Aiutiamoci a essere la Chiesa dove si è fratelli tutti

Ottobre è il mese missionario. Il presidente della Conferenza episcopale italiana Monsignor Zuppi, ha indicato in un suo intervento a Milano la direzione e lo scopo dell’essere missionari

 

«Il mondo ha bisogno di fratelli tutti, di persone, di uomini e donne che comincino ad essere fratelli tutti.
In un momento in cui ci si rinchiude nei localismi, nelle etnie, nel buio, nel miope e ingannevole pensarsi dei nostri contro i loro (quando in realtà alla fine non capiamo manco più chi sono i nostri, perché solo l’amore ci rende uniti), occorre riscoprire la fraternità universale.
E l’amore allarga, non chiude; accoglie, non respinge. L’amore cristiano riconosce anche nel nemico il mio prossimo. Ecco la missione oggi. E la croce è portare proprio l’amore più grande, annunciarlo, viverlo con la vita. E incontrare e riconoscere nella sofferenza di tanti la domanda di un amore che liberi dalla condanna, che accenda una speranza nella vita delle persone. Così si comunica Cristo. Anche in questo la missione ci coinvolge tutti. E vogliamo, attraverso la nostra vita, che tutti possano riconoscere la bellezza di Cristo.
In questo cammino della Chiesa italiana, aiutateci. Aiutateci a vivere questa dimensione larga, davvero universale, che aiuta a camminare nei luoghi in cui la Chiesa sta».

Il cardinale Zuppi ha ricordato anche i tanti “miracoli” che è possibile toccare con mano in missione:
«Quanti miracoli di umanità, di vita che cambia, di solitudine sconfitta, di persone che trovano se stesse, di dignità restituita – ha elencato -. Quanti miracoli, proprio come quelli di cui Gesù dice a Giovanni “Guarda quello che succede!”. E allora noi, come Giovanni, testimoniamo la verità. Teniamo accesa la lampada della nostra vita, delle nostre missioni: che ardano, che risplendano di amore. Che ha sempre un unico nome, che è anche il nostro: Gesù. E questo è bellissimo. Le opere non si misurano solo con le cose e i numeri. Si misurano con quei tanti piccoli grandi miracoli di amore».

E il nostro Arcivescovo, Monsignor Delpini, al termine della Festival della Missione, ha detto:
«Mentre si ascoltano con ammirazione le testimonianze di fratelli e sorelle che si fanno voce di Chiese che vivono, celebrano, sperano e soffrono in altri Paesi di questo piccolo pianeta, (…) nelle nostre comunità cristiane d’Italia serpeggia un’intima persuasione di impotenza.
Facciamo tante cose belle, ma manchiamo lo scopo per cui le facciamo: far conoscere Gesù, far percepire il suo amore, la sua attrattiva. Siamo contenti di aver vissuto la nostra vocazione, ma adesso non riusciamo a convincere che la nostra vocazione ha una meravigliosa attrattiva».

E ha rimproverato «le nostre comunità e ciascuno di noi, quando nell’intimo del cuore c’è la rassegnazione al declino».
«Accogliete il dono di Dio, lasciatevi condurre, voi tutti che non sapete dove andare, che non sapete come fare. Accogliete il dono, continuate a sorprendervi dalla manifestazione dell’opera che compie attraverso in Gesù».

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