Sabato 11 novembre 2017
S.Martino di Tours, vescovo
Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro:
«In verità io vi dico:
tutto quello che avete fatto
a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l’avete fatto a me»
(Matteo 25,40)
Poter vedere e amare Gesù nel fratello è una rivelazione che trasforma completamente la nostra immagine di Dio e la nostra relazione con Lui.
Infatti Dio non è più confinato nell’alto dei cieli, ma si rende visibile, lo si può incontrare e toccare.
E soprattutto amare, concretamente.
Perciò il nostro modo di relazionarci con Dio non è più solo la preghiera, che rimane fondamentale e indispensabile, ma Dio riempie la nostra giornata in tutte le relazioni che intessiamo con i fratelli.
E dal modo in cui le viviamo saremo giudicati.
Buona giornata!
don Carlo
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