Vivi La Parola! 2019 04: Aprile

Lunedì 1 aprile 2019

 

«Non giudicate, per non essere giudicati»

2perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. 3Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 4O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? 5Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

(Matteo 7,1)

 

I nostri giudizi spesso sono categorici, definitivi. Suppongono di conoscere tutto, di vederci bene, di cogliere quindi la verità. Siamo capaci di liquidare le persone dopo una prima impressione, dimenticando che ogni fratello o sorella è un mondo, una storia di cui sappiamo solo qualche frammento.

Noi poi non accettiamo mai su di noi giudizi sommari e affrettati, ci ribelliamo e ci difendiamo, contrattaccando.

Abbiamo tutti bisogno di misericordia, noi per primi, di essere guardati con amore e fiducia: solo questo risveglia la parte più bella di noi e ci mette le ali.

 

 

 

Martedì 2 aprile 2019

6Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. 7Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 8Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 9Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? 10E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? 11Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!

«Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro»

questa infatti è la Legge e i Profeti.

(Matteo 7,12)

 

Quanto spesso siamo pieni di attese e di pretese: ci aspettiamo dei passi concreti da parte degli altri, di essere capiti fino in fondo, di essere accontentati in ciò che davvero ci rende felici. E ci innervosiamo che gli altri non capiscano. Spesso tutto questo è reciproco: ci inquieta e ci logora.

Chiediamo allo Spirito santo che ci aiuti a capovolgere la situazione: svuotarci davanti a fratello e ascoltarlo fino in fondo, accogliendolo tutto, amandolo. Quando questo è reciproco, ritorna il sorriso, rinasce la primavera.

 

 

Mercoledì 3 aprile 2019

13Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano.

«Quanto stretta è la porta

e angusta la via che conduce alla vita,

e pochi sono quelli che la trovano!»

15Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! 16Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? 17Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 20Dai loro frutti dunque li riconoscerete.

(Matteo 7,14)

 

“Faccio fatica…”. È una delle frasi che ripetiamo più di frequente, quando ci ripromettiamo di vivere il Vangelo. Ed è vera. Ma è una fatica tutta benedetta!

Quanto spesso vediamo fare enormi fatiche per ciò che non lo merita: chi nel lavoro pur di far soldi non mette più limiti fino a consumarsi e a cancellare ogni etica, chi esibisce un efficientismo impressionante che è solo arrivismo e cade nel burn-out, chi si avvelena con il doping per primeggiare a tutti i costi.

La vera fatica da fare, quella sana, che ci umanizza, è neutralizzare l’uomo vecchio sempre insorgente e lasciar vivere Gesù in noi.

 

 

Giovedì 4 aprile 2019

«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli,

ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli»

22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. 24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

(Matteo 7,21)

 

E’ la vita che, meglio di ogni altra cosa, racconta lo spessore spirituale di un credente. Non è anzitutto la quantità e neppure l’intensità o la bellezza delle parole che si dicono a Dio e ai fratelli a misurare la nostra fede.

Ciò che vale e rimane è invece la fedeltà di ogni attimo a quanto Dio ci chiede, la generosità anche nel cambiare programmi quando è l’amore che lo esige, la tensione a vivere concretamente quanto abbiamo ascoltato nella preghiera. Solo lì si sperimenta la pace e la gioia di Dio, l’anticipo del Regno già da quaggiù.

 

 

Venerdì 5 aprile 2019

 

1E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. 2Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 3I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. 4Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». 5Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito. 6A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. 7Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. 8La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. 9Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». 10Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. 11Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. 12Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». 13Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». 14Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». 15Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. 16Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. 17Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. 18Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». 19E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. 20Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. 21Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo.  22Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 23e

«Gli davano vino mescolato con mirra,

ma egli non ne prese»

(Marco 15,23)

 

Gesù non si sottrae a nulla nel tempo del dolore. Beve fino in fondo il calice più amaro, senza accettare anestetici. Vuole entrare in tutta la sofferenza umana, che è un oceano spaventoso, per riempirla tutta con il Suo amore e la Sua vita.

Così che non c’è uomo, per più umiliato e sofferente che sia, che guardando a Lui potrà mai sentirsi incompreso. Nella Sua carne, nel Suo corpo è entrato tutto ciò che è nostro: il peccato no, ma le conseguenze del peccato sì, tutte.

Solo un amore sconfinato accetta una cosa simile.

 

 

Sabato 6 aprile 2019

 

13Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù però disse:

«Lasciateli,

non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti,

appartiene il regno dei cieli»

15E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.

(Matteo 19,14)

 

Gesù indica i bambini come la personificazione del Vangelo vissuto, come il terreno più preparato ad accoglierle il seme della Parola. Perché sono più facilmente plasmabili, non hanno ancora categorie di pensiero, pregiudizi e quindi possono ricevere Gesù in tutta la sua novità rivoluzionaria.

Il Vangelo infatti chiede libertà di cuore e di mente, esige di essere pronti a rivedere i nostri modi di pensare e questo ci costa moltissimo, perché noi ci identifichiamo con i nostri giudizi e occorre saper morire a se stessi per accettare di aver Gesù come unico nostro maestro.

 

 

Domenica 7 aprile 2019

DI LAZZARO

 

1Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli:

«Signore, ecco, colui che tu ami è malato»

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».  11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». 17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». 28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.  32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». 38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». 45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.  47Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 49Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! 50Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». 51Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; 52e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

(Giovanni 11,3)

 

La malattia di Lazzaro rappresenta la malattia radicale e invincibile di ogni uomo, che è la morte. Nessuno sa come guarirne. Se anche si attraversasse una vita intera indenni da ogni altro tipo di malattia, da quella comunque non si scappa.

Gesù, amico di ogni uomo, è l’unico medico che ci può guarire. Lui solo sa annientare la morte. Purtroppo c’è chi non si fida e quindi non lo sa e vive da prigioniero. Forse basterebbe amare per intuire questa verità: chi ama infatti sperimenta sempre di morire a se stesso e di rinascere ogni volta nuovo.

 

Lunedì 8 aprile 2019

 

27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. 31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse:

«Va’ dietro a me, Satana!

Perché tu non pensi secondo Dio,

ma secondo gli uomini»

(Marco 8,33)

 

L’idea di dover evitare la croce per Gesù è addirittura satanica. È la grande tentazione dalla quale è stato costantemente assalito durante il Suo ministero: salvare il mondo assecondando i criteri della logica umana, che chiede segni, prodigi e ambisce di andare di successo in successo; oppure testimoniare a tutti i costi il volto del Padre: un amore che si dona sempre e non si ferma di fronte a nulla, sfidando anche l’incomprensione e il rifiuto. Sapendo che l’uomo di ogni tempo vivrà sempre la stessa tentazione: provare a salvarsi da soli con il proprio ingegno o lasciarsi salvare dall’Amore.

 

Martedì 9 aprile 2019

 

Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». 66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70Gesù riprese:

«Non sono forse io che ho scelto voi,

i Dodici?

Eppure uno di voi è un diavolo!»

71Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.

(Giovanni 6,70)

 

Chissà cosa sarà avvenuto in quella lunga notte di preghiera prima che Gesù chiamasse a sé i Dodici (cfr. Luca 6,12-13). Si può scegliere un traditore? Accettare di tenere tra i tuoi amici fidati e vivere per tre anni con uno che non ti capisce, che prima o poi comincerà a remarti contro, fino a venderti? Dio non prende precauzioni, ha accettato ogni rischio. Del resto l’Amore se è universale non può selezionare troppo, non esclude nessuno.

Gesù non si è mai pentito di aver scelto Giuda, si è invece preoccupato di amarlo fino alla fine.

 

Mercoledì 10 aprile 2019

 

31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e

«Si compirà tutto ciò che fu scritto

dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo»

32verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi 33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». 34Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

(Luca 18,31)

 

Gesù compie la Scrittura.

Da un lato perché ne svela il segreto da cui tutto ha avuto origine: quel Dio-Amore che è la chiave interpretativa di ogni pagina.

Ma dall’altro lato  perché Gesù vive quanto è scritto, percorre passo dopo passo le profezie del Servo sofferente che Isaia aveva scritto secoli prima.  La “spiegazione” che Gesù dà quindi non è solo fatta di parole, ma di un vita che parla sempre del Padre, di quella vita trinitaria che è la vera gioia di ogni uomo. Ed è solo vivendo così che si capisce davvero.

 

Giovedì 11 aprile 2019

 

«E tra la gente

nacque un dissenso riguardo a lui»

44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui.  45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». 46Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». 47Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». 53E ciascuno tornò a casa sua.

(Giovanni 7,43)

 

Era così, sarà sempre così.

Di fronte a Gesù l’umanità si confronta, discute, si schiera: pro o contro. Qualcuno cerca un compromesso, accogliendone solo una parte, più o meno importante.

E questo avviene perché, guardandoLo, ogni uomo libero si ritrova, ma per accettarLo tutto deve arrivare a metterlo al di sopra di sé, al di sopra di ogni cosa. Occorre crederGli fino in fondo, riconoscendoLo come unico maestro. E questa è una decisione che non avviene mai, per nessuno, una volta per tutte. È un sì da confermare ogni giorno, ad ogni istante.

 

 

Venerdì 12 aprile 2019

 

24Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. 25Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. 26La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». 27Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. [28] 29Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 30salva te stesso scendendo dalla croce!». 31Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! 32Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. 33Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 34Alle tre,

«Gesù gridò a gran voce:

“Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”,

che significa: “Dio mio, Dio mio,

perché mi hai abbandonato?”»

35Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». 36Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». 37Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. 39Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». 40Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, 41le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. 42Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, 43Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. 44Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. 45Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. 46Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. 47Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

(Marco 15,34)

 

I Vangeli hanno voluto conservarci con cura queste ultime parole di Gesù, nella lingua aramaica in cui le ha pronunciate. Erano troppo folli e incomprensibili sulle sue labbra. Lui, che ripeteva di essere una sola cosa con il Padre, che lo aveva sempre chiamato “caro papà”, cosa ha sperimentato in quel momento? Che cosa lo ha travolto fino a disorientarLo completamente, fino a farLo entrare nel buio assoluto? Occorre una Luce speciale dello Spirito santo per capirlo anche solo un po’.

E comunque: chi avrebbe mai immaginato che Dio sarebbe diventato uomo fino a questo punto?

 

 

Sabato 13 aprile 2019

 

25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché

«Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli»

26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

(Matteo 11,25)

 

Quando i piccoli, i bambini si mettono in ascolto sanno di dover imparare. Tutto è nuovo per loro, non hanno termini di paragone che li possano influenzare o frenare e quindi possono entrare con fiducia, fino ad immergersi nella realtà che viene loro presentata.

Per noi adulti, che dobbiamo ogni giorno convertirci all’infanzia spirituale per entrare nel Regno, occorre chiedere sempre la grazia di questa profonda libertà: accostarci al Vangelo sapendo di non sapere, lasciarci plasmare e riplasmare dalla Parola, ricominciare dalle lettere e dalle sillabe per fare poco a poco nostra la mentalità di Dio.

 

 

Domenica 14 aprile 2019

DOMENICA DELLE PALME

 

55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 57Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.

1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.

«Maria allora prese trecento grammi

di profumo di puro nardo, assai prezioso,

ne cosparse i piedi di Gesù,

poi li asciugò con i suoi capelli»

e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. 4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». 9Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

(Giovanni 12,3)

 

E’ proprio un gesto sorprendente, bello, quello di Maria: intimo, silenzioso, pieno di tenerezza. Un’iniziativa che nasce d’istinto, dal cuore, non dal calcolo, è come una risposta incontenibile per quanto si è ricevuto. Quando ci si sente molto amati, si deve pur fare qualcosa!

Per chi è abituato a fare tutto e solo ciò che è scritto e ciò che è dovuto, questi gesti non passano neanche per la testa. Ma per chi è entrato con Gesù in una relazione d‘amore sono gesti naturali.

 

 

Lunedì 15 aprile 2019

della settimana Autentica

 

«State attenti a voi stessi,

che i vostri cuori non si appesantiscano»

in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

(Luca 21,34)

 

Vigilare sulla nostra libertà interiore è un esercizio spirituale molto delicato e urgente. Siamo infatti educati sin da piccoli a riconoscere la stanchezza del corpo, ma poco capaci di accorgerci quando è il cuore ad essere appesantito.

Quando la ricerca di ciò che piace, l’evitare le fatiche e lo spostare in là ciò che ci costa fare hanno il sopravvento, allora tutto si rallenta, perde lucentezza e slancio, la generosità vacilla, la noia incombe.

La medicina in questo caso non è il riposo o il sonno, ma l’amore.

 

 

Martedì 16 aprile 2019

della Settimana Autentica

 

1Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: 2«Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso». 3Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4e

«Tennero consiglio per catturare Gesù

con un inganno e farlo morire»

5Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo».

(Matteo 26,4)

 

I capi e gli anziani del popolo si industriano in ogni modo per eliminare Gesù, per risolvere una volta per tutte questo problema che da troppo tempo li inquieta. Sono convinti che, quando se ne saranno sbarazzati, tutto sarà più semplice e ritroveranno quel prestigio e quel potere che adesso vedono insidiati.

Non immaginano che la Sua morte sarà la strada al Suo trionfo, che stanno preparando la Sua vittoria, che, qualunque cosa facciano, nulla sarà mai come prima. È un mondo nuovo quello che sta per nascere e nessuno lo potrà impedire.

 

 

Mercoledì 17 aprile 2019

della Settimana Autentica

 

14Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?».

«E quelli gli fissarono

trenta monete d’argento»

16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

(Matteo 26,15)

 

“Il prezzo pattuito è di trenta pezzi d’argento: il valore di un somaro o di uno schiavo. Infatti è diventato schiavo, e ha preso l’asina come simbolo del suo regno” (Silvano Fausti).

Gesù non evita le umiliazioni, non si preoccupa di difendere il prestigio del Padre agli occhi degli uomini. Sa di scendere nell’opinione della gente, ma di salire nella considerazione di Dio. Verrà scartato, vilipeso, trattato senza pietà come tantissimi altri uomini suoi “compagni di umanità”, ha scelto di abitare nella “parte bassa” della storia.

«Perché chiunque si esalta sarà umiliato, ma chi si umilia sarà esaltato»(Luca 14,11).

 

 

 

Giovedì 18 aprile 2019

della Settimana Autentica

NELLA CENA DEL SIGNORE

 

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli:

«“Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”»

19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. 20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». 26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». 30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. 32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli. 36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». 47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. 57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. 59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». 65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».  67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?». 69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

(Matteo 26,18)

 

Fare Pasqua con i suoi è il grande desiderio di Gesù. Non soltanto celebrare insieme l’evento della liberazione dall’Egitto: infinitamente di più. Fare Pasqua con Gesù è per i discepoli attraversare tutto il buio della storia ed entrare nella luce che non ha più tramonto, è la liberazione definitiva da ciò che più li spaventa, cioè la paura e la morte.

Gesù vuole portare tutti noi al di là di tutto questo e lo realizza donandosi, facendosi pane e vino che possiamo mangiare per essere Lui. In modo che dove è Lui, saremo anche noi. Per sempre.

 

 

Venerdì 19 aprile 2019

della Settimana Autentica

 

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato. 3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore. 11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. 15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. 19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».  20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?».

«Essi allora gridavano più forte:

“Sia crocifisso!”»

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. 27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. 32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.  33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. 39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. 51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.  54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». 55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

(Matteo 27,23)

 

Non c’è ragione per crocifiggere un innocente.

Non c’è ragione per lasciarsi trascinare a gridare una cosa simile.

Non c’è ragione di compiere una simile ingiustizia.

Non c’è ragione di trovarsi all’improvviso coinvolti in un delitto.

Non c’è ragione di poter disporre così della vita di altri.

Non c’è ragione di convincere altri a commettere un crimine

Non c’è ragione che possa spiegare la morte di Gesù.

Il nostro peccato non ha ragioni.

L’amore di Gesù supera infinitamente ogni ragione.

 

 

Sabato 20 aprile 2019

della Settimana Autentica

 

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo:

«Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”»

64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

(Matteo 27,63)

 

I capi dei sacerdoti e i farisei ricordavano bene le parole di Gesù e temevano che la sua morte in croce potesse non essere ancora sufficiente. Volevano proprio assicurarsi che quello che per loro era un incubo fosse davvero finito. Neppure i discepoli di Gesù dimostreranno sulle prime una memoria simile! Era tale lo choc di ciò che avevano vissuto che anche i ripetuti annunci della passione e della risurrezione fatti da Gesù erano stati rimossi.

Ma al momento opportuno lo Spirito santo ricorderà loro bene ogni cosa.

 

 

Domenica 21 aprile 2019

PASQUA DI RISURREZIONE DEL SIGNORE

 

11Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma

«Va’ dai miei fratelli e di’ loro:

“Salgo al Padre mio e Padre vostro,

Dio mio e Dio vostro”»

18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

(Giovanni 20,17)

 

Con la Pasqua i discepoli sono definitivamente fratelli di Gesù: hanno lo stesso Padre, lo stesso Dio. Sono entrati nella realtà del Risorto e anche se stenteranno a credere sono comunque già resi partecipi della natura divina. Il mondo di Dio ormai ci è divenuto familiare, l’abbiamo ereditato, ci appartiene. Tutto il nostro essere, il presente e il futuro sono coinvolti e portati in una nuova dimensione.

La Pasqua è proprio una realtà tutta nuova e inebriante, ci ha trasformati per sempre, ciò che era solo di Dio adesso è anche nostro.

 

 

Lunedì 22 aprile 2019

dell’Ottava di Pasqua

 

1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli.

«E tornò indietro,

pieno di stupore per l’accaduto»

(Luca 24,12)

 

Difficile raccapezzarsi, non rimanere storditi di fronte a queste sorprese, a novità così inaudite. Pietro non si capacita, comincia a mettere insieme i pezzi: forse nel marasma dei suoi pensieri la luce della risurrezione del Maestro comincia a brillare, ma probabilmente gli sembra troppo bella perché sia vera. È in mezzo al guado: tra il fidarsi delle donne e il lasciarsi guidare dal buon senso, invitato da una gioia pazzesca che cambia tutto e al tempo stesso  trattenuto da chi lo invita a tenere i piedi per terra.

Ci penserà il Risorto a spazzare ogni suo dubbio, a sorprenderlo e commuoverlo come ancora non immagina.

 

 

Martedì 23 aprile 2019

dell’Ottava di Pasqua

 

8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!».

«Ed esse si avvicinarono,

gli abbracciarono i piedi e lo adorarono»

10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». 11Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. 14E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.

(Matteo 28,9)

 

Folgorate alla vista del Risorto, le donne si fermano per adorarlo. Il mondo per loro si ferma lì, non hanno bisogno di altro, vorrebbero bloccare quell’istante e non lasciarlo scappare più. La nostra vita di cristiani non può più abbandonare quell’esperienza.

Per noi il Risorto è tutto: vita, morte, presente e avvenire, senso e spiegazione di ogni cosa, gioia e speranza, bellezza e incanto.

È il tesoro di tutto il cosmo e di ciascuno di noi.

 

 

Mercoledì 24 aprile 2019

dell’Ottava di Pasqua

 

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

«Partirono senza indugio

e fecero ritorno a Gerusalemme,

dove trovarono riuniti gli Undici

e gli altri che erano con loro»

34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

(Luca 24,33)

 

Il viaggio di andata verso Emmaus è triste e sottotono, il ritorno a Gerusalemme veloce perché desideroso di comunicare ciò che di straordinario avevano visto.

Quando sentiamo il Signore nella nostra vita non possiamo tenerlo per noi, abbiamo bisogno di comunicarlo agli altri per farli partecipi della nostra gioia. La testimonianza non è un dovere che ci viene chiesto, è qualcosa di incontenibile che ci nasce dal cuore.

E’ l’amore che ci spinge ad andare verso gli altri, perché l’amore non tiene nulla gelosamente per sé.

 

 

Giovedì 25 aprile 2019

dell’Ottava di Pasqua

 

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni.

«Ed ecco, io mando su di voi

colui che il Padre mio ha promesso;

ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto»

(Luca 24,49)

 

Gesù non lascia soli gli apostoli, manderà su di loro lo Spirito Santo che dimostrerà la sua potenza a Pentecoste.

E da allora nessuno di noi è più solo, sa di poter contare su questo alleato.

A volte ci dimentichiamo della Sua presenza e dei Suoi doni, eppure è così importante nella nostra vita.

E’ Lui che ci dà la forza di resistere nelle avversità, ci indica la strada da seguire, ci aiuta a vedere con occhi nuovi chi ci sta vicino e ad amare anche chi non sembra meritarlo.

 

 

Venerdì 26 aprile 2019

dell’Ottava di Pasqua

 

1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca,

«Ed ebbero paura»

6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

(Marco 16,5)

 

Le discepole hanno paura: avevano resistito sotto la Croce quando gli uomini erano scappati, ma ora hanno paura.

Ognuno di noi vive con delle paure, spesso senza fondamento, che però ci bloccano. Paura delle malattie, paura della solitudine, paura dello straniero…

Ognuna di esse ci fa un po’ morire, per questo impariamo ad affidarle tutte al Signore, per poter risorgere con Lui, liberati e pronti ad andare verso i fratelli, non preoccupandoci di altro che di fare la volontà di Dio.

 

 

Sabato 27 aprile 2019

dell’Ottava di Pasqua

 

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli.

«Disse loro Simon Pietro:

“Io vado a pescare”.

Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”»

Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

(Giovanni 21,3)

 

I discepoli sono delusi, Gesù è morto e loro si sentono soli, senza alcun motivo per andare avanti. Tornano alla vita di prima, ma non ci sono risultati, niente sembra avere senso.

Appena però Gesù ritorna nella loro vita, tutto appare diverso.

Ci sono momenti nella vita in cui ci sembra che il Signore non sia più con noi, facciamo fatica ad andare avanti e a trovare un senso a ciò che facciamo. Ma basta cercare la Sua presenza per rivedere nuovamente la luce e ricominciare con lo stesso entusiasmo di prima.

 

 

Domenica 28 aprile 2019

II DI PASQUA

DELLA DIVINA MISERICORDIA

 

 

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

«Tommaso,

uno dei Dodici, chiamato Dìdimo,

non era con loro quando venne Gesù»

25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». 30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

(Giovanni 20,24)

 

Tommaso è il più deluso degli apostoli, deluso da sé stesso e dagli altri: infatti non sta con loro. Si è accorto di quanto sono fragili e non crede che si possa fondare una comunità dopo essere scappati ed aver così tradito Gesù.

In momenti tanto difficili per la Chiesa è difficile continuare a credere in essa, noi sogniamo una Chiesa santa e perfetta e la troviamo invischiata in tutte le meschinità umane.

Eppure è proprio questo il momento di capire quanto le apparteniamo, di abbandonare i sogni, ,di guardare le piaghe di Gesù e gettarsi ai suoi piedi perché ci indichi la strada da seguire che è sempre quella della misericordia. E solo Lui sa quanto coraggio ci vuole!

 

 

Lunedì 29 aprile 2019

S.Caterina da Siena

vergine e dottore della Chiesa

patrona d’Italia e d’Europa

 

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”.

«Allora tutte quelle vergini si destarono

e prepararono le loro lampade»

8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(Matteo 25,7)

 

Il Signore ci chiede di illuminare la notte che spesso ci circonda con la Sua luce. Spesso ci sembrerà un lavoro inutile: cos’è il lumicino di una lampada rispetto a tutto il buio del male che ci circonda? Basta ascoltare un telegiornale per sentirsi impotenti e schiacciati da notizie di violenza.

Eppure quella piccola lampada rende un po’ meno buia la notte. Se poi ci uniamo nel Suo nome, la luce si farà più intensa.

 

 

Martedì 30 aprile 2019

 

43Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». 44Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. 45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?».

«Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”»

47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,46)

 

Filippo dà la stessa risposta che Gesù aveva dato ai discepoli.

E’ solo vedendo da vicino ciò che fa il Maestro, condividendo le giornate con Lui, sperimentando come la vita sia completamente diversa se è vissuta con Lui, che si può conoscere Gesù e diventarne testimoni.

La stessa cosa vale per la comunità: è solo vivendo in essa che se ne può capire il valore.

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