Per dare alla Chiesa un volto sinodale

Intervista al Vicario Generale Monsignor Franco Agnesi

Dopo la riforma del Sinodo dei Vescovi e l’Assemblea della Cei, il Vicario generale fa il punto su significato, modalità, tappe del cammino sinodale: «Vogliamo rispondere insieme alla domanda: “Come essere cristiani missionari nella quotidianità”»

Ci aiuta a fare un po’ di chiarezza?
Con la parola “Sinodo” si intende il Sinodo dei vescovi della Chiesa universale, che lavorerà sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione» e che si svolgerà dall’ottobre del 2021 all’ottobre del 2022. Vivrà tre fasi: quella diocesana, quella continentale e quella universale. Si attendono ancora precisazioni dalla Segreteria generale. L’espressione “Cammino sinodale” vuole indicare che la sinodalità non è un evento a sé, ma uno stile permanente di Chiesa.

Quali tappe avrà il “cammino sinodale”?
Inizierà in sintonia con il Sinodo universale (2021), si svilupperà con l’ascolto di tutto il popolo di Dio (2022), vivrà un momento unitario di dialogo e confronto con tutte le anime del cattolicesimo italiano (2023) che condurrà a una sintesi da offrire alle Diocesi (2024) e a una verifica a livello nazionale del cammino fatto (Giubileo del 2025).

Come si svolgerà la parte diocesana del Cammino sinodale?
Siamo già in cammino e abbiamo vissuto il Sinodo «Chiesa dalle genti» con la preghiera, l’ascolto capillare, il discernimento, le decisioni pastorali. Ora stiamo cercando di diventare «Chiesa dalle genti» e non più «Chiesa della tradizione in cui si è sempre fatto così». Dobbiamo convertirci, anche a livello organizzativo, a una comunione più intensa e a una missione più attenta al tempo che viviamo.

In che modo questo cammino incrocia quello della riforma del Decanato?
Per la nostra Diocesi il modo di partecipare al Cammino sinodale della Chiesa in Italia è anzitutto l’Assemblea sinodale decanale e il suo avvio attraverso il Gruppo Barnaba. Non vogliamo “fare delle cose”, ma dare un volto sinodale alla Chiesa. Non vogliamo creare un organismo o solo farci dire dagli esperti che cosa è la sinodalità, ma vogliamo tutti insieme rispondere alla domanda «come essere cristiani missionari nella quotidianità», partendo dall’Eucaristia che celebriamo la domenica.

Che cosa vuol dire, in estrema sintesi, sinodalità nella Chiesa?
Mi faccio aiutare dalle parole del Papa all’Azione Cattolica: «In effetti, quello sinodale non è tanto un piano da programmare e da realizzare, ma anzitutto uno stile da incarnare. E dobbiamo essere precisi: la sinodalità non è fare il parlamento, non è cercare una maggioranza sulle soluzioni pastorali. Ciò che fa sì che la discussione diventi sinodalità è la presenza dello Spirito: la preghiera, il silenzio, il discernimento di tutto quello che noi condividiamo. Non può esistere sinodalità senza lo Spirito, e non esiste lo Spirito senza la preghiera. Questo è molto importante».

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