Vivi la Parola! 2017.12. 26 & 27

Martedì 26 dicembre 2017
S. STEFANO, PRIMO MARTIRE

Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Allora istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio». E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato». E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo. Disse allora il sommo sacerdote: «Le cose stanno proprio così?». Stefano rispose: «Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori, voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l’avete osservata». All’udire queste cose, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse:

«Ecco, contemplo i cieli aperti

e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio»

Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì. Saulo approvava la sua uccisione. In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere. Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.

(Atti 7,56)

Stefano e Gesù. Nel primo martire rivive meravigliosamente il Maestro. Il Cristianesimo non è solo contemplazione, dall’incanto del Natale si sprigiona una vita nuova, che rende l’uomo veramente uomo, capace di donarsi interamente.

E nel cuore della persecuzione, nell’imminenza della sua morte Stefano fa un’esperienza fortissima di Dio: gli è dato di vedere il Cielo, il traguardo che lo attende.

Anche le prove possono trasformarsi in occasioni per conoscere Dio e noi stessi, per comprendere davvero chi siamo e dove andiamo.

Buona festa!

don Carlo

Mercoledì 27 dicembre 2017

SAN GIOVANNI  APOSTOLO ED EVANGELISTA

Il Signore Gesù disse a Pietro: «Seguimi». Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose:

«Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?

Tu seguimi»

Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

(Giovanni 21,22)

Pietro e Giovanni: chiamati quasi insieme, discepoli della primissima ora, hanno vocazioni diverse.

Non sono loro a scegliere quello che devono fare, è il Signore a indicarglielo.

A Pietro è chiesto di prendersi cura della Chiesa mantenendola nell’unità.

A Giovanni Gesù dalla croce affida Maria, cuore della Chiesa e madre di ogni credente. A lui è chiesto di “rimanere”, forse eco di quel «rimanete nel mio amore» (Giovanni 15,9) che Gesù aveva detto nei discorsi di addio.

Ciò che conta è essere lì e come Gesù ci vuole.

Lui sa perché.

Buona giornata!

don Carlo

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