Vivi la Parola: 2023 09 – Settembre

Venerdì 1 settembre 2023

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

«Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio»

40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

(Giovanni 1,38-39)

 

Se pensiamo alla nostra esperienza di fede, possiamo dire di aver creduto veramente solo nel momento in cui ci siamo avvicinati a Gesù e abbiamo scelto di seguirlo. Prima di questo momento in molti ce ne hanno parlato, ma era solo una conoscenza intellettuale, non era fede. Ancora adesso spesso ci si accontenta di ciò che ci hanno insegnato a catechismo, si va a Messa alla domenica, ma finché non cerchiamo personalmente o meglio, non ci accorgiamo di essere attesi, non riusciremo a fare il salto di dimorare con Lui. È quel salto che ti fa scoprire che senza di Lui la vita non ha senso. 

 

 

Sabato 2 settembre 2023

24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.

«Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.
Se uno serve me, il Padre lo onorerà
»

(Giovanni 12,26)

 

Siamo presi a servizio da Gesù e quindi occorre essere lì dove Lui opera, dove Lui ci manda. Non siamo liberi professionisti, che sperimentano in autonomia progetti curiosi o innovativi: la nostra principale caratteristica rimane l’ascolto, la disponibilità. E questo ci abilita a vivere sempre in un “lavoro a due”, in cui sappiamo che la parte più importante e delicata non possiamo svolgerla noi: solo Dio tocca i cuori. A noi il compito di creare condizioni favorevoli, ben sapendo che anche nei contesti più desolati la potenza di Dio è capace di far sbocciare frutti inimmaginabili.

 

 

Domenica 3 settembre 2023
   I DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL  PRECURSORE

 

«Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: “Giovanni è risorto dai morti”, altri:
“È apparso Elia”, e altri ancora: “È risorto uno degli antichi profeti”.
Ma Erode diceva: “Giovanni, l’ho fatto decapitare io;
chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?”. E cercava di vederlo
»

10Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. 11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

(Luca 9,7-9)

 

Erode cerca di vedere Gesù, ma non con lo sguardo di uno che è in ricerca. Uno degli spettacoli più affascinanti è vedere Gesù che opera nel cuore di un giovane. Si vede la sorpresa di sentire in te stesso ciò che non avresti mai pensato di provare. Contemporaneamente nasce il turbamento di qualcosa di talmente grande che ti spaventa.  Si è allora presi da una specie di eccitazione che assomiglia all’innamoramento.  Infine il timore, perché capisci che non puoi più tornare indietro, non puoi far finta che non sia successo nulla, Il tutto però accompagnato dalla gioia. Questo è il modo di vedere che ti riempie la vita e ti chiedi quale sia la Sua volontà per aderirvi. Questo è il modo di cercare Gesù.

 

 

Lunedì 4 settembre 2023

8Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? 9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”.

«Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte»

(Luca 15,10)

 

La donna che ha deciso di trovare la moneta perduta ha fermato la giornata, ha interrotto ogni altra attività per dedicare tutte le energie unicamente a quella ricerca. Sembra un dispendio eccessivo di risorse per una sola moneta, o, per dirla con la parabola, per una sola persona: se dovessimo fare così con ciascuno non si finisce più… Per noi, malati di numeri, è una vera conversione: uno è molto più che sufficiente perché gli angeli del Paradiso organizzino una festa! Anche perché, lo sappiamo, una persona che incontrando Gesù cambia testa e cambia modo di pensare e di vivere è davvero uno splendido miracolo.

 

 

Martedì 5 settembre 2023
   S. Teresa di Calcutta, religiosa

1Diceva anche ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. 3L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. 4So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.

«Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo:
“Tu quanto devi al mio padrone?”. 6Quello rispose: “Cento barili d’olio”.
Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”
»

7Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. 8Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

(Luca 16,5-6)

 

Intraprendente e spregiudicato, questo amministratore sa trovare sempre il modo di stare a galla: dopo aver derubato il suo padrone, adesso gli procura nuovi ammanchi perché i debitori possano guardarlo con simpatia e riconoscenza, dandogli una mano in tempi che si preannunciano per lui difficili. Un bel furfante, insomma. Ma Gesù ci spiazza, dicendo: Imparate da lui! Certo, non a rubare, ma a farsi furbi nelle cose di Dio. No quindi all’ineluttabile: occorre trovare stratagemmi per venire fuori da situazioni scomode. E la strada è sempre quella della cura per i fratelli, specie i più bisognosi.

 

 

Mercoledì 6 settembre 2023

9Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. 10Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

«Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza»

14I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. 15Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole.

(Luca 16,13)

Nella vita è difficile non scendere a compromessi. Spesso  ci raccontiamo che dobbiamo attualizzare il messaggio evangelico e cerchiamo di edulcorare le parole di Gesù. Vogliamo salvare tutto senza rinunciare a nulla. Il Vangelo ci richiama ad una radicalità che facciamo fatica ad accettare, ci chiede di tagliare con troppe abitudini. Eppure solo quando facciamo delle scelte sincere fino in fondo, ci sentiamo veramente liberi.

 

 

Giovedì 7 settembre 2023

«La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi»

17È più facile che passino il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge. 18Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio.

(Luca 16,16)

 

La musica è cambiata. Tutto quello che il pio israelita doveva compiere è diventato una regola del passato, superata. Con Gesù si inaugura un tempo nuovo. Non sono più le cose che facciamo noi a salvarci, non si tratta più di accumulare meriti, o dei “punti Paradiso”, ma c’è questa convocazione universale alla quale tutti siamo invitati. Si richiede soltanto l’umiltà di accettare questo dono gratuito, di spalancare le mani per accoglierlo. Paura di non farcela, indegnità, inadeguatezza, vergogna, sono parole cancellate dal vocabolario della salvezza. Da parte di Dio solo la gioia di rendere felici i suoi figli.

 

 

Venerdì 8 settembre 2023
   NATIVITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA

1Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, 5Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, 7Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, 13Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, 14Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd,

«Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo»

(Matteo 1,15-16)

 

La successione dei nomi di questa lunga genealogia, sfocia alla fine con l’arrivo di Gesù. Di Lui però non si dice che Giuseppe lo generò, ma viene usata un formulazione nuova, dicendo che è nato da Maria. Da un lato quindi Gesù giunge tra noi come uomo tra gli uomini, frutto di una dinastia di persone note e sconosciute, dall’altro si allude alla sua generazione divina. È il mistero dell’incarnazione, che inserisce noi umani nella natura divina e mostra un Dio, purissimo Amore, che non si scandalizza di mescolarsi con chi l’amore non sa neppure dove stia di casa. Decide di fare Suo tutto ciò che è umano, tranne il peccato.

 

Sabato 9 settembre 2023

«Allora Pietro gli rispose: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito;
che cosa dunque ne avremo?”»

28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.

(Matteo 19,27)

 

Pietro non se la sente di giocare la sua vita al buio. Chiede rassicurazioni, conferme, qualche sicurezza. E Gesù ci sta: gli spalanca un futuro eterno formidabile, ma non gli dona garanzie assolute per quaggiù. Gli fa capire bene che il destino del Figlio dell’uomo sarà anche il suo e che quindi sulla terra non avrà privilegi o tutele particolari: ci sono rischi e incognite, meraviglie incantevoli e sorprese sgradite, croci e delizie. Con una sicurezza inscalfibile: a conti fatti vedremo che ne valeva infinitamente la pena e che la vita quaggiù ha avuto un’intensità e una bellezza invidiabili.

 

Domenica 10 settembre 2023
   II DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL  PRECURSORE

19Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. 20Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. 21Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. 22Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, 23perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.

«In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita»

(Giovanni 5,24)

 

Con la Sua parola Gesù ci dà la Sua vita. Quando pensiamo alla vita eterna spesso pensiamo a qualcosa che deve ancora venire, un giorno nell’aldilà.  Ma la vita eterna incomincia qui e non finirà mai. Certo ora ne abbiamo solo dei bagliori in quegli attimi in cui ci sentiamo  uniti nella gioia di Gesù.  Ci dà una serenità di fondo che nessuno può toglierci. Poi un giorno sarà una vita completa .

 

 

Lunedì 11 settembre 2023

1Disse ai suoi discepoli:

«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono»

2È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. 3State attenti a voi stessi!

(Luca 17,1)

 

Scandalo è etimologicamente un sasso sporgente in cui si inciampa e si cade facendosi del male. Ti può cogliere a tradimento, mentre parli con un amico o guardi in giro qualcosa di bello e ti ritrovi all’improvviso per terra. È proprio il tradimento che non avresti mai immaginato a ferire in modo profondo nello scandalo, la rottura inspiegabile della fiducia, il ritrovarsi spaesati, il non potersi più appoggiare su ciò che prima dava sicurezza, stabilità. Sappiamo quanto episodi di questo tipo possano minare in modo anche irreparabile la psiche di una persona ed è proprio per questa gravità che Gesù usa parole fortissime al riguardo.

 

Martedì 12 settembre 2023
S. Nome della Beata Vergine Maria

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe.

«La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, l’angelo disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”»

(Luca 1,27-28)

 

Il nome precisa l’identità di una persona, la rende riconoscibile, distinguendola da altri. Ovviamente il nome non può definire le caratteristiche di una persona. Anche per questo a volte si danno a qualcuno nomignoli, soprannomi che alludono a qualcosa di tipico, di un po’ unico. Gabriele si rivolge a Maria chiamandola “piena di grazia”, forse gli angeli in Cielo la chiamavano così quando parlavano tra loro: un modo per dire come Dio l’aveva fatta, creata. In questo senso anche ciascuno di noi ha un nome particolare che Dio gli dà, una Sua Parola che ci definisce e ci distingue e dice chi veramente siamo.

 

 

Mercoledì 13 settembre 2023
   S. Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della Chiesa

«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto:
“Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi,
finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”?
»

9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

(Luca 17,7-8)

 

Una paraboletta indiscutibile, ovvia per l’ascoltatore dei tempi di Gesù, che a noi suona comunque un po’ ruvida, sgradevole se non altro per il tono. Ha un vantaggio: che spazza via ogni pensiero di avanzare qualche titolo di merito per il nostro servizio al Vangelo e ci fa capire che anche le richieste fuori tempo, che ci trovano stanchi, sono sempre legittime. C’è quindi un massimalismo della vita cristiana che occorre sempre coltivare, pronti ad accettare di non ricevere riconoscenza per quanto abbiamo fatto, ad imitazione di Gesù che nella sua vita terrena non ha fatto in tempo a ricevere gratitudine da nessuno per il fatto che offriva la sua vita per noi.

 

Giovedì 14 settembre 2023
   ESALTAZIONE DELLA S. CROCE

13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.

«E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna»

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

(Giovanni 3,14-15)

 

I condannati alla crocifissione venivano messi bene in alto perché tutti guardassero bene, come monito severissimo, quella sofferenza e quella morte così orribili. Gesù vede, in quell’innalzamento che un giorno subirà, l’occasione perché a tutta l’umanità sia possibile vedere rivelato il volto di Dio Amore e perché la fede in questo Dio sia salvezza per tutti. E salvezza è la vita eterna, cioè il partecipare alla vita stessa di Dio, fare l’esperienza di amare come Dio ama, in modo totale, senza confini. La croce continua a parlare di tutto ciò: per questo non smetteremo mai di fissare lo sguardo su di essa, di appenderla nelle nostre case.

 

 

Venerdì 15 settembre 2023
   Beata Vergine Maria Addolorata

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.

«Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava,
disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”.
Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé
»

(Giovanni 19,26-27)

 

In Giovanni siamo tutti noi e Gesù ci ha donato Maria proprio nell’ora più triste della sua vita e della vita di sua madre. Come a lei Gesù ci chiede di spalancare le braccia e accogliere, proprio nel momento in cui avremmo solo voglia di piangere e di farci sostenere. In quei momenti occorre guardarsi intorno e vedere chi ha bisogno, dimenticandosi.

 

 

Sabato 16 settembre 2023
   Ss. Cornelio, papa, e Cipriano, vescovo, martiri

32Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.

«Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma.
Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore
»

(Luca 12,33-34)

 

Un invito molto concreto e pratico con uno sguardo che corre molto lontano. Aumentare il nostro conto nella banca del Paradiso dà infatti un spessore preciso alla nostra fede, la libera dalle ipotesi accademiche e fa vivere già da quaggiù la vita di lassù. Ci rende davvero sin da subito «concittadini dei santi» (Efesini 2,19), o per dirla con don Bosco, “felici abitatori del Cielo”. Mentre invece se tutto il nostro tesoro è rinchiuso quaggiù è assai difficile spiccare il volo verso l’alto e rischiamo di guardare sempre alla vita che ci attende in modo pagano, come una realtà che ci deruba, sbagliando clamorosamente.

 

 

Domenica 17 settembre 2023
   III DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL  PRECURSORE

18Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». 19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto».

«Allora domandò loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Pietro rispose: “Il Cristo di Dio”»

21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. 22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

(Luca 9,20)

 

Pietro ha intuito, ha capito. Sappiamo che ciò è avvenuto per un’illuminazione dal Padre. E’ il primo a rispondere alla domanda di Gesù, mostra di avere le idee chiare, a differenza dei suoi compagni che probabilmente non ne erano ancora convinti. Ma è ben lontano dall’aver capito cosa voglia dire “Il Cristo di Dio” e il seguito dell’episodio lo dimostrerà chiaramente. È il pericolo che corriamo anche noi quando ci illudiamo di sapere chi sia Dio per il semplice fatto che crediamo in Lui. Occorre attraversare l’esperienza della croce vissuta per amore, solo allora veniamo introdotti per davvero in quella verità.

 

 

Lunedì 18 settembre 2023
   S. Eustorgio I, vescovo

«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti»

28Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; 29ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. 30Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. 31In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. 32Ricordatevi della moglie di Lot. 33Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.

(Luca 17,26-27)

 

Una delle cose purtroppo più frequenti per noi è quella di parlare delle realtà quotidiane come se non ci fosse un “oltre”, come se il soddisfacimento dei bisogni ordinari, l’espletamento dei nostri doveri, la realizzazione dei nostri desideri fosse il tutto della vita. È normale, fanno tutti così, eppure lascia una sensazione di insoddisfazione, quasi di soffocamento, come quando un claustrofobo si trova chiuso in un ascensore: non vede l’ora di uscirne. Solo se diamo voce alla sete di infinito che c’è in noi, se sogniamo un mondo trasformato in fraternità universale, dove «amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno» (Salmo 85,11), torniamo a respirare a pieni polmoni.

 

 

Martedì 19 settembre 2023

1Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». 6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto.

«E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»

(Luca 18,7-8)

 

Non c’è dubbio: la preghiera di chi grida giorno e notte verso il Padre alimenta sicuramente la sua fede, trasforma il cuore e pone davvero Dio al centro della propria vita. L’insistenza instancabile nella preghiera rende Dio molto vicino e concreto, ci educa poco a poco, ci fa crescere fino a “credere fermamente, nonostante le apparenze contrarie, che la Provvidenza di Dio si occupi di me come se nessun altro esistesse al mondo” (S. Giovanni XXIII). «Così il Padre vuole che siano quelli che lo adorano» (Giovanni 4,23). E vivere con un rapporto facile, quasi immediato con il Padre, è una delle esperienze più belle che si possano immaginare.

 

 

Mercoledì 20 settembre 2023
   Ss. Andrea Kim Taegǒn, sacerdote, Paolo Chong Hasang e compagni, martiri

«Gli presentavano anche i bambini piccoli perché li toccasse,
ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano
»

16Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. 17In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso».

(Luca 18,15)

 

Accogliere i bambini, mettersi anche solo per un attimo al loro livello, chiede di svuotarsi. Occorre proprio sbarazzarsi del proprio mondo e ridare voce e spazio per un attimo al bambino che è in noi, quel bambino che ha bisogno, che chiede relazione, che attende conferme, che cerca nuove scoperte. I discepoli sono tentati di pensare che Gesù abbia ormai bisogno di altro, di cose importanti, di persone che contano, di prestigio che cresce e invece il Maestro fa crollare queste impalcature rimettendo in luce la nostra verità originaria: siamo bambini davanti a Dio, da Lui non smettiamo mai di attenderci tutto.

 

 

Giovedì 21 settembre 2023
   S. MATTEO, APOSTOLO ED EVANGELISTA

9Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

«Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: “Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. E Gesù disse loro: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno”»

16Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. 17Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

(Matteo 9,14-15)

 

I discepoli di Giovanni non sono come i farisei che si preoccupavano solo della forma e dell’apparenza. Essi cercavano con il digiuno e con la penitenza di avvicinarsi di più a Dio, ma quello che mancava loro era la gioia. Ecco che cosa deve distinguere il cristiano, la gioia nella vita. A volte, ascoltando delle testimonianze, non sono le parole che convincono, ma il sorriso di chi parla, un sorriso vero di chi ha la pace nel cuore anche in mezzo alle tribolazioni.

 

 

Venerdì 22 settembre 2023
   Beato Luigi Maria Monti, religioso

«Quando Gesù lo vide così triste, disse: “Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!”»

26Quelli che ascoltavano dissero: «E chi può essere salvato?». 27Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».

(Luca 18,24-25)

 

Ci sono dei freni alla vera gioia. Sono le piccole gioie che ci concediamo, nelle quali ci rannicchiamo e che finiscono per appagarci, anche se non ci soddisfano appieno. Sono anche quelle piccole manie o abitudini di cui non riusciamo a fare a meno, alle quali ci rendiamo conto che non siamo disposti a rinunciare. Tutte cose che ci legano, che ci tolgono libertà senza che ce ne accorgiamo: ricchezze modeste, che però hanno un potere grande su di noi. Per entrare nel Regno Gesù sa che occorre fare un balzo, come il cieco di Gerico che si sbarazza del mantello per correre da Gesù. Altrimenti la vera gioia diventa un miraggio. Per questo l’abituarsi a saper fare a meno di qualcosa è sempre un ottimo esercizio.

 

 

Sabato 23 settembre 2023
   S. Pio da Pietrelcina, sacerdote

Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti 16e impose loro di non divulgarlo, 17perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: 18Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia.

«Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia
»

21nel suo nome spereranno le nazioni. 22In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. 23Tutta la folla era sbalordita e diceva: «Che non sia costui il figlio di Davide?». 24Ma i farisei, udendo questo, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni». 25Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi. 26Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi? 27E se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 28Ma, se io scaccio i demòni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

(Matteo 12,19-20)

 

Lo stile del servo di Yahvè profetizzato da Isaia sembra a tutta prima di basso profilo. Non si fa pubblicità, non studia le leggi del marketing, non usa tecniche seduttive, valorizza invece ciò che appare debole e fragile, incoraggia gli incerti, accende le speranze in chi non ne ha. La salvezza di Gesù parte dal basso, fa affidamento sugli umili, non smette di operare partendo dalle retrovie, dà valore alle piccole vittorie e conquiste. Tutti siamo candidati a collaborare : le nostre fragilità e lacune non sono un ostacolo insormontabile, perché è sempre possibile ricominciare.

 

Domenica 24 settembre 2023
   IV DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL  PRECURSORE

24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». 26Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». 30Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35Gesù rispose loro:

«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame
e chi crede in me non avrà sete, mai!
»

(Giovanni 6,35)

 

La nostra insistenza nel leggere e nel cercare di vivere tutti i giorni la Parola è dovuta al fatto che non troviamo l’equivalente da nessun’altra parte. A volte bastano davvero una sola frase o poche parole del Vangelo per illuminare una situazione, per orientare una decisione, per correggere un’intenzione. Ma la bellezza e grandezza del Vangelo non sono solo funzionali alle cose da fare: ciò che dà stabilità e sicurezza è la presenza di Gesù che quelle parole contengono, è la sua compagnia che trasforma la vita, è il poter parlarGli ad ogni istante, il poter contare sempre su di Lui a saziare le nostre attese.

 

 

Lunedì 25 settembre 2023
   S. Anatalo e tutti i santi Vescovi milanesi

24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia.

«Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia»

26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

(Matteo 7,25)

 

In questo periodo in cui questi nuovi eventi atmosferici ci hanno messo a dura prova queste parole hanno un impatto più eloquente. Apprezziamo in un altro modo quelle realtà così solide che nessun tornado può svellere, comprendiamo l’importanza di sentirci rassicurati e difesi dai pericoli di questi imprevisti. Una vita radicata nella Parola, Gesù ce lo conferma, non teme uragani. Certo, sotto la pressione degli eventi e delle sofferenze della vita qualche tegola si muove, un po’ d’acqua entra in casa, qualche cornicione diventa pericolante, ma la casa tiene, ci protegge e non è molto complicato riparare i danni.

 

 

Martedì 26 settembre 2023

35Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. 36Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. 37Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». 38Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». 39Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 40Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui.

«Quando fu vicino, gli domandò: “Che cosa vuoi che io faccia per te?”.
Egli rispose: “Signore, che io veda di nuovo!”»

42E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». 43Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

(Luca 18,40-41)

 

Il Santo Curato d’Ars notava che spesso ci presentiamo al Signore senza sapere cosa chiederGli. Eppure quando andiamo a trovare qualcuno sappiamo bene cosa dire, di cosa parlare. Questo cieco sa molto bene cosa domandare a Gesù e quindi lo fa con un’insistenza implacabile. Esercitarci a chiedere a Dio è utile: mette in evidenza che siamo bisognosi, ci fa confidare in Lui più che in ogni altra cosa, ci permette di vedere l’intervento di Dio nella nostra vita, rende più urgente e spontanea la gratitudine per tutto il bene che riceviamo, ci lega a Dio e al Suo Amore ogni giorno di più.

 

Mercoledì 27 settembre 2023
   S. Vincenzo de’ Paoli, sacerdote

11Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. 12Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. 13Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. 14Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. 15Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. 16Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. 17Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. 18Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. 19Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. 20Venne poi anche un altro e disse:

«“Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto;
avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”
»

22Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. 24Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. 25Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. 26“Io vi dico: A chi ha sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. 27E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».

(Luca 19,20-21)

 

Questo servo è un uomo spaventato. Si lascia paralizzare dalla paura, è convinto di non sapere far nulla, ha l’impressione di avere ricevuto un compito sproporzionato, non chiede aiuto né consiglio a nessuno, si chiude nel suo bunker difendendo il poco che ha. In un cambiamento d’epoca come il nostro questa è una tentazione insidiosa e ricorrente: custodire quel poco che si ha, mantenere quello che ancora c’è, guardare indietro con nostalgia. Gesù giudica malvagio questo servo: ci spinge invece alla creatività, all’intraprendenza, a cogliere ogni suggerimento dello Spirito che continua a spingere la Chiesa in avanti per trasformare l’umanità in ogni epoca.

 

 

Giovedì 28 settembre 2023
   Beato Luigi Monza, sacerdote

37Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, 38dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».

«Alcuni farisei tra la folla gli dissero: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”.  Ma egli rispose: “Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”»

(Luca 19,39-40)

 

Ci sono verità che scoppiano nel cuore e non si possono zittire. Se hai provato anche una sola volta il prodigio della presenza del Signore nella tua vita non puoi più tacere.  Gli anni passano, ma il fuoco che ti ha incendiato non si spegne più! A volte ti sembra assopito, ma basta poco per riaccendersi e divampare.

 

 

Venerdì 29 settembre 2023
   SS. MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE, ARCANGELI

47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse:

«In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e
scendere sopra il Figlio dell’uomo»

(Giovanni 1,51)

 

La promessa di Gesù è meravigliosa: vedere il cielo aperto significa conoscere Dio, vederlo faccia a faccia, convivere qui sulla terra con le realtà del Paradiso come se ci abitassimo già. In effetti se abbiamo il coraggio di tuffarci con una fede piena nel Signore, se impariamo a guardare il mondo come lo guarda Lui, quella realtà già si realizza. Gesù rende diretta anche la nostra comunicazione con il Padre, gli angeli non smettono di raccontarci il Cielo e noi possiamo affidare loro le nostre richieste. E questo può avvenire sempre: Stefano, nell’imminenza del suo martirio dirà: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio» (Atti 6,56).

 

Sabato 30 settembre 2023
   S. Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa

29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 31Gesù rispose loro:

«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano»

(Luca 5,31-32)

 

Più che continuare a pettinare le pecore che sono già nell’ovile, la tensione di Gesù sembra orientata a cercare chi non c’è. Il Suo è un cuore in ricerca, in costante uscita. Non si spaventa della lontananza di chi incontra, ma accorcia le distanze invitando, sedendo a tavola, costruendo confidenza e amicizia. Troverà molta più accoglienza e interesse sincero presso coloro che nessuno guardava e che tutti evitavano, mentre dai vicini verrà spesso guardato con sospetto e anche con ostilità. Così anche per noi: l’invito a seminare anche molto lontano rimane perennemente valido e sarà sempre ricco di sorprese.

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