Vivi la Parola: 2022 08 – Agosto

Lunedì 1 agosto 2022
S. Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e dottore della Chiesa

«Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto,
guarite i malati che vi si trovano,
e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”
»

10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

(Luca 10,8-9)

 

Mangiare, guarire, annunciare. Ecco i tre verbi del missionario. Mangiare come gratitudine verso la Provvidenza che accompagna passo dopo passo e non fa mancare il necessario e anche il superfluo. Guarire, perché prima di parlare occorre testimoniare Dio che è Amore specie verso gli ultimi, i più dimenticati. E annunciare perché troppi sono insoddisfatti di una vita appiattita sul presente, sulle cose e sui risultati, si annoiano e non sanno che la gioia vera è a portata di mano: occorre aprire il cuore ai fratelli e non smettere di cercare.

 

 

Martedì 2 agosto 2022
      S. Eusebio di Vercelli, vescovo

«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi»

15E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! 16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».

(Luca 10,13-14)

 

Queste parole di severo rimprovero, di minaccia sono dette per scuotere. E occorre saperlo fare. Perché un atteggiamento sempre concessivo, indulgente, accomodante non fa crescere, anzi rende fragili, molli, incapaci di cogliere le grandi opportunità della vita. A volte ci si trova con un pugno di mosche in mano, sconfitti, ma occorre avere l’umiltà di riconoscere che avevamo fatto scelte sbagliate, che abbiamo buttato via o lasciato da parte i tesori veri della vita. Non basta vedere le persone semplicemente felici e invidiarle, o dire che sono state fortunate: occorre saperne carpire i segreti.

 

 

Mercoledì 3 agosto 2022

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore.

«Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e
sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi
»

 

20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». 21In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 22Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». 23E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

(Luca 10,19)

 

Questa invulnerabilità, che Gesù promette al discepolo, a fronte dei pericoli e degli ostacoli che la missione comporta, è molto impressionante. Sappiamo infatti che l’immersione nel mondo non ci lascia indifferenti alle sue suggestioni, che in molti modi siamo insidiati e che non siamo certo dei supereroi. C’è però un potere che Dio dà: attraversare la mentalità di un mondo stregato dal mito dell’avere, dell’apparire e del potere, senza lasciarsene avvelenare, continuando, con l’incedere calmo e inesorabile della tartaruga, a operare il bene, ad occuparsi di chi ha bisogno, a spendersi gratuitamente in favore delle persone.

 

 

Giovedì 4 agosto 2022
   S. Giovanni Maria Vianney, sacerdote

«Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”»

30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

(Luca 10,25-29)

 

Questo dottore della legge sembra proprio forte sulle cose di Dio. Sollecitato da Gesù, sa rispondere subito in modo preciso e con la citazione giusta, sa mettere bene in evidenza i diritti di Dio, fino a ricevere i complimenti del Maestro. Il suo punto debole sembra proprio il prossimo, il fratello, l’uomo: su questo le sue idee sono poco chiare. Così la parabola del samaritano appare disegnata su misura per lui. E gli apre scenari inesplorati. Che differenza tra la fretta, la paura e la distanza del sacerdote e del levita rispetto alla generosità intraprendente, alla compassione per l’uomo ferito, alla vicinanza e alla cura fino nei dettagli! Lì si vede quanto Dio ti ha toccato il cuore.

 

 

Venerdì 5 agosto 2022
   Dedicazione della Basilica romana di S. Maria Maggiore

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».

«Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”»

(Luca 10,41-42)

 

Rimaniamo sempre un po’ interdetti nell’ascoltare questo affettuoso rimprovero di Gesù a Marta. Forse perché ci è troppo vicina e simpatica la sua laboriosità lombarda e abbiamo grande stima delle persone che si danno da fare perché tutto riesca bene. Ma Gesù ribadisce che c’è un primato dell’essere sul fare, dell’ascolto sulle opere, delle persone sulle cose. C’è un primato di Dio che va dichiarato con la vita, evitando che Dio diventi funzionale alle cose che facciamo, o semplice cornice dorata del nostro attivismo. C’è una “parte migliore”, la Sapienza di questo Dio tra noi, che va messa sempre in evidenza e riconosciuta come il dono per eccellenza, come la sorgente chiara di ogni attività.

 

 

SABATO 6 AGOSTO 2022
   TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

«Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto
»

e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

(Luca 9,28-29)

 

La preghiera trasforma. Non soltanto il mondo attorno a noi: prima ancora cambia noi. Cambia il volto, il cuore e poi anche le mani. Quando è vissuta bene, è un lasciare che Dio ci riplasmi, per renderci più simili a Sé e di conseguenza anche più fedeli a noi stessi, trasfondendo in noi i Suoi stessi modi di vedere e di sentire. Lo vediamo dagli occhi di chi esce da una vera preghiera: c’è luce, pace, vicinanza. Lo sperimentiamo anche su di noi: ci accorgiamo che reagiamo di fronte alle stesse realtà con una sapienza nuova, che non parliamo più allo stesso modo, che il modo di riferirci ai fratelli è più trasfigurato dall’amore.

 

 

Domenica 7 agosto 2022
   IX DOPO PENTECOSTE

41Mentre i farisei erano riuniti insieme, Gesù chiese loro: 42«Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?». Gli risposero: «Di Davide». 43Disse loro: «Come mai allora Davide, mosso dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: 44Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi? 45Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?».

«Nessuno era in grado di rispondergli e, da quel giorno, nessuno osò più interrogarlo»

(Matteo 22,46)

 

Tante controversie fatte nascere dai farisei, tentativi inutili per sconfiggere Gesù sulla dialettica: ogni volta la provocazione fallisce e diventa invece un’occasione per nuove rivelazioni che attirano e persuadono gli ascoltatori sulla grandezza di Gesù. Ma Gesù non si aspetta guadagni particolari da tutto ciò, non cerca consensi né applausi. Sa bene che non è questa la strada per convincere il mondo della presenza e della verità di Dio. L’umanità infatti sarà salvata solo dall’amore crocifisso, dal dono di sé libero e pieno, da quell’atteggiamento perenne di servizio umile e disinteressato che cerca solo la gioia dei fratelli, che infonde fiducia nel cuore di ogni uomo.

 

 

Lunedì 8 agosto 2022
   S. Domenico, sacerdote

1Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro:

«Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno»

3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».

(Luca 11,2)

 

La prima parola della preghiera del discepolo di Gesù è: Padre. Altrimenti la preghiera diventa un pensare alla propria vita, ricurvi su di sé. Invece pregare è dialogare, relazionarsi, entrare in contatto: anche quando tutto sembra difficile e ci sembra di vivere soltanto la fatica di cercare il Suo volto. Occorre semplicità e apertura di cuore, i bambini in questo sono la scuola più esemplare. E subito desiderare che l’umanità intera si indirizzi verso di Lui, che Lo ascolti, ne realizzi tutti i progetti, perché è solo in Lui il segreto della gioia piena.

 

 

Martedì 9 agosto 2022
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE (EDITH STEIN)
VERGINE E MARTIRE, PATRONA D’EUROPA

 

«Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini
che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo
»

2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(Matteo 25,1)

 

Il Regno dei cieli è la festa più bella che ci sia, l’evento che rallegra la pesantezza dei giorni e dà spazio alla gioia, il momento in cui tutto si trasforma e i cuori si riempiono di letizia. Dio è questo e il solo suo pensiero dovrebbe farci trasalire di felicità. Per questo, nella parabola che Gesù racconta, le ragazze sono tutte presenti, perché nessuna di loro vuole perdere quest’occasione. Certe immagini di Dio, che vanno per fortuna scomparendo, che lo disegnano come un giudice che ti inchioda devono essere sostituite dal Dio che Gesù ci ha raccontato: il Padre sconfinatamente buono, capace solo di amare, di commuoversi per la bellezza di tutti i suoi figli di cui è perdutamente innamorato.

 

 

Mercoledì 10 agosto 2022
   S. Lorenzo, diacono e martire

24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

«Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo,
la conserverà per la vita eterna
»

26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

(Giovanni 12,25)

 

Sono parole forti che possono lasciarci perplessi, ma sono pronunciate in un momento in cui si è nel cuore della prova e devi decidere su chi appoggiarti. O si è drastici o si è perduti. Gesù avrebbe potuto dileguarsi e cercare fortuna altrove. Ma cosa sarebbe rimasto di lui? Soltanto la sconfessione di tutto quello che aveva detto e fatto fino a quel momento. Invece nella prova Lui si tuffa nel Padre, nel Suo progetto, pronto a perdere tutto il resto, a lasciare anche la sua vita terrena, le persone più care, la sua salute, la sua fama. Questo lo renderà capace di affrontare tutto, conoscendo abissi di dolore e di solitudine, ma realizzando qualcosa di immenso.

 

 

Giovedì 11 agosto 2022
S. Chiara, vergine

«Gesù stava scacciando un demonio che era muto.
Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore
»

15Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». 16Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 17Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. 18Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. 19Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 20Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

(Luca 11,14)

 

Quando Gesù libera qualcuno dal demonio, la persona ritrova la pienezza della sua umanità. Il muto torna a parlare, si passa dall’incomunicabilità che isola e rattrista alla scioltezza del comunicare che crea nuove relazioni. E sono molti i demoni che ci assediano, anche se non pensiamo affatto di chiamarli così: la sfiducia, la lamentela, la critica corrosiva, il pessimismo, la passione per ciò che è futile, le intemperanze che ci rovinano il corpo e il cuore, la smania di apparire, l’idolatria dell’avere, ecc. Ma ogni volta che la forza di Dio che ce ne libera, ritroviamo semplicemente noi stessi, quello che più profondamente siamo, proiettati verso quelle altezze a cui ci sentiamo chiamati.

 

Venerdì 12 agosto 2022

21Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. 22Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. 23Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.

«Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna»

26Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

(Luca 11,24-25)

 

Nella lotta contro il male spesso siamo sprovveduti. Pensiamo che sia sufficiente archiviare quello che è successo, ricominciare a vivere con tutta serenità, come se nulla fosse successo. Invece le nostre fragilità ci segnano e se le cadute si ripetono ci rendono sempre più esposti e deboli. Occorre cercare dei rimedi, accettare di fare fatica, industriarci per trovare soluzioni efficaci. Se il cuore è vuoto in qualche modo verrà riempito: se non lo riempiamo noi di Dio, lo occuperà qualcun altro e ci ritroveremo più feriti di prima. Leggiamo troppo spesso di delitti che lasciano sgomenti. A parte le patologie, sono spesso il frutto di chi si lascia guidare giorno dopo giorno da pensieri terribili senza opporsi.

 

 

Sabato 13 agosto 2022

54Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva:

«Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?»

56E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». 57Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». 58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

(Matteo 13,54-55)

 

Avrebbero dovuto conferire prestigio a tutta la famiglia, che aveva al suo interno un uomo così straordinario come quel Gesù, che stava incendiando i cuori della Galilea. Avrebbero dovuto rivedere tutti i loro giudizi consolidati. Un lavoro molto impegnativo, che chiede umiltà. Molto più semplice lasciare le domande aperte, sottintendendo: “Ma chi si crede di essere? Sappiamo benissimo chi è! A noi non ce la racconta!”. È vero che le persone sono uguali a sé stesse e quindi un po’ le conosciamo. Ma rimarremmo molto delusi se sapessimo che ci sta accanto ci ha ormai inquadrato in modo definitivo, senza offrirci più la possibilità di sorprenderli.

 

Domenica 14 agosto 2022
   X DOPO PENTECOSTE

Gesù disse:

«Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!»

26Quelli che ascoltavano dissero: «E chi può essere salvato?». 27Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio». 28Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito». 29Ed egli rispose: «In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, 30che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà».

(Luca 18,24-25)

 

Nel nostro tempo è facile diventare molto ricchi. Non dico di soldi, ma di relazioni, di occasioni, di conoscenze. Internet ci offre la possibilità di sapere tantissime cose, di essere sempre informati in tempo reale, una ricchezza straripante di notizie, a seconda dei gusti e delle passioni, siamo costantemente stimolati. A volte ne siamo storditi. Una ricchezza quasi ubriacante. Diventa difficile perciò coltivare il silenzio, l’ascolto quieto e profondo sia di Dio che dei fratelli, la libertà dalle cose, il distacco dalle incombenze.  Il Regno chiede di riservarsi per ciò che veramente vale, pronti a mettere tutto il resto in secondo piano. Un dono da chiedere con umiltà.

 

 

LUNEDÌ 15 AGOSTO 2022
   ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA IN CIELO

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 46Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

«Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono
»

51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

(Luca 1,49-50)

 

Maria è ben consapevole di quanto Dio abbia fatto meraviglie nella sua vita, ne è strabiliata. Cerca di capire cosa abbia fatto lei per vivere un’esperienza così straordinaria e capisce che la causa è soltanto una: la misericordia di Dio, questo progetto di salvezza nel quale non ci sono meriti, che supera ogni immaginazione. E si accorge che questa misericordia non è un fatto eccezionale che l’ha coinvolta, ma è uno stile consueto per Dio, ordinario nella sua straordinarietà, che raggiunge sempre ogni uomo e ogni donna della storia. Ne sono beneficati quelli che come lei aprono il cuore e se lo lasciano riempire.

 

Martedì 16 agosto 2022

29Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:

«Questa generazione è una generazione malvagia;
essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona
»

30Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

(Luca 11,29)

 

Noi cerchiamo sempre da Dio segni, conferme, risposte. Come se quello che abbiamo visto non fosse mai sufficiente per sorreggere la decisione della fede. Come se Dio sedesse sempre sul banco degli imputati e dovesse continuamente difendersi e giustificarsi di fronte alle nostre domande e ai nostri dubbi. Come se ogni attesa nell’ottenere una risposta convincente fosse già un motivo valido per non fidarci più. Il segno che Gesù promette e realizza è immenso, ma è anche tutto da decifrare: la Pasqua infatti non risolve d’incanto tutti i problemi e le domande, ma mostra con sicurezza la strada che attende ancora di essere percorsa. E su questa strada il Risorto ci è compagno ad ogni istante.

 

 

Mercoledì 17 agosto 2022
   s. Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire

31Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.

«Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona. Nessuno accende una lampada e poi la mette in un luogo nascosto o sotto il moggio, ma sul candelabro, perché chi entra veda la luce»

34La lampada del corpo è il tuo occhio. Quando il tuo occhio è semplice, anche tutto il tuo corpo è luminoso; ma se è cattivo, anche il tuo corpo è tenebroso. 35Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. 36Se dunque il tuo corpo è tutto luminoso, senza avere alcuna parte nelle tenebre, sarà tutto nella luce, come quando la lampada ti illumina con il suo fulgore».

(Luca 11,32-33)

 

La luce del Vangelo di Gesù è potente, abbagliante. Entra in ogni cuore e provoca una decisione, urge perché cambiamo vita. Non è una luce nascosta, rivelata solo a pochi iniziati prescelti; è  invece annunciata sulle piazze, è alla portata di tutti. Per molto meno miliardi di persone lungo la storia si sono lasciate convertire; a noi è stata offerta l’opportunità più grande, la rivelazione più piena, insuperabile eppure ancora esitiamo, aspettiamo ancora chissà cosa. Il tesoro è sotto i nostri occhi, continua ad invitarci e  non smetterà mai di farlo, permettendoci di risollevarci da ogni caduta e di abbandonare mille volte le nostre inerzie.

 

 

Giovedì 18 agosto 2022

«Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria»

40Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? 41Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. 42Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. 43Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».

(Luca 11,37-39)

 

Il comportamento di Gesù è spesso provocatorio, come del resto le sue parabole, il suo messaggio. Il suo occhio vede chiaramente le nostre ipocrisie e Lui vuole snidarle. Spesso a noi basta che le apparenze siano salvate, vigiliamo di non esporci alle critiche, cerchiamo di avere un comportamento inappuntabile. Così possiamo ottenere che la nostra rispettabilità venga confermata e che cresca la buona opinione degli altri su di noi. Ma cerchiamo con la stessa cura di liberarci dalle nostre segrete meschinità? Siamo consapevoli della nostra miseria? Forse se lo fossimo davvero i nostri giudizi non sarebbero così taglienti.

 

 

Venerdì 19 agosto 2022

46Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! 47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 49Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, 50perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: 51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.

«Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza;
voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito»

53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

(Luca 11,52)

 

Quanto dolore di queste parole di Gesù. Vedere un popolo alla ricerca di strade che portino verso la luce e al tempo stesso maestri e capi tutti preoccupati di chiudere le porte per non veder messo in pericolo il loro prestigio, il loro quieto vivere, oppure per non vedere messe a soqquadro le proprie convinzioni falsamente rassicuranti. È un invito a predicare davvero tutto il Vangelo, anche quello che non riusciamo a vivere, con dolcezza e misericordia, perché risuoni sempre come un invito. In modo che se anche noi ne rimaniamo distanti, altri lo possano sperimentare più e meglio di quanto noi non siamo stati capaci di fare.

 

Sabato 20 agosto 2022
   S. Bernardo, abate e dottore della Chiesa

23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”.

«Allora comincerete a dire:
“Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”.
Ma egli vi dichiarerà:
“Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”
»

28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

(Luca 13,26-27)

 

Non basta la vicinanza fisica, non basta la frequentazione assidua, non basta la conoscenza personale. Non funziona come nel caso delle raccomandazioni, in cui amici e conoscenti hanno un trattamento di riguardo, a prescindere dal resto. A Gesù invece interessa il cuore che si dona, che si spende, che passa dalle parole ai fatti, che è pronto a pagare di persona quando è il momento di amare e aiutare, che è pronto a fare un passo in più quando gli altri non cela fanno più. Questo è il modo più vero per conoscere Dio, per entrare in contatto con Lui. Altrimenti non conosci e diventi uno sconosciuto anche per Gesù.

 

 

Domenica 21 agosto 2022
XI DOPO PENTECOSTE

19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti.

«Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe»

22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

(Luca 16,)

 

A Lazzaro sarebbero bastate le briciole, gli avanzi del ricco. Ma non riusciva a mangiare neppure quelli. Il ricco non se ne accorgeva neanche, non credo per crudeltà, ma semplicemente perché era occupato in altre cose e magari non aveva il tempo di risolvere una necessità così facile da accontentare. A questa trascuratezza che a noi appare clamorosa, avrebbe potuto replicare: «Non riesco ad arrivare dappertutto!». Tutto questo per dire che quel ricco a volte ci assomiglia, o siamo proprio noi, che fatichiamo a sentire nella nostra carne il dolore e il bisogno del fratello.

 

 

Lunedì 22 agosto 2022
  Beata Vergine Maria Regina

1Intanto si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:

«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia»

2Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. 3Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.

(Luca 12,1)

 

L’ipocrisia è la maschera che indossiamo per presentarci di fronte al prossimo. Abbiamo talmente bisogno di conferme, di alimentare la nostra autostima, da essere spinti a mostrare quello che in realtà non siamo. Vorremmo sempre nascondere il nostro limite, le nostre mediocrità, perché temiamo di non essere accettati. Se però si crea un clima di accoglienza autentica, in cui ci si sente amati a prescindere, in cui non senti più il peso schiacciante del giudizio, le ipocrisie diminuiscono, perché ti senti amato così come sei. La rivoluzione evangelica spinge fino a lì la vita, per realizzare una comunità in cui danza l’amore reciproco. E diventa libertà, serenità, frammento di Paradiso.

 

 

Martedì 23 agosto 2022
   S. Rosa da Lima, vergine

4Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. 5Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.

«Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!»

(Luca 12,6-7)

 

Passeri e capelli, realtà così trascurabili ai tempi di Gesù, diventano un segno della cura di Dio per ciascuno dei suoi figli. Tanto spesso infatti, i piccoli dettagli sorprendenti della vita ci invitano a notare che dentro lo scorrere degli eventi quotidiani brilla l’amore di Dio per noi. Ogni volta che ce ne accorgiamo sentiamo la gioia di non essere soli, di essere guardati, di essere accompagnati e facilitati nei nostri compiti e anche nelle nostre fatiche. E questo ci è necessario, perché non basta credere in Lui: occorre anche riconoscerLo presente e vivo accanto a noi, altrimenti la fede diventa una teoria e Dio si allontana poco a poco dal nostro sguardo e dai nostri pensieri.

 

 

Mercoledì 24 agosto 2022
   S. BARTOLOMEO, APOSTOLO

45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».

«Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui:
“Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”»

48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,47)

 

Credo sia l’unico caso riportato dai Vangeli in cui Gesù al primo incontro apra il dialogo con un complimento. Le sue parole sciolgono subito i pregiudizi e le diffidenze di cui il buon Natanaele era ancora prigioniero. Del resto sappiamo bene che solo l’amore, gratuito e inaspettato, è capace di liberarci dalle nostre difese. Quindi non si tratta di una captatio benevolentiae da parte di Gesù, ma della sua capacità di cogliere il positivo delle persone, di saperle apprezzare e valorizzare, di trovare le parole giuste e vere per incoraggiarle. Il gesto di Gesù in sostanza conferma in un modo comprensibile a tutti che Dio ama davvero per primo.

 

 

Giovedì 25 agosto 2022

13Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».  16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”.

«Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio»

(Luca 12,20-21)

 

C’è chi si preoccupa nella vita di accumulare beni per poi concedersi delle soddisfazioni o per assicurarsi una vecchiaia felice. Non c’è nulla di male in tutto questo, dicono i più. Il rischio però è quello di vivere in un modo autocentrato, ritenendo che ciò che è mio è tutto per me, che il mondo finisce attorno a me. Gesù invece educa a vedere gli altri, a sentire nostre le loro necessità, a condividere ciò che si possiede, a coltivare la cultura del dare, a diffondere la civiltà dell’amore, a sperimentare di persona che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.

 

Venerdì 26 agosto 2022

22Poi disse ai suoi discepoli: «Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete.

«La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito»

24Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! 25Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 26Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto?».

(Luca 12,23)

 

Nella cultura che respiriamo la vita è degna di essere vissuta solo se ci sono alcuni requisiti come la salute, una certa agiatezza, una discreta garanzia sul futuro, la possibilità di togliersi alcune soddisfazioni, ecc. Aumentando però il numero di queste richieste inderogabili, diventa difficile garantire a molti la possibilità di vivere. È interessante allora guardare ad altre culture, in paesi e continenti diversi dal nostro e accorgerci che la vita è bella in sé, è un miracolo, ha un valore intrinseco ed è capace di donare gioia vera senza dipendere dai beni che si posseggono. Perché ciò che riempie il cuore e lo rende davvero felici, non si compra, ma lo si accoglie e lo si coltiva giorno dopo giorno.

 

 

Sabato 27 agosto 2022   S. Monica

31In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». 32Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe:

«Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta»

33Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. 34Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!

(Luca 13,32)

 

Negli ultimi tempi della sua vita terrena Gesù sa di avere i giorni contati, perché i suoi nemici si moltiplicano e si fanno sempre più minacciosi e determinati. A fronte di questo non si scoraggia, né lancia invettive, ma prosegue la sua opera, quella che il Padre gli ha affidato, che è essenzialmente liberare e guarire l’uomo da ciò che lo paralizza e lo condiziona. Introduce così una vena di vita nuova che continuerà a scorrere nell’umanità, quella di chi ha deciso di vivere in costante donazione di sé, per beneficare e salvare, per riaccendere senza sosta la speranza e il sorriso, per indicare a tutti la strada percorrendola anzitutto in prima persona dietro a Lui.

 

Domenica 28 agosto 2022
   CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

1In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». 2Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro 3e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. 5E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.

«Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare»

7Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! 8Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. 9E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco. 10Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

(Matteo 18,6)

 

I piccoli che credono in Gesù, coloro che si sono fatti piccoli come bambini, sono stati conquistati, trasformati dal Vangelo. Si è aperta per loro una nuova vita che non avrebbero mai immaginato. E come i bambini sono esposti, vulnerabili. Ciò che li ferisce profondamente è il Vangelo non vissuto, una vita che tradisce le parole e lascia nel disorientamento, che diventa un inciampo in cui il piccolo cade e si fa male. Gesù difende questi piccoli, vuole che la comunità ne abbia una grandissima cura, li tuteli, perché il danno dello scandalo potrebbe essere irreparabile. E insegna perciò a coltivare la correzione fraterna amorevole, la preghiera comune, l’unità tra tutti i membri e il perdono.

 

 

Lunedì 29 agosto 2022
   MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

17Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. 18Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». 19Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, 20perché

«Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui;
nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri
»

21Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. 22Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». 23E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». 24Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». 25E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». 26Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. 27E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione 28e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. 29I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

(Marco 6,20)

 

Erode è raggiunto, toccato dalle parole del Battista. Sente che c’è in esse una luce nuova, ben diversa da quella degli adulatori che lo circondano, le ascolta volentieri. Purtroppo però presume di sé. È convinto che il Battista nelle sue mani sia al sicuro, non sa di essere vulnerabile, crede di poter dominare l’odio di Erodiade, non si rende conto che i suoi vizi lo possono portare dove lui non vorrebbe. Il fatto è che non si può convivere con il male, lasciandolo crescere attorno a sé. Come dice san Paolo, occorre «detestare il male e attaccarsi al bene» (Romani 12,9). Se rimani a metà, nel guado, il male ti risucchia e ti travolge.

 

 

Martedì 30 agosto 2022
   Beato Alfredo Ildefonso Schuster, vescovo

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo,

«Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco»

17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

(Luca 3,16)

 

Giovanni è esemplare in tutto: dedicato alla causa di Dio fino al rischio della propria vita, forte e chiaro nell’annunciare la verità, sobrio ed essenziale come un autentico profeta. E soprattutto umile, consapevole dei doni che ha ricevuto, come anche del suo limite. Non si monta la testa per la stima e l’ammirazione che riceve da parte del popolo, rimane sempre radicato e stabile nella sua missione, quella di essere un indice puntato rivolto al Messia che sta per venire: nulla di meno e nulla di più. Nella fedeltà piena alla sua vocazione brilla la presenza di Dio in lui.

 

Mercoledì 31 agosto 2022

Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle:

«Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?»

25Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. 26Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 27Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.

(Luca 7,24)

 

Le domande incalzanti di Gesù provocano l’uditorio a prendere sul serio l’evento di Giovanni il Battista: perché siete andati nel deserto? Cosa vi ha attratto? Uno spettacolo curioso? Un uomo eccentrico? Siete andati a dare un’occhiata a quello che succede o a lasciarvi toccare e inquietare dalla parola sferzante del Battista? Certo Giovanni non è una personalità sbiadita, che si lascia trascinare, che segue l’onda, che insegue la notorietà. Avete fatto vostro il suo messaggio, saprete essere come lui solidi come la roccia? Fidatevi di quello che dice: la sua vita ne è una garanzia, grida ancora più forte delle sue parole.

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