Vivi la Parola: 2023 08 – Agosto

Martedì 1 agosto 2023
   S. Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e dottore della Chiesa

5Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”,

«Vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono»

(Luca 11,8)

 

Svegliare nel cuore della notte un amico è un gesto coraggioso. Farlo non per sé, ma per qualcuno che ha bisogno, è un gesto di fiducia. Farlo insistentemente, con invadenza, è un segno di grande amicizia. È l’amicizia, il rapporto con Lui che interessa a Gesù nella preghiera. Non l’arida richiesta formale che cerca di ottenere un beneficio: la persona che ti fa il dono vale sempre molto di più di quello che ti dà. Tutto ciò che facciamo dovrebbe avere come fine ultimo una più profonda unione con Dio: le circostanze in fondo ne sono solo l’occasione, il pretesto.

 

 

Mercoledì 2 agosto 2023
   S. Eusebio di Vercelli, vescovo

9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.

«Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?»

13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

(Luca 11,11-12)

 

La preghiera è sempre e solo il rapporto tra un padre (o una madre) e un figlio, nulla di più naturale e originario, qualcosa che conosciamo sin dal primo barlume di percezione di quando eravamo bambini piccoli. Per molto tempo noi cuccioli d’uomo siamo bisogno e sopravviviamo solo perché qualcuno lo soddisfa. Dio vorrebbe che questo istinto di relazione con Lui non si interrompesse mai, ma sappiamo quanto è minato dal passare degli anni dal sospetto, dall’illusione di essere completamente autonomi, di non averne bisogno. In questo senso occorre tornare e vivere da bambini di fronte a Lui.

 

 

Giovedì 3 agosto 2023

«Gesù stava scacciando un demonio che era muto.
Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore»

15Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». 16Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 17Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. 18Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. 19Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 20Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

(Luca 11,14)

 

A volte il diavolo fa tacere. Perché quello che dovremmo dire è molto importante. Ma in noi sono tante le remore, i freni, le esitazioni: “tanto non serve”, “l’ho detto mille volte e non è cambiato niente”, “magari dopo, adesso non mi sembra il momento opportuno”, “rischio di dirlo male e poi vengo frainteso”, ecc.. Poi a volte una nostra semplice frase lascia un segno inaspettato nei cuori e riprendiamo fiducia, ci accorgiamo che il Vangelo fa bene, che la grazia di Dio non smette di essere all’opera, che Lui non smette di abitare anche nei cuori che sembravano più riottosi: “le folle furono prese da stupore”.

 

 

Venerdì 4 agosto 2023
   S. Giovanni Maria Vianney, sacerdote

21Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. 22Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. 23Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.

«Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna»

26Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

(Luca 11,24-25)

 

Ci sono nemici sempre insorgenti dentro e fuori di noi. Non possiamo pretendere di vivere periodi di relax da insidie e tentazioni. E visto che spesso soccombiamo, ci esponiamo al rischio più frequente che è quello di smettere di combattere, adducendo tante “buone ragioni”: “siamo uomini”, “il carattere è quello e non si cambia”, “nessuno è perfetto”, “ciascuno ha le sue debolezze”… Ma tutto questo pone semplicemente le basi per nuove fragilità e ci fa ritenere ineluttabile qualcosa che con la potenza di Dio potrebbe invece essere combattuto e vinto.

 

 

 

Sabato 5 agosto 2023
   Dedicazione della Basilica romana di S. Maria Maggiore

21Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».

«Allora Gesù le replicò:
“Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”.
E da quell’istante sua figlia fu guarita»

(Matteo 15,28)

 

Fino a quel momento le repliche di Gesù a questa mamma cananea appaiono un po’ scostanti, demoralizzanti. Ma per una mamma che vede la propria figlia malata questi non sono ostacoli seri, anzi, sembrano accendere ulteriormente la sfida, alimentano la richiesta. Alla fine Gesù sembra felice di capitolare, di poter elogiare apertamente la fede di questa donna, di soddisfare pienamente la sua richiesta, vedendo che anche al di fuori dei confini di Israele emerge una fede tenace in Lui, quella che sposta le montagne e permette di conoscere il cuore di Dio.

 

 

Domenica 6 agosto 2023
   TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva:

«”Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”»

8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. 9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

(Matteo 17,5-7)

 

La voce del Padre è il culmine dell’evento della Trasfigurazione, la Sua parola sconvolge i discepoli, ma Gesù si avvicina a loro e li rassicura. È sempre impressionante sperimentare che Dio ci sta parlando, cogliere che quelle parole sono proprio rivolte a noi, a me. Ci sarebbe da rimanerne tramortiti, ma Gesù ci mostra che per chi è figlio di Dio questo è un fatto normale, che semplicemente ci rilancia nella nostra quotidianità. C’è però adesso una consapevolezza tutta nuova di essere dentro un disegno in cui Dio vuole farla da protagonista, ma non senza di noi e senza i fratelli.

 

Lunedì 7 agosto 2023

27Mentre diceva questo,

«Una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”»

(Luca 11,27-28)

Gesù non si accontenta degli entusiasmi spontanei. Li apprezza, ma li supera, spinge oltre. Per lui sono solo dei punti di partenza e intanto con lo sguardo corre lontano. Perché non sono tanto i successi, o le performances appariscenti che costruiscono il Regno. È invece la Parola che ha messo radici nel cuore, che non porta subito frutti altisonanti, ma giorno per giorno trasforma la mentalità, cambia gli obiettivi, aiuta a vedere sempre più chiaro cosa resta e cosa passa, fa operare scelte nuove di servizio e di fraternità. È la Parola vissuta la vera scuola, il vero master del discepolo.

 

 

Martedì 8 agosto 2023
   S. Domenico, sacerdote

29Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:

«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno,
ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona»

30Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

(Luca 11,29)

 

Gesù sa bene che tutti i miracoli che compie, tutte le sue parole che aprono i cuori tendono al grande segno, quello finale, quello della Pasqua. Quella è la chiave interpretativa della sua vita, Lui tende lì con tutte le sue forze. Eppure ci accorgiamo quanto sia rischiosa, perché di fronte alla croce non è, né sarà mai immediato cogliere l’amore, né vedere nella sconfitta umiliante il segno della vittoria sul male, né vedere nella morte il passaggio alla vita eterna donata a tutti. E la stessa risurrezione si esporrà a tante considerazioni, opinioni, letture anche molto contrastanti. Eppure è solo la Pasqua che ci fa capire davvero chi è Gesù.

 

 

Mercoledì 9 agosto 2023
   S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), vergine e martire, patrona d’Europa

«Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade
e uscirono incontro allo sposo»

2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(Matteo 25,1)

 

È affascinante pensare al regno di Dio come a una corsa verso una festa di nozze che ci attende. Riscatta alla radice l’immagine di una vita cristiana semplicemente vincolata da ordini e ritmata da una routine che appiattisce e inietta in questa avventura il brio, la gioia, l’attesa piena di desiderio di queste ragazze. C’è una promessa di vita felice, di incontri che riempiono il cuore, di una bellezza che attira e fa scavalcare le difficoltà. Dio quindi invita ad una festa, che non è rimandata in un al di là lontano e ipotetico, ma che ci permette di gustare un po’ già da quaggiù, quando il cuore è libero e corre per le Sue strade.

 

 

Giovedì 10 agosto 2023
   S. Lorenzo, diacono e martire

24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.

«”E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”.
Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire»

(Giovanni 12,32)

 

La fede di Gesù nella potenza della sua morte e risurrezione ci impressiona. Perché il discepolo, per istinto e affidandosi alla propria ragione, dalla croce scappa ed è convinto che la strada da percorrere sia esattamente quella opposta. Invece Gesù vede l’attrazione universale che la croce opererà nel cuore della storia, nel cammino dell’umanità. Non c’è altra possibilità di salvezza se non attraverso l’amore che dona la vita. E questo messaggio, questa esperienza è per tutti, è il senso vero delle cose, è la rivelazione di Dio, è la luce che brilla per ogni cuore.

 

 

Venerdì 11 agosto 2023
   S. Chiara, vergine

46Egli rispose:

«Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili,
e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!»

47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 49Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, 50perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: 51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». 53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

(Luca 11,46)

 

È il rischio di chi annuncia il Vangelo, di chi esorta per rendere fedeli alla vocazione battesimale. È facile infatti disegnare un modello di vita teorico, che non fa i conti con la realtà, con la fatica di vivere, che ritiene ovvi e scontati dei comportamenti che si ottengono invece con molta fatica. L’antidoto è lasciare che la Parola prima passi attraverso di noi: solo quando sperimentiamo sulla nostra pelle cadute, fragilità, incapacità possiamo parlare, non per svendere le esigenze del Vangelo, ma per accompagnare con la comprensione i fratelli e le sorelle in questa avventura bellissima, ma anche difficile.

 

 

Sabato 12 agosto 2023

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

«Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui»

18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.  19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

(Giovanni 3,17)

 

Quando ci lasciamo andare a deplorazioni e invettive di fronte ai mali del mondo, protestando e formulando fosche previsioni, dimentichiamo che la nostra missione è quella di aiutare il mondo a lasciarsi guarire. Non è una sorpresa che la situazione che vediamo sia così: sappiamo bene che il mistero del male abita nel cuore dell’umanità e Gesù è perciò venuto sulla terra proprio come medico, per sanare le piaghe, per riaccendere la speranza, per invertire la rotta e inaugurare la civiltà dell’amore, la fraternità universale. E anche per noi nel nostro piccolo è sempre possibile fare qualcosa per aggiustare il mondo.

 

 

Domenica 13 agosto 2023
XI DOPO PENTECOSTE

16Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. 17Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.

«Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte,
perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire:

infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi»

(Matteo 10,19-20)

 

È proprio nelle circostanze difficili che una persona viene fuori per quello che realmente è. Questo vale anche per il cristiano che cerca di vivere il Vangelo. La Vita che abita in lui e che sostiene la sua fede si manifesta inevitabilmente in quei frangenti, attraverso parole, reazioni, decisioni che lo Spirito suscita. Spesso lo stesso discepolo ne rimane sorpreso, perché non si credeva capace di tanto, ma questo non fa che confermare una bellissima verità: che noi ormai non ci apparteniamo più, siamo Suoi, ed è Lui in noi a compiere le Sue opere.

 

 

Lunedì 14 agosto 2023
   S. Simpliciano, vescovo

1Intanto si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia.

«Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce»

e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.

(Luca 12,2-3)

 

È finito il tempo delle allusioni, delle verità a metà, del “detto e non detto”. Dio, mandando Suo figlio nel mondo, ha deciso di non avere più segreti. La rivelazione del volto di Dio nella persona di Gesù vuole raggiungere tutti, vuole portare risposta ad ogni quesito, saziare ogni sete di ricerca. Tutto può essere proclamato, senza più paura, perché la luce brilli in ogni ambito e ogni uomo ne sia rischiarato. Perciò, se anche il nostro parlare sarà franco, leale, non reticente, tutti ne guadagneranno e il Vangelo diventerà sempre più ricchezza per tutti.

 

 

Martedì 15 agosto 2023
   ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.

«E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto»

46Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; 50di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

(Luca 1,45)

 

Ogni parola di Dio contiene una promessa. I modi in cui si realizza non sono certo prevedibili, perché Dio è molto fantasioso e si serve proprio di tutto per ottenere quanto ha stabilito. I tempi poi sono davvero imprevedibili: a volte siamo sorpresi dalla rapidità, altre volte l’attesa dura in modo snervante, logorante. Ciò che Elisabetta loda di Maria è questa tenacia nel fidarsi completamente di Dio, questa certezza che noi dimentichiamo le nostre promesse, ma Dio no. E Maria Assunta in cielo ci racconta che la fedeltà di Dio non riguarda solo la vita di quaggiù, ma si spiegherà anche lassù per tutta l’eternità.

 

 

 

Mercoledì 16 agosto 2023

«Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini,
anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio»

9ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. 10Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. 11Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, 12perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

(Luca 12,8)

 

Quando riusciamo a vincere le nostre paure e diciamo con semplicità e verità ciò in cui crediamo, ci accorgiamo di essere davvero noi stessi. Ci sentiamo liberi e anche felici, soprattutto se in altre circostanze non siamo riusciti a fare altrettanto. E dentro nasce anche una conferma interiore di essere sulla strada giusta, arricchita da un fatto: il Vangelo annunciato con franchezza è un dono che ritorna su di me, quella verità brilla ora ai miei occhi in modo più convincente, ne percepisco meglio la bellezza e questo sprona a nuovi passi nella stessa direzione.

 

 

Giovedì 17 agosto 2023
   S. Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire

13Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro:

«Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede»

16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. 20Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

(Luca 12,15)

 

L’esercizio del distacco dalle cose materiali è sempre molto benefico. Permette una vita libera. La ricerca insistente dei beni materiali infatti suscita attese, desideri, bisogni che coinvolgono tante energie, ma che alla lunga non mantengono le promesse. L’accumulo dei beni crea preoccupazione, coinvolge i pensieri, chiede tempo da dedicarvi, fa entrare spesso in quelle dinamiche di ingiustizia che avvelenano il cuore e i rapporti con i fratelli e le sorelle. Le ricchezze sono necessarie alla vita, ma occorre governarle, senza esserne governati, anche per poter sperimentare in ogni tempo la gioia della Provvidenza.

 

 

Venerdì 18 agosto 2023

22Poi disse ai suoi discepoli:

«Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita,
di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete»

23La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. 24Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! 25Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 26Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto?

(Luca 12,22)

 

Sono parole con cui Gesù confida in certo modo ai suoi amici il Suo segreto. Com’è possibile vivere senza preoccuparci del cibo e dei vestiti? È semplice, dice Gesù, occorre confidare nel Padre che abita per intero la vita dei suoi figli. Certo, occorre occuparsi di ciò che serve a vivere, essere laboriosi, previdenti, attenti, specie se abbiamo responsabilità per altri. Ma l’ansia va bandita. È una mancanza di fede. È un vivere come se fossimo soli, orfani, abbandonati nel mare della storia. Gesù ha sempre sperimentato l’Amore concreto del Padre e ci educa a fare come Lui, ci ricorda che non c’è delusione per chi confida in Dio.

 

 

Sabato 19 agosto 2023

21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

«In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”»

24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

(Matteo 7,22-23)

 

Sembra strano che una persona possa essere così spiritualmente dissociata: servire Dio compiendo tante opere che gli Lui stesso gli richiede e al tempo stesso vivere distante da Lui, fuori dall’amore, dalla conversione al Vangelo che pur predica. Eppure è molto facile che succeda! Il discrimine è sottile: confondere Dio con le opere di Dio, moltiplicare le cose da fare, cercando in esse la propria soddisfazione e affermazione, ambire a ruoli, riconoscimenti e applausi che nulla hanno a che fare con il Vangelo. Solo la Parola ascoltata e vissuta ci difende da questi rischi gravissimi.

 

 

Domenica 20 agosto 2023
XII DOPO PENTECOSTE

16A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: 17“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. 18È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. 19È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

«Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi,
perché non si erano convertite»

21«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 22Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 23E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! 24Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

(Matteo 11,20)

 

Siamo responsabili dei doni che riceviamo. L’amore di Dio che si riversa su di noi non è semplice spettacolo, né qualcosa di dovuto: ha sempre dentro di sé una provocazione, contiene un invito. Gesù vede l’inerzia di chi lo ammira, quel rimanere spettatori compiaciuti che però non provoca nessun rivolgimento interiore, nessuna modifica del modo di vivere e perciò reagisce con un rimprovero molto acceso. Le Sue sono parole che nascono da un profondo amore, perché il rimanere impermeabili al Vangelo ci espone a rischi molto grossi, al fallimento della vita.

 

 

Lunedì 21 agosto 2023
   S. Pio X, papa

«Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi»

45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.  47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

(Luca 12,42-44)

 

Quando ci mettiamo in mente che occorra fare cose esorbitanti per guadagnarci con Dio un posto al sole, ci fa bene ascoltare queste parole, in cui appare evidente che anche la semplice fedeltà è abbondantemente premiata. Questo amministratore non fa nulla più (e nulla meno) di quanto gli viene richiesto, eppure gli viene affidato tutto il patrimonio del padrone. Ha un atteggiamento umile, laborioso, puntuale, quello di chi si sa collaboratore e non protagonista, di chi non vuole rubare il palcoscenico, ma riconosce così che l’opera che compie  non gli appartiene, non è un suo potere. Vive con semplicità il servizio.

 

 

Martedì 22 agosto 2023
   Beata Vergine Maria Regina

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo;

«Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre
e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine»

(Luca 1,32-33)

 

Le parole di Gabriele nell’annunciazione profetizzano un regno che non si concluderà mai. Dovevano suonare parecchio strane, esagerate, alla giovane Maria che si sentiva coinvolta in un disegno così sconfinato. E chissà quale sarà stata la sua sorpresa nello scoprire, con il tempo, che in quel disegno lei stessa avrebbe avuto il ruolo di madre dell’umanità e di Regina del cielo e della terra. Dio infatti promette tutto e mantiene oltre ogni dire, riservando nel tempo futuro per i suoi figli un’abbondanza e una pienezza che le parole non riescono a descrivere.

 

 

Mercoledì 23 agosto 2023
   S. Rosa da Lima, vergine

54Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. 55E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade.

«Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo;
come mai questo tempo non sapete valutarlo?»

(Luca 12,56)

 

La sapienza popolare era molto ferrata nelle previsioni meteorologiche, gli anziani andavano a colpo sicuro sul tempo che ci sarebbe stato. Una destrezza che occorre applicare anche nelle cose di Dio. Ci sono delle costanti che con il passare degli anni si imparano a riconoscere e ci parlano del Signore. Dio infatti usa il nostro vocabolario per parlare la nostra lingua, ci istruisce interiormente, ci mette sulla strada persone giuste al momento giusto, ci dà conferme, spesso ci sorprende, ma sempre per risvegliarci ad una vita più evangelica, ci prepara con alcune prove, ci affida nuovi compiti. Poco a poco impari a riconoscerLo sempre più rapidamente.

 

 

Giovedì 24 agosto 2023
   S. Bartolomeo, apostolo

45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità».

«Natanaele gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù:
“Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaele: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”»

50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,48-49)

 

Un breve dialogo che lascia alcune domande inevase, le spiegazioni che vengono date non suonano del tutto convincenti. Non è chiaro infatti cosa facesse Natanaele sotto l’albero di fichi, né perché questo dettaglio sia così rilevante da convertire all’improvviso l’amico di Filippo. È bello però vedere che tra Gesù e Natanaele c’è come un piccolo segreto, una specie di intesa inafferrabile, si intuisce che in quello sguardo di Gesù Natanaele si è sentito all’improvviso profondamente conosciuto e amato, pronto a spazzare via subito tutti i suoi pregiudizi, con un’apertura e una fiducia complete.

 

 

Venerdì 25 agosto 2023

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora

«Disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime”»

9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

(Luca 13,7-8)

 

Dopo tre anni senza frutti, pensare che un albero possa tornare a produrne è un po’ illusorio. Perdere tempo a concimare un fico così sterile sembra un accanimento terapeutico. Ma la pazienza di Dio non si misura con i nostri criteri, semplicemente perché la fiducia di chi ama non si arrende mai, continua a sperare contro ogni speranza, offre sempre nuove possibilità. E la storia cristiana pullula di santi che venivano considerati irrimediabilmente perduti, sui quali nessuno avrebbe più scommesso un centesimo, che hanno invece cambiato la storia.

 

 

Sabato 26 agosto 2023

44Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; 45chi vede me, vede colui che mi ha mandato.

«Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre»

47Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. 48Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. 49Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. 50E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

(Giovanni 12,46)

 

Gesù è proprio la luce che rischiara ogni cuore. Chiunque si avvicini a Lui trova quello che cerca, inizia a vedere ciò di cui prima non si accorgeva, come se fosse cieco. Non c’è età, cultura o condizione che faccia eccezione. Certo, la luce più abbagliante è quella della Sua croce, quella di un Dio pronto ad amare fino a morire per ogni uomo, ma ogni Sua Parola, ogni gesto brilla e rischiara i cuori. Liberare dal buio, dalle tristezze, dalle disperazioni è la Sua prima opera di salvezza, ma soprattutto difenderci dalla morte, dal male per farci gustare la gioia di una vita nell’amore come la Sua.

 

 

 

Domenica 27 agosto 2023
CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

13Mandarono da lui alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. 14Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». 15Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». 16Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».

«Gesù disse loro: “Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio”.
E rimasero ammirati di lui»

(Marco 12,17)

 

Il tranello che farisei ed erodiani tendono a Gesù riguardava Cesare, i tributi da pagare all’impero romano. Nella sua replica finale Gesù avrebbe potuto fermarsi alla prima parte, ribadendo che ciò che è di Cesare gli va dato. Ma Gesù aggiunge di rendere a Dio ciò che è di Dio e questo non è per nulla pleonastico. L’avanzo di ciò che non dò a Cesare non è mio, non sono “fatti miei”, perché tutto quello che sono appartiene anzitutto a Dio. In questo senso anche le tasse rientrano nell’ambito religioso e morale, sono il gesto di un uomo che è anzitutto figlio di Dio e come tale vive anche la sua relazione con lo Stato.

 

 

Lunedì 28 agosto 2023
   S. Agostino, vescovo e dottore della Chiesa

4Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

«Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati»

6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

(Marco 1,5)

 

Questo grande concorso di popolo che sente il bisogno di perdono, di liberazione dal male è un spettacolo molto consolante. Racconta un bisogno che sarà sempre presente nel cuore dell’umanità, quello di ritrovare pace, perdono, possibilità di vita nuova. Ci sono infatti dei pesi che schiacciano, delle paure che attanagliano e sentiamo la necessità di trovare spazi per sbarazzarci di tutto ciò. Ci sono dei desideri di ricostruire relazioni interrotte, con Dio e con gli uomini, che hanno bisogno di trovare momenti per realizzarsi. Si ha sete di nuovi inizi e la misericordia di Dio non smette di offrire opportunità per rendere possibile tutto questo.

 

Martedì 29 agosto 2023
   MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

17Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. 18Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». 19Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, 20perché

«Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui;
nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri»

21Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. 22Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». 23E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». 24Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». 25E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». 26Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. 27E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione 28e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. 29I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

(Marco 6,20)

 

Erode crede di avere in mano la situazione e di poterla gestire con libertà e autonomia. È convinto di avere un giusto sguardo sulle cose e sulle persone, ma dimentica completamente i suoi limiti, le sue fragilità, soprattutto i suoi eccessi. È molto vulnerabile per i suoi vizi, per le sue ambizioni e non è libero neppure nella gestione del potere. Approfittarsi di lui è un gioco da ragazzi per chi è malintenzionato, proprio perché lui crede di essere libero. L’umiltà di chi conosce il proprio peccato è una preziosa ricchezza, ci rende più difficilmente manipolabili, ci toglie quella supponenza che fa correre tanti pericoli.

 

 

Mercoledì 30 agosto 2023
   Beato Alfredo Ildefonso Schuster, vescovo

Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 25Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re.

«Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta»

27Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.

(Luca 7,26)

 

Tanta gente si muoveva per vedere Giovanni che battezzava, ma le motivazioni potevano essere le più varie: perché era sulla bocca di tutti ed era il personaggio del momento, perché aveva modi originali ed eccentrici, perché sferzava i potenti, perché toccava i cuori e si vedevano accanto a lui persone decise a cambiare vita… Gesù lo definisce “più che un profeta”. Occorre sempre qualcuno che orienti i giudizi, che aiuti a superare le opinioni superficiali, che permetta di fissare lo sguardo su ciò che conta, in modo che il dono ricevuto porti frutto nel cuore e nella vita.

 

 

Giovedì 31 agosto 2023

Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle:

«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista;
ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui»

12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!».

(Matteo 11,11)

 

Gesù conferma la statura spirituale di Giovanni Battista, dichiara che è di una grandezza superiore a chiunque altro. Ma al tempo stesso fa comprendere che siamo in una nuova fase. Nel Regno che Lui inaugura non ci sono graduatorie a punti che stabiliscano i migliori e i peggiori, si può essere i più piccoli e i più grandi al tempo stesso, se ci si mette nell’atteggiamento di chi si lascia salvare, se si impara l’insuperabile primato di chi serve. Nel cuore del Regno non ci sono le classifiche, ma il primato è tutto di Dio, che non smette di fare grazia a ciascuno dei suoi figli.

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