Pellegrini della Speranza. Ecco di che cosa ha bisogno il mondo in questo momento, di Speranza. A noi portarla ogni momento a chi sembra non averne più.
Lunedì 17 novembre 2025 S. Elisabetta d’Ungheria, religiosa
«Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”»
20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. 23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. 24La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. 25Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
(Matteo 4,18-19)
Gesù osserva, sceglie e chiama. Non siamo noi ad avere l’iniziativa, anzi a volte cerchiamo di stare lontani per timore delle conseguenze, ma poi sentiamo i suoi occhi su di noi. Nella vita i momenti più importanti sono quelli in cui veniamo scelti da qualcuno, a livello sentimentale e anche lavorativo. Niente ci riempie di più il cuore, a maggior ragione nel rapporto con Gesù. Ecco spiegata la risposta immediata del discepolo: “Signore, ma vuoi proprio me ?”.
Martedì 18 novembre 2025
21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia»
26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
(Matteo 7,24-25)
Ogni amicizia va coltivata. Occorre conoscersi, poter contare uno sull’altro, saper superare le delusioni, i momenti difficili. Ecco perché solo alcune resistono nel tempo, sono le amicizie costruite sulla roccia. A maggior ragione tutto questo vale per l’amicizia con il Signore. In questo caso però la roccia è Lui e il fare la Sua volontà è il collante che la tiene insieme. Può succedere di tutto, la vita è imprevedibile, ma uniti a Lui possiamo affrontare qualunque cosa.
Mercoledì 19 novembre 2025
9Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
«Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori»
(Matteo 9,13)
Noi non amiamo la croce per se stessa, ma perché simbolo dell’Amore. Così i sacrifici, le penitenze non hanno senso da soli, un cristiano non è un masochista! Se amo veramente, proprio per amore dell’altro dovrò inevitabilmente rinunciare a molto di ciò che vorrei fare. Lo sanno bene i genitori: a quanto devono rinunciare per poter far crescere un figlio! Il sacrificio perciò è superato dalla donazione di sé, è qualcosa di faticoso ma al tempo stesso di gioioso, ti fa sentire parte della vita degli altri senza aspettarti nulla in cambio, ma riempie la tua solitudine.
Giovedì 20 novembre 2025 Beato Samuele Marzorati, presbitero e martire
16Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore.
«Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano»
(Matteo 9,17)
A volte nelle comunità quando arriva un nuovo membro è difficile accettarlo se porta nuove idee costruttive di cambiamento, perché rompe i nostri schemi consolidati, le nostre sicurezze. Occorre essere sempre vigili, duttili, pronti a ribaltare le nostre certezze consolidate dall’abitudine. Irrigidirsi non aiuta, occorre invece cercare di cambiare il proprio punto di vista per valutare meglio le cose. Soprattutto è importante pregare per capire la volontà del Signore. In questo modo e diventeremo “otri nuovi”.
Venerdì 21 novembre 2025 Presentazione della Beata Vergine Maria
35Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. 36Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore.
«Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”»
(Matteo 9,37-38)
Quando leggiamo questo brano, immediatamente pensiamo alle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. E’ vero, ma non dobbiamo dimenticare che in quella messe e tra quegli operai ci siamo tutti: consacrati e laici, giovani e vecchi, uomini e donne. Ogni cristiano è chiamato ad annunciare il Regno, ascoltare chi ha bisogno, curare chi è ferito. La Chiesa ci mette davanti figure di santi che possono aiutarci a capire come essere operai, ultimi in ordine di tempo Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati, i santi della porta accanto.
Sabato 22 novembre 2025 S. Cecilia, vergine e martire
1Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
«I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì»
5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele.
(Matteo 10,2-4)
Se leggiamo attentamente il nome degli apostoli ci accorgiamo di conoscerli quasi tutti, perché nel Vangelo ne abbiamo scoperto a volte la chiamata, in altri casi le parole, spesso anche gli errori. Non sono un blocco unico. Gesù li ha scelti uno per uno, quasi cercasse tutte le rappresentanze umane per fondare la Chiesa. Sono veri uomini, li sentiamo vicini, non sono perfetti, vengono spesso ripresi, ma giorno dopo giorno hanno imparato ad amare.
DOMENICA 23 NOVEMBRE 2025 II DI AVVENTO I figli del Regno
1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
«Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!»
5Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. 6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! 7Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: «Razza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 9Anzi, già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco». 10Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». 15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». 18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
(Luca 3,4)
La conversione è necessaria se si vuole iniziare o continuare un cammino spirituale con e verso Dio. Occorre sempre ripulire il cuore, liberarlo da ciò che lo frena nell’amore vero, per essere “lievemente quieti e vasti” (Rilke). Indispensabile quindi la conversione, ma è solo il punto di partenza. Poi occorre che il Signore arrivi, che la sua Parola incendi e fruttifichi, che illumini anche gli anfratti oscuri della vita per dare origine a nuovi germogli. E la Parola di Gesù è sempre creatrice e porta sorprese. Lo stesso Giovanni Battista è rimasto spiazzato quando è arrivato Gesù: non se lo immaginava così. È sempre nuovo, Dio.
Lunedì 24 novembre 2025 Beata Maria Anna Sala, religiosa
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”»
18È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. 19È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». 20Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: 21«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 22Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 23E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! 24Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
(Matteo 11,16-17)
Non si può rimanere eternamente spettatori, non si può pensare di tendere alla santità semplicemente guardando lo spettacolo che è Gesù. Possiamo anche rimanerne incantati e conquistati, ma non basta. Occorre schierarsi, dare una svolta se occorre, lasciare che la nostra vita sia orientata diversamente per la Sua Parola. Se questa non ritorna alla mente spesso, se non ci brucia in cuore, la vita finisce per divorarci ogni giorno con le sue urgenze, “ed è subito sera”, sciupando magari alcune occasioni per amare o senza aver vissuto anche i momenti difficili stando lì al cento per cento.
Martedì 25 novembre 2025 S. Caterina d’Alessandria, vergine e martire
14Allora i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. 15Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là.
«Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo»
17perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: 18Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. 19Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. 20Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; 21nel suo nome spereranno le nazioni.
(Matteo 12,15-16)
Il bene si fa e basta. Non ci deve essere altro scopo all’amore se non l’amore stesso. Non lo si fa in vista di un guadagno: è l’assoluta gratuità che conquista. Lo si impara anche guardando il mondo, l’universo: una bellezza infinita e sconosciuta, offerta senza calcoli. E l’amore di Gesù è specchio di tutto questo. Un amore irrefrenabile, che scende con abbondanza su tutti, che conforta, dà sollievo, infonde fiducia, ridona nuove energie, spalanca nuove possibilità. Attende riconoscenza e vita nuova, solo perché è questa la vera guarigione dell’interiorità che rende libero l’uomo.
Mercoledì 26 novembre 2025 Beata Enrichetta Alfieri, vergine
22In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. 23Tutta la folla era sbalordita e diceva: «Che non sia costui il figlio di Davide?». 24Ma i farisei, udendo questo, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni». 25Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi. 26Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi? 27E se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 28Ma, se io scaccio i demòni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
«Come può uno entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa»
30Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. 31Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. 32A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro.
(Matteo 12,29)
Con questa paraboletta Gesù rivela che Beelzebul è ormai incatenato. Infatti la Sua opera è la liberazione dell’uomo e del mondo dal male, dal peccato che schiaccia e umilia l’uomo. Non si tratta di un match equilibrato in cui talora vince l’uno e talora l’altro: Gesù sbaraglia le potenze del male, gli è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra (cfr. Matteo 28,18). Certo, ci accorgiamo che in noi invece la battaglia è sempre aperta, spesso si aprono nuovi fronti, inaspettati e non sempre riusciamo a prevalere. Per questo non ci stacchiamo da Gesù: solo lui ha vinto il mondo (cfr. Giovanni 16,33).
Giovedì 27 novembre 2025
33Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. 34Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi?
«La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive»
36Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; 37infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato».
(Matteo 12,34-35)
Quello che diciamo con le parole è solo la punta di un iceberg. Infatti la radice e la gran parte di ciò che pensiamo rimane spesso nascosta, anche a noi stessi. Non sempre infatti ci accorgiamo di quali sono le vere dinamiche che si muovono dentro di noi, forse se ne fossimo davvero coscienti ne saremmo talora spaventati. Per questo il contatto con la Parola di Dio è prezioso e molto fecondo: ci permette di introiettare la sapienza di Dio, di alimentare il cuore e la fantasia con ciò che esiste di più sano, rischiara e aiuta a guarire le parti malate, nutrendoci d’amore.
Venerdì 28 novembre 2025
38Allora alcuni scribi e farisei gli dissero: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». 39Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. 40Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
«Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona!»
42Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!
(Matteo 12,41)
Non tutti ricevono le stesse grazie. C’è chi è molto più beneficato di altri. C’è chi cresce circondato da amore e tenerezza e chi vive sin dagli inizi tra la violenza e la depravazione. Grazie a Dio il bene nel mondo è molto più diffuso della ricchezza economica, che è invece privilegio di una minoranza sempre più ristretta. E quindi a noi, che abbiamo ricevuto moltissimo, se non altro per la fede e la testimonianza di vita che abbiamo conosciuto e incontrato, sarà richiesto molto di più che ad altri. Dei doni ricevuti infatti siamo sempre responsabili, non possiamo rimanere pigri o inerti, senza trafficarli.
Sabato 29 novembre 2025
«Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima»
Così avverrà anche a questa generazione malvagia». 46Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. 47Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». 48Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 49Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 50Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
(Matteo 12,43-45)
Non c’è guarigione che ci renda invulnerabili. Occorre infatti vivere spesso un autentico percorso di riabilitazione spirituale. Rimettere al centro della vita la Parola di Dio, riordinare di conseguenza quello che era andato in subbuglio, introdurre buone pratiche e buone abitudini, tendere a fare tutto e solo per amore, continuare a curare le ferite che non sono ancora chiuse, con la pazienza e il perdono. In pratica è quello che si chiama conversione, che non si esaurisce con la decisione iniziale. Altrimenti ci ritroviamo esposti, dimenticando che le cadute precedenti ci hanno reso più fragili.
DOMENICA 30 NOVEMBRE 2025 III DI AVVENTO Le profezie adempiute
«Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”»
4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». 7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via. 11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!».
(Matteo 11,2-3)
Di fronte a situazioni di ingiustizia e di violenza che si protraggono, in un contesto che rischia di affievolire la speranza nei cuori, ci si domanda a volte se non si debba escogitare qualche nuova soluzione finora inesplorata. E non dobbiamo smettere di chiedere lo Spirito santo, perché ci suggerisca idee migliori e nuovo coraggio. Ma non dobbiamo illuderci di dover cambiare strada: la via è Gesù, non ce n’è un’altra. Ad alcuni sembra troppo diversa dal pensiero corrente e illusoria. Ma solo l’amore cambia il mondo, lo trasforma dal di dentro, getta nel terreno del mondo semi di rinascita e di vita nuova.
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