Sognate e mordete la vità con Gesù nel cuore

Cari giovani,

guardare nelle visioni notturne! Cosa vuol dire questo? Avere occhi luminosi anche dentro le tenebre, non smettere di cercare la luce in mezzo alle oscurità che tante volte portiamo nel cuore e vediamo attorno a noi. Alzare lo sguardo da terra, verso l’alto, non per fuggire – no! -, per vincere la tentazione di rimanere stesi sui pavimenti delle nostre paure. Questo è il pericolo: che ci reggono le nostre paure. Non rimanere rinchiusi nei nostri pensieri a piangerci addosso. Alza lo sguardo, àlzati! Questo è l’invito: alza lo sguardo, àlzati!

Sognate, siate svelti e guardate al futuro con coraggio. Vorrei dirvi questo: noi, noi tutti, vi siamo grati quando sognate. “Ma davvero, ma i giovani quando sognano tante volte fanno chiasso!” Fate chiasso, perché il chiasso vostro è il frutto dei vostri sogni. Vuol dire che non volete vivere nella notte, quando fate di Gesù il sogno della vostra vita e lo abbracciate con gioia, con un entusiasmo contagioso che ci fa bene!

Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione. E soprattutto grazie perché in un mondo che, appiattito sui guadagni del presente, tende a soffocare i grandi ideali: non perdete in questo mondo la capacità di sognare! Non vivere o addormentati o anestetizzati. No: sognare vivi.
Amici, non siamo qui per farci incantare dalle sirene del mondo, ma per prendere in mano la nostra vita, per mordere la vita, per viverla pienamente!

È in questa libertà che si percorre la via del bene, anche se più ardua e difficile perché controcorrente, contro lo scaricare le nostre colpe sugli altri, contro un io egoista e rigido, per metterci nella scia di Gesù. Egli ci insegna ad andare contro il male con la sola forza mite e umile del bene. Senza scorciatoie, senza falsità, senza doppiezze.
Il nostro mondo, ferito da tanti mali, non ha bisogno di altri compromessi ambigui, di gente che va di qua e di là come le onde del mare – dove li porta il vento, dove li porta i propri interessi -, di chi sta un po’ a destra e un po’ a sinistra dopo aver fiutato che cosa conviene.
Gli equilibristi. Equilibristi che cercano sempre una strada per non sporcarsi le mani, per non compromettere la vita, per non giocarsi sul serio.

Siate liberi, siate autentici, siate coscienza critica della società.
Oggi, è in atto una rivoluzione che sta toccando i nodi essenziali dell’esistenza umana e richiede uno sforzo creativo di pensiero e di azione. Ambedue. Stanno mutando strutturalmente le modalità di intendere il generare, il nascere e il morire. È messa in discussione la specificità dell’essere umano nell’insieme del creato, la sua unicità nei confronti degli altri animali, e persino la sua relazione con le macchine.

È il momento di pensare alla presenza dell’essere umano nel mondo, alla luce della tradizione umanistica: come servitore della vita e non suo padrone, come costruttore del bene comune con i valori di solidarietà e di compassione.
La Sacra Scrittura ci offre le coordinate essenziali per delineare un’antropologia dell’essere umano nella sua relazione con Dio, nella complessità dei rapporti tra uomo e donna, e nel nesso con il tempo e lo spazio in cui vive.

Papa Francesco

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