Vivi la Parola! 2018.09. 27, 28 & 29

Mercoledì 26 settembre 2018

Ss. Cosma e Damiano, martiri

Mentre stavano ad ascoltare queste cose, il Signore Gesù disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse:

«Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci»

Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».

(Luca 19,16)

Per decuplicare il proprio patrimonio occorre occuparsene. Non solo con costanza e fedeltà, ma anche con inventiva, creatività, fantasia, capacità di cogliere le occasioni con sagacia.

È vero che tutto questo dipende anche dalle capacità naturali personali, ma c’è un’altra “risorsa” ancora più efficace, a disposizione di tutti: lo Spirito santo.

È Lui a suggerire in tanti modi le strade più geniali e opportune da percorrere.

È difficile ascoltarlo perché spesso non la pensa come noi, ci chiede di uscire dai nostri schemi e lasciarci guidare sulle Sue vie.

Ma i Suoi frutti sono duraturi e prodigiosi.

Buona giornata!

don Carlo

Giovedì 27 settembre 2018

S.Vincenzo de’ Paoli, sacerdote

Il Signore Gesù era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia,

«Cominciò a lodare Dio a gran voce

per tutti i prodigi che avevano veduto»

dicendo: / «Benedetto colui che viene, / il re, nel nome del Signore. / Pace in cielo / e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

(Luca 19,37)

I miracoli di Gesù erano ben visibili ed impressionanti. Ma non sono finiti. Anche nella nostra vita si susseguono, sono molto frequenti. Chiedono una sensibilità particolare per accorgercene.

Spesso ci sono di aiuto i fratelli e le sorelle, che ci aprono gli occhi, ce li fanno notare.

Occorre soprattutto annunciarci anzitutto che Dio ci ha amato di amore eterno e quindi continua ad esserci fedele in ogni istante. Questo cambia lo sguardo.

Il Vangelo oggi ha bisogno di una nuova narratività, di un linguaggio fresco e contemporaneo che lo renda attraente.

E nulla è più efficace della parola di chi scopre concretamente i segni del passaggio di Dio nella storia propria e di tutti.

Buona giornata!

don Carlo

Venerdì 28 settembre 2018

Mentre il Signore Gesù istruiva il popolo nel tempio e annunciava il Vangelo, sopraggiunsero i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si rivolsero a lui dicendo: «Spiegaci con quale autorità fai queste cose o chi è che ti ha dato questa autorità». E Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una domanda. Ditemi: il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?». Allora essi ragionavano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”. Se invece diciamo: “Dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni sia un profeta». Risposero quindi di non saperlo. E Gesù disse loro:

«Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose»

(Luca 20,8)

Gesù taglia corto con chi ha il cuore chiuso.

Le discussioni con loro sarebbero sterili e toglierebbero la pace.

Però non li emargina dal Suo cuore, non li ignora. Continua a parlare al popolo che ascolta, mascherando con una parabola l’idea che ha di loro e smascherando così i loro subdoli intenti.

Fino all’ultimo cercherà un dialogo nella verità con loro, una delle ultime sue parole dalla croce sarà una preghiera per loro.

Perché Dio ama sempre i suoi nemici.

Buona giornata!

don Carlo

Sabato 29 settembre 2018

SANTI MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE ARCANGELI

Il Signore Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui:

«Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità»

Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,47)

Anche per Gesù è stato bello conoscere Natanaele. Infatti fa sempre bene al cuore incontrare persone con le quali il rapporto è aperto, libero, confidenziale, senza ambiguità. Diventa addirittura facile comunicare anche quello che si ha nel cuore, senza timore di fraintendimenti, perché la lealtà vicendevole offre tutti i chiarimenti e la benevolenza porta ad interpretare anche i dettagli oscuri in modo positivo.

Così troviamo energie per affrontare anche gli incontri più difficili, in cui ci sentiamo disorientati e a disagio, che fanno nascere domande senza risposta: lì occorre un discernimento più attento ma anche un amore più grande, magnanimo, che dona senza attendere nulla.

Buona giornata!

don Carlo

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