Vivi la Parola: 2023 07 – Luglio

Sabato 1 luglio 2023

31Poi scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente.

«Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità»

33Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: 34«Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 35Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. 36Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». 37E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

(Luca 4,32)

 

Non era una parola affascinante che voleva sedurre o ricca di cultura per impressionare l’uditorio. La Parola di Gesù colpiva perché era una parola vera, una parola chiara. Raggiungeva tutti, interpellava in profondità la vita di ciascuno e invitava a crescere, a tirare fuori il meglio di sé, spalancava orizzonti infiniti ed eterni, rivelava un Dio meravigliosamente vicino e comprensivo, offriva opportunità nuove. Era difficile da vivere, ma conteneva una promessa di vita davvero bella. Valorizzava ciascuno, in qualunque situazione si trovasse. Ed è così in ogni tempo, anche oggi e sempre lo sarà per ogni uomo.

 

Domenica 2 luglio 2023
V DOPO PENTECOSTE

«Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: “Ti seguirò dovunque tu vada”.
E Gesù gli rispose: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi,
ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”»

59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

(Luca 9,57-58)

 

Se cerchi una vita pacifica, tranquilla, accomodante, il Vangelo non fa per te. Non ci si può accoccolare sul divano avvolti da una bella coperta calda e credere di darsi ad una lettura amena: il Vangelo è scomodo, turba, mette a rischio. È vero che dona la pace nel cuore, ma come frutto, dopo averti fatto morire a te stesso e averti fatto risorgere. L’unica sicurezza inscalfibile è quella dell’amore del Padre, che non deluderà mai e però ti chiede ogni volta una fiducia, un consegnarsi, un credere. Quando pensi di essere sistemato, subito ti chiede di lasciare le tue sicurezze, per aprirti a nuovi orizzonti. È stata così la vita di Gesù. Quella del discepolo non può essere diversa.

 

Lunedì 3 luglio 2023
   S. TOMMASO, APOSTOLO

«Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: ”Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”»

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

(Giovanni 20,24-25)

 

Non bisogna mai abbandonare la comunità. Le ragioni possono essere plausibili e anche convincenti, ma il Vangelo non è adatto a spiriti autonomi. Gesù ha sempre vissuto insieme: nella Trinità anzitutto e qui sulla terra prima nella sua famiglia di origine e in seguito sempre con i discepoli. Il Cristianesimo è la religione del noi. Tommaso si era allontanato dalla comunità: per delusione, per paura, per insofferenza, chi lo sa. E perde la prima straordinaria occasione di vedere il Risorto, rimanendo chiuso nei suoi dubbi e nelle sue pretese. Ma si lascia toccare il cuore, otto giorni dopo ci sarà. E vedrà e crederà.

 

Martedì 4 luglio 2023

«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto,
ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce»

17Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. 18Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

(Luca 8,16)

 

La luce non va creata o inventata. La luce c’è già. Il nostro compito quindi è semplicemente quello di metterla in mostra, di collocarla in alto perché possa illuminare più gente possibile. A volte la nascondiamo, la mettiamo in un angolo, perché altre cose ci sembrano più luminose e attraenti, più efficaci. Ma appena torni ad ascoltare la Parola che è Gesù ti accorgi che è tutta un’altra cosa, non è paragonabile ad altro, ce n’è un bisogno enorme. Chi altrimenti ci potrebbe illuminare su chi siamo, sul senso della vita, sul dolore, sulla morte, su ciò che di più grande si muove dentro di noi?

 

 

Mercoledì 5 luglio 2023
   S. Antonio Maria Zaccaria, sacerdote

19E andarono da lui la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.

«Gli fecero sapere: “Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti”. Ma egli rispose loro: “Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”»

(Luca 8,20-21)

 

La famiglia di Gesù ha confini grandi. Non ci sono privilegi legati a vincoli di sangue. Ci sono nuovi criteri che definiscono questa parentela: ascoltare e vivere la Parola. Sono queste le credenziali che valgono. Anche in questo Gesù disorienta, cambia i modi di pensare, ti dice di guardare come fratello di sangue chi ha altre abitudini, un’altra cultura, un’altra lingua, vota un altro partito, ma ha in comune con te l’ascolto del Vangelo e cerca di viverlo, con vittorie e sconfitte, come te. Mentre noi ci separiamo da chi non rientra nei nostri canoni, Gesù non smette di voler avvicinare e unire persone anche molto diverse, verso una fraternità universale.

 

Giovedì 6 luglio 2023
   S. Maria Goretti, vergine e martire

22E avvenne che, uno di quei giorni, Gesù salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». E presero il largo. 23Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Una tempesta di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo.

«Si accostarono a lui e lo svegliarono dicendo: “Maestro, maestro, siamo perduti!”.
Ed egli, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia.
Allora disse loro: “Dov’è la vostra fede?”»

Essi, impauriti e stupiti, dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli obbediscono?».

(Luca 8,24-25)

 

Sembra troppo pungente questa domanda di Gesù, rivolta a discepoli spaventati che stavano rischiando la vita. Ma li vuole scuotere perché non credono ancora che se c’è Gesù la barca non andrà mai a fondo. E questo è anche il nostro problema: quante discussioni e critiche e preoccupazioni alimentiamo anche noi nel parlare per esempio della Chiesa, come se il Signore fosse altrove, come se non fosse presente sulla barca con noi. Perché tutta la nostra la fede è Gesù, la sua persona, la sua presenza, le sue promesse. In qualunque cataclisma siamo sempre al sicuro, perché Lui è e sarà sempre con noi.

 

Venerdì 7 luglio 2023

26Approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. 27Era appena sceso a terra, quando

«Dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe. Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: “Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!”»

29Gesù aveva ordinato allo spirito impuro di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. 30Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. 31E lo scongiuravano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso. 32Vi era là una grande mandria di porci, al pascolo sul monte. I demòni lo scongiurarono che concedesse loro di entrare nei porci. Glielo permise. 33I demòni, usciti dall’uomo, entrarono nei porci e la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò.

(Luca 8,27-28)

 

Più che un uomo sembra un spettro, un fantasma, che aleggia nei cimiteri, capace solo di spaventare. Una persona quindi da tenere bene alla larga. Eppure cerca Gesù. Si direbbe per lottare contro di Lui. Ma è una lotta impari. Quando percorriamo vie sbagliate e non ascoltiamo più niente né nessuno, ci sfiguriamo, diventiamo l’ombra di noi stessi. Eppure aneliamo alla luce, anche se ci disturba insopportabilmente. Vediamo Dio come un peso, come un ostacolo alla nostra gioia, vorremmo sbarazzarcene. Ma Lui non si allontana, non smette di parlarci, cerca in tutti i modi di liberarci, di risvegliarci dai nostri incubi, dai nostri deliri. A Lui nulla è impossibile.

 

 

Sabato 8 luglio 2023

«Venuti da lui, quegli uomini dissero: “Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti:
“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”»

21In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. 23E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

(Luca 7,20)

 

E’ vero che Gesù ha scombussolato molto le previsioni anche di quel santo di Giovanni Battista. Però, venendo a noi, è anche vero che spesso pensiamo già di sapere con esattezza come sia Dio e come si debba comportare. E vorremmo che soddisfacesse le nostre attese, i nostri punti di vista. Ma Lui nelle nostre scatole ben sagomate non ci sta. Potremmo dire con più sicurezza che se ci scombina le idee ci sono più probabilità che sia davvero Dio. E comunque guardando Gesù ci sono alcune costanti: fra le molte, l’accessibilità offerta a tutti, la cura particolare degli ultimi e dei poveri, un amore a dismisura.

 

Domenica 9 luglio 2023
   VI DOPO PENTECOSTE

20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. 21Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. 22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

«Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione»

25Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. 26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti. 27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. 29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. 31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.

(Luca 6,24)

 

Parole fastidiose. Forse perché nel novero dei ricchi ci ritroviamo un po’ tutti se appena guardiamo al sud del mondo. E anche perché a certe “consolazioni” non siamo disposti a rinunciare. Gesù ci guarda con malinconia quando ci vede troppo attaccati ai beni, insonni per preoccupazioni economiche anche se non ci manca nulla di essenziale, disposti a dilapidare tempo ed energie per ottenere profitti superflui. Ci vorrebbe più liberi, più fiduciosi in Lui e nella Provvidenza, più capaci di condividere con i moltissimi che non hanno quasi nulla. E tutto questo non solo per ragioni di giustizia, ma per la nostra gioia.

 

 

Lunedì 10 luglio 2023

34Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nelle campagne.

«La gente uscì per vedere l’accaduto e, quando arrivarono da Gesù, trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demòni, vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù, ed ebbero paura»

36Quelli che avevano visto riferirono come l’indemoniato era stato salvato. 37Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Egli, salito su una barca, tornò indietro. 38L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: 39«Torna a casa tua e racconta quello che Dio ha fatto per te». E quello se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù aveva fatto per lui.

(Luca 8,35)

 

Strano. Che paura può fare un uomo seduto, “vestito e sano di mente”? Avendolo conosciuto bene com’era prima, sarebbe stato più normale vedere questa gente meravigliata, stupefatta per questa trasformazione e felice per quest’uomo. Forse è la paura di un Dio che cambia la vita e scompiglia le carte, o di un Dio che agisce con tanta forza nella storia di una persona e quindi cerchi in qualche modo di difenderti, o di un Dio pronto a sacrificare una grande mandria di maiali per salvare un solo uomo, o di un Dio che non lascia le cose come sono. Perché spesso ci lamentiamo delle situazioni, ma comunque abbiamo paura dei cambiamenti.

 

 

Martedì 11 luglio 2023
   S. BENEDETTO, ABATE, PATRONO D’EUROPA

1«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore.

«Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia,
e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto»

3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

(Giovanni 15,2)

 

A Gesù i frutti interessano, eccome! Non ama una vita sterile, insignificante, sciupata. Guarda ai frutti, li ha di mira, anche se sa bene che i frutti del Regno non sono come quelli delle piante, che crescono progressivamente per diventare sempre più grandi e sempre più buoni. O come i profitti delle aziende che sognano solo di moltiplicarsi e moltiplicarsi. Il frutto del Vangelo conosce la potatura, ha il ritmo della Pasqua, conosce la morte e la risurrezione, è il seme che marcisce e poi inspiegabilmente germoglia. È come l’amore gratuito che sembra sprecato, inutile e invece alla lunga trasforma cuori e situazioni.

 

Mercoledì 12 luglio 2023
   Ss. Nabore e Felice, martiri

«Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto.
Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida.
Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono.
Egli le accolse»

e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. 12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

(Luca 9,10-11)

 

Gesù non è interamente proteso sul “fare”. Sa fermarsi per ascoltare, senza fretta, perché frutto della missione è anche una comunione più profonda del discepolo con Lui. E sa addirittura proporre vacanze, perché c’è bisogno di staccare la spina, per ritrovare freschezza, energie nuove, quello smalto interiore che altrimenti si opacizza e ci rende degli stanchi stakanovisti. Dopo un vero riposo siamo diversi e anche chi ci sta attorno se ne accorge e ne viene beneficata. Forse non è un caso che proprio dopo questa breve vacanza l’evangelista collochi il miracolo sbalorditivo della moltiplicazione dei pani…

 

 

Giovedì 13 luglio 2023

«Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui
ed egli pose loro questa domanda: “Le folle, chi dicono che io sia?”»

19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». 21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. 22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

(Luca 9,18)

 

Prima della catechesi sulla Pasqua Gesù prega. È una rivelazione difficile per i suoi discepoli, incontrerà una resistenza insormontabile, un’incomprensione che diventerà rimozione del messaggio. Dovrà ripeterla in occasioni diverse, con chiarezza e precisione, eppure la dimenticheranno. Anche noi dobbiamo spesso affrontare reazioni simili, per noi e per chi ci è affidato. La preghiera sostiene la nostra perseveranza, ci aiuta a non pretendere di ottenere subito risultati visibili, ci ricorda che l’annuncio è come un seme posto nel cuore che deve marcire e morire per poi risorgere quando meno ce lo aspettiamo.

 

Venerdì 14 luglio 2023

23Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.

«Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?»

26Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi. 27In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio».

(Luca 9,24-25)

 

Tutta l’esperienza di Gesù racconta questa profonda verità: solo chi è pronto a perdere trova il tesoro. Noi d’istinto pensiamo che l’ideale sia accumulare un successo via l’altro, che sia bene trattenere e appoggiarsi su ciò che si è conquistato. Invece la vita di Gesù è un continuo lasciare: lascia il Cielo per venire sulla terra, lascia l’amore della famiglia di Nazaret per iniziare la vita comune con gli apostoli sicuramente meno consolante, lascia i successi, gli entusiasmi, le acclamazioni della gente per andare altrove e sperimentare nuovi annunci. Solo così il Vangelo corre e si moltiplica, diffondendo Luce dappertutto, solo così il cuore si riempie di vita.

 

 

Sabato 15 luglio 2023
   S. Bonaventura, vescovo e dottore della Chiesa

14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. 15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». 22Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». 23Gli rispose Gesù:

«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà
e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui
»

(Giovanni 14,23)

 

Nella vita incontriamo persone che irradiano gioia, amore, vita a piene mani, con continuità, come fosse per loro una cosa normale. Tanti ne sono beneficati, non tutti ne sono riconoscenti, spesso i più se ne accorgono davvero quando questa persona si allontana o viene a mancare. E non di rado queste persone devono affrontare dure prove, che cercano di nascondere, senza per questo venir meno alla loro missione. Ci si domanda come facciano, da dove traggano la loro perseveranza instancabile. Gesù ce lo rivela con queste parole: è Lui in loro ad agire, a continuare la Sua opera nella storia umana. E grazie a Dio persone così, nel buio del mondo, non mancheranno mai.

 

 

Domenica 16 luglio 2023
   VII DOPO PENTECOSTE

22Passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.

«Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Disse loro: ”Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno”»

25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

(Luca 13,23-24)

 

Di fronte alle esigenze dalla vita evangelica nasce spesso la tentazione di fermarsi al punto in cui si è. Una scelta illusoria, perché chi crede di essere ormai a un buon livello non ha ancora capito che nella vita spirituale (come del resto in tutte le cose) chi non va avanti va indietro. Occorre perciò mettere nel conto che sedersi in poltrona a “dormire sui propri allori è come riposare su una slavina: ti appisoli e muori nel sonno”(Ludwig Wittgenstein). C’è sempre una porta stretta da varcare, c’è sempre una fatica da non maledire perché è passaggio ad un’esperienza nuova: solo chi sa andare oltre trova la vita vera.

 

 

Lunedì 17 luglio 2023
   S. Marcellina, vergine

37Il giorno seguente,

«Quando furono discesi dal monte, una grande folla gli venne incontro. A un tratto, dalla folla un uomo si mise a gridare: “Maestro, ti prego, volgi lo sguardo a mio figlio, perché è l’unico che ho! Ecco, uno spirito lo afferra e improvvisamente si mette a gridare, lo scuote, provocandogli bava alla bocca, se ne allontana a stento e lo lascia sfinito. Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti»

41Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conduci qui tuo figlio». 42Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò a terra scuotendolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito impuro, guarì il fanciullo e lo consegnò a suo padre. 43E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio. Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44«Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 45Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

(Luca 9,37-40)

 

Scendendo dal monte della Trasfigurazione, dove il Cielo si è spalancato e Gesù ha lasciato balenare per un attimo la sua immensa gloria agli occhi dei discepoli, l’impatto è violento. La quiete contemplativa, la gioia imperturbabile di quegli istanti si scontra con la durezza della realtà, fatta di sofferenze che squarciano il cuore, di richieste pressanti, di dubbi, di paure, di inerzie. A volte chi si ritira sul monte per pregare viene biasimato, perché non si sporca le mani con la storia. In realtà solo chi fa esperienza di Dio può affrontare i grandi dolori dei fratelli offrendo un vero sostegno, un aiuto concreto, infondendo quella fiducia e quella speranza che rincuorano.

 

 

Martedì 18 luglio 2023

46Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande. 47Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino 48e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».

«Giovanni prese la parola dicendo: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi”. Ma Gesù gli rispose: “Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi”»

(Luca 9,49-50)

 

Questa magnanimità di Gesù non l’abbiamo ancora imparata. Ogni volta che incontriamo esperienze di fede che mostrano evidenti lacune, o sintesi parziali del messaggio cristiano, ci preoccupiamo anzitutto di mettere i puntini sugli “i”, di precisare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato o più spesso ancora prendiamo le distanze evidenziando gli errori, muovendo critiche, guardandole come pericoli e come nemici. Gesù sa che non tutte le spighe producono cento chicchi di grano e anche solo dieci chicchi sono già un frutto da apprezzare ed è felice di vedere che il suo messaggio e la sua opera corrono lontano, ben oltre i confini che i discepoli vorrebbero porre.

 

 

Mercoledì 19 luglio 2023

«Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé»

Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Si voltò e li rimproverò. 56E si misero in cammino verso un altro villaggio.

(Luca 9,51-52)

 

Ci sono momenti in cui occorre prendere decisioni forti e coraggiose. Le scelte iniziali, quelle che hanno dato una svolta e una direzione alla propria vita, sono importantissime, ma occorre poi confermarle anche quando le situazioni cambiano. In quei frangenti ritroviamo le motivazioni grandi, gli ideali che ci hanno attratto e conquistato e comprendiamo meglio ciò che passa e ciò che resta, ciò che vale davvero e ciò che luccica ma inganna. Anche per Gesù è stato così. La sua Pasqua e la nostra salvezza hanno la radice anche il quel Suo “sì” ribadito con forza in un momento critico, nel segreto del Suo cuore, un “sì” al quale è poi rimasto fedele sino alla fine.

 

Giovedì 20 luglio 2023

57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».

«A un altro disse: “Seguimi”. E costui rispose:
“Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre”. Gli replicò:
“Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio”»

61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

(Luca 9,59-60)

 

Gesù chiede scelte dirompenti a chi lo vuole seguire, fino a lasciarci perplessi. Penso che tutti noi avremmo replicato a quell’uomo di andare pure al funerale, a compiere quel gesto doveroso di gratitudine e di rispetto verso il padre defunto. Gesù invece risponde in modo drastico, chiedendo un taglio netto, una rinuncia molto esigente. Non certo perché trascura l‘onore da rendere al genitore, ma perché avrà visto in quella richiesta un’esitazione, un prendere tempo, quel tergiversare accomodante che anche noi conosciamo, quel fare sconti che lascia il cuore a metà e non gli permette di lanciarsi con entusiasmo e radicalità in quella nuova avventura divina che Gesù gli sta proponendo.

 

 

Venerdì 21 luglio 2023

«Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”»

3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.

(Luca 10,1-2)

 

Di fronte al bisogno di Vangelo che attanaglia il mondo, vedendo che nel nostro tempo e nella nostra cultura diminuisce il numero di coloro che rispondono con decisione alla chiamata del Signore, siamo tentati anzitutto di orientare meglio i nostri sforzi, di cercare strategie più efficaci, di evidenziare i punti di forza su cui insistere, di purificare stili poco evangelici. Sono tutte cose buone, in cui impegnarci. Ma la prima indicazione di Gesù è diversa: pregare. E ci raddrizza subito. Perché all’origine di queste vocazioni non c’è il marketing e neanche il buon senso e tanto meno il nostro sforzo. All’origine c’è il Padre che chiama. Per questo occorre chiedere anzitutto a Lui.

 

 

Sabato 22 luglio 2023
   S. MARIA MADDALENA

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.

«Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto”. Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”»

Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

(Giovanni 20,11-15)

 

Maria è chiusa nel suo dolore e nel suo pianto. E la comprendiamo. Perdere Gesù è terribile. Niente ha più senso, non capisci più chi sei. Però se rimane solo immersa nelle sue lacrime rimane cieca, non vede. Ha degli angeli accanto a sé, ma non li riconosce. C’è addirittura Gesù risorto davanti a lei che le parla e non se ne accorge. Il dolore è una situazione dalla quale, con l’aiuto di Dio, occorre sempre sforzarci di uscire. L’autocommiserazione non paga, lascia vuoti e sterili. Chi riesce a saltarne fuori e ad aprire gli occhi attorno a sé può scoprire che non tutto finisce, ma che tutto incomincia, che Dio ha sempre possibilità nuove da regalarti, che dalle ceneri può ancora sprigionarsi un fuoco che non conosci.

 

 

Domenica 23 luglio 2023
   VIII DOPO PENTECOSTE

«Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono»

21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

(Matteo 4,18-20)

 

Una vocazione al vangelo ha sempre due ingredienti fondamentali: una voce che chiama e un cuore libero che ascolta.  In questo racconto a noi impressiona la prontezza e la radicalità di questi due giovani. Ma prima ancora dovremmo cercare di immaginare la forza di quella chiamata, l’attrattiva e la bellezza che portava con sé. Nessuno abbandona tutto per il gusto di farlo: sarebbe un caso patologico, da curare. E spesso lo si giudica così, per la semplice ragione che uno non vede la causa, la sorgente, la radice di quel gesto. Ed invece è proprio questo ciò che incanta: quella voce invisibile che accende nel cuore desideri nuovi, pieni di vita e una gioia che nessuno può darsi.

 

 

Lunedì 24 luglio 2023

8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.

«Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite:
“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”
»

12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

(Luca 10,10-11)

 

Non c’è solo l’accoglienza: più spesso c’è anche il rifiuto. Non ci sono solo parole consolanti da pronunciare, ma anche quelle che scuotono. Non ci sono solo storie a lieto fine, ma anche sentieri interrotti che vanno evidenziati perché si ricominci a camminare. Anche questo è vangelo: perché lasciar cadere la proposta di Gesù è per una persona la povertà più grande, la grande occasione perduta. E ce ne accorgiamo guardandoci attorno: una cultura che emargina e cerca di rendere Dio insignificante non sta producendo nella società situazioni entusiasmanti. I tanti mali, anche nuovi, che ci affliggono nascono in ultima analisi dal non ascolto del Vangelo, dalla non accoglienza di Gesù.

 

 

Martedì 25 luglio 2023
   S. GIACOMO, APOSTOLO

20Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. 21Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». 22Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». 23Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».

«Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse:
“Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono.
Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi,
sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo”»

28Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

(Matteo 20,24-27)

 

La madre di Giacomo e Giovanni ha appena chiesto ruoli di prestigio per i propri figli. Gli altri si sentono scavalcati, perché hanno in cuore le stesse mire. E Gesù continua a raccomandare di scendere. Ambire alla carriera è antievangelico, augurare a un prete di diventare papa è simpatico, ma in fondo è un controsenso. È un modo di vedere le cose che va ancora trasformato dalla mentalità nuova di Gesù. Occorre invece esercitarsi ogni giorno domandandosi: “Come devo servire oggi? Come posso fare di questa giornata un piedistallo per la gioia dei fratelli? Quel è il ruolo nascosto e scomodo che dovrò occupare? Qual è la cosa ingrata e sgradevole che dovrò fare per amore?”.

 

 

Mercoledì 26 luglio 2023
   Ss. Gioacchino e Anna, genitori della Beata Vergine Maria

«I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: “Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Egli disse loro: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore.
Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi;
rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”»

21In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 22Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». 23E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

(Luca 10,17-20)

 

Gesù entra nella gioia dei suoi discepoli tornati dalla missione e la amplifica. Si ferma ad ascoltare le loro scoperte, è felice di accogliere quell’esuberanza, di vedere quella loro trasformazione. E li aiuta a capire che tutto quanto sperimentano sgorga dall’amore del Padre per loro. La causa della nostra gioia è sempre lì, è lì che occorre ritornare. Quel Padre che sembra così misterioso perché ti sembra di non vederne il volto, in realtà è presentissimo in quella tua esperienza, è Lui che te l’ha regalata, è Lui che ti parla e ti guida mentre la vivi, è Lui che ti ha sostenuto e incoraggiato quando non ci vedevi chiaro, è Lui che ti continua a riempire il cuore.

 

 

Giovedì 27 luglio 2023

25Ed ecco,

«Un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”»

30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

(Luca 10,25-29)

 

Per il dottore della legge, abituato a studiare, ad approfondire con la mente la conoscenza del mistero di Dio, lo scoglio, il punto debole non è la teoria, ma la pratica. Il suo pericolo è quello di vestire i panni del levita o del sacerdote nella parabola del buon samaritano che Gesù quindi gli racconta, perdendo così l’occasione di una nuova conoscenza di Dio. Perché l’amore al fratello non è altro rispetto a Dio. Anzi, è proprio l’Amore in azione, è la visibilizzazione storica di quel Dio che lui studia da sempre con grande impegno. Senza questa esperienza lo studio di Dio è insufficiente, potrebbe addirittura di ventare fuorviante.

 

 

Venerdì 28 luglio 2023
   Ss. Nazaro e Celso, martiri

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose:

«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno.
Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»

(Luca 10,41-42)

 

Sono parole sempre scomode e antipatiche alla nostra mentalità efficientista. Sembrano squalificare il nostro impegno laborioso, sacrificato, irto di ostacoli, sembrano togliere valore alla generosità di chi si dà da fare, si sporca le mani e suda in mezzo a tante fatiche. In realtà Gesù biasima solo il moltiplicarsi agitato e affannoso delle cose perché nasconde una duplice insidia: il ritenersi i veri artefici dei propri successi, come se tutto fosse solo il prodotto dei nostri sforzi e di conseguenza l’oscuramento di Dio che viene tolto dal centro del palcoscenico e relegato in un angolo o dietro le quinte. Quando invece vediamo che è Lui il motore di tutto, conosciamo un’altra gioia e un’altra pace.

 

 

Sabato 29 luglio 2023
   Ss. Marta, Maria e Lazzaro

Molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello.

«Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa»

21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

(Giovanni 11,20)

 

Molto diverse tra loro queste due sorelle, come spesso capita. Una pratica e impulsiva, l’altra riservata e meditativa; una corre da Gesù, l’altra ha timore di disturbarlo. Gesù le ama ambedue e le raggiunge ciascuna nel suo mondo, adattandosi ai diversi caratteri e stili. Ci mostra un Dio che parla benissimo la lingua di ciascuno, che sa farsi capire da tutti, perché l’amore vero si fa piccolo, si mette a disposizione dell’altro così com’è, senza pretendere di cambiarlo, né di renderlo simile a sé. E al tempo stesso le due sorelle ci mostrano le diverse dimensioni della vita cristiana: l’ascolto e l’operosità, l’intraprendenza e l’attesa di Dio, la spontaneità e la riflessione.

 

 

Domenica 30 luglio 2023
   IX DOPO PENTECOSTE

1Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. 3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».  6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”?

«Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra,
dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua»

12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

(Marco 2,10-11)

 

Gli scribi aggrediscono Gesù perché pretende di perdonare i peccati. Gesù non si offende, non si chiude in se stesso risentito, ma coglie questa accusa per andare oltre e rivelare il significato profondo del miracolo appena compiuto. La provocazione e la critica stimolano le nostre reazioni primarie di autodifesa. Gesù ci mostra che si può andare oltre: trasformare la tentazione in occasione, rimanere nella relazione per aiutare a fare un passo in avanti, insegnare cose nuove per vedere ciò che prima neppure sospettavi. È un modo molto ampio e generoso di amare i propri nemici: continuare a ritenerli persone e non guardarli come il male incarnato.

 

 

Lunedì 31 luglio 2023
   S. Ignazio di Loyola, sacerdote

«Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”»

2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».

(Luca 11,1)

 

Non smetteremo mai di chiederglielo: “Insegnaci a pregare!”. Perché ogni volta abbiamo l’impressione di non sapere come si fa, di dover cominciare daccapo. Perché ogni volta siamo diversi, nella concentrazione che abbiamo (o non abbiamo), nelle emozioni che stiamo provando. Perché ogni volta in cui riusciamo a parlarGli non siamo più uguali a prima. Perché ogni volta che Lo sfioriamo abbiamo l’impressione di conoscerLo per la prima volta. Perché ogni volta che percepiamo per un attimo la Sua santità e la nostra indegnità e inconsistenza rimaniamo dolcemente stupiti e commossi che Lui sia felice di perdere tempo con noi.

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