Vivi la Parola! 2018.09. 16 – 21

Domenica 16 settembre 2018

III DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI BATTISTA IL PRECURSORE

Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò dal Signore Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito.

«Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto»

Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 3,7)

Nascere dall’alto significa guardare il mondo dal punto di vista di Dio, cioè dalla croce, dal momento massimo in cui si manifesta l’Amore.

È una rinascita perché chiede di cambiare il modo di vedere le cose. E si rimette in discussione anche quello che ci hanno insegnato a casa quando eravamo piccoli, o a scuola, o che abbiamo imparato dagli amici, se ci accorgiamo che il Vangelo va in un’altra direzione.

Occorre essere pronti a perdere anche le proprie idee, le convinzioni per cui abbiamo fatto battaglie, se Gesù dice altro.

Occorre morire.

Per rinascere figli di Dio.

Per rinascere Gesù.

Buona domenica!

don Carlo

Lunedì 17 settembre 2018

S.Satiro

Il Signore Gesù disse:

«Come avvenne nei giorni di Noè»

così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva».

(Luca 17,26)

Dio sovrasta ogni altra cosa. La nostra vita è fatta di tante cose che ci coinvolgono, ci stancano o ci appassionano, di eventi felici o luttuosi, di progetti, di responsabilità, di mille realtà.

A volte ne siamo così immersi che non riusciamo a staccarcene.

Altre volte le amiamo al punto da non saper immaginare la gioia senza di esse.

Occorre imparare ad essere liberi. È il compito di ogni giorno, per il quale nessuno vive di rendita, ci chiede di allenarci sempre ad essere profondamente dediti e interiormente staccati.

Buona giornata!

don Carlo

Martedì 18 settembre 2018

S. Eustorgio I, vescovo

Il Signore Gesù disse ai discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente.

«Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»

(Luca 18,8)

Per Gesù la preghiera è la limpida espressione della fede.

Prega chi crede nell’amore di Dio.

Continua a pregare chi è convinto più di quello che non vede che di quello che vede, perché già in passato ha toccato con mano di cosa Dio sia capace.

La preghiera che assedia Dio senza mai demordere ci fa fissare gli occhi su di Lui, ci fa ricordare quello che Gli abbiamo chiesto (perché a volte ce lo dimentichiamo…) e quello che Lui ci ha promesso, ci lega a Lui.

A volte otteniamo l’esatto contrario di quello che abbiamo chiesto. Se sappiamo vedere proprio lì un di più del Suo amore, la nostra fede e la nostra unione con Lui fanno un balzo in avanti.

Buona giornata!

don Carlo

Mercoledì 19 settembre 2018

«Presentavano al Signore Gesù

anche i bambini piccoli»

perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso».

(Luca 18,15)

È una scena che vediamo spesso, quando passa il papa o una persona molto buona e si desidera che sfiori i nostri bambini, i nostri malati. Loro magari non possono capire la preziosità di questo incontro, ma noi sì e siamo felicissimi quando questo si realizza.

Gesù amava questi incontri, vedeva nei bambini una speciale manifestazione del Regno, un contatto felice, confidente e senza sospetti tra l’uomo e Dio, una realizzazione del Paradiso delle origini in cui Dio e l’uomo erano veramente amici.

Anche e forse soprattutto per questo i bambini sono un dono incantevole e meraviglioso.

Buona giornata!

don Carlo

 

Giovedì 20 settembre 2018

Ss. Andrea Kim Taegon, Paolo Chong Hasang

e compagni martiri

Un notabile interrogò il Signore Gesù: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli rispose: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre”». Costui disse: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza». Udito ciò, Gesù gli disse:

«Una cosa ancora ti manca»

vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!». Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco.

(Luca 18,22)

Eppure era davvero un ragazzo d’oro. Chissà che soddisfazione per i genitori avere un figlio così! Avrà raccolto stima da insegnanti e conoscenti, spesso sarà stato additato ai suoi coetanei come un modello da imitare. Cosa chiedere di più?

Gesù infatti non gli chiede nulla di più.

Gli chiede in un certo senso qualcosa di meno.

Gli chiede di cambiare tesoro. Ha in serbo per lui un’infinità di persone e di cose in più, che neppure immagina.

Anche Gesù avrà sofferto molto nel vedere un bravo ragazzo così, andarsene via triste.

Buona giornata!

don Carlo

Venerdì 21 settembre 2018

S.MATTEO, APOSTOLO ED EVANGELISTA 

Andando via, il Signore Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi».

«Ed egli si alzò e lo seguì»

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

(Matteo 9,9)

Bellissima la prontezza di Matteo. In un certo senso gli permette di riscattare tutto il suo passato, tutto il negativo che c’era in lui fino a quell’istante.

Avrà capito tutto in quel momento? Credo proprio di no.

Ma ci sono dei sì che si dicono e basta, gesti che si compiono senza indugio, perché in quel momento guardando Gesù ti appare chiaro che la strada della gioia va in quella direzione. Allora fermarsi a pensare è sbagliato, è solo un ritardare le cose, è rischiare di perdere il treno della vita che passa sotto i tuoi occhi proprio adesso e che magari potrebbe non passare più.

Buona giornata!

don Carlo

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