Vivi la Parola! 2018.12. 07, 08 & 09

Venerdì 7 dicembre 2018

ORDINAZIONE DI S. AMBROGIO

 

11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.

«E ho altre pecore che non provengono da questo recinto:

anche quelle io devo guidare»

Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.

(Giovanni 10,16)

 

La vocazione del buon pastore è universale.

A sua immagine, anche noi siamo chiamati a dilatare il cuore sulla misura dell’umanità.

Non ci sono confini di etnia, di cultura e neppure di religione: per tutti la parola di Gesù messa in pratica è vita vera e felice.

Prova ne è che il comandamento dell’amore reciproco trova spazio nel cuore di ogni uomo, risveglia la sensibilità spirituale anche di chi non è cristiano e permette una fraternità che abbatte ogni confine, creando una unità ancora più splendida grazie proprio all’armonia delle diversità.

 

Buona festa!

don Carlo

 

Sabato 8 dicembre 2018

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

 

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse:

«Rallégrati, piena di grazia»

il Signore è con te».

(Luca 1,28)

 

È l’angelo a rivelare a Maria che è colmata di ogni benedizione e predilezione dell’Altissimo, fino ad essere preservata dal peccato. Immagino che lei nella sua perfetta umiltà non se ne fosse neanche accorta. Dimentica di sé e protesa sempre ad amare Dio e i fratelli non avrà avuto molto tempo per analizzarsi e valutarsi.

Tutto questo splende di santità semplice e abbagliante, ci attira, ci spinge ad imitarla, per poterla rivivere almeno un po’ qui sulla terra.

È il modo più bello per amarla.

 

Buona festa!

don Carlo

 

Domenica 9 dicembre 2018

IV DI AVVENTO

L’ingresso del Messia

 

28Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. 29Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli 30dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. 31E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». 32Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. 33Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». 34Essi risposero:

«Il Signore ne ha bisogno»

35Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. 36Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. 37Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, 38dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».

(Luca 19,34)

 

Di un puledro.

Di questo il Signore ha bisogno.

Gli basta davvero poco.

Anzi, ogni aggiunta sarebbe un orpello inutile e ingombrante, di cui cercherebbe di sbarazzarsi presto.

Perché il Signore per venire nel mondo ha utilizzato e utilizzerà sempre mezzi modesti e persone che si presentano inesperte davanti a lui, per lasciarsi istruire solo e pienamente dalla Sua sapienza.

Solo sul nulla di noi può sfolgorare la Sua Luce, quella che illumina ogni cuore e gli dona la gioia di vivere sulla terra, come Lui, da figlio del Padre.

 

Buona domenica!

don Carlo

 

 

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