Vivi la Parola! 2017.12.21 & 22

Giovedì 21 dicembre 2017

IV Feria prenatalizia “dell’ Accolto”

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e

«Gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio»

Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

(Luca 1,64)

Tornare a parlare dopo 9 mesi e benedire il Signore: questo può avvenire soltanto se si è vissuto un tempo di conversione, di scoperta di un Dio che prima non si conosceva così.

È bello perciò vedere che ciò che a tutta prima sembrava una punizione, si è rivelata di fatto un’occasione provvidenziale per capire cose che altrimenti sarebbero rimaste oscure, ignote.

Zaccaria benedice Dio, “dice bene” di Lui: ha compreso che quel Dio che serviva con fedeltà, ma forse un po’ nella routine,  è invece il Dio delle sorprese, che colma il cuore di gioia, che trasforma la vita irrompendo con il Suo Amore.

Buona giornata!

don Carlo

Venerdì 22 dicembre 2017

V Feria prenatalizia dell’ “Accolto”

Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: / «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, / perché

«Ha visitato e redento il suo popolo»

e ha suscitato per noi un Salvatore potente / nella casa di Davide, suo servo, / come aveva detto / per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: / salvezza dai nostri nemici, / e dalle mani di quanti ci odiano. / Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri / e si è ricordato della sua santa alleanza, / del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, / di concederci, liberati dalle mani dei nemici, / di servirlo senza timore, in santità e giustizia / al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. / E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo / perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, / per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza / nella remissione dei suoi peccati. / Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, / ci visiterà un sole che sorge dall’alto, / per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre / e nell’ombra di morte, / e dirigere i nostri passi / sulla via della pace». / Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

(Luca 1,68)

La visita di un amico, di una persona cara, in qualunque momento avvenga è sempre gradita.

Visitare significa infatti entrare in casa, nei luoghi dell’intimità, liberarci dall’isolamento, farci sentire importanti per qualcuno che è importante per noi.

La visita è anche un entrare discreto, familiare, ma sempre luminoso: da letizia al cuore e accende il desiderio di comunicare, di aggiornarci, di conoscerci meglio.

Tutto questo avviene con Dio nel Natale, nel modo più bello, più dolce, più sorprendente.

Buona giornata!

don Carlo

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